29 settembre 2017

Com'è difficile...

Le difficoltà legate alla lontananza sono molteplici, una delle più brucianti, perchè non la si mette in conto, riguarda la comunicazione. Siamo tutti convinti che basti un cellulare con whatsapp con le sue foto e faccine e bacetti, per sentirsi sempre vicini; invece non è vero, si finisce per non capirsi e per litigare con le persone alle quali si vuole bene (d'altra parte non è sempre così? Non si perde tempo a discutere con chi ci è completamente indifferente).
La distanza alza muri che solo la buona volontà di chi è coinvolto può tentare di scavalcare. Demolire, no.
Forse una telefonata o una videochiamata aiuterebbero...
Forse aiuterebbe da una parte l'accettare il fatto che chi parte cambia, se non altro perchè cambiano le situazioni che deve affrontare, le scelte che deve fare e tentare di costringerle negli schemi di casa non aiuta. Dall'altra parte aiuterebbe che io accettassi il fatto che le persone che rimangono invece non cambiano: non cambiano le loro abitudini (che erano anche le mie e che magari mi mancano), non cambia il loro modo di pensare la vita, non cambia l'opinione che hanno su quali siano le cose buone e quali no.
Aiuterebbe anche capire che "diverso" non significa nè meglio nè peggio, significa solo diverso e che è comunque bello e interessante (almeno per me lo è) confrontare.
Certo in questo caso la novità la porto io: sappiamo come si vive a casa, leggo anche da qui i giornali italiani e so cosa sta succedendo. In più vivo qui, scopro necessariamente differenze, a volte in meglio a volte invece no, e un peggioramento su un determinato aspetto non scatena immediatamente la voglia di scappare indietro, anche questa forse è una delle cose da accettare.

Non torno indietro anche se qui non è tutto perfetto (se lo dicessi ci crederebbe qualcuno?), non torno per mille motivi e nessuno di questi riguarda il modello di famiglia patriarcale anni '50 nelle quali l'uomo decide e la famiglia obbedisce...

Ho riletto e ho notato che è uno dei post più confusi e disordinati che abbia mai scritto. Ho pensato di cancellarlo e riscriverlo ma non lo faccio: il Pulitzer non me lo darebbero lo stesso!

25 settembre 2017

Come risparmiare sulla scuola

Dobbiamo ammetterlo: se confrontiamo le nostre politiche sulla scuola con quelle britanniche, noi italiani siamo dei dilettanti!
Mi limiterò alla scuola superiore, dato che è l'unica che al momento posso dire di conoscere, anche se solo un po'. Noi stiamo discutendo se sia giusto o meno adottare la scuola superiore di quattro anni anzichè i nostri cinque: "Dobbiamo adeguarci al resto d'Europa!!" urlano a destra, "I nostri ragazzi entrano nel mondo del lavoro con un anno di ritardo!!!" rispondono a sinistra, e via strillando. Qui, invece, sono andati ben oltre: oltre a fare la maturità un anno prima, oltre ad avere corsi universitari di durata molto variabile 2, 3 o 4 anni), il secondo biennio di scuola superiore è focalizzato sulle sole tre-dico-tre materie che saranno utili per l'accesso all'università prescelta.

Questo significa che:

1) a 16 anni un povero ragazzo deve avere già molto ben chiaro in mente cosa vuole fare di sè di qui all'eternità, ogni cambiamento essendo precluso;
2) i nostri studenti ricevono le amorevoli cure di una decina di prof per tre anni, qui di 3 per due: avete idea del risparmio?!?!?!
3) uno studente appassionato della sacra triade matematica-fisica-chimica (sacra nel mondo moderno occidentale), che fosse obbligato a rinunciare a tutto il resto, alla fine delle superiori cosa diventerebbe? Una macchina da guerra, scientificamente parlando; un deserto, umanamente parlando.



21 settembre 2017

Ma allora ditelo!

...e siccome mi ero messa d'impegno per cercare di stare bene qui, ieri:
1) mi hanno offerto una supplenza di un anno a 10km da casa
2) è scappata la mia gatta cicciona

Avrei tanto bisogno di un'amica...

17 settembre 2017

ok, ok...

Visto che tanto mi tocca stare qui, tanto vale cercare di starci bene visto che tanto l'alternativa è star male e francamente non ne vale la pena.
Il "qui" al quale mi riferisco è Manchester (precisazione inutile: i miei due lettori sanno benissimo dove sto!), non il Burkina Faso pertanto non è proprio il caso di fare capricci.
Non c'è molto sole, è vero, in compenso c'è molto verde; non è vero che non si mangia bene, solo il caffè è un problema ma, con un po' di spirito di adattamento, si risolve anche questo: ho scoperto una cosa chiamata "cortado" che è una specie di piccolo cappuccino, un po' meno bianco del nostro, che può sostituire il mio tradizionale macchiato freddo... non è uguale ma ci stà!
La scuola è diversa, ma su questo tornerò quando avrò elementi oggettivi per giudicare, per ora è solo una serie di sensazioni.
La casa è piccola, tanto piccola, ma è solo provvisoria, vedremo di trovare qualcosa di più adatto a noi quattro (sei con le gatte) nei prossimi mesi.
Per ora mi fermo qui: ho i risotto sul fuoco e non posso distrarmi sennò addio cena!
Bacioni a tutti!

07 settembre 2017

Quello che mi ha stupito fin'ora

Solo alcuni dettagli, tipo...
1) le finestre si aprono verso l'esterno
2) gli armadi non sono mobili completi al loro interno (almeno non lo sono nelle case che ho visto) sono "a muro" perchè dietro le ante c'è il muro: l'attrezzatura interna è ridotta ad un bastone lungo da qua a là e un paio di assi grezze (o ricoperte di moquette, pure quelle!) a far da mensole.
3) nei supermercati fa un freddo pazzesco!
4) il pane è molle... non cattivo però molle :-(

Sono piccole cose, lo so, ma per ora è tutto qui