È una semplificazione estrema, lo so, addirittura una banalizzazione, ma riducendo tutto a un essenziale semplicistico, potrei provare a dire che in passato l'arte serviva a descrivere la realtà. Oggi, invece, potendo contare su fotografie, registrazioni audio e riprese video, l'arte viene usata per interpretare la realtà, per rendere concretamente intelligibile ciò che rimarrebbe altrimenti sotto la superficie dei fatti. (Per questo, ad esempio, non riesco a considerare arte l'iperrealismo, per me una vuota dimostrazione di abilità tecnica.)
Come giudicare altrimenti questo:
Non siamo forse noi, con il nostro quotidiano arrancare, la borsa pesante di delusioni e fatica, il nostro desiderio di essere altrove? Questo immenso lavoro racconta molto più di quello che si vede.
Oppure questa:
L'ho trovata un una galleria a Lille, credo che sia di Isabel Miramontes, artista spagnola di nascita e belga di formazione (l'avrei anche comprata se le mie finanze me l'avessero permesso...) Non riesco a vederci altro che l'ostinazione di procedere nonostante tutto. E ancora fatica, ma tanta...
E ancora questa:
Opera del 2016 di Laura Ford, si trova a Oslo, nei giardini che circondano l'antica fortezza Akershus. Ancora fardelli da portarsi dietro, ancora desiderio di essere altrove, sempre la stessa fatica. (Volendo, qui se ne possono apprezzare i dettagli)
Quello che mi sembra incredibile è che, pur vivendo in un luogo, storicamente e geograficamente inteso, che ci ha sollevato dalla fatica fisica per molte delle nostre necessità quotidiane e professionali, ci siamo caricati di una mole di fatica emotiva e psicologica cosi grande da riuscire a vanificare i vantaggi della tecnologia.
È notevole che un francese, una spagnola e una inglese sentano il bisogno di rappresentare la stessa idea: il mondo occidentale è questo?
Forse zappare la terra protegge dalla depressione.
sono arrivata alla conclusione che qualunque attività che produca risultati concretamente apprezzabili, meglio ancora se esteticamente pregevoli o destinati a rendere felici gli altri, sia un potente antidoto contro la depressione. quindi, probabilmente, anche zappare.
RispondiEliminaVado a procurarmi guanti e cappello
EliminaIo adoro l'iperrealismo, questa capacità di fotografare con pennelli e colori potrà sembrare gelida maestria ma, da fotografo, la vedo come il passaggio intermedio tra la realtà ed il saperla maneggiare, che non è un mero duplicarla ma l'esaltazione massima di una sapienza manuale. Non magia ma artificio, non una fotocopia ma un altro originale.
RispondiElimina..e male che vada noleggio un orto pure io.. ;)
Mmm, no, non mi hai convinta. Se copiassi la casa sulla cascata non diventerei improvvisamente un genio dell'architettura, se scrivessi "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" non diventerei poetessa...copiare non è fare arte, è al limite dimostrare di avere buon gusto per aver scelto bene un modello e tecnica per essere riusciti a riprodurlo bene
EliminaNon voglio convincerti, è un mio parere .. io resto sbalordito quando vedo una fotografia..e poi non è una fotografia. Gusti ovvio.
EliminaPerò già il fatto che non porti esempi pertinenti potrebbe farti pensare.. ;)