Ho appena finito di leggere questo:
A proposito degli eroi letterari, nella sua recensione al libro Pavese ci dice che
A ventitré anni ltalo Calvino sa già che per raccontare non è necessario « creare i personaggi », bensì trasformare dei fatti in parole. Lo sa in un modo quasi allegro, scanzonato, monellesco. A lui le parole non fanno paura ma nemmeno gli fanno girare la testa: fin che hanno un senso, fin che servono a qualcosa le dice, le snocciola, le butta magari, come si buttano i rami sul fuoco, ma lo scopo è la fiamma, il calore, la pentola. Ormai di scrittori che puntino sui grossi personaggi come usava una volta, non ce n’è quasi più. Cambia il mondo. Poveretto chi è rimasto coi nonni. Ma poveraccio, disgraziato, chi dietro ai grossi personaggi «che facevano concorrenza allo stato civile» ha mollato anche i fatti, le cose di carne e di sangue, e brucia incensi di parole in non si sa che cappella privata.
Credo che questo risponda a questa domanda qui
Ciao! 😉🤗 Eccomi qua! 😁 Letture pesantucce...
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