La società che non viene illuminata dai pensatori, finisce ingannata dai ciarlatani - de Condorcet
31 ottobre 2021
La versione di Chiara
30 ottobre 2021
Sì o no
Quando da bambina andavo a far compere con mia mamma, se ero indecisa su qualcosa il suo suggerimento per trarmi d'impaccio era: "Se non sai se ti piace oppure no, allora è no".
Avrei imparato crescendo che non è sempre così facile, che scarpe e cappotti non possono essere presi a paradigma dell'esistenza.
Ho imparato, soprattutto, che spesso la risposta alle domande importanti non è né sì né no, ma un ben più sfuggente "ni", e che oltre a destra e sinistra esistono diverse possibilità: fermarsi a riposare sotto l'albero, ad esempio, o scegliere di battere un nuovo sentiero, che a seguire quelli già tracciati son proprio capaci tutti.
Sulle tre forme di intimità (Ce ne sono altre?)
Riflettevo...
Esiste l'intimità fisica, che tutti crediamo di conoscere benissimo e che pertanto non vale la pena di indagare. Fatta di baci&abbracci, è facile da riconoscere e da definire. Passiamo oltre.
Esiste poi una forma di intimità che chiamerei "intellettuale". È alla basa di certe favolose conversazioni, quando due cervelli in sintonia si parlano (fuochi d'artificio, scansatevi!). Talvolta è una intimità sbilanciata, perchè magari uno dei due cervelli è più abile dell'altro, perchè più erudito o più esperto; oppure perchè uno dei due è in soggezione, riconoscendo, magari a torto, prerogative "alte" all'interlocutore. Diventa invece meravigliosa quando i rapporti di equilibrio sono bilanciati, e le conversazioni sono davvero scambi di opinioni alla pari, senza che nessuno, presuntuosamente, si arroghi il ruolo di guida, nelle sue infinite forme. Questa, a mio parere, è la vera intimità intellettuale.
Esiste infine una forma di intimità che chiamerei quotidiana, Fatta di piccole cose, è difficile da descrivere; la si riconosce da dettagli che talvolta sfuggono anche a chi ne gode i frutti. Lasciare spazi di solitudine e silenzio avendo fatto spazio in bagno e nell'armadio per i suoi oggetti. Fare entrare con semplicità, entrare con naturalezza. Accogliere la sua vita nella routine della mia, adattandola (perchè è così che si fa) ma non stravolgendola (perchè non è così che sento il cambiamento). È contemporaneamente conseguenza e causa di una vicinanza (fisica e mentale, ma senz'altro più mentale che fisica) costante, discreta e premurosa. È fragile, ha a che fare con i nostri limiti, limiti che si spostano continuamente man mano che l'intimità cresce. Ha il calore e la dolcezza di una tazza di cioccolata calda ma, come questa, può essere stucchevole e ustionante. Non tutti ne sono capaci, per alcuni resterà sempre una forma di intrusione (agita o subita o entrambe): certe relazioni, anche importanti, si chiudono per questa ragione (e parlo, purtroppo, per esperienza personale... ah com'è difficile crescere!)
Il punto è che, presa singolarmente, nessuna di queste tre forme di intimità sarà mai sufficiente, e individui diversi richiedono diverse... proporzioni (?). L'armonia fra le nostre ideali "proporzioni" è importante.
O magari ci sono altre intimità e io non le vedo?
PS: ho riletto e, ok, sembra una relazione più che un post 😅😅 abbiate pazienza, pliiizzzz...