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La società che non viene illuminata dai pensatori, finisce ingannata dai ciarlatani - de Condorcet
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Sto leggendo "I Miserabili", sono quasi alla fine in effetti: persa nelle lunghissime descrizioni di epiche battaglie, seguendo il filo del suo pensiero sulla vita dei monelli di Parigi o la condizione femminile o l'eterna contraddizione fra legalità e giustizia, o fra Dio e fede e religione, le sommosse, le barricate, l'eroismo dei piccoli...
In mezzo a tutto questo, mi sono chiesta quanto peso abbia avuto (e abbia tutt'ora) questo romanzo, e in generale questa letteratura, nella formazione di una identità nazionale francese. Si tratta di romanzi, non trattati di filosofia o politica, e quindi alla portata di un pubblico vasto, ancora straordinariamente efficaci perché ancora letti e studiati e portati nelle sale cinematografiche...
Questa domanda ha un ovvio corollario: noi italiani, quali romanzi possiamo indicare che abbiano avuto questo effetto fondativo di una coscienza nazionale? Viene spontaneo pensare al Risorgimento, ma cosa abbiamo? le Confessioni di un Italiano? Non saprei, pochissimo conosciuto. Il Gattopardo e I Viceré? Pessimisti, entrambi raccontano un Risorgimento di facciata, non possiamo leggerli e trarne orgoglio!
Non i Promessi Sposi, che parla di altro. Il verismo? Straordinaria letteratura, ma regionale più che nazionale e anche per questo priva di questo effetto. Pirandello, Svevo? Più inclini a guardarsi dentro, a indagare l'impossibilità di giungere a una verità che probabilmente non esiste. Buzzati e la sua eterna attesa di qualcosa?
Forse dovremmo guardare a quanto scritto nel secondo dopoguerra, ma della guerra e della resistenza si descrivono le tragedie e la disperazione, talvolta certi atti di eroismo individuali, ma nessun movimento collettivo (parafrasando: "i resistenti sono tutti uguali di fronte alla storia ma alcuni sono più uguali di altri") al quale guardare con fierezza.
Magari mi sfugge qualcosa, ma così, su due piedi, chi può reggere il confronto con Valjean e Javert?
NOTA Questo è ciò che riesco a recuperare dai miei ricordi di letteratura, che risalgono al liceo, svariati decenni fa, quando la studiavo malvolentieri perché non mi piaceva e non ne capivo l'utilità (ah che meraviglia potersi dedicare a cose inutili e belle!): se qualcuno vorrà correggere marchiani errori o dimenticanze avrà tutta la mia gratitudine.