Esistono, credo, diversi modi per interpretare il significato della parola "rassegnazione" fra i quali, accanto ai tanti legati alla rinuncia della propria volontà, ce n'è almeno uno positivo, legato all'etimologia della parola stessa: togliere i sigilli, sciogliere, svelare, liberare.
Ma liberare cosa, se si deve passare attraverso la rinuncia a rivendicare il proprio diritto di decidere per sé e l'accettazione di una realtà che non si è scelta?
Ecco, l'artista che, rassegnandosi al fatto che la sua ciotola si è rotta, rinunciando al desiderio di riaverla com'era prima, e accettando l'idea di avere fra le mani solo pochi cocci, sceglie di costruire con questi cocci qualcosa di prezioso e unico, liberando le sue energie creative e tutta la sua forza e svelando bellezza dove erano solo rovine.
Il risultato racconta una storia, racconta l'amore con il quale l'artista si è preso cura delle fratture utilizzando il più prezioso dei metalli, la sua pazienza e la sua perizia.
Sfido chiunque a dire che la ciotola mai-stata-rotta è più bella o più preziosa di questa.