31 dicembre 2016

31-12-2016

E così, anche quest'anno è arrivato S. Silvestro... Auguri a tutti, e che Dio ce la mandi buona 😇

05 dicembre 2016

Referendum costituzionale



Non godano i dipendenti del Cnel, i conservatori della serie "è andata bene fin'ora andrà bene in eterno" i nostalgici della costituzione più bella del mondo... Non è che il NO urlato alla riformetta di Renzi sia un NO alla necessità di rinnovamento profondo che l'Italia ha. Non è NO all'abolizione del senato ma solo all'abolizione del voto per il senato. Non è NO all'abolizione del Cnel, ma all'abolizione del solo Cnel e alla sua abolizione in costituzione. Non è un NO all'abolizione delle province (ma non erano già state abolite?) o al riconoscimento della necessità di una più chiara ripartizione di competenze fra regioni e stato centrale.
Se vogliamo trovare un errore, il più grosso a mio parere è stato condensare tutto in un solo quesito: non era tutta da buttare nè tutta da conservare, e chi ha votato ha dovuto pesare su un'ipotetica bilancia vantaggi e svantaggi del SI e del NO, non potendo scegliere cosa conservare e cosa abrogare.
Ora vedremo...

25 novembre 2016

Tattoo



Non ho mai amato i tatuaggi. Indecisa e insicura come sono, ho sempre pensato che, se mai ne avessi fatto uno, me ne sarei stancata dopo poco tempo. Non è l'idea di decorare il mio corpo che mi turba, è la paura del "per sempre" su un corpo che cambia.
Sì, è vero, sono molti i "per sempre" della nostra vita: un matrimonio, i buchi alle orecchie... i tatuaggi mi sembrano dei "per sempre" diversi, chissà perchè.

Però.

Ieri mattina una mia cara amica è uscita a far due passi ed è venuta a trovarmi. Si è anche messa d'accordo con un'altra comune amica perchè, ha detto al telefono, aveva un'idea bella che voleva condividere con noi in un posto intimo e riservato: il solito bar non era il luogo adatto...
Aveva quel tono di voce un po' birichino che hanno a volte le ragazzine quando escono con un'amica per vedere "lui" ma devono farlo di nascosto da tutti e soprattutto da "lui"!
Inutile che descriva la nostra curiosità: lei, una donna così garbata e posata, una bella persona sotto tanti aspetti, non è quella dalla quale ti aspetti una sorpresa (oltre tutto una "bella" sorpresa: ultimamente la vita è stata un po' avara con lei).

Davanti al nostro caffè ha raccontato di aver fatto un sogno molto bello che riguardava sua figlia e di essersi svegliata di buon umore. Era quasi eccitata quando raccontava del sogno e del suo buon umore: il bel volto sfumato di rosso, gli occhi brillanti, la fronte imperlata di un leggero sudore, la voce troppo alta e le parole più veloci del solito... era da tanto tempo che non la vedevo così felice!
Ad un certo punto interrompe il racconto e, di getto, come se "adesso o mai più!"...

"Ho deciso di farmi un tatuaggio sul seno!"

Sono rimasta senza parole! Lei? Un tatuaggio? E non alla caviglia o sulla nuca, no: sul seno??? Alla faccia del sogno e del buon umore, ho pensato.
L'altra amica, invece, molto meno scema di me, ha capito tutto subito.

Ed è così che ho scoperto che, dopo una mastectomia e una ricostruzione, il risultato finale spesso non è esteticamente gradevole, ed è per questo molte donne guarite dal tumore al seno decidono di nascondere le cicatrici utilizzando dei tatuaggi. Non sono "decorazioni", rappresentano la volontà di riappropriarsi del proprio corpo dopo che il mostro l'ha ferito e deturpato, è una forma di rivincita: tu hai provato ad abbattermi ma io sono tosta e torno ad essere bella, più bella di prima perchè più forte di te.
Spero che non cambi idea, che non si faccia trascinare giù da un cordino geloso della sua voglia di tornare a volare.

Ho cercato esempi di tatuaggi e il mio preferito è nella foto qui sopra, soprattutto per il simbolismo legato al fior di Loto


16 novembre 2016

Ancora su Trump

Non lo dico solo io, leggete qui : evidentemente, sottovalutare la portata del malcontento derivante da 16 anni di politica completamente disinteressata all'aumento della disparità sociale, all'impoverimento del ceto medio (che non è più tale), continuare a guardare la vita della gente senza scendere mai dai piani alti, occuparsi di finanza e non di economia ha determinato il fallimento della campagna elettorale.
I 60.834.437 americani che hanno decretato la vittoria di Trump hanno votato per lui o hanno scelto di NON votare per la Clinton? E se non hanno votato per la Clinton, non hanno votato per lei o non hanno votato per 16 anni di politica che li ha rovinati economicamente? Questa è la domanda alla quale vorrei dare una risposta se fossi nei loro panni.
E chi ha votato per lui magari non sa se si occuperà di loro, sa però che Clinton prima e Obama poi non l'hanno fatto: in questo caso una possibilità è meno peggio di una certezza.



15 novembre 2016

Mamma-tigre

Dio, come odio quando trattano male i miei figli! Sto male fisicamente, vorrei picchiare i responsabili, vorrei poter intervenire in difesa dei miei cuccioli ma non sempre è giusto farlo. Vorrei anche avere la certezza che impareranno a difendersi, a far la voce grossa quando necessario perché non ne sono ancora capaci.

14 novembre 2016

A colloquio dai prof



La prof di inglese mi dice: "ah signora mia, sapesse, vorrei avere in classe solo Tizio, Caio e Sempronio così sì che potrei fare lezione come dico io!!!"
Com'era? Ti piace vincere facile?

11 novembre 2016

Sull'elettorato di Trump



Lungi da me la presunzione di poter fare un'analisi oggettiva e attenta di un aspetto tanto controverso e complicato, ma una cosa la voglio dire.
Si sono stupiti tutti del fatto che dai sondaggi non risultassero i numeri che poi invece si sono manifestati in cabina elettorale. Ma se per mesi i sostenitori di Trump sono stati definiti ignoranti e stupidi, declassandoli a sottospecie di sudditi abbacinati dalla violenza verbale, dalla pochezza intellettuale e dalla ricchezza del nostro, mentre ovviamente loro, i dem, raccolgono la crème dell'intellighenzia statunitense, gente che sa, che ha capito, che ha studiato; forse, dicevo, tanta voglia di andare in giro a dire: "Eccomi, sono l'imbecille che voterà il parrucchino biondo" non c'era.
Ma chi ha eletto Trump? Penso a milioni di piccoli professionisti che hanno visto il loro tenore di vita spazzato via da una crisi finanziaria prima ed economica poi, crisi che ha interessato 8 degli ultimi 16 anni a governo democratico, quindi preparata da Clinton e gestita (?) da Obama: che voglia poteva mai avere di votare una persona che è sostenuta da (e sostiene politiche a favore di) banche e alta finanza? E' idiota uno che aspira ad avere il suo uovo oggi rinunciando ad una gallina che, se mai vedrà la luce, non sarà comunque sua?
E' una considerazione piccola e banale, lo so, ma per chi ha un mutuo da pagare e qualche figlio da far crescere è tutto.
Detto questo, se avessi avuto in mano la matita, cavolo, sarebbe stato ben difficile scegliere: pur con il naso turato, il tanfo di marcio sarebbe stato insopportabile!

04 novembre 2016

Dell'uso consapevole dei pronomi

L'asse da stiro di casa mia ha l'età della mio matrimonio: 17 anni, e non è in gran forma, povero. In considerazione di ciò, la scorsa settimana ho dato un'occhiata a quanto esposto al supermercato.
Il mio ineffabile consorte mi osserva nell'atto di osservare e confrontare e, perplesso, mi chiede come mai. Gli spiego che il nostro è vecchio e non sta più in piedi.
Lui: "Se "ti" serve possiamo comprarne uno nuovo"
Eh no, bello mio, non "mi" serve, "ci" serve...

26 ottobre 2016

Strani sogni

Stanotte ho fatto un sogno stranissimo.
Ero seduta ad un tavolo in pietra, ottagonale e molto antico, collocato in una piccola cappella. Parlavo di crisi economica con il Papa e con D'Alema. Quest'ultimo, molto interessato alle mie acute osservazioni, mi offre la tessera del PCI. Io, imbarazzata, rispondo che non sarei a mio agio con la sua tessera nel portafoglio. Al che lui, girandola, mi dice: "ma vede, così non si vede il simbolo!"

12 ottobre 2016

Di cellulari e contratti


Chi mi conosce sa che non nutro una grande passione per i francesi (la Francia, invece, è tutt'altra cosa!) ma almeno su un punto ci battono.
Oggi, ma è solo l'ultimo episodio, l'operatore di telefonia mobile di mia figlia le ha addebitato 4€ per una connessione dati mai avvenuta: lei usa il cellulare solo in casa (perchè ne abbia voluto uno resta un mistero...) e in casa abbiamo il wifi, la sua connessione alla rete dati è permanentemente disabilitata e non è proprio immediato accedere al comando per riattivarla... insomma: una truffa bella e buona. Ho chiamato il servizio clienti e, dopo innumerevoli tentativi, sono riuscita a parlare con un simpatico addetto al call center che "no signora, mi spiace non è possibile chiedere il rimborso però capisco il suo problema e se vuole le cancello l'addebito, però per favore se la chiamano per l'intervista tenga presente che le chiederanno di valutare me e non l'operatore di telefonia"
E vabbè, problema risolto, ma solo perchè ho trovato un tizio cortese e a caccia di valutazioni positive, non perchè ne avessi effettivamente diritto... che fatica!
Cosa c'entra la Francia? Durane i miei 14 mesi da espatriata ho stipulato due contratti con FREE, uno per me e uno identico per mio figlio: un po' di minuti e di sms, un po' di traffico dati. Il prezzo? 2€/mese, posticipati.
In 14 mesi su due contratti non ho mai speso un centesimo in più, e, quando ho disdetto i contratti, 48 ore dopo aver spedito la lettera ho ricevuto la comunicazione delle date effettiva di cessazione del rapporto.
Limpido, chiaro e preciso.
E sono francesi, mica tedeschi.
Ma perchè qui da noi un contratto con un operatore qualunque (ho avuto problemi con TRE,  con TIM, con WIND, VODAFON non l'ho mai provato...) deve diventare una guerra?
Leggevo un paio di settimane fa che FREE si prepara a sbarcare in Italia: quanto tempo impiegherà ad adeguarsi allo standard?

23 settembre 2016

Sorelle



Non so se sarò capace di scrivere quello che ho nel cuore senza offendere nessuno, ultimamente se dico anche solo che "finalmente ho freddo" qualcuno ci resta male... Evidentemente le mie "abilità" con la scrittura sono più che altro delle "dis-abilità".

Prendo spunto da qui (non me ne vorrà la Rossella, spero...) e rifletto.

Io non ho sorelle.

Ho una mamma che mi vuole un mondo di bene. Ho capito quanto, solo da quando sono mamma anch'io, per giunta di una preadolescente (...pre???) convinta di aver già capito tutto, lei che da grande farà l'astrofisica alla Nasa, mica bazzecole. L'ho capito, dicevo, ma le conversazioni con lei sono comunque difficili. Lei magari non ha l'intenzione di "attaccare", ma io mi metto sempre e comunque sulla difensiva. Sarà il tono della sua voce, sarà l'antica abitudine ai suoi rimproveri, sarà la convinzione, probabilmente infondata, che tanto lei non può capire tutto ciò che mi passa per la testa, sarà (anzi: è) la certezza che, nonostante le sbandierate attestazioni di stima, lei in fondo disprezza certi aspetti della mia persona e della mia personalità. (Sarà anche che io le mento spudoratamente quando mi chiede come sto, e forse è per questo che non può capire e non capisce...)

Ho cugine, per l'esattezza ho 7 cugine. Di queste sette, di due ho notizie con una certa regolarità e una la sento direttamente. Ci vogliamo bene, è certo, ma siamo così diverse che non potrà mai (MAI) essere una mia confidente, un'amica, una sorella. Lei è caciarona, io più tranquilla; lei racconta tutto a tutti, io pochissimo a pochissime persone; lei manda "affanculo" (perdonate il francesismo) chiunque a suo parere se lo meriti nel momento esatto in cui le viene l'istinto di farlo, io ho sempre paura delle possibili reazioni e soprattutto di offendere perciò non lo faccio mai; lei ha centinaia di amiche e decine di amanti (così racconta), io posso contare amiche (e amanti ;-)) sulle dita di una sola mano e secondo me non arrivo neppure all'anulare.

Ho anche cognate, per la precisione ho 3 cognate. Così, giusto per completezza di informazione.

Ho amiche che non sono tutte uguali. Ci sono quelle con le quali ci si può divertire una sera (almeno quando sono dell'umore giusto, circostanza sempre più rara), ci sono quelle con le quali si parla piacevolmente davanti ad un buon caffè, raccontando di come a volte la vita sia dura, di come i figli prendano inspiegabilmente strade tortuose, di come il lavoro, con il suo bagaglio di orgoglio professionale e indipendenza economica, si sia dimostrato una grande bugia, di come il nostro corpo si rifiuti categoricamente di comportarsi come a vent'anni e richiami le nostre attenzioni piagnucolando come un bambino viziato: uno scricchiolio qui, un doloretto là... Ci sono amiche che sento due volte all'anno e vedo ancora meno. La familiarità ritorna, ma deve passare attraverso la conta delle differenze: la figlia grande (aveva 7 anni l'ultima volta che l'ho vista) è fidanzata, la piccola (che ne aveva 5) è tutta un brufolo, l'albero del giardino è stato abbattuto, il cucciolo è diventato un molosso divora-ciabatte...

Poi c'è l'Amica con la A maiuscola.
Che forse non sa di essere l'Amica con la A maiuscola; o magari sì, perchè è donna di grande intelligenza, ma le piace "volare basso" e fa finta di non saperlo. E' quella che, se non mi sente, mi manda un whatsapp per sapere se è tutto a posto e che mi sgama (il correttore dice che "sgama" non è nel vocabolario... ostrega, e adesso come si fa?) se le dico di sì e invece è no. L'unica della quale ricordo il compleanno, suo e delle figlie, l'unica per la quale so (quasi) sempre che regalo comprare, una delle pochissime persone alle quali confido il pochissimo (a lei in realtà è un po' più di pochissimo) che riesco a raccontare di me. Nè mio marito nè mia mamma sanno tutto quello che sa lei.
Ma neppure lei è sorella, anche se è quanto di più simile ad una sorella io riesca ad immaginare. Anche con lei ho quel timore di offendere che spesso mi trattiene dall'essere schietta; abbiamo, come dire... ambiti di vita che ci sono reciprocamente preclusi, tipo le feste abitualmente riservate alla famiglia, che so: Natale o le varie comunioni et similia; anche lei a volte si arrende ad un giudizio affrettato anzichè chiedere chiarimenti e probabilmente anch'io faccio lo stesso: mi offendo per una cosa che credo di aver capito oppure chiedo spiegazioni? In fondo scriviamo più di quanto parliamo e questo rende davvero tutto più difficile. Ma poi... una sorella si comporterebbe davvero in un modo diverso?


22 settembre 2016

Liceo



Ogni loro passaggio mi sembra epocale, affronto i nuovi impegni dei miei ragazzi con una sottile ansia che forse non mi abbandonerà mai.

Tommy ha iniziato il liceo e non è un liceo qualsiasi: è il mio liceo, la scuola alla quale, più che a tutte le altre, devo quello che sono, nel bene e nel male.
Sono curiosa di vedere come sarà per lui. Non temo per il rendimento, questo no: è sempre stato uno sgobbone, non può cambiare tanto da avere problemi al liceo; però in questa classe, con questa gente che ancora non conosce, dovrà passare buona parte dei prossimi 5 anni. Gli auguro che sia un buon gruppo, una classe di persone affiatate, capaci di lavorare, sì, perchè è necessario, ma anche di divertirsi insieme, perchè è fondamentale.

Lui, intanto, ci sta "mettendo del suo": sta cercando di organizzare un pranzo in pizzeria un sabato dopo scuola per conoscersi e, purtroppo, temo che ci stia mettendo troppo impegno.

Perchè temo questo?

Perchè nel frattempo Matilde ha cominciato gli allenamenti di atletica e nel suo gruppo ci sono due compagne di scuola di Tommy.
"Dai!!?!?!? sei al liceo in quella sezione lì?!?! Ma allora sei in classe con mio fratello!"
"Ah siiii???? E chi è tuo fratello???"
"E' Tommy!"
"No, dai, non scherzare, Tommy non può essere tuo fratello, è troppo strano: è fissato con la pizzata!!!"

09 settembre 2016

Felicità è...

Dormire con il lenzuolo tirato su perché non c'è più quell'odioso caldo afoso delle eterne estati padane!

06 settembre 2016

Fraintendimenti




Odio essere fraintesa.
Da un malinteso possono nascere incomprensione e disistima, e non è vero che un'amica capisce sempre, anzi... sono i fraintendimenti più duri da digerire. Io, poi, per alcuni di questi episodi ho una memoria di ferro: ricordo cose accadute in tempi biblici, forse perchè a me hanno fatto davvero male. Magari solo a me...
Ricordo una volta, anni fa: un'amica scrive che le piace "Giovanotti". Io, che non ero al corrente di questa sua passione, rispondo che "questa di Giovanotti è una novità". Lei, pensando che la stessi deridendo per l'errore ortografico, mi ha risposto piccata.
Ora: io dell'ortografia non mi ero accorta, è stato sicuramente il correttore ad intervenire sia nel suo post che nel mio. Ma è lecito aspettarmi che una persona che frequento quotidianamente da dieci anni mi conceda almeno il beneficio del dubbio? O appaio davvero così stronza da meritarmi di essere liquidata come una saccente petulante?
Ricordo che all'università dovevo fare uno di quegli odiosissimi esami di gruppo: se non conosci nessuno è un incubo trovare qualcuno con cui lavorare! In quel caso non conoscevo nessuno, era un esame tipo del terzo anno ed io ero già alla fine, perciò mi hanno messa un coppia con una perfetta sconosciuta. All'inizio il lavoro procedeva a rilento: io con i miei corsi e lei con i suoi, avevamo davvero poco tempo per vederci, poi abbiamo ingranato e le cose hanno cominciato a migliorare. Ad un certo punto lei (chissà come si chiamava?) mi ha detto che all'inizio pensava che fossi una di quelle stronzette tutta belle borse e bei vestiti (a me?!?!?!) ma poi ha capito che non me la tiravo, che ero solo timida. Mi ha concesso il beneficio del dubbio e mi è andata bene. Mai più rivista dopo quell'esame.
Oggi scopro che per qualcuno mio figlio è "molto preso da sé". Sono sempre persone che dovrebbero conoscerci bene, dato che ci frequentiamo da tanto tempo, e invece no.
Ma forse il problema è questo: senza arrivare a fare filosofia sulla possibilità o meno di conoscersi veramente, può darsi che sia io incapace di farmi conoscere davvero, magari per timidezza o riservatezza o magari per incapacità linguistica di spiegare bene (o autoanalitica di capire bene...) quello che mi passa per la testa.
O forse, dato che non lavoro, ho troppo tempo per pensare e, essendo inguaribilmente permalosa, me la prendo per tutto.
Scusate lo sfogo...

02 settembre 2016

Si ricomincia

Ho abbracciato le spalle magre di mia madre... come può uno scricciolo di donna essere così forte?
Ho abbracciato mio padre, che l'età ha reso più basso di me... era così forte, ora sembra quasi affidarsi a me.
A volte 😉
Sono salita sul treno con mia figlia, brufolosa e bellissima come solo a tredici anni si può essere.
In stazione ci aspettava mio marito, che la fine delle vacanze ha trasformato nell'ingegnere molto "milanese-style" 😂che conosco bene...
Fra pochi giorni tornerà anche Tommy, al quale l'inizio del liceo regala sonni irrequieti.
E si ricomincia.
Speriamo bene!!!

16 luglio 2016

Nizza

Lo squilibrato che ha compiuto la carneficina di Nizza non sembra essere legato ad alcuna organizzazione terroristica, né di matrice religiosa né di matrice politica. Eppure il suo gesto è stato immediatamente catalogato fra quelli di ispirazione fondamentalista islamica.
Senza nulla togliere allo strazio, e se si fosse trattato "solo" di uno squilibrato?

15 luglio 2016

Cordoglio

Per chi pregheremo la prossima volta?

27 giugno 2016

Brexit

Non mi stupisce affatto il voto inglese: lo spirito antieuropeista è diffuso e radicato.
Spero che il panico che ne è conseguito serva almeno a far capire alla troika che o raddrizza la rotta o la Gran Bretagna sarà solo il primo paese di molti...

18 aprile 2016

Referendum bis

Come già detto, non ho votato.
I non votanti sono stati definiti in mezzo milione di modi, partendo dai vari "capre, indifferenti, pigri..." fino ad arrivare a volgarissimi epiteti che mi rifiuto di riferire (tanto li conoscete tutti, vero?), passando per minacce variamente declinate (se vi lamentate del governo vi tiro una scarpata in faccia, una pedata nei c..., vi buco le gomme della macchina) e via discorrendo, andando dove porta la fantasia.
Tutte queste persone, ciecamente giudicanti,  sono gli stessi che hanno gridato "je suis Charlie" per difendere la libertà di esprimere un'opinione. Quale opinione? Evidentemente la loro.

Nessuno che abbia chiesto il motivo dell'astensione...

14 aprile 2016

Possibilandia

Ho lasciato che l'inverno mi scivolasse dentro, che la malinconia mi annebbiasse i pensieri, che il pessimismo ingrigisse il mio presente e, purtroppo e soprattutto, il mio futuro. Ho mangiato come se non ci fosse un domani, dormito come se la coperta di una perenne notte boreale avesse nascosto in un tiepido "nulla" ogni "fuori" ed ogni "adesso", ho pianto su ogni spaghetto scotto, su ogni mela ammaccata, ho risposto che va tutto bene ai miei figli perplessi, a mia mamma preoccupata, a mio marito stupefatto e impotente e alla mia amica che mi capisce più di quanto immagini.
Ora basta, è primavera fuori e deve esserlo anche nell'anima.

06 aprile 2016

Referendum



Ho ricevuto alcune sollecitazioni a rispondere alla domanda "Ma tu voterai al referendum?" perciò eccomi qui.
No, io non voterò al referendum, innanzi tutto perchè ritengo che la politica energetica di un paese non vada affidata alle scelte emotive di una popolazione in larga parte priva degli strumenti culturali e tecnici per fare una scelta ponderata. In secondo luogo perchè penso che solo questioni etiche debbano (non possano, debbano...) essere fatte oggetto di referendum popolare. Poi perchè abbiamo pagato e stiamo ancora pagando le conseguenze per l'esito del referendum sul nucleare e ripetere due volte lo stesso errore è da scemi. In quarto luogo, ed è la motivazione più fragile, perchè non servirebbe a niente: entro le 12 miglia no e oltre si? Noi no ma gli altri sì? Ma che senso ha?

Immagino le obiezioni.
La politica è corrotta e dobbiamo fermarli noi (la politica è espressione della nostra cultura: dobbiamo cambiare noi stessi prima di pretendere che cambino loro). Oppure: i combustibili fossili sono la morte nera e dobbiamo cambiare radicalmente la politica energetica del paese cominciando da qui (in quanto tempo? e nel frattempo?). Oppure ancora: anche a prescindere dall'inquinamento, per la ricerca di nuovi giacimenti usano strumenti che danneggiano irreparabilmente l'ecosistema... (il referendum tratta del rinnovo di concessioni già in essere, non della ricerca di nuovi giacimenti, almeno credo)

Ecco le mie ragioni.

E le vostre?

22 marzo 2016

Sbadataggine

...e, avendo dimenticato il computer acceso il tempo di una doccia-shampoo-diffusore, quando mi sono ricordata sono tornata in studio e lo schermo mi diceva "installazione win10 27%, non spegnere il computer"
Aaarghhhhh!!!!! E chi gli ha detto di installarsi!?!?!? Ho temuto il peggio per gli 83 minuti necessari all'operazione, invece è andato tutto bene: il santo protettore delle donne sbadate pare avere guardato verso di me, fiuhhhh.....

19 marzo 2016

Papà

Il mio papà abita a dieci minuti di tranquilla passeggiata da casa mia, lo sento quasi tutti i giorni perché quasi tutti i giorni ha un problema con computer. Lui, nato quando agli adulti si dava del voi e i bambini non parlavano se non interrogati, naviga in rete come un consumato nativo digitale ma, non parlando inglese, ogni tanto non ce la fa, perciò chiama me.
Non è mai stato un papà moderno, uno di quelli che cambiano pannolini e vanno ai colloqui coi professori, ma c'è sempre stato quando ho avuto bisogno di aiuto su "cose grosse", avendo sempre delegato l'ordinaria amministrazione a mia mamma.
Oggi l'ho chiamato e gli ho fatto gli auguri. Mi ha risposto stupito: " grazie ma perché fai gli auguri a me?" e mentre parlava sentivo il suo cervello lavorare: un assordante "cricchi cricchi cricchi" di ingranaggi mentali abituati ad analizzare dettagli minuti all'affannosa ricerca di un indizio sul calendario!!!
I miei bambini invece hanno un papà che un po' c'è e un po' non c'è, perché per lavoro ogni tanto viaggia. È un giocherellone, ama fare scherzi e con loro o è severo o un clown, normale mai.
In modi diversi, io e i miei bambini siamo figli fortunati: c'è chi non può fare gli auguri al proprio papà telefonando.

Auguri ai papà, a quelli che ci sono e a quelli che non ci sono ma vorrebbero esserci!

18 marzo 2016

Mamme



Sento spesso parlare di genitori che, in attesa del loro turno, chiacchierano con gli altri genitori in coda. "Oh signora mia lei non immagina neppure quanto sia bravo il/la mio/a ciccino/a, tutti nove e dieci, una volta immagini un po' perfino un undici!" Per poi infierire sul povero prof "come si è permesso di dare al/alla mio/a ciccino/a un mediocre 8--? Ah ma adesso mi sente, signora mia, altrochè se mi sente!"

Ma dove sono questi genitori? Mai visti...

Quando vado a colloquio trovo persone normali: alcuni immersi nei loro cellulare, altri, più socievoli, commentano magari il carico di compiti "ai miei tempi alle medie non studiavamo così tanto, forse è mio figlio troppo lento?" o quanto la prof abbia capito il carattere dei ragazzi: "è timidissima, alle elementari ha fatto fatica e all'inizio dell'anno aveva paura dell'insegnante, adesso invece la vedo quasi fiorita" (quest'ultima è proprio vera: cito testualmente la mamma di un'amica di mia figlia che si riferiva alla temutissima professoressa di matematica), oppure sulle scelte per il prossimo anno "mia figlia vuole fare il liceo, potrebbe anche ma non ha ancora capito che là deve studiare di più". Genitori normali che chiacchierano normalmente facendo passare il tempo.

Forse è la mia faccia che non ispira confidenze.

...

E' da tanto che non scrivo: sono a corto di argomenti, le notizie sono tristissime e inducono un pessimismo che fa male alla salute, i miei figli stanno bene (e questo secondo mia mamma è l'unica cosa davvero importante... credo che abbia ragione) e la routine quotidiana è la solita minestra (altrimenti non sarebbe routine, giusto?)... mi sa che vi tocca accontentarvi della banalissima considerazione di qui sopra.

Buon we: è venerdì e c'è il sole!!!


29 febbraio 2016

Aggettivi

Tipica orrida domanda da colloquio di lavoro mal gestito: mi dica tre aggettivi che secondo lei la rappresentano.
Se mi sveglio male e il cielo è grigio, o se non trovo parcheggio o se i capelli hanno i ricci brutti potrei rispondere con in triplete "rassegnata, inascoltata, trasparente"
Ma se invece da dietro le nuvole spunta il sole, se il libro che ho letto ieri mi è piaciuto, se il caffè stamattina era buono, se i riccioli cascano come piace a me (ebbene sì, sono ricciopatica!) o se le margheritine nei loro vasetti nuovi fanno primavera allora potrei rispondere con il triplete "serena, libera, rassicurata".

Nessuno dei due elenchi è falso, nessuno è vero.

Forse "mutevole" è l'aggettivo che mi rappresenta meglio, però è uno e ne mancano due... Quali?

PS: ho usato due volte il termine "triplete". Abbiate pazienza: ieri abbiamo perso con la Juve e ognuno si consola come può ;-)

16 febbraio 2016

Ho imparato altre tre cose... un periodo fecondo!


Ho imparato che, quando si parla con chi sta affrontando una difficoltà, suggerire una possibile soluzione o anche soltanto un tentativo è difficile e pericoloso. Il più delle volte si suggeriscono strade che l'interlocutore ha già individuato e scartato, quando non addirittura già inutilmente percorse. "Se fosse così facile -mi ha detto una volta una mia cugina- non credi che avrei già risolto il mio problema?"
Ho imparato anche che ciò che è naturale o facile per me può essere incredibilmente difficile per altri: ognuno ha la sua storia, eventi passati hanno costruito le più varie personalità seguendo percorsi spesso difficili da rintracciare. E' credibile che una delusione, un'incomprensione, una distrazione di oggi possa causare danni che saranno evidenti fra trent'anni? E' incredibile, eppure a volte succede.
Ho imparato che a volte è più efficace limitarsi ad ascoltare, perchè il mio interlocutore, parlando e sentendosi ascoltato, chiarisca a sè stesso i suoi pensieri e trovi, se c'è, la strada giusta per lui, strada che magari è diversissima da tutti i saggi suggerimenti che potrei dare io sulla base delle mie esperienze e della mia testa. Parlare a volte è difficile, confidarsi e mettersi a nudo, per alcuni è una vera impresa. Commentare con continui "ma perchè non fai così, non capisco perchè non fai cosà", oltre a ridurre al silenzio chi già sta faticando a parlare, rischia di farlo sentire giudicato e incapace.

Ecco, forse la lezione di oggi non sarà granchè, ma meglio di niente. O no?

A pensà mal se fà pecad ma s'induina

Notizia 1) che non è una novità: si perverrà all'approvazione di una qualche forma di riconoscimento delle unioni omosessuali
Notizia 2) il governo ha annunciato la revisione delle norme che regolano le pensioni di reversibilità.

Mumble mumble...

Ci sarà mica un collegamento fra le due notizie?!?!

29 gennaio 2016

Tre cose ho imparato

Mio figlio mi ha insegnato che "ogni rovescio ha la sua medaglia".
Quando me l'ha detto io, ovviamente, l'ho corretto e l'ho dimenticato. Poi però ci ho ripensato e ho deciso di condividerlo con chi ha la pazienza di seguirmi da tanti anni: sarebbe davvero un peccato enorme perdere una tale miniera di saggezza e ottimismo!

Ho imparato anche che io posso fare la differenza. Magari il mondo non se ne accorgerà mai ma chi mi circonda sì e forse questo basta. 

Ho imparato che il mondo là fuori gira sia che io giri insieme a lui sia che io mi rinchiuda a bozzolo... è più divertente girare.

Non è poco, mi sembra.

28 gennaio 2016

Il suo nuovo giocattolo



Vi presento il nuovo giocattolo di Matilde. Era mio e giaceva inutilizzato da decenni in un angolo buio e freddo in casa dei miei. Poi, complice una app del telefonino, Matilde ha deciso di studiacchiare un po' di pianoforte. Per un paio di mesi ha peregrinato, libro sotto il braccio, da casa nostra a casa dei miei per strimpellare le sue dodici battute settimanali. Ora il suo maestro sostiene che forse, se avesse il piano in casa e studiasse di più, potrebbe progredire più velocemente e cominciare così la suonare cose più divertenti. Quindi, eccomi qui, seduta sulla mia poltrona preferita accanto al mio vecchio pianoforte. Che mi ricorda, ahilui, di quando per pigrizia l'ho abbandonato...
Chissà se Matilde sarà più brava di me!

Educazione sessuale

Nella puntata del 7 dicembre 2015 di "L'erba dei vicini" è andato in scena l'incontro Italia Vs Paesi Scandinavi.
Fra gli altri argomenti, Severgnini ha affrontato il tema "Educazione sessuale: a chi spetta?", lasciando la parola a Line Anne Roien, una deliziosa signora danese (credo), e a Filippo Savarese, un signore parecchio conservatore (e parecchio meno delizioso...). In estrema sintesi, la signora danese raccontava dell'esperienza nel suo paese nel quale l'educazione sessuale è affidata alla scuola che segue precisi programmi ministeriali, mentre il signore italiano rivendicava alla famiglia il ruolo di educare i figli alla sessualità.
Sul momento non ho fatto molto caso alla faccenda, mi sono goduta la trasmissione, davvero carina, e sono andata a dormire.
Poi ho riflettuto.
Affidare l'educazione sessuale dei ragazzi alle famiglie? A quali famiglie?
Quelle benpensanti stile Italia anni '60?
Quelle colte progressiste un po' dem aperte curiose e libere (o libertine?)...
Quelle iper cattoliche e iper conservatrici?
Quelle un po' troppo pakistane, che sgozzano le figlie se comprano un paio di jeans o vogliono andare a scuola?
Ecco, riflettevo su tali ameni argomenti e ho pensato che anche attraverso l'educazione sessuale, che poi diventa educazione all'affettività, al rispetto reciproco, al riconoscimento del valore dell'altro e della sua volontà, anche attraverso tutto questo passa l'integrazione.
Quindi, ancora una volta, l'erba del vicino è più verde.

27 gennaio 2016

Delle famiglie


Non parlerò, oggi, di ciò che penso della shoa: meglio astenersi dal dire ovvietà.

Parlerò invece, dicendo comunque una montagna di ovvietà, delle famiglie: tradizionali, allargate, omo, etero, mono bi tri parentale e chi più ne ha più ne metta. E ne parlerò perchè un paio di sere fa, a tavola, Tommaso mi ha detto che a lui per essere felice basta avere "almeno" una mamma, anche due potrebbe andare. Sui due papà, invece, ha delle riserve perchè "pungono quando fanno le coccole" (ha tredici anni ma ancora qui stiamo!)
Contemporaneamente, il cardial Bagnasco pontificava il tv in difesa della famiglia tradizionale supplicando i cattolici di qualsivoglia schieramento politico di operare nella direzione da lui auspicata.
Ma io mi domando:
1) Vietare il riconoscimento delle unioni omosessuali avrà forse il magico potere di trasformare tutti i gay in etero?
2) Il cardinale Bagnasco è davvero così preoccupato del destino delle casse dello Stato Italiano, perchè per lo Stato Italiano è di questo che si parla...
3) Di quale famiglia tradizionale stiamo parlando? Lui&Lei sposati in chiesa e genitori di millemila figli devotamente battezzati? Lui&Lei sposati chissà come e dove e con figli battezzati-ma-anche-no? Lui&Lei che un dì si sono stretti in un abbraccio e hanno deciso che vivere insieme è bello? Lui&Lei sposati, divorziati e risposati che fino a qualche hanno fa venivano additati come lo scandalo che avrebbe scardinato la società civile basata sulla famiglia regolarmente costituita in chiesa e oggi, ma sì, in mancanza di meglio vanno bene anche loro perchè etero? E perchè la difesa di tali famiglie dovrebbe comportare il divieto ad una vita serena a chi etero non è? Non capisco. Cioè: capisco Bagnasco che da cardinale pensa tutto il male possibile delle unioni omo. Non capisco chi gli va dietro.
4) Poi c'è la questione dei figli e delle adozioni dei figli. Una coppia omo è, in quanto coppia omo, biologicamente sterile, perciò figli naturali non ne possono avere. Ora dirò una cosa abominevole, lo so, ma è così folle consentire alle coppie omo sposate di adottare bambini che non abbiano legami biologici con nessuno dei due partner? A me proprio la procreazione a comando di bambini magari impiantati in corpi di donne che noleggiano il proprio utero in cambio di denaro, a me tutto questo non va giù. E' una forma moderna (moderna? Quanti eredi di nobili casate sono stati partoriti da servette perchè la consorte titolare era sterile?) di riduzione in schiavitù del corpo femminile che mi dà un senso di ribrezzo...
5) Infine, qualcuno può spiegarmi perchè occorre inventarsi una nuova forma di riconoscimento delle coppie (che siano etero o omo a questo punto non fa differenza) Voglio dire: perchè non estendere semplicemente alle coppie omo il diritto di accedere ad un normalissimo matrimonio civile? E perchè tante coppie etero chiedono il riconoscimento del loro essere coppia ma rifiutano il matrimonio civile? Esistono giù due tipi di unione: matrimonio civile per tutti coronato, per chi ci crede, dal matrimonio religioso. Non capisco perchè inventarsene un terzo, una specie di "piccolo matrimonio", con meno obblighi e meno diritti, penso... ma in cosa differirebbero?

Spero che i miei figli siano etero perchè nell'Italia di oggi vivere da omo è ancora difficile sia per le discriminazioni legate all'ignoranza della gente, nei confronti della quale lo Stato nulla può, sia per le discriminazioni legate alle norme, nei confronti delle quali invece lo Stato può molto.
Vorrei vedere il mio Paese diventare più giusto.


20 gennaio 2016

Far ripartire l'economia

Il mondo occidentale è popolato da gente che si straccia le vesti immaginando soluzioni per far ripartire l'economia: diamo credito alle imprese, facciamo formazione ai disoccupati, salviamo le banche, facciamo così o cosà con i titoli di stato, togliamo le frontiere, mettiamo i dazi contro le merci cinesi-indiane-americane, prendiamoci i clandestini che lavorano a basso costo, non prendiamoci i clandestini che pesano sul bilancio di sanità-scuola-accoglienza... potrei andare avanti ma tanto avete capito.
Una sola considerazione non ho mai sentito: l'economia (non la finanza) riparte se ci sono clienti. Solo con clienti da soddisfare le imprese andranno a chiedere finanziamenti sensati (per ora li chiedono solo per pagare debiti e tasse) e assumeranno gente.
Tutto il resto è chiacchiera.

Ok, lo so: non è che ho fatto chissà quale scoperta. E' che ancora stamattina sentivo parlare di QE, di iniezione di liquidità, di miliardi di euro (stampati e) distribuiti a pioggia... nulla di tutto ciò ha funzionato e l'Europa (intesa sia geograficamente che politicamente) tracolla.

PS: pare che un giorno, parlando con qualcuno del suo staff a proposito dei moti in Italia passati poi alla storia come "Risorgimento",  von Metternich abbia detto che:

La parola Italia è una espressione geografica, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle.

Ecco, mi pare calzante anche per l'Europa

15 gennaio 2016

Entrare dentro...

"Entrare" significa: Andare dentro (treccani)
Quindi "Entrare dentro" significa "andare dentro dentro": è un errore da bambini, da gente che non ha la minima idea di cosa sia la lingua italiana, da superficiali ignoranti.

Odio chi dice entrare dentro, uscire fuori, salire su o scendere giù, mi grattano le orecchie come cartavetra passata sulla pelle del viso.

Se poi chi lo dice è l'archeologa che presenta le ricerche sulla Domus Aurea, il giornalista che presenta il tg in prima serata, l'insegnante che insegna ai miei figli, ecco, li odio ancora di più!

Ora che l'ho detto sto meglio? No, non mi cambia la giornata però, come direbbe Shrek, meglio fuori che dentro!

14 gennaio 2016

Se io fossi...

Ho fatto questo gioco diversi anni fa e una mia amica mi ha proposto di rifarlo oggi, senza rivedere prima le vecchie risposte, per scoprire se e in che cosa sono cambiata.
Ho parecchi dubbi: devo dire la prima cosa che mi viene in mente o devo riflettere? E devo dire come mi vedo o come vorrei essere? Le tre cose non coincidono, perciò ho deciso che rifletterò sulle risposte e che scriverò ciò che vedo ora. Il "come mi vorrei" non ha alcun senso, in effetti...


Se fossi un animale...
...sarei una farfalla, prima della muta ;-)

Se fossi un numero...
...3, chissà perchè

Se fossi un colore...
...blu

Se fossi uno sport...
...corsa di resistenza su pista: una fatica mostruosa e non arrivi da nessuna parte 

Se fossi una materia scolastica...
...filosofia: tomi immensi a parlare di problemi che si risolvono con altri approcci

Se fossi un mestiere...
...un fabbro: suda e picchia come un forsennato

Se fossi un luogo...
...il mare visto da un'alta scogliera

Se fossi un periodo storico...
...il medioevo: superstizioso e talvolta oscuro, ma è da lì che sono nati l'umanesimo e il rinascimento

Se fossi un genere musicale...
...il jazz, Qualcuno lo capisce?

Se fossi un film...
...Sliding doors

Se fossi un cartone animato
...Ribelle the brave. A patto che qualcuno sappia spiegarmi perchè "The brave" è stato tradotto con "Ribelle"... forse che non esiste coraggio femminile?

Se fossi una lettera...
...sarei una raccomandata a/r dell'agenzia delle entrate! Ho capito ho capito, non era una lettera in quel senso. Questa me la ricordo: avevo risposto una L. Adesso istintivamente ho pensato all'"alfa e omega" di cristiana memoria. Mah, diciamo alfa, ma che nessuno mi chieda perchè

Se fossi un oggetto...
...il mio cellulare

Se fossi un giorno della settimana...
...lunedì

Se fossi un mese...
...settembre

Se fossi un indumento...
...un caldo maglione di lana. Il primo indumento al quale ho pensato è stato un blazer, una giacca formale da lavoro, ma poi...

Se fossi una pietra...
...lapislazzulo: profondo ma con quei luminosi lampi dorati

Se fossi un libro...
...

Se fossi una canzone...
...oddio, passo da
 "The show must go on" 
a

"Ritornando a casa"
...temo di essere un po' confusa

Se fossi un cibo
...pane

Se fossi una bevanda...
...acqua

Se fossi uno strumento musicale...
...un pianoforte

Se fossi un profumo...
...tiglio

Se fossi un frutto
...una pesca

Se fossi un gelato...
...pistacchio

Se fossi una Festa...
...Natale, LA festa

Se fossi una nazione...
...Italia: sa di famiglia, di pranzi domenicali dai nonni, di tante belle idee che poi però restano lì, sospese

Se fossi una lingua...
...inglese: mi sento sempre lì lì per farla mia, per comprenderne i meccanismi e dominarla e invece non succede mai... mi sfugge

Se fossi un fiore...
...un papavero

Se fossi una capitale...
Milano. E chi dice che non è una capitale non ha capito niente

Se fossi un gioiello...
...un anello, perchè sono simboli

Se fossi un personaggio delle fiabe...
...Biancaneve: dorme mentre qualcuno le risolve la vita

Se fossi uno dei Sette Nani...
...vorrei dire Pisolo ma temo che Brontolo mi si addica di più

Se fossi un sentimento...
...compassione

Io ho fatto, ora mi aspetto che chi ha lanciato la sfida faccia come me!

13 gennaio 2016

Paper book Vs Ebook

Sono sempre stata una grande amante dei libri. Ricordo ancora quando, bambina, andavo nella cartoleria di fronte a casa mia a "scambiare" la cedola della scuola con il sussidiario e il libro di lettura... come profumavano di buono! Di carta e di stampa, di pagine intonse da sfogliare prima e da riempire poi! Mi avrebbero fatto buona compagnia per tutto l'anno, quei libri, e quanto li amavo!!!
Ancora oggi una delle sensazioni che più mi danno piacere è annusare i libri nuovi: alcuni hanno lo stesso odore del mio vecchio sussidiario e io torno bambina, come una passeggiata sotto i tigli in fiore.
Amo anche i tigli in fiore, mi sono detta, ma questo non significa che me ne debba piantare uno in salotto. Perciò ho ceduto (anche la presbiopia ha detto la sua) e ho comprato un ereader. Quindi ora, da fortunata proprietaria di tale malefico aggeggio, posso dire la mia a ragion veduta.

Vantaggi:
1) pesa pochissimo.
2) ci vedo bene
3) la disponibilità di titoli di grandi classici gratuiti è talmente vasta che ho già più che ampiamente recuperato la spesa. E anche i titoli in vendita sono spesso più economici, ovviamente.
4) scaricare i libri è velocissimo 
5) è ecologico perchè determina una diminuzione del traffico veicolare (sempre ingegnere sono!)
6) la ricerca del significato di parole sconosciute, sia italiane che straniere (per ora ho installato solo questi due vocabolari) è immediata e rende la lettura fluida anche a chi non ha dimestichezza con una determinata lingua, per esempio la sottoscritta con l'inglese. Non voglio dire che si imparano le lingue, però aiuta. Inoltre la voce di vocabolario che viene mostrata è esattamente quella che si legge sul corrispondente volume cartaceo, non è come utilizzare google translator!

Svantaggi
1) bisogna sapere cosa si vuole comprare perchè scartabellare in rete non sarà mai come girovagare fra gli scaffali di una libreria "vera"
2) non sostituisce i libri di carta. I libri fotografici, ad esempio, o i fumetti per chi li legge o anche certe belle edizioni cartacee... Ma non è uno svantaggio, semplicemente è un aspetto di cui tener conto.
3) non è possibili prestare un volume, è un grande limite.

C'è chi sostiene che il libro elettronico sarà la morte dell'editoria... mah! Potrebbe causare la morte delle tipografie e dei distributori, potrà danneggiare le librerie, già ampiamente danneggiate dai vari Amazon e Ibs (e anche Feltrinelli e Mondadori e Giunti...) ma come può danneggiare l'editoria? Che differenza può fare il supporto sul quale si stampa e distribuisce un testo? La cosa importante, l'unica cosa importante resta il testo. E il testo non cambia, l'autore non cambia. Ora sto leggendo "Il buio oltre la siepe" edizione cartacea e "I fratelli Ashkenazi" edizione elettronica. Sempre quei due libri sono, con i loro bravi diritti d'autore regolarmente versati a chi di dovere. 

Ecco, se dovessi indicare un limite grande direi che non darei in mano ad un bambino un ereader: credo che il contatto con la carta (o il cartone per i più piccoli), le sensazioni tattili e uditive e anche olfattive siano esperienze di crescita preziose. In un libro vero ci si orienta, ci si perde, e ci si ritrova ed è così bello andare avanti e indietro! Il fatto è che per i bambini è bello il libro in quanto "oggetto" non in quanto "supporto" per un testo. 

Voilà, ho detto la mia. A voi la parola...