30 maggio 2011

Sto al gioco...

Lei è solare, concreta e consapevole.
Lui è meditabondo, severo e ligio.
Lei vive nel nostro mondo, lui nel suo.
Lei è una farfalla, lieve e colorata.
Lui è un'ape laboriosa.
Lei ha bisogno di un buon motivo per essere triste.
Lui ha bisogno di un buon motivo per essere allegro.
Lui è lento, lei è già pronta. Sempre.
Lui è studioso, logico, curioso, razionale e creativo.
Lei è diligente. Il giusto, non una briciola in più.
Lui è ordinatissimo, lei affatto.
Con lei è bello chiacchierare, con lui è bello ragionare.
Lei ha il pollice verde, lui distrugge anche le piante di plastica
Lei è vanitosa, lui anche;-)
Per lei il mondo è un meraviglioso posto da esplorare e conquistare, per lui è un problema da risolvere.
A lui servono tre anni per selezionare un amico, a lei tre minuti.
Lei è sorridente, permalosa e non piange mai. Lui è cauto, diffidente e parsimonioso.

26 maggio 2011

Stanchezza





Non ricordo di essere mai stata così stanca.
Non l'anno della maturità, quando mi reggevo a scariche di panico e adrenalina.
Non con gli esami all'università, neppure dopo scienza delle costruzioni, esame che mi ha stressato da morire perchè il prof mi terrorizzava.
Non con i bambini piccoli: allora avevo sonno, la stanchezza di questi giorni è diversa.
E' una stanchezza totale, annichilente, che non passa con un buon sonno, con un pomeriggio di svago o con un we di giardinaggio.
E' svegliarsi alla mattina pensando "o mio Dio è solo lunedì" (o martedì o giovedì...).
E' uscire di casa sapendo che, per quanti caffè io possa bere prima di uscire dal bar, comunque sempre in ufficio devo andare, sempre allo stesso tavolo davanti allo stesso computer a rispondere alle stesse telefonate sapendo, tra l'altro, che se mai dovessero cambiare potrebbe essere solo in peggio.
E' il senso di fastidio misto a timore quando suona il cellulare, timore che si trasforma in vera paura se il numero è sconosciuto; l'aver cambiato la suoneria abbinata alla categoria "amici" non ha fatto che anticipare lo stress.
E' andare a letto la domenica sera già in crisi
E' non avere voglia: di cucinare, di uscire, di organizzare una vacanza, di comprarmi i pantaloni o di andare dal parrucchiere o di truccarmi alla mattina.
E' far fatica a prenotare la cena di classe, è trascinarmi al tennis nella convinzione che sia sbagliato rinunciare a qualcosa che mi fa stare bene quando, in realtà, non mi fa più stare bene, mi stanca ulteriormente e basta...

17 maggio 2011

Cultura

Ieri mia mamma mi ha detto che lo studio serve a far circolare cultura.
Ha aggiunto inoltre che la circolazione della cultura rende migliori le persone e, di conseguenza, la società.
Non ha parlato di lavoro, non ha parlato di guadagno o di carriera o di prestigio.
Mia mamma ha studiato alle commerciali e fa la casalinga.
E ha capito tutto.

10 maggio 2011

Destino...





Sto leggendo un libro che mi fa riflettere su alcune cose.
E' un libro che parla di scuola (argomento che mi interessa sempre tanto) e di educazione (argomenti che mi interessa ancora di più).
C'è scritto che non ha senso costringere una persona a seguire percorsi formativi diversi dalle sue particolari inclinazioni, che è pura violenza.
Tempo fa sentivo (o leggevo) un discorso fra due persone, se non ricordo male due ebrei. Dicevano che Dio ci crea ciascuno con uno specifico destino e chi non lo segue, non ottemperando al disegno divino, si costringe ad una vita di insoddisfazione... non ricordo dove l'ho letto.
Penso a schiere di notai e avvocati per tradizione familiare, ai bocconiani perchè-è-facile-trovare-lavoro, ai medici perchè un-dottore-in-casa-ci-vuole, alla mia laurea in ingegneria presa per accontentare papà, perchè lui, ai suoi tempi, non aveva potuto farlo e perciò tocca a noi; all'epoca ero convinta di volerlo io, ed è questo il dramma...
Ora mia figlia "studia" danza classica perchè io ho abbandonato troppo presto e me ne sono pentita. Lo so: regalandole il tutù rosa per il suo quarto compleanno, il dvd della bella ballerina e le scarpette e una cameretta tutta rosa con le fatine e le ballerine la sto piegando alle mie aspirazioni mancate. Per ora si diverte e prometto (croce sul cuore) che smetterà appena lo deciderà lei.
Una domanda atroce mi fa soffrire: se non fossi stata una così brava bambina, sempre obbediente e rispettosa dei desideri paterni, se non mi fossi lasciata guidare (o convincere...) per anni e anni, ora chi sarei? Se avessi avuto la forza di ascoltarMI e obbedirMI ora cosa sarei?
Vado a fare il "compito metrico"....

03 maggio 2011

La mia personalissima idea di scuola





Parlo, ovviamente, di scuola elementare. Ora si chiama "primaria": secondo l'uso corrente, si cambiano i nomi delle cose per dare l'impressione di aver cambiato le cose stesse, di averle rese più moderne, meno umili (o umilianti...), più adatte all'uso.
Dunque scuola elementare: i miei figli sono ancora piccoli e non ho esperienza di altre scuole.
Nell'ottica di individuare i criteri in base ai quali scegliere la scuola per i miei figli, a suo tempo ho fatto una chiacchierata con una mia amica dei tempi del liceo, ora insegnante di lettere alle medie e le ho chiesto cosa si aspettano i "prof" delle medie dai bambini che arrivano dalle elementari.
La risposta è stata disarmante: "Dovrebbero saper leggere e scrivere in italiano e sapere l'aritmetica, il resto glie lo insegnamo noi"
....
Cinque anni di scuola per imparare quattro regole di ortografia e le quattro operazioni di base???
Ma soprattutto: cinque anni di scuola a tempo (quasi) pieno?

Forse gli effetti speciali che qualcuno ritiene essere fondamentali per una scuola moderna e capace di preparare i bambini ad affrontare il mondo sono, appunto, effetti speciali, trucchi, maquillage senza importanza e senza sostanza.
A cosa serve che un bambino di otto o nove anni impari ad usare word? A cosa servono il laboratorio di basket, quello di ginnastica artistica o di cucina? Sono un riempitivo (un riempitivo!) fondamentale per bambini obbligati a restare otto ore a scuola: non si può mica pensare di fare otto ore di grammatica e aritmetica!
Non si può allora pensare ad una scuola più rispettosa dei tempi dei bambini, organizzata sulle loro esigenze e non su quelle delle mamme che lavorano? Una scuola inoltre rispettosa delle differenze (è una brutta parola?) esistenti fra i bambini? Esiste qualcosa di più ingiusto che dare a tutti, benchè diversi, la stessa scuola (merenda, medicina, attività sportiva, ...)?

Da questa riflessione nasce la mia idea di scuola. A qualcuno interessa?

Grazie Sogno: visto che interessa almeno a te, proseguo.

Dici che la scuola deve per prima cosa creare il gusto per lo studio, ma non riuscirà mai a farlo se sarà troppo difficile per alcuni e troppo lenta per altri. Non è una novità ne' un segreto che al mondo esistono bambini lenti, bambini veloci e bambini medi e una scuola tarata sulla velocità di una di queste "categorie" (via!, passatemi il termine...) sarà inevitabilmente sbagliata per le altre due! Fatta questa premessa, ecco il mio sogno.

1) Vorrei che i miei figli avessero una sola maestra, possibilmente brava e appassionata, of course... e che le specialiste fossero davvero specializzate nell'insegnamento della loro materia
2) Vorrei che avessero la possibilità di fare tante ore di inglese (o cinese, o sudcoreano, o quello che volete purchè sia una lingua straniera...) orale, solo orale per diversi anni, prima di vedere la loro prima frase scritta. I bambini imparano a scrivere e a leggere solo dopo una pratica orale di 5 o 6 anni. Devono giocare, mangiare, cantare, litigare in inglese (o cinese, eccetera...) come fanno in italiano. Anche il teatro va bene ma non è sufficiente: un conto è imparare una particina a memoria, altro conversare liberamente
3) Vorrei che il tempo pieno fosse facoltativo. Ogni famiglia ha il diritto di decidere come completare l'educazione dei propri figli e deve avere la possibilità di decidere quanto tempo dedicarvi in prima persona. E non ditemi che così si accentuerebbero le differenze: le differenze esisteranno sempre e comunque e non sarà certo il tempo pieno che potrà annullarle.
4) Vorrei che le ore di scuola pomeridiana fossero dedicate ad attività differenziate. Di approfondimento per chi, già bravo in alcune materie, vuole spingere il suo sguardo più in là. Di ripasso per chi, un po' più lento in alcune materie ha bisogno di tempi più lenti per ottenere i risultati attesi. Di svago per tutti. Ma non: una delle tre per tutti i pomeriggi della settimana, no! Tutte e tre, distribuite nelle varie ore, perchè è molto probabile che tutti abbiano voglia e bisogno ora di questa, ora di quella...
5) Vorrei che la scuola ponesse l'accento sulle competenze fondamentali e non pedesse tempo a rincorrere farfalle colorate. Le competenze fondamentali, a mio avviso, sono: una solida preparazione in italiano (a dieci anni devono essere in grado di scrivere correttamente, di organizzare un testo, di organizzare un discorso, di fare un riassunto, di leggere un libro e capirlo), devono essere in grado di sostenere una conversazione con un coetaneo in inglese (o cinese, o sudcoreano, o quello che volete...), in matematica... la matematica per me è una nebulosa: non riesco a capire dove è corretto che si fermino. Chi mi conosce, sa anche perchè dico questo, e perchè mi fermo. Storia e geografia: a mio modesto parere, non ha importanza se hanno finito il programma, quello che davvero conta è se hanno imparato a studiare: leggere, comprendere, fare passaggi e collegamenti, ricordare e ripetere, mettere in relazione ciò che è accaduto con "dove" è accaduto e maturare la consapevolezza che, se studio un evento prima di un altro, non significa necessariamente che l'uno si sia verificato prima dell'altro.
6) Vorrei che la scuola fosse aperta dalle 7 della mattina alle 7 di sera, con una biblioteca sempre aperta e a disposizione dei bambini per leggere e per prendere in prestito i libri da portare a casa e con aule di studio. E non crediate che i bambini delle elementari siano piccoli per gestire con responsabilità questo tipo di strutture se messe a loro disposizione.
Una scuola strutturata in questo modo è utile a chi parte svantaggiato dato che si prende il tempo per colmare le lacune, ma è utile anche a chi è veloce e non ha lacune da colmare, rispettando in questo modo le esigenze di tutti.
 
Attendo commenti...

PS: Chi mi parla di budget è un malandrino!!!

02 maggio 2011

E' andato...


...e anche il mio "wedding week end" se n'è andato!!!