20 dicembre 2023

Angela Sofia

Era mia madre: passo svelto da bersagliere, sempre di corsa e sempre millemila cose da fare. Lei, che non ha studiato e che per questo si è sempre sentita menomata, se doveva difendere noi figli andava davanti al padreterno: l'ho sentita con queste mie orecchie dare dell'incompetente a uno pneumologo che secondo lei non mi stava visitando con lo scrupolo adeguato alla ipotetoca gravità del mio stato! Ha gestito senza fare un plissé i numerosi e seri acciacchi mio padre, di mia nonna e di mio nonno.  Quando io e mio fratello ci siamo laureati, orgogliosa come solo una madre poco istruita può essere, camminava per le vie della città con un sorriso stampato in volto che non dimenticherò mai. Mio padre bloccato a letto con due vertebre fratturate, lei andava in cantiere a dirigere i lavori con una nota da seguire e un piglio militaresco che io non ho mai avuto.
Mai stata sportiva (la ginnastica fa sudare), ha comunque sempre avuto un fisico da urlo e uno straordinario gusto nel vestire: sempre discreta, sì,  ma aveva belle gambe e le piaceva mostrarle. A mia nonna che la rimproverava con un severo "ma tuo marito cosa dice?" rispondeva "mio marito guarda!"
Ora è la mia mamma: gravemente sottopeso, il passo sempre più incerto, perde l'equilibrio se si alza senza cautela e cade. Fa fatica a usare le posate, non riesce più ad allacciare i pantaloni o ad abbottonare la camicia. Farsi lavare i capelli la sfinisce, e dopo colazione deve necessariamente fare un pisolino in poltrona. Irrequieta, si sveglia 15 volte per notte per i motivi più disparati o magari anche senza. Ieri ha chiamato "mamma" mio padre, e lui ha pianto.

 

16 dicembre 2023

È infine arrivato quel giorno...

...quel giorno in cui scoprire che le mani della mamma sono meno gonfie rappresenta una bella notizia, da comunicare con urgenza e un velo di cauto ottimismo a mio fratello.

12 dicembre 2023

Quando fuori è ancora buio...


...e l'umidità della notte non ha ancora abdicato, fingo di non pensare che in Italia, oh dolce Italia, magari non sarà ancora primavera ma almeno un po' di luce già si vede.
Mi dirigo con passo svelto in stazione. Sono in anticipo di almeno mezz'ora ma non so come tenere a bada l'impazienza. 
E siccome anche in stazione devo aspettare, aspettando scrivo. E penso.

So cosa significa sentirsi finiti, merce usata, senza un futuro. E so cosa significa essere stata travolta da quell'abbraccio nero e spesso nel momento sbagliato della mia vita (non ne esiste uno giusto, ma alcuni sono più sbagliati di altri), quando nessuno dei miei coetanei si era mai neppure avvicinato a esperienze simili, figuriamoci viverle. E quindi capirle. Quella conseguente sensazione di implacabile solitudine, quando qualunque cosa venga detta sollecita la medesima, infastidita reazione: non hai capito niente, taci.
C'è una bellissima poesia di Emily Dickinson che ammonisce, sto parafrasando, di non avvicinarsi a chi soffre se non si abbia avuto la ventura di aver sofferto altrettanto. Ecco, certi dolori non si possono immaginare.
So anche che la sensazione di essere finiti è fallace, ma crederci è impossibile. 

So cosa significa aver bisogno di un abbraccio sincero e caldo e sapere dove andare a prenderlo, e so che, se non cambia la vita, la rende sopportabile.
So (e qui faccio un po' di fatica ma nessuno ci ha mai promesso una vita facile...) che negare le mie esigenze ha effetti devastanti sul benessere degli altri, che avere cura di me, della mia salute fisica e mentale (e mentale!) è fondamentale. Magari non nell'immediato, ma vorrei che vedeste come si è ridotta mia madre per essersi sempre messa da parte, sempre in seconda linea, col destino segnato dall'educazione ottocentesca e campagnola di mia nonna (servi tuo marito, fa' il cagnolino, obbedisci).

Pioviggina, qualcuno ha aperto l'ombrello ma non molti. Io, seduta in una calda sala d'attesa, fatico a immaginare il tempo là fuori...

08 dicembre 2023

Libri che non ho capito

 Sono sempre stata dell'avviso che la letteratura sia materia davvero complicata: interpretare il non detto, i simboli, il sottinteso richiede un sensibilità superiore, la condivisione di un certo substrato culturale con l'autore e, soprattutto, richiede di essere in un certo senso un po' artisti anche noi che leggiamo.

A me tutto questo manca. Ergo, delle opere letterarie, soprattutto quelle di un certo spessore, frequentemente perdo il senso profondo e, perciò, la loro bellezza.

Normalmente però, pur non riuscendo magari ad andare a fondo, quello che capisco è sufficiente per permettermi di goderne.

Normalmente.

In almeno 3 circostanze, invece, sono arrivata in fondo attraverso una serie di "Cosa cavolo stai dicendo Willy?".

La prima: "Il Maestro e Margherita"; la seconda: "L'Aleph"; la terza: "Le città invisibili"

Sicuramente ce ne saranno state altre, ma adesso non mi vengono in mente. E altre mi hanno messo in difficoltà (Candido, per esempio) ma in modo diverso, non con questo senso di totale disorientamento.

A "Il Maestro e Margherita" darò presto una seconda possibilità: l'ho letto una ventina di anni fa e il tempo cambia tante cose, magari sono migliorata, nel frattempo 🙂

Buon fine settimana e fate un albero bello, mi raccomando!

05 dicembre 2023

30/30 - The finish line

Eccoci qui, ce l'abbiamo fatta: 30 post in 30 giorni!

Nella mia mente, avevo pensato di scrivere 30 belle notizie, ma non ce l'ho fatta. Pazienza, non si può avere tutto. 

Non è sempre stato facilissimo trovare argomenti e talvolta il tempo, ma è stato un bel gioco. E come  facciamo sempre alla fine della lezione di yoga, ringrazio me stessa per lo spazio che mi sono ritagliata.

Namaste


04 dicembre 2023

29/30 - La cena dei cretini

Come non provare la sensazione di essere completamente all'oscuro dei veri meccanismi di funzionamento del mondo? 

Non parlo di teorie complottiste da 4 soldi, parlo dei meccanismi veri, formali di funzionamento del mondo.

Mi spiego. 

Sabato ho iniziato a guardare una serie su Netflix (ma anche a voi si attorciglia la lingua a dire "Netflix"?) dal titolo The Diplomat. Racconta le vicende del nuovo ambasciatore (che è una donna ma non si dice ambasciatrice, chissà perché...) USA nel Regno Unito, nominata all'indomani di un attentato a una nave britannica. Senza entrare nei dettagli per non spoilerare niente, il racconto del protocollo per l'installazione nel nuovo ruolo, le persone con le quali può o non può parlare nelle diverse fasi, i rapporti di forza fra le diverse autorità, il non-detto che è palese per loro, almeno lo è nella finzione cinematografica, e resta oscuro a me... e stiamo parlando dell'installazione nel suo ruolo formale di un ambasciatore, cosa definita e rifinita in secoli di rapporti diplomatici, quindi probabilmente non problematica.

Se non arrivo a comprendere questo, che dovrebbe essere una delle cose facili del funzionamento del mondo, quanto altro mi sfugge? E soprattutto: cosa mi resta oscuro non solo perché non lo capisco, ma proprio perché ne ignoro l'esistenza?

Come i bambini che vivono contenti dei loro giochi e non si curano di chi organizza loro la vita, viviamo dentro una schema che io non percepisco.

A questa cena, la cretina sono io.

03 dicembre 2023

28/30 - Che noia, la musica classica...

 ...è quello che ci diciamo io e Matilde ogni volta che capitiamo su cose tipo questa oppure questa 

Chi non ha mai provato un dolore come questo, e come non commuoversi alla triste speranza di questa aria o non restare affascinati dalla matematica perfezione di questo brano o ancora dalla straordinaria modernità di questo 

Potrei continuare, ma mi fermo qui e... spero che i link funzionino perché a me stanno dando alcuni problemi 😂

  

02 dicembre 2023

27/30 - Emozioni

Puff puff pant pant... per il rotto della cuffia, ma ecco il post di oggi!!

Oggi i miei figli mi mancano come non mai, forse perché ieri hanno finito i corsi del trimestre e, invece di venire subito a casa, hanno deciso di fermarsi là "per studiare". 

Anche sul fronte vecchietti la situazione non è migliore: se mio papà tiene duro, mia mamma sta cedendo e non accetta l'idea che, se vuole stare meglio, deve cambiare stile di vita.

Io sono in mezzo: un pezzo di cuore a nord, un altro a sud, un ultimo qui, ma lacerato.

Chiedo venia per la tristezza di questo post: è il meglio che sono riuscita a fare...

01 dicembre 2023

26/30 - L'angolino delle buone notizie


Come talvolta fanno i tiggì (e il mio podcast preferito...), oggi è il giorno delle buone notizie: ho perso 1 dei chili ricevuti in dono dalla mia recente vacanza romana 😁 Anzi, 1.2 kg, per essere precisa.
Questo non fa di me una donna magra, ma fa di me una donna un pochino più vicina alla forma fisica e quindi contenta.
Cambia la vita a qualcuno? Non a me, figurarsi se la cambia a voi. Ma sono talvolta le piccole cose che ci regalano un sorriso, la mattina appena sveglie!

30 novembre 2023

25/30 - Cherchez les hommes!

Il Museo di Belle Arti della ridente cittadina che mi ospita organizza numerose attività di vario genere: dai laboratori per i bambini e quelli per gli adulti, alle micro - visite guidate su una sola opera alla volta, alle conferenze strutturate in cicli di "Storia dell'Arte", agli incontri con critici o autori, e così via.

Ieri ho partecipato a un incontro su una tela del Settecento francese (quante cose si possono dire in 40 minuti su un calice d'argento!!!): una trentina di partecipanti dei quali 3 erano probabilmente studenti (sui vent'anni, una ragazza e due ragazzi), un paio di signore della mia età e per il resto pensionati. Tolti i 2 studenti, su circa 30 partecipanti c'erano 3 uomini. 

Non c'erano partite né Gran Premi in tv, non era un incontro culinario, non si sferruzzava né si ricamava, non si parlava di cura della casa o dei nipotini o di tutte quelle muliebri attività che tanto schifano i pensionati del sesso forte. Si parlava di arte, un po' di storia condita di aneddoti interessanti, in un ambiente luminoso, tiepido e pulito.

Dov'erano gli uomini?

La mia amica L., ridendo, mi ha risposto "Morti!".

Se non fisicamente, temo che quantomeno culturalmente lo siano davvero.   

29 novembre 2023

24/30 - Se non abbiamo niente per cui morire, per cosa diavolo viviamo

Sono una donna di limitati orizzonti, priva di qualsivoglia talento, malata di un certo idealismo che non si concretizza però in azioni concrete. Vorrei cose che sono tutto sommato alla mia portata ma, evidentemente, non tanto da agire per realizzarle, dato che sono sempre allo stato di desideri.

Perciò ascoltare questa battuta (A Beautiful Life, filmetto "meh", come direbbe mio figlio...) mi ha fatto pensare a due cose, sostanzialmente: la prima, ovvia, io per cosa morirei? la seconda, anch'essa ovvia, ma è proprio vera questa cosa?

Alla prima domanda rispondo con apparente immediatezza: i miei figli. Ma poi? Nessun ideale alto che valga la mia vita? Non Dio-Patria-Famiglia, non la cancellazione del debito dei Paesi poveri, non la fame nel mondo, lo sminamento delle aree di guerra, la lotta alla malattie neurodegenerative, il ritorno alla lira, niente? Forse ha ragione chi dice che l'Occidente è debole perché sono deboli i nostri valori o forse li diamo per scontati e, in quanto certi, non "valori da salvare".

Alla seconda domanda faccio più fatica: è certo (o almeno è certo per me) che una vita con un obiettivo chiaro e appassionante sia più ricca da vivere. Ma questo significa necessariamente che la mancanza di tale obiettivo la rende priva di senso? Ecco, su questo nutro dubbi. Credo che per la stragrande maggioranza degli abitanti del pianeta lo scopo della vita sia una banale lista di esigenze da soddisfare: la cena in tavola, un tetto sulla testa, un termosifone caldo, acqua pulita nella doccia, vestiti adatti alla stagione nell'armadio, un divano e una tv, il wifi in casa, un'auto e una meta di vacanza da raggiungere, e più la vita si complica più le esigenze si raffinano. Ovvio, leggendo a ritroso la lista, ad un certo punto si raggiunge qualcosa la cui mancanza ci indurrebbe a combattere e magari a morire, ma non è vero il contrario: non è che avere una cena calda in tavola tutte le sere renda la vita indegna di essere vissuta...

Boh, elucubrazioni a piede libero. Mai guardare "filmetti meh"


28 novembre 2023

23/30 - Geragogia


Ieri leggevo questo

Mi ha fatto pensare che bisogna passare dal concetto di "assistenza" a quello di "prevenzione", così come si fa per la salute, altrimenti si finirà per buttare miliardi di euro in sollevatori e materassi antidecubito.

Così come si educano i bambini per renderli adulti indipendenti e economicamente produttivi, allo stesso modo bisognerebbe educare le persone mature (cioè quasi noi, sob...) ad assumere abitudini di vita sane e adatte alle loro mutate esigenze, tali da prolungare il più possibile salute e indipendenza nel corso della terza età e oltre.

Mentre, sfruttando le 2 cose in croce che so di etimologia e di greco, mi inventavo la versione canuta di "pedagogia", (gerontologia? geriatrogogia? geragogia?) google-che-sa-tutto mi ha proposto questo

Conforta vedere che la mia non è un'idea peregrina. Meno scoprire che lo stato non ci arriva e che tutto è lasciato, come sempre, all'iniziativa del singolo.

A quando la scuola dei nonni? 


27 novembre 2023

22/30 - Laissez lire, et laissez danser...

Ero una lettrice forte.

Leggevo mediamente un paio di libri al mese; narrativa, essenzialmente, e qualche saggio di tanto in tanto. Ora meno, molto molto meno: ho sul comodino il "Viaggio al termine della notte" da agosto (agosto!!!) e me ne manca ancora circa un quarto. Non che non mi piaccia, anzi, ma non lo leggo. Nel frattempo però ho letto un paio di cosette più brevi e più adatte ad essere portate in aereo, l'"Elogio della follia" ad esempio: poche paginette divertenti.

L'interrogativo è pressante: perché non leggo più come prima?

Sicuramente gli occhi hanno il loro peso: dopo il problema alla retina non vedo più molto bene e leggere, soprattutto a letto, mi affatica. Ma questo spiegherebbe semmai sessioni di lettura più brevi, non inesistenti...
Mi dico allora che magari il problema è legato a una ridotta capacità di concentrazione, per cui mi viene più naturale passare il tempo in attività meno impegnative. Ma non è vero: se devo studiare lo faccio per ore e con costante attenzione.
Forse nella mia testa è radicata l'idea che la lettura è un'attività da tempo libero e quindi non mi viene da prendere in mano un libro se devo, che so, stirare, mentre un livello a Word Lines dura solo pochi minuti e quindi si può fare? Infantile...
E che dire della difficoltà che incontro nel reperire bei libri da leggere? Questo è oggettivamente un ostacolo, da quando vivo all'estero. Leggere narrativa in inglese o in francese è molto faticoso: la lingua letteraria non è mai banale e le mie competenze linguistiche non mi mettono al riparo da difficoltà interpretative, soprattutto quando si parla di sfumature di significato o modi di dire. Gironzolare nelle librerie e scegliere un volume che attira la mia attenzione senza preoccuparmi della difficoltà di comprensione è uno dei piaceri che più mi mancano dell'Italia...


26 novembre 2023

21/30 - In principio era... Bramini

...vecchio pediatra di quando il pediatra di base non esisteva. Raccontano leggende famigliari che pernottasse fuori dalla porta di casa dei miei, per essere pronto a rispondere al richiamo di mia madre. Lei, reduce da una vera tragedia, richiedeva i suoi saggi consigli per ogni mio starnuto. Io ricordo solo che una volta mi ha chiesto se preferivo iniezioni o pasticche al sapore di cioccolato. Lascio a voi la risposta!
Poi un certo dottor Spreafico. Nome buffissimo, affidabilità totale. Ha diagnosticato un attacco di appendicite acuta senza neppure farmi togliere il cappotto!
Poi è stato il turno del dott. Landi. Gran signore, un po' snob. Si è prodigato in dotte spiegazioni sulla biochimica delle cefalee. Quando l'ho interrotto, confessandogli di essermi persa, mi ha sorriso con fare paterno e si è scusato giustificandosi con un "dimentico sempre che non tutti i laureati sono laureati in medicina". Come dire, c'è chi può e chi non può. Io può. 
È stato per decenni il medico di tutta la famiglia di mia mamma. Lui, ovviamente, non diceva niente di nessuno. Noi, al contrario, spettegolavamo come se non ci fosse un domani e così sapevamo che non sopportava la zia M. mentre trovava simpaticissimo mio nonno, nutriva una grandissima stima per mia nonna e mia mamma, gli piaceva la mia curiosità, non tollerava la mancanza di sincerità di I. né la tendenza ad ingigantire i malanni della zia Z.
Il suo pensionamento ha lasciato un vuoto, burocraticamente riempito dal dott. Brambilla. Gli ci sono voluti anni per riuscire a conquistare la nostra fiducia, e non è riuscito con tutti. È stato l'ultimo a darmi del tu, quello al quale, magari arrossendo, potevo confidare tutto, anche cose di natura non proprio professionale. Mai un commento snob o supponente, mai sopra le righe, intellettualmente onesto, sempre chiarissimo, mai giudicante, umile di quell'umiltà buona che fa sentire accolti nella propria umana imperfezione. Ricordo strette di mano calorose e un abbraccio, una volta che davvero ne avevo bisogno. Diverse volte mi ha vista piangere e non me ne sono mai vergognata.
Ha avuto il covid quando ancora sarebbe stato meglio non averlo, ha perso diversi familiari in quei maledettissimi due anni. L'ho visto un'ultima volta nell'estate 2021, era già in pensione e ho fatto fatica a pagargli la visita.
Dopo di che, il vuoto... o meglio: una sequenza di anonimi professionisti, tutti senza infamia e senza lode, nessuno che si faccia notare per quella impagabile sensazione di essere vista, oltre che visitata. 
Tenetevi stretti i medici di base italiani, che oltre i patrii confini c'è il deserto

25 novembre 2023

202... no: 20/30 - Nessuno è perfetto...

 ... men che meno io.

Io sono il patriarcato quando...

1. Cucino questo invece di quello "perché piace a papà"

2. Mi preoccupo se mio figlio sceglie una carriera di grande soddisfazione personale ma poco remunerativa

3. Trascuro le mie ambizioni professionali in nome dell'armonia famigliare

4. Mi sento in colpa per non essere a casa ad occuparmi dei miei vecchi genitori, nonostante la presenza affettuosa e attenta di mio fratello, perché occuparmi di loro è un mio "dovere"

5. Accompagno mio marito dal dottore. ma lui non accompagna me

6. Mi occupo io di colloqui coi professori - vaccinazioni - visite pediatriche - attività pomeridiane perché "lui lavora"

Ora smetto, promesso, da domani cambio argomento 


24 novembre 2023

19/30 - Something trashy


Adoro i film di Natale, tutti, anche quelli scritti male e recitati peggio, quelli con la neve finta, gli amori complicati ma che tanto si sa già che finiranno con un lieto fine. Quelli nei quali si cantano inni tradizionali e si scartano decinaia di regali seduti per terra sotto un immenso albero decorato in rosso e oro. Quelli nei quali normalissime famiglie vivono in magioni principesche e ti domandi come cavolo facciano anche solo a pagare il riscaldamento. Quelli nei quali i cattivissimi diventano buonissimi perché lo spirito natalizio non risparmia nessuno, e tutte le cenerentole diventano felicissime principesse.

Si sente il profumo di cioccolata calda e cannella, lo scricchiolio dei ciocchi di legna nei camini, il silenzio irreale delle strade coperte di neve, l'aria fredda che pizzica le guance, il tepore di orribili maglioni natalizi, il tintinnio delle posate e dei cristalli sulle tavole imbandite.

E niente, ci vorrebbero almeno due o tre natali all'anno... 

23 novembre 2023

18/30 - Parole


Avevo scritto una cosa saggia sulla prevalenza del silenzio sul rumore, della pratica sulla grammatica, della riflessione solitaria sulla discussione sguaiata, dell'azione sulla lamentela, ma poi mi sono resa conto che, scrivendo, stavo facendo esattamente quello che criticavo: parlavo per dire che parlare è inutile, se non accompagna l'azione e scrivere un blog non è esattamente agire. Quindi ho cancellato il post.

Vi lascio però la canzone... Non cambierà il mondo, ma regala qualche minuto di bellezza.

22 novembre 2023

17/30 - Patriarcato


Se bastasse una foto a dimostrare che lei, la signora Meloni, non è portatrice di valori patriarcali, saremmo a posto: quattro generazioni di donne a celebrare una nuova vita eccetera eccetera...

Ma non basta e soprattutto non significa niente.

Ciò che non è chiaro alla Meloni (e non solo...), è che non serve un uomo in casa perché una famiglia sia intrisa di valori patriarcali. Sono spesso le donne le più severe custodi di tali (dis)valori: mamme che educano le figlie a essere accudenti e accondiscendenti (era mia madre che mi chiedeva di rifare il letto di mio fratello, non mio padre), amiche che criticano quelle di noi che vivono liberamente (ma tuo marito ti "permette" di andare in vacanza-al cinema-a cena da sola?), donne che non difendono e giudicano altre donne da soprusi o violenze (era vestita succinta, evidentemente era disponibile, l'aveva provocato e lui cos'altro poteva fare?), madri che educano alla pazienza (vedrai che poi ci farai l'abitudine).

Il patriarcato si manifesta anche nella carenza di asili nido e in quella, drammatica, di strutture, sia fisiche che organizzative, per l'assistenza degli anziani, in un sistema pensionistico che, non tenendo conto del lavoro di cura familiare che è sempre femminile e sempre gratuito, condanna centinaia di migliaia di donne alla povertà in età avanzata, nel considerare "tipicamente femminili" e quindi complementari al lavoro di un marito, certi lavori magari iper qualificati ma a basso reddito (penso all'insegnamento...). Sono sempre le donne che, dopo la maternità, chiedono alle neo-mamme se sia giusto tornare a lavorare, se non sia una dimostrazione di egoismo e di scarso istinto materno l'aver voglia di vivere in un mondo adulto. Sempre loro che sommergono di sensi di colpa chi decide da sé e per sé un trasferimento professionale, se questo significa abbandonare i vecchi genitori.

Non basta non avere uomini in giro per casa per poter dire con sicurezza di non essere portatrici di valori patriarcali.

Poi magari lei non lo è, non lo so. Ma sicuramente non basta una foto.

 

21 novembre 2023

16/30 - Educazione

Mi riferisco a questo
Si parla di educazione all'afferrività e degli attori che dovrebbero occuparsene: scuola, mamme (e i oadri?), famiglia, psicologi, catechismi vari...
Va tutto bene. Ma...
Ma, innanzi tutto insegnare cosa e come e chi provvede a verificare che i vari attori siano formati e davvero capaci di insegnare?
E poi, ancora più importante: quando ci si renderà conto che l'effetto (dis)educativo di certe espressioni della nostra cultura, veicolando impliciti insegnamenti, sono straordinariamente più potenti tu tutte le "educazioni" deliberate?
Penso alle pubblicità, ai giocattoli e alle decorazioni degli indumenti dei bambini, ai programmi di intrattenimento in tv e, ancora peggio, in rete, a certi fumetti o film, agli articoli di cronaca sui giornali e i servizi dei telegiornali, al linguaggio della politica, alla moda, ai programmi di approfondimento, perfino i programmi di orientamento scolastico e universitario!
Sottovalutarne l'effetto educativo, tanto più pote te in quanto inconsapevole, porterà a vanificare qualunque programma avente uno scopo educativo.

20 novembre 2023

15/30 - Scolliniamo!!

Sera uno: una cacio e pepe a Trastevere. Al tavolo accanto, una ragazza di Philadelphia in viaggio da sola si godeva la sua lasagna con occhi a cuoricino e una gran voglia di chiacchierare!
Sera due: una serie di antipastini succulenti e due spaghetti con le vongole, ma quelli di mio cognato sono meglio
Sera tre: carciofi e un baccalà con un sughetto di pomodoro da svenire. In francese, fare scarpetta si dice saucer, sappiatelo e fatelo
Sera quattro: pizza, perché anche se pure all'estero ormai se ne gustano di ottime, ne ho voglia!


19 novembre 2023

14/30 - Senza fiato

Finalmente ce l'ho fatta: ho visto la Domus Aurea!
Non racconto com'è: non è difficile trovare in rete descrizione e commenti scritti da persone ben più preparate di me, né pubblico foto che, data la scarsa illuminazione e i miei poveri mezzi, non potrebbero mai rendere giustizia al sito. 
Ma toglie il fiato la consapevolezza che 2000 anni fa (duemila...) qualcuno ha posato quei mattoni, dipinto quegli affreschi, progettato quegli spazi trasformando in sale e giardini la visione di un uomo.

18 novembre 2023

17 novembre 2023

12/30 - Dubbi

Chissà se il cielo di Roma batterà questo...

16 novembre 2023

11/30 - Arte

È una semplificazione estrema, lo so, addirittura una banalizzazione, ma riducendo tutto a un essenziale semplicistico, potrei provare a dire che in passato l'arte serviva a descrivere la realtà. Oggi, invece, potendo contare su fotografie, registrazioni audio e riprese video, l'arte viene usata per interpretare la realtà, per rendere concretamente intelligibile ciò che rimarrebbe altrimenti sotto la superficie dei fatti. (Per questo, ad esempio, non riesco a considerare arte l'iperrealismo, per me una vuota dimostrazione di abilità tecnica.)

Come giudicare altrimenti questo:


Non siamo forse noi, con il nostro quotidiano arrancare, la borsa pesante di delusioni e fatica, il nostro desiderio di essere altrove? Questo immenso lavoro racconta molto più di quello che si vede.

Oppure questa:


L'ho trovata un una galleria a Lille, credo che sia di Isabel Miramontes, artista spagnola di nascita e belga di formazione (l'avrei anche comprata se le mie finanze me l'avessero permesso...) Non riesco a vederci altro che l'ostinazione di procedere nonostante tutto. E ancora fatica, ma tanta...

E ancora questa:


Opera del 2016 di Laura Ford, si trova a Oslo, nei giardini che circondano l'antica fortezza Akershus. Ancora fardelli da portarsi dietro, ancora desiderio di essere altrove, sempre la stessa fatica. (Volendo, qui se ne possono apprezzare i dettagli) 

Quello che mi sembra incredibile è che, pur vivendo in un luogo, storicamente e geograficamente inteso, che ci ha sollevato dalla fatica fisica per molte delle nostre necessità quotidiane e professionali, ci siamo caricati di una mole di fatica emotiva e psicologica cosi grande da riuscire a vanificare i vantaggi della tecnologia.

È notevole che un francese, una spagnola e una inglese sentano il bisogno di rappresentare la stessa idea: il mondo occidentale è questo?

Forse zappare la terra protegge dalla depressione.  

15 novembre 2023

10/30 - Paese che vai...

Se in Inghilterra una perdita dalla vasca da bagno del primo piano causa una macchia marrone sul soffitto del piano di sotto, l'inquilino modello chiama l'agente del padrone di casa (loro, i padroni di casa, non si vedono mai...) che provvede a chiamare l'idraulico. L'idraulico viene, in tempi dipendenti dalla gravità del danno, toglie le scarpe appena oltrepassa la soglia e va direttamente in bagno. Controlla, guarda e ravana. Se la riparazione richiede interventi costosi, rimette tutto com'era e prepara un preventivo. Se invece si tratta di poche decine di sterline, va a comprare i pezzi di ricambio necessari alla riparazione minima indispensabile, torna entro dieci minuti, aggiusta, rimette le scarpe e se ne va. Resta la macchia, ovvio. Per questa arriva l'imbianchino che chiede a me se la macchia si stia ancora allargando e, in casi di risposta negativa, mette uno straccio a pavimento, prende una latta di pittura bianca e un pennello e ritocca esattamente la macchia, non un cmq più di quanto strettamente necessario. Fanno il minimo, ma lo fanno subito.

In Francia no, qui è tutto diverso.

Quando siamo entrati nell'appartamento, era novembre, l'agente ci ha mostrato una macchia marroncina sul soffitto di uno dei bagni, raccontandoci di una perdita vecchia di alcuni mesi, ormai già riparata, e per la quale la ditta  Vattelapesca è stata incaricata della tinteggiatura. M. Vattelapesca è venuto 4 volte, armato di igrometro e portatile, a misurare l'umidità residua, segnando i risultati delle misurazioni su un apposito foglio excel. Una volta raggiunto il valore di legge, ha fissato una apposito appuntamento al quale si è presentato con tutto il necessario per l'esecuzione del lavoro. Alla fine, mi ha chiesto di firmare una "attestazione di esecuzione dell'intervento" con la quale avrebbe potuto chiedere il pagamento all'assicurazione. Era maggio. Non è stato ancora pagato.

Ho una tapparella rotta dalla fine della primavera, il tapparellista è venuto già 3 volte ma la mia tapparella lì era e lì è ancora.

Fanno tutto perfettamente, ma non lo fanno mai.

14 novembre 2023

9/30 - Democracy dies in darkness


Sentivo stamattina che questo è il motto del The Washington Post, e non è molto diverso da ciò che diceva de Condorcet, solo un po' più moderno.

Potrei, e lo stavo facendo, elencare le situazioni nelle quali l'ignoranza fa più danni, ma sarebbe del tutto inutile, le conosciamo tutti. Sappiamo anche che la scuola ha le sue pesantissime responsabilità, così come internet e la televisione: ormai confondere l'informazione con la conoscenza e la conoscenza con la cultura non suona più neppure strano.

Gli obiettivi della scuola sono stati trasformati dal fornire conoscenze al fornire competenze, che significa banalmente accontentarsi di sapere come fare una cosa senza bisogno di capire perché la si deve fare in un modo anziché in un altro. Durante il mio tirocinio in UK, uno dei miei tutor (uomo sui 45 anni, disilluso e triste) mi ha sollecitata con un "ti ha chiesto al formula, dagli la formula", e questo racchiude in sé l'abisso. 

Mi domando solo se l'impoverimento culturale sia una conseguenza indesiderata di scelte sbagliate o non sia invece il vero obiettivo della politica, quantomeno di quelle occidentali. 

13 novembre 2023

8/30 - I bimbi crescono, le mamme...

Ha organizzato la "Chemistry dinner" dello scorso anno: una 50ina di invitati, aperitivo, cena e free bar; ha chiesto (e ottenuto) alla prof What's-her-name la disponibilità per una chiacchierata informale con gli studenti del terzo anno sulla procedura di prenotazione dei laboratori; sta organizzando una riunione con tal Angie, docente responsabile del corso di chimica del suo college, per discutere dell'orario degli studenti del primo anno perché "loro sono piccoli: se non ce ne occupiamo, noi chi lo fa?" 
Non ha preso da me, decisamente.

12 novembre 2023

7/30 - Mai dire mai


Ho sempre avuto il pollice verde... acido: uccidevo tutto, anche le piante di plastica...

Poi, come sia successo resta un mistero, ho imparato. 

Ho una dracena comprata all'Ikea (giuro, all'Ikea: luce artificiale, aria da ventilazione forzata, gente che struscia, acqua se capita), che ha resistito a un trasloco internazionale e alle mie cure con impareggiabile nonchalance.

Ho un'orchidea bianca bordata di rosa, comprata in un vivaio di piante poco dopo il mio arrivo in Francia, che mette foglie su foglie.

Ho una guzmania comprata al supermercato di fronte al banco del pesce (ghiaccio e aria gelida...) che ha già prodotto un paio di piantine nuove

Ho un terrario invaso di fittone e photos e altre piantine a me totalmente sconosciute. Ma il fatto straordinario è che ho preso un rametto di photos con due foglie e una radichetta che era di troppo e l'ho trapiantato senza nutrire alcuna speranza e invece sta nascendo una terza fogliolina!

Ho fatto germinare un seme di avocado, ottenendo una piantina alta circa 70 cm col suo bel ciuffetto di foglie verdissime e sane. Sto riprovando col mango, non sono riuscita la prima volta ma, vista la serie di successi, meglio approfittare ;-)

Ho sul balcone meridionale aromatiche varie e un vaso di simil-margherite che mi hanno rallegrato la vista per mesi nonostante il sole battente e, adesso, il freddo dell'autunno della Francia settentrionale. 

E, come farebbe ogni programmatore (se funziona, non farti domande), non indago e proseguo.

11 novembre 2023

6/30 - Letterina di Natale

Caro Gesù bambino, 
Per questo Natale vorrei:
La serenità di accettare l'invecchiamento dei miei,
Il coraggio di continuare a suggerire loro quei piccoli cambiamenti nelle loro abitudini che potrebbero, se attuati con costanza, rendere meno repentino il decadimento, 
La saggezza per riconoscere che dovrei, io per prima e già da adesso, fare tutto ciò che da tempo suggerisco a loro.
Amen

10 novembre 2023

5/30 - Chi sono?


L'altra sera discutevo con mio figlio. È arrivato all'ultimo anno di università, e sta esplorando le strade che gli si aprono davanti con una bella dose di ansia. Con l'idea di offrirgli un punto di vista diverso, gli ho chiesto di descriversi, di raccontarmi qual è secondo lui la sua natura perché, ho aggiunto, "un lavoro che ha bisogno delle tue caratteristiche non ti costringerà entro un ruolo che non ti è congeniale e non sarà di ostacolo alla tua felicità". 

Vi risparmio il seguito, due ore di faticosa conversazione sono state troppe anche per me che sono sua madre 😩

Non so se questo approccio abbia una qualche validità, ma ha permesso a me di sgombrare il campo da alcune fastidiose incomprensioni e a lui di escludere alcune strade... è già qualcosa.

(Eviterò di tentare di rispondere alla domanda del titolo: nessuno ha due ore di tempo da perdere...)


09 novembre 2023

4/30 - L'alba del Commendatore


Sveglia quando il quartiere non era ancora sveglio, mi sono affacciata alla finestra della cucina aspettando che bollisse l’acqua del té.

Ancora bagnata per la recente pioggia, la strada rifletteva le luci dei lampioni. Un uomo sistemava una valigia nel bagagliaio della sua auto parcheggiata lungo il marciapiede di fronte. Il cappotto nero, attento a non far troppo rumore, è salito in macchina e ha chiuso la portiera dietro di sé, immagino impaziente che il motore si e lo riscaldasse. Inaspettatamente, una luce ha illuminato una delle finestre del numero 46, quella piccola in alto, un occhio socchiuso sulla vita di qualcun altro.

Ho aperto la finestra, inspirando a pieni polmoni l'alito del primo mattino ed espirando l’ultimo sbadiglio, ascoltando distratta quell'insolito silenzio, poi il borbottio del bollitore mi ha richiamata dentro.


Ho scelto la bustina del té di oggi (Ceylon, nero, in purezza) e l’ho messa nella mia tazza preferita (quella di porcellana bianca col Cappellaio Matto, regalo di Matilde per un Natale di qualche anno fa…). Già il cielo rischiara dietro i tetti di fronte. 

È  ora di andare.


Da bambina leggevo Guareschi e stamattina, guardando l'alba, mi è venuto in mente uno dei suoi racconti, uno dei miei preferiti in effetti. Vi metto il link casomai vi venisse voglia di leggerlo

08 novembre 2023

3/30 - Domani


Domani è il giorno. Sarà lungo e impegnativo: tanto tempo da aspettare, lo riempirò leggendo. O su Instagram...

Meglio pensare ad altro, meglio pensare all'autunno.

Stamattina un sole glorioso accendeva gli alberi di riflessi di bronzo.
Adesso piove: una pioggia benedetta, che pulisce l'aria e un profumo di erba invade la città.
Alle cinque andrò a comprare una baguette appena sfornata; sarà calda, l'asfalto bagnato, i negozi illuminati, studenti affamati in fila per uno snack.



07 novembre 2023

2/30 - Le cose che mi piacciono



 ...e con "cose" intendo oggetti, affari che si toccano

!) Le farfalle e le libellule, se viste da lontano (da vicino sono spaventose 😱)

@) I tulipani, le rose ma non quelle rosse, le peonie

£) Le penne stilografiche

$) La carta, nelle sue varie forme: i quaderni belli, con quelle pagine spesse e un po' gialline, i libri dalle rilegature raffinate, le agende, le carte per impacchettare i regali, quelle carte di riso giapponesi, delicate ed elegantissime...

%) I vetri antichi: certi vasetti traslucidi che si vedono nei musei, i vetri di Lalique, le lampade di Gallé...

^) Gli oggetti decorativi in bronzo del primo novecento: gli orologi da caminetto, le figurine...

&) Gli abiti da sposa. Ovvio, non certo tutti...

*) L'acqua. Fresca da bere, calda per una doccia rilassante, salata di mare per farci una nuotata, dolce di lago da guardare al tramonto

() I maglioni di lana. Forse anche per questo non sopporto l'estate!

)) Le scarpe da uomo

A domani!

06 novembre 2023

1/30 - Palloncini


È successo tanti anni fa. Se mi concentrassi potrei anche risalire all'anno esatto, ma non ha importanza.

Era, per me, un periodo duro: la mia vita affettiva faceva acqua da tutte le parti, l'università in stallo, ero circondata da gente che, per età o per esperienze di vita, non poteva capire e non capiva come mi sentivo, quanto profondo fosse il baratro... 

In quello stato di profonda prostrazione, ho accettato l'invito a passare qualche giorno di mezza vacanza nella casa di campagna di una nuova amica (sparita poco dopo, ma questa è un'altra storia). Uscire dal mio ambiente mi ha fatto davvero bene: nuove facce, nuovi argomenti di conversazione, nuovi e pazzeschi panorami. Poi i miei sono venuti a prendermi e, ancora in auto sulla strada di casa, hanno ripreso il filo del discorso, interrotto dalla mia partenza.

Mi sono sentita come un palloncino gonfiato a elio: vuole volare, la sua natura lo porta a galleggiare nell'aria, ma un ignaro bimbetto lo tira giù... Mai più!

Gli eventi non possono essere governati, ma le mie reazioni sì: voglio poter scegliere se volare o affogare. 

Accetto suggerimenti sulla strada da percorrere per raggiungere questo obiettivo ;-)

08 ottobre 2023

Quattro



Nera la cozza
Filtra l'acqua del mare
Mi riempie l'ombra 

25 settembre 2023

Il telefono, la tua voce...

Ho 3 numeri di cellulare: uno italiano, uno inglese e uno francese. 
Indovinate su quale numero ricevo chiamate moleste?
Ma cosa ci vuole a fermare questa immensa scocciatura??? Mi sono ridotta a non rispondere a numeri sconosciuti, ma vi pare normale??

22 settembre 2023

Sliding doors

Martedì, a St. Pancras, aspettando il treno per tornare a casa, ho visto lei: tailleur grigio d'ordinanza, décolleté very professional, borsina alla spalla destra e borsa porta Mac&Documents alla sinistra. Aria tranquilla da giornata andata bene, tratti affaticati ma non troppo, capelli impeccabili. Passaporto in mano, aspettava il suo turno parlando al cellulare, dal tono sembrava una telefonata a casa: treno in orario, arrivo per cena, sì sì tutto bene, a dopo... 

Se nel millenovecentonovanta e qualcosa avessi accettato l'offerta dell'ATM, oppure se un paio di anni dopo mi fossi candidata per quella posizione alle Ferrovie Nord, se avessi tenuto duro a Milano, quando lavoravo per quella orripilante società di consulenza, se non avessi sbagliato professione scegliendo senza raziocinio, avrei potuto essere io quella signora in tailleur soddisfatta del suo lavoro e di essere riuscita a prendere il treno delle 6pm. Forse non saremmo espatriati, e i miei figli vivrebbero con me, e mia madre non piangerebbe tutte le sere quando le auguro la buonanotte al telefono...

Niente da fare: ci manca sempre ciò che non abbiamo...

18 settembre 2023

Prendiamoci gusto

Chiudo gli occhi

Il sole mi avvolge

Abbacinante


15 settembre 2023

(Mala)movida

Comincio dalla movida milanese con una preghiera: non uccidetela!

Prima di trasferirmi in Francia, vivevo in un paesotto grosso come un "buco di culo di gallina" (cit. mio fratello) nella campagna inglese. Il paesotto si spegneva alle 5pm quando, chiusi tutti i negozi, in giro non si trovava più nessuno. Morto. Il sabato sera, mio marito andava in auto a recuperare mio figlio ventenne perché non ci fidavamo a farlo tornare da solo a casa dal "centro" (odio le virgolette a sproposito, ma qui sono a proposito!). Manchester, al contrario, sempre aperta e sempre piena di gente, si trasformava però  troppo frequentemente in uno schifo di ubriachi schiamazzanti e piazze dalle quali è meglio stare lontani. Eviterò di raccontare com'era ridotto il centro la domenica mattina.

L'Italia è piena di città grandi e piccole morte come le mie piante sul balcone: niente locali, niente cinema, niente teatri. La gente (perbene?) non esce perché non sa dove andare e le strade deserte diventano campi di battaglia per i ragazzi più sguaiati che escono comunque e fanno comunque macello.

Ma il diritto al silenzio è fondamentale anche per chi abita sopra locali e ristoranti. E quindi che si fa? 

Vivo adesso a 50 metri da una delle strade della movida di questa ridente cittadina universitaria. Nelle sere speciali, tipo ieri (partitone della nazionale di rugby, trasmessa su mega schermi dovunque in città), chiudono al traffico le vie dei locali, compresa la mia, per lasciare spazio ai clienti: urla, canti e strepiti, la Marsigliese suonata (male, uh quanto male... santa Cecilia li perdoni!) con la tromba, chiacchiericcio di tifosi festanti sotto le finestre delle case di decine di famiglie.  Ma polizia dovunque (in pattuglie di 3, armati) e alle 11 e mezza tutto taceva. Nel we dura di più, magari mezzanotte e mezza, nelle sere di festa speciali magari tirano l'una e mezza. 

Ieri sera, nel caos dei tifosi festanti, mia figlia e io tornavamo dalla nostra cena al ristorante coreano: la folla fa sentire sicure, l'allegria generale mette di buon umore, le pattuglie della polizia convincono tutti, anche gli ubriachi, a comportarsi decorosamente.

Forse serve educare la (mala)movida, ma, please, non uccidetela

Bei vecchi tempi...

 ...quando il mio blog era frequentato da quella mezza dozzina di lettori che, se io postavo una considerazione, un pensiero su un articolo, un disegno, qualcuno mi scriveva. Allora io rispondevo al commento e (magia!) il gentile lettore replicava!!

Non è così per tutti i blog: tanti sono molto più vivaci, è quindi colpa mia. Pubblico cose evidentemente poco interessanti (a cominciare dai due haiku...) e soprattutto poco generali.

D'altra parte, nasce come luogo per riflessioni mie, non certo per discussioni destinare a fare audience...

Quindi? Che si fa? Vado avanti così o cerco di cambiare argomenti?



11 settembre 2023

Haiku 2

Intimidita

lascio la vita andare

resto in disparte

05 settembre 2023

Haiku

Accolgo l'invito, ma così è meno divertente...



rosso l'autunno

quieto più dell'estate

crepita l'aria

19 luglio 2023

Senza titolo

La mia amica ha subito un lutto e questo, chissà perché più di altri, mi induce pensare a quando toccherà a me.

Mio padre, pericolosamente vicino ai novanta, si rammarica di non essere più un giovanotto (e il vocabolo lo conferma: chi, se non un quasi-novantenne, usa più definirsi "giovanotto"?), sopporta i suoi comprensibilissimi acciacchi molto meglio di quanto voglia farci credere, vorrebbe che fossimo tutti attorno a lui ad ascoltare le sue eterne lamentele: e faccio fatica a camminare, e non digerisco più niente, e dormo male, e devo controllare i reni e l'aneurisma e il cuore e intanto va a tagliare l'erba in giardino o insiste per venire a prendermi all'aeroporto perché non può tollerare una evitabile ulteriore ora di attesa.

Mia mamma invecchia rapidamente, dimagrisce a vista d'occhio, fa fatica a camminare per un problema al ginocchio che ha trascurato per anni e che adesso le presenta il conto, non si è mai ripresa completamente da un banale intervento di cataratta che le ha lasciato strascichi che rendono faticosa la lettura; pezzi di vita, per ora non importanti, volano via con la sua memoria ormai indebolita. Sente la mia mancanza e io, che quando torno a casa vorrei rivedere mia madre e invece trovo una persona fragile, quando sono con lei non riesco a essere né a renderla serena. Vorrei "aggiustarla", ma non si può e non mi rassegno.

E intanto non ho parole per dire alla mia amica quanto io senta la sua perdita perché non so come sia questa perdita, non so cosa si provi a vedere spegnersi chi ci ha donato la vita, chi ci ha accompagnato per decenni con quotidiana sollecitudine, apprensione qualche volta, indefettibile amore. 

 

 

18 luglio 2023

A posteriori



("bosco" cresciuto in una fuga della pavimentazione del viottolo di casa)

Riflettevo su una cosa detta e stra-detta, su quanto ci si senta piccoli considerando l'infinità dell'universo, su quanto breve ci appaia la nostra esistenza quando vengono scoperte galassie che distano milioni e milioni di anni luce (ho googolato: Hd1 dista 13,5 miliardi di anni luce! Cos'era la terra 13,5 miliardi di anni fa?) e su quanto tutto questo debba farci percepire l'irrilevanza della nostra esistenza.

E invece no, tutto questo mi fa percepire quanto è grande la nostra curiosità, quanto siamo bravi a indagare e capire e scoprire cose infinitamente piccole (sono stati fotografati singoli atomi!!!) o infinitamente grandi e lontane. 

È stato invece il covid a farmi percepire, alquanto violentemente devo dire, l'irrilevanza della nostra esistenza, e banalmente durante una passeggiata in giardino in occasione del primo lockdown. Io che non potevo superare il confine fra il vialetto di casa e la pubblica strada mentre tutti gli animali sì: bombi e calabroni, farfalle, falchetti e piccioni, le volpi i gatti e qualche cagnolino dal guinzaglio lento, i bruchi e le formiche, le rane a caccia di moscerini e gli aironi a caccia di rane, un paio di libellule. Noi chiusi ad ascoltare notizie, increduli e incerti e preoccupati e tutti gli altri esseri viventi totalmente inconsapevoli della nuova peste, indifferenti e immuni. 

In giardino, seduta sul tappetino da yoga, guardavo brulicante la vita di minuscole creature...

12 luglio 2023

La banalizzazione del problema - Parte IV e qui mi fermo...

 ... perché 'sta roba è uno schifo nauseabondo e è sconfortante pensare che le ragazze debbano vivere e vedere e sentire questo livello di porcate, è angosciante che io debba insegnare a mia figlia a essere prudente perché gli uomini ritengono che non sia loro dovere tenere le mani a posto

10 luglio 2023

La banalizzazione del problema - Parte III

Mi domando quanti ceffoni abbia preso il giovane La Russa da suo padre 🤔

Guilty



(immagine presa qui)

I miei invecchiano e io non sono con loro, mi sento in colpa

C'era il COVID e non sono arrivata in tempo al funerale di mio padre, mi sento in colpa

Vado a trovar la famiglia in Italia e lascio mio marito da solo e non è proprio un bellissimo momento, mi sento in colpa

Mio figlio non ha condiviso le nostre scelte di vita, mi sento in colpa

Mia figlia fa sport con la mamma della sua amica e non con me, mi sento in colpa

La mia amica subisce un lutto grave e io non ci sono, mi sento in colpa

Mio nipote si sposa e io non riesco a partecipare, mi sento in colpa

Mio fratello lavora troppo e non ama il suo lavoro, mi sento in colpa

Mia sorella mi dice che non capisco cosa significa "gestire mamma da sola", mi sento in colpa

Non lavoro, mi sento in colpa

Studio per ricominciare a lavorare e questo comporta un drammatico aumento del carico di lavoro domestico per la mia famiglia, mi sento in colpa

La mia famiglia è dispersa in tre Paesi diversi e io non riesco a tenere le fila di tutto, mi sento in colpa

Mi ammalo e non lo dico ai miei per non farli preoccupare, mi sento in colpa

Mi ammalo e lo dico ai miei perché capiscano perché non posso andare da loro, e ancora mi sento in colpa

Non vado in vacanza dai miei, mi sento in colpa

Stasera non telefono a mia mamma, mi sento in colpa 

Mamma si è rotta il femore e mia sorella (che abita al piano di sopra) l'ha trovata a terra 3 ore dopo la caduta, mi sento in colpa

Parlo inglese con accento italiano e i miei figli si vergognano di me, mi sento in colpa

...

(Brani di mille conversazioni con expat come me, quelle che "fortunata te che vivi all'estero...")


12 giugno 2023

La banalizzazione del problema - parte II

Ecco, per l'appunto, questo articolo:

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/23_giugno_11/scuola-di-magistratura-di-scandicci-la-gaffe-del-relatore-sono-dei-gran-maleducati-ma-almeno-c-e-fi-b52c2e67-ff81-4166-a4d1-7b4a0026bxlk.shtml

Qui ci sono due problemi, almeno.

Il primo è la notizia in sé: un relatore, tale Daniele Domenicucci, si permette di usare un linguaggio volgare, immondo direi, per definire il pubblico femminile partecipante a una sua lezione. Se il mondo fosse un luogo serio e se le questioni sulla parità di genere e sulla dignità delle persone fossero trattate seriamente, tale personaggio dovrebbe essere sospeso da ogni incarico accademico e politico.

Il secondo è il tono e il vocabolario usato nell'articolo. Vi si leggono termini quali gaffe e scivolone, si apprende che il magistrato, poveretto, era francamente sconfortato dalla svogliatezza degli studenti. E cosa poteva fare se non usare espressioni da osteria?   

09 giugno 2023

La banalizzazione del problema

Da La Russa che invoca ceffoni ai figli maschi che mancano di rispetto alle donne, a Galimberti che si chiede "...come (la madre) l'ha cresciuto questo figlio", passando per chi, come Annalisa Cuzzocrea su La Stampa, sostiene che "sono le donne a dover ricevere un'educazione particolare ai sentimenti, per scongiurare dipendenze affettive e tossiche" o come Dacia Maraini che è convinta della necessità di vincolare il comportamento maschile partendo dalle scuole... La responsabilità dei femminicidi risiede quindi in scuola e famiglia.

Vero. Ma non basta.

Mentre la scuola e la famiglia hanno un palese e riconosciuto ruolo educativo, la società intera ha un effetto educativo non riconosciuto, pervasivo e, conseguentemente, potente. 

Le pubblicità che relegano le donne a un ruolo di secondo piano (la mamma che sorridente, accompagna alla porta di casa marito e figli che escono di casa la mattina), o ne sessualizzano i corpi spesso e volentieri, anche fuori contesto (come dimenticare "Saratoga il silicone sigillante"?). La TV di intrattenimento con le sue eterne vallette, sempre belle, magre, sorridenti, scosciate e zitte. I giornalisti che dedicano pagine su pagine al pensiero e alle azioni di uomini politici e al colore delle giacche della Merkel o al taglio di capelli della Clinton. I libri di storia della letteratura o dell'arte, della musica o della filosofia strapieni di nomi maschili e mai un nome femminile (ai miei tempi proprio mai, oggi qualcosa in più si vede...). I giocattoli. Certi gesti... come il padre della sposa che la consegna allo sposo all'altare. Lo spazio dedicato allo sport femminile. Una donna che fa un lavoro "da uomo" è considerata coraggiosa, una tosta, una intelligente (e tende a sentirsi in dovere di mascolinizzarsi nell'abbigliamento, di essere sobria). Di un uomo che sceglie professioni tradizionalmente femminili si pensa che non abbia poi molta voglia di darsi da fare, quando non addirittura si arriva a metterne in dubbio la virilità. Si ridicolizza un bambino che piange definendolo "femminuccia", una bambina vivace, estroversa e coraggiosa viene definita magari un maschiaccio, ma mai derisa.

Continuo?

Pensate alle premiazioni del motomondiale. Pensate alle mogli dei calciatori, così decorative. Pensate agli stipendi: stesse aziende, stessi ruoli, stessa anzianità, differenze significative anche se illegali. Pensate agli aggettivi che vengono usati per descrivere il carattere di un uomo e quello di una donna. Pensate a quanto vengono sottovalutati i sintomi fisici delle donne anche quando sono identici a quelli degli uomini: per infarto, ad esempio, il tasso di decessi fra le donne è 3 volte quello degli uomini e non perché le donne siano fisicamente più fragili, macché: è perché i sintomi non vengono riconosciuti, e di questa cosa metto il link

Mi fermo qui, tanto il mio punto è fin troppo chiaro.

Scuola e famiglia possono fare tanto, è vero, ma se non si cambia globalmente atteggiamento non si andrà da nessuna parte.

01 giugno 2023

Scusate il francese...

Quando il discredito dei corpi intermedi (qui ciò a cui i riferisco) induce un geometra più vicino ai 90 che agli 80 e il suo arrogantissimo figlio (maschio-quindi-ha-ragione) a sindacare sulla validità di una terapia proposta da una specialista che si è fatta 11 anni di studi universitari e 20 di clinica e aggiornamenti, ecco che (sorry) l'incazzatura sale e sale fino a lambire il Primo Mobile!

E qui mi fermo

25 maggio 2023

Versiamo un po' di vino nell'acqua del Tamigi

Faccio una doverosa premessa: sono ignorantissima, ma non lo dico come fanno alcuni per sottolineare la propria supposta -e spesso infondata- superiorità intellettuale, no no, sono davvero ignorantissima, quindi prendete i miei commenti per quello che sono.

Ieri sera siamo andati all'opera a vedere il Falstaff, opera a me sconosciuta. Devo innanzitutto confessare che, data la somiglianza di nome tra Falstaff e Faust, pensavo a una trama cupa e drammatica, un dialogo fra terra e inferi, con una conclusione tutta salvezza o condanna dell'umanità... robetta leggera. Invece è la solita commedia degli intrighi, con i noti maneggi di omuncoli per accaparrarsi i favori delle belle di turno e le furbe reazioni di queste. Niente di male, ci mancherebbe: fortuna che ho letto la trama, così sono arrivata preparata.
Ora però sono perplessa: perché le scene di un'opera buffa, che nasce per far ridere, nella quale ricchi ubriaconi gozzovigliano e pianificano imbrogli, perché dicevo è stata posta in un ospedale? Il vino nelle flebo, gli osti dottori, gli avventori pazienti nei letti, le belle vestite da infermiere?? 
Che l'amore, o quantomeno l'interpretazione che dell'amore danno Falstaff e Ford, che l'amore sia una malattia?

Chiedo perdono ai melomani veri...

11 maggio 2023

Studenti fuori sede

L'Inghilterra ha una montagna di difetti, una montagna, ma su una cosa ha da dare lezioni: l'aspetto economico della vita da studenti universitari.

Le tasse universitarie sono altissime, 9.250 £/anno nelle università pubbliche, ma sono interamente coperte da un prestito statale automatico e universale. 

Esistono prestiti che coprono le spese vive che vengono erogati a richiesta e le cifre variano da 4500 a 9000 £/anno in funzione del reddito della famiglia ma nessuno resta escluso, basta chiedere.

Tutti gli studenti, tutti, hanno diritto a una stanza in alloggi gestiti direttamente dalle università, talvolta stanze nei college, altre stanze in case esterne, ma nessuno è obbligato a una caccia al tesoro degradante e onerosa. Il prezzo dell'affitto è calmierato e comprende le spese: corrente e riscaldamento, internet, le pulizie, la biancheria da letto, l'accesso alla mensa a prezzi monitorati, le biblioteche, le palestre. Il costo dell'alloggio, che dipende dalle università, raramente supera il prestito dello stato.

Copiare talvolta è lecito.


28 aprile 2023

Dalla mia finestra


Il vecchio cane porta al guinzaglio un ancor più vecchio signore. Un giacchetto di velluto marrone a coste, come si usavano quand’era giovanotto, di quelli col collo di pelliccia di agnello, di un bianco lattiginoso e dall’aspetto poco pulito, ovviamente riccia. I capelli non completamente bianchi, le scarpe lucide. Ha gli stessi colori del suo compagno di passeggiata e, come lui, ogni tanto ha bisogno di fermarsi a riprendere fiato. Il cane si sdraia a terra dietro una macchina parcheggiata, la lingua fuori; l’ometto si ferma pazientemente e pazientemente lo guarda, lasciando ciondolare il più inutile dei guinzagli. Pochi secondi bastano, poi il cane solleva la testa e, si vede lo sforzo dei vecchi muscoli, prova a rialzare prima il didietro, ma desiste e riprova con le zampe anteriori, con uguale fatica ma maggiore successo. L’uomo lo aspetta, non lo sollecita né lo aiuta. Riguadagnata la posizione eretta, scodinzola tronfio e, ostentando un’aria indifferente, prende a trotterellare davanti all’uomo con una sicumera che fa sorridere. Il vecchio signore gli cede il passo e si fa condurre. Attraversano la strada, a quest’ora quasi deserta, e proseguono verso il centro, seguendo un itinerario vecchio di chissà quante passeggiate, fino a perdersi dietro gli edifici.

27 aprile 2023

Ho capito che...


…chi fa da se fa per tre è una fesseria inventata da chi non ha voglia di darti una mano, che la primavera mi fa paura perché ci si deve alleggerire e io non so mai da che parte cominciare e anche perché poi arriva l’estate e io odio profondamente il caldo.

Ho capito che sono brava a studiare, posso imparare quasi tutto ma poi usare quello che ho imparato… beh, questa è tutta un’altra faccenda.

Ho capito che ci sono più libri belli ancora da leggere di quanti ne abbia già letti, e che la stessa cosa vale per la musica, e i luoghi nel mondo e l’architettura, e che non basta una vita per goderne.

Ho capito che le piante hanno bisogno di acqua (ma non troppa), di nutrimento (ma non troppo), di luce (ma non troppa). Hanno anche bisogno della vicinanza di altre piante purché compatibili e alla giusta distanza perché hanno bisogno di aria, ma non troppa.

Che non sono capace di non portare rancore: certe ferite non si sono mai rimarginate e, temo, mai lo faranno e non sono proprio sicura che sarò sempre capace di non tirare tutto fuori. Lo spero, però, perché facendolo causerei un dolore inutile.

Ho capito che faccio davvero molta fatica a dire di no, poi ne pago tutte le conseguenze.

Che i profumi e i rumori della natura mi fanno stare bene.

Che il momento più difficile di un allenamento è mettersi le scarpe da ginnastica.

Che meno li rincorri più frequentemente e volentieri tornano. Parlo dei figli, ma forse vale anche per altri.

Che, se i bambini sfidano il loro equilibrio camminando sul cordolo del marciapiede quando ne incontrano uno, gli adulti sfidano il loro equilibrio camminando sul cordolo della loro esistenza ogni giorno, e si fa una fatica immonda.

Che del Politecnico amavo il glicine che, in Aprile, fioriva al cancello del Rettorato e riempiva di profumo i nasi di frotte di frettolosi studenti e di rari passanti. E forse nient’altro.

Che mi piace il caffè e anche il rito del caffè.

Che di una foto bella si dice che sembra un quadro e di un quadro bello si dice che sembra una foto… buffo! (Il fatto che un quadro sembri una foto non porta me a definirlo “bello”, ma questo è argomento di un altro post!).

Ho capito soprattutto che quello che ho capito non è definitivo, che domani potrei capire che non avevo capito niente e ricominciare tutto da capo.


 

24 aprile 2023

Esercizio di scrittura creativa


Prendi una piantina e la metti nel suo bravo vasetto. Un po' di terra buona, acqua qb e ogni tanto qualche goccia di fertilizzante. La guardi attecchire e già qualche fogliolina di un verde timido compare sui suoi rametti. Bellina. Non bella, non gloriosa nella sua magnificenza. Solo bellina.

A quel punto la togli da vasetto, la scrolli per bene per far cadere tutto il terriccio rimasto incastrato fra le radichette nuove e cambi vaso. Aggiungi nuovo terriccio, cercando di infilarlo per bene fra le radici ancora sporche del precedente, vaporizzi acqua fresca e di nuovo qualche goccia di fertilizzante di tanto in tanto, che non guasta mai. Lei un po' stenta, all'inizio, poi si riprende, le foglioline si irrobustiscono e, a primavera, ne spuntano di nuove. In capo a un paio di anni i primi fiori dimostrano che le radici hanno preso vigore, che la piantina si è adattata al nuovo terriccio e che l'acqua miscelata al nuovo fertilizzante, che sembrava poco adatto, in realtà non le ha fatto troppo male. È così che si sopravvive: adeguandosi.

Ma a questo punto il vaso sembra non essere più quello giusto: troppo piccolo? troppo poco poroso? troppo banale? Mah, quale che sia la ragione, suvvia, che sarà mai un nuovo rinvaso? Ecco che un elegante contenitore fa la sua comparsa: belle decorazioni, la giusta misura (un po' più grande, ma solo un po'), fashonable quel tanto che basta da rendere trascurabili le difficoltà di un nuovo trapianto. Via di nuovo con la rimozione di tutto il vecchio (vecchio? davvero?) terriccio, mettiamo a nudo le radici e fa niente se le ultime nate, ancora fragili, si romperanno nel processo: la piantina ne caccerà di nuove. È il suo lavoro, in fondo, no? Incastriamo per bene il terriccio nuovo fra le radici vecchie: è fresco, ricco, umido, un vero toccasana, e via nel vaso, ancora acqua, ancora fertilizzante, e speriamo che nascano nuove radici, che spuntino nuove foglioline verde chiaro, delicate e fragili.

Fino al prossimo vaso.


19 aprile 2023

Made in Italy

Ma non si doveva multare l'abuso dell'inglese 🤔🤔🤔
Cit Meloni

14 aprile 2023

Buon compleanno

La mia amica domani compie gli anni e io non ci sarò, tanto per cambiare! Quest’anno, però, un po' per via del numero (55, bello vero?), un po’ per via delle circostanze (un paio d’anni non proprio facilissimi), voglio fare per lei qualcosa di speciale e, dato che più che uno stonatissimo “tanti auguri a te” io non so cantare, lascio la spazio a chi con le parole o con la musica costruisce piccoli e non-poi-così-piccoli capolavori...



Eliot dice che


April is the cruellest month, breeding 

Lilacs out of the dead land, mixing

Memory and desire, stirring

Dull roots with spring rain


e lei è proprio così: nessun inverno riuscirebbe mai a raffreddare la vita che le freme dentro, neppure se ci provasse lei stessa. Ma quando la nostra storia picchia duro e la fatica si fa sentire, ecco, 


anche se il timore avrà più argomenti, scegli la speranza” (Seneca) 


perché 


Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Ci sarà il sole e tutto sarà limpido. Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà semplice, normale. Non ci credi? Io ne sono sicuro. E presto. Anche domani. (parole rubate a Dostoevsky) 


Buon compleanno tesoro 🥂 ti voglio bene!