20 dicembre 2019

Interpretazioni

Tommy ha fatto colloqui di ammissione per un'università. Sul modulo di convocazione, alla voce "dress code", c'era scritto che non era richiesto nessun particolare abbigliamento, di indossare pure ciò che mette a proprio agio i candidati. 
Gli inglesi, abituati a presentarsi a scuola in giacca e cravatta, si sono accontentati di mettere una maglia di lana sopra la camicia, l'unico italiano presente (oltre a Tommy...) aveva scelto una felpa discreta al posto del golf di lana, i due americani si sono presentati con la tuta di triacetato, quelle lucide e scivolose!!
Diverse interpretazioni di "wear whatever's comfortable"!

16 dicembre 2019

Come potrei non commentare le elezioni in UK?

Non posso, e quindi commento.
Man mano che la campagna elettorale procedeva e che la data delle elezioni si avvicinava, diventava sempre più chiaro che avrebbe vinto Boris, anche se non avrei mai pensato con tanto vantaggio.
Ho sempre sostenuto, però, che una cosa è il referendum e un'altra le elezioni politiche e che confondere le due cose sia sbagliato, così c'è gente che dice di aver votato BJ per avere la garanzia che qualcuno chiuda 'sta faccenda della Brexit e si possa finalmente andare avanti: la vignetta che ritrae il povero elettore britannico con una molletta sul naso e la matita in mano ha raggiunto lo scopo; opposto, ma l'ha raggiunto.
Il punto è che JC ha fatto campagna elettorale pro Boris fin dall'inizio: come si fa a sostenere che le scuole private vadano chiuse perchè sono migliori delle pubbliche? Come si può sostenere di voler nazionalizzare le aziende private che si occupano di servizi pubblici (trasporti, gas-acqua-elettricità) pagandole con i titoli di stato? Come si può sostenere la causa palestinese appoggiando movimenti antisemiti? Più in generale come si può minimizzare le responsabilità dei terroristi islamici pensando che questo non abbia conseguenze sull'opinione pubblica, in un Paese nel quale attentati di matrice islamica non sono poi così rari? Ma soprattutto, visto il frangente: come si può non dire mai, MAI, con chiarezza quali sono le intenzioni labour a proposito della Brexit?
E Jo Swinson? Lei, geniale statista, ha detto che avrebbe "annullato" il risultato del referendum. Non che ne avrebbe indetto un secondo, cosa a mio parere sacrosanta. No: avrebbe cancellato il risultato del primo, dichiarando apertamente di infischiarsene dell'opinione democraticamente (ancorchè superficialmente, ma questa è solo la mia ipotesi) espressa dagli elettori britannici tre anni fa. Ma perfino io che sono la classica "casalinga di Voghera" capisco che non si può e non si fa!
In questo desolante panorama, i Tories hanno vinto in costituencies nelle quali non avevano mai preso più di una manciata di voti: qui i dati.
L'affluenza non è stata massiccia (67%, meno del 68% del 2017 e meno del 72% del referendum), ma evidentemente va bene così: stavolta non è più sostenibile l'alibi del "non avevamo capito l'importanza del voto, per questo non siamo andati a votare". Chi ha voluto, è andato e ha votato. Chi non si è scomodato si adegui.
PS: è già partita la campagna per riportare l'UK in EU!

10 dicembre 2019

L'Italia e il suo declino



                   Numero di brevetti          Abitanti         Brevetti /100.000 ab.    PIL procapite


Germania              31.583                   83.000.000                38                          46.341
Francia                  19.186                   67.000.000                29                          39.552
UK                          6.832                   66.000.000                10                          40.150
Corea del Sud       89.227                   51.500.000               173                         36.519
USA                    144.413                 327.000.000                 44                         55.700
Cina                    345.959              1.393.000 000                 25                          16.195
Svizzera                  4.872                     8.500.000                 57                          59.000

Italia                       9.787                   60.000.000                 16                           33.333


Spicca per la sua pochezza l'UK, che però ha un PIL procapite decisamente più alto del nostro e che deve tanto della sua fortuna economica al terziario che, ovviamente, brevetta poco.

A questo aggiungiamo una percentuale di laureati fra le più basse d'Europa, un'altissima percentuale di aziende piccole e piccolissime e una scuola assai poco performante e il quadro è completo.

Dove vogliamo andare?

Dati del 2018, PIL in dollari, fonte https://www.wipo.int/ipstats/en/statistics/country_profile/#I

08 dicembre 2019

Coppie


Coppia d'assi, doppia coppia in una partita a tennis, coppia di gemelli affiatati e coppie di fratelli lontani, coppia di amiche che si sentono tutti i giorni e coppie di amiche che invece "bastano gli auguri a Natale ma siamo amiche lo stesso", coppie di colleghi che da soli lavorano per uno e insieme lavorano per quattro, coppie madri&figlie che si scambiano rasoi e asciugacapelli, insieme a confidenze e pettegolezzi e coppie madri&figli che si scambiano commenti e provocazioni, coppie di giovani amanti appassionati e appassionanti e coppie di maturi coniugi che, dopo vent'anni insieme, ancora si tengono per mano a letto per addormentarsi sereni, coppie di vecchi brontoloni che sai che stanno bene proprio perchè continuano a brontolare, coppie di nonni seppelliti lontani perchè al cimitero non c'erano due posti vicini e sai che non te lo perdonerai mai.

Io sono "1 di 2" in almeno una mezza dozzina di coppie differenti, e scommetto di essere una persona differente all'interno di ciascuna di queste coppie... sarebbe interessante scoprire come tutti questi partner mi descriverebbero ;-)

Nota: Come scrivere di "coppie" senza cadere nel retorico, nel ridicolo, nel melenso, nel già detto milioni di volte? Mah... ci ho provato e, per quanto orribile sia il risultato, non perderò la vostra stima per questo.
Spero...

26 novembre 2019

Blog maschili vs Blog femminili

Un mio amico, blogghista e lettore come me, qualche settimana fa mi ha confessato che non passa spesso a trovarmi perchè trova i miei argomenti troppo femminili. "Sai -ha detto- parli di figli e scuola".
Ora, fermo restando che uno ha il sacrosanto diritto di scegliere di quali argomenti interessarsi, cosa leggere e come impiegare il suo tempo, ma davvero "figli e scuola" sono argomenti femminili?
O meglio, so che sono essenzialmente le mamme a occuparsene, ma non sarebbe ora che gli uomini colmassero questo vuoto e cominciassero a essere padri oltre che genitori?
I vantaggi, innegabili, sarebbero su entrambi i fronti. Da un lato, finalmente i figli potrebbero beneficiare di un diverso punto di vista, spesso più leggero e ludico, dall'altro i padri potrebbero finalmente conoscere i loro figli per come veramente sono e non per come li immaginano.
Aspetto repliche, non solo da Chiara questa volta ;-)

04 novembre 2019

Amiche da sala, amiche da cucina

Sapete, non è in quella manciata di secondi che passano fra il trillo del campanello e la maniglia che si abbassa che si decide se, al di là della porta ci sia un'amica "da sala" o un'amica "da cucina".

Non è che una sia migliore dell'altra, e neppure che una sia più intima e l'altra più formale. E neppure che una venga condotta davvero in soggiorno e l'altra invece in cucina, fra la caffettiera che borbotta e un'orata che si scongela.

È che, forse, una emana calore e l'altra stimola riflessioni profonde, la prima ti fa sentire una persona necessaria, la seconda ti fa capire che puoi diventare migliore. L'una è cuore e pancia, l'altra cervello e anima. E, non so, non mi è mai capitato che l'una si trasformasse nell'altra... chissà se perché questa caratteristica sia intrinseca o se perché, una volta stabilito un certo tipo di rapporto, questo non possa più mutare.

E chissà che amica sono io, se da sala o da cucina...


10 ottobre 2019

Il sole e la luna

Io sono il sole e la luna, sono quella che si fida della scienza ma poi si appassiona alle lingue e alla filosofia, quella che si diverte a cambiare Paese ma poi sente la mancanza delle amiche, della guida a destra, della mamma e della crescenza, decidete voi l'ordine.
Sono la mamma che esige una scuola seria, di qualità e severa ma solo se ai suoi figli resta poi il tempo per avere una vita, quella che esige coerenza poi, vabbè, non esageriamo.
Sono quella che si sente una giovane promessa e si stupisce quando allo specchio vede una signora di mezza età con l'urgente necessità di far visita a un parrucchiere, quella che vorrebbe avere il corpo di quando aveva vent'anni ma la palestra è noiosa e poi mi piacciono tanto dolci e formaggi. Quella fiera delle confidenze dei suoi figli, ma perché vi viene voglia di parlare quando in tv trasmettono Montalbano?
Amo in egual misura arrampicarmi per sentieri impervi in alta montagna e poltrire davanti alla tv con una tazza di cioccolata calda in mano, viaggiare lontano per provare cucine esotiche e la casoela di mia mamma, che trova noiosa la routine ma poi guarda per la 23esima volta "Pride and Prejudice" nella versione della BBC degli anni '90, con un magnifico Colin Firth nei panni di Mr Darcy che meglio di lui nessuno mai.
Sono contraddizioni, incoerenze gravi o semplicemente l'umanità è così: ognuno di noi uguale a se stesso e al suo opposto?

21 settembre 2019

Quando si perde il filo

I gruppi WhatsApp sono una gran cosa: permettono di comunicare velocemente e semplicemente con, appunto, gruppi di persone senza doversi ripetere n-volte. Ricordate le catene di telefonate di una volta? Ecco, storia passata. I guaio è che talvolta sopravvivono alla fine o, più banalmente, alla variazione del gruppo fisico che li ha resi necessari.
Capita così che io sia al corrente degli aperitivi organizzati dalle mie amiche, aperitivi ai quali non potrò mai partecipare, o che legga auguri di buon divertimento o buon viaggio dall'una all'altra di loro (una volta avrei scritto "di noi") e non sappia a cosa si riferiscono, o che scopra, leggendo fra le righe, che la più refrattaria al movimento fisico fra le mie amiche abbia abbracciato lo yoga o, ancora, che uno scivolo verso la pensione abbia reso felice chi, essendo solo un pochino più grande di me, sarebbe ancora tanto ma tanto lontana dall'età prevista.
Capita anche che i messaggi che scambio quasi quotidianamente con alcune di loro siano una lunga sequenza di come va, come stai, tutto normale, tutto al solito, fa caldo, fa tiepido, ho troppo lavoro, ho poco lavoro... ma poi non è vero che non succede niente e che è tutto normale e tutto al solito: i figli crescono e fanno esperienze che una volta avremmo condiviso e commentato, così come avremmo commentato il nuovo partito di Renzi o, che so, la tassa sul prelievo di contanti al bancomat.
Anche noi cambiamo, anche se alla nostra età forse i cambiamenti sono tanto lenti da essere impercettibili. Ma sono impercettibili per chi li vive quotidianamente; quando io torno, invece, li noto e così io non sono più io, loro non sono più loro e, tristemente, noi non siamo più noi.

10 settembre 2019

NHS vs SSN

Ho male a una spalla, da mesi.
Il 29 di aprile (ho controllato or ora sul calendario) mi sono sottoposta a un'ecografia, poi... più nulla.
La filosofia quassù è che l'ospedale spedisce al medico di base gli esiti e lui decide se sia il caso di rivedere il paziente oppure no. L'idea di fondo, suppongo, è che, se un esame è negativo, significa che il paziente è sano. Con buona pace dei suoi dolori.
Ho male a una spalla da mesi, dicevo, ma non sto morendo e, muovendomi con cautela, sono riuscita  a evitare dolori e doloretti quel tanto che basta per lasciare passare le vacanze.
Ma.
Ma oggi pomeriggio l'ospedale ha chiamato il Peppe (unico cellulare inglese della famiglia -mi sa che dovremo porre mano a questo aspetto) dicendogli che domani pomeriggio alle due e mezza ho una visita specialistica. Accetto? Ovvio che sì, però...
Riflettiamo.
Non si fanno vivi per 4 mesi e mezzo, non mi mandano impegnative (mi presento senza un pezzo di carta? In Italia sarebbe pura follia e, temo, anche qui...) e chiamano con meno di 24 ore di preavviso.
Sono allibita, vi racconterò.


09 settembre 2019

Piccole gesti d'altri tempi

Le corse in autobus costano una fucilata e i mezzi non sono poi questi esempi di pulizia e modernità, ma i passeggeri, quando salgono, salutano l'autista e, quando scendono, ringaziano e augurano buona giornata.
Piccoli gesti di gentilezza e buona educazione.

04 settembre 2019

Results Day

Di quel giorno mi rimarrà impresso il ricordo del prof di chimica che si aggirava tra fiumi di lacrime distribuendo kleenex e conforto.

03 settembre 2019

Settembre è il lunedì dell'anno

E come tutti i lunedì, si comincia, si organizza, ci si mette a dieta, si riordina, si elimina il superfluo e... si compra roba varia in cartoleria.
La mia amata secondogenita è trionfalmente rientrata dal primo giorno di scuola esibendo garrula un sacchetto contenente 2 biro 3 matite 2 gomme e due quaderni A4 e esclamando "...e pensa, solo 20£!!!"

22 luglio 2019

Parlami, non ti sento



Non ti sento sotto, ti sento tutto attorno, impenetrante come una tangente che si avvicina, mi sfiora e se ne va.
Tu parli, non mi parli. Dici le buone cose sensate che sai essere giuste, come un tubino nero nell'armadio e un golfino nel bagaglio per il mare, che non si sa mai. Ma io, con tappi di ovatta nelle orecchie, sento la tua voce che mi arriva, decodifico le parole, a volte le frasi, ma non ne comprendo il senso, come quando cammino per le strade di questo Paese e mi arrivano voci ma non significati.
Io parlo e tu senti ma non mi senti, non senti le mie emozioni sotto la tua epidermide; le mie parole sono solo onde sonore capaci, sì, di far vibrare i tuoi timpani ma non il tuo "recettore di emozioni" (esiste? come si chiama? un poeta lo chiamerebbe "cuore" o "anima"...) e così restano a galleggiare sopra il solito mare di spiegazioni razionali. Come spiegare il prurito da orticaria a chi non è mai stato punto neppure da una zanzara...


10 luglio 2019

Di scelte, passioni e campi estivi

Matilde sta partecipando a questo campo : un po' di avventure sul lago, un po' di conferenze su argomenti vari, un po' di crowdfounding per charities varie... un modo divertente, interessante e socialmente impegnato per intrattenere mandrie di sedicenni per 4 settimane dopo gli esami.
Fra le varie conferenze proposte dal NCS, una riguardava i criteri di "employability", nel dettaglio: quali caratteristiche personali le aziende valutano.
L'elenco è stringato: puntualità, capacità di lavorare in team, capacità di lavorare a lungo, capacità di focalizzare l'obiettivo, rispetto delle regole.
Stamattina, durante la colazione, Matilde, a ruota libera, mi raccontava l'episodio e commentava: nessun accenno, neppure di sfuggita, a cose come intelligenza, capacità di analisi critica delle situazioni, creatività, intraprendenza, curiosità e indipendenza. Vogliono degli ingranaggi, diceva, dei minions bravissimi a obbedire, ad abbassare la testa sulla scrivania e a produrre il pezzettino di risultato di loro competenza ma non abbastanza curiosi da chiedersi quale sia il disegno generale nè, tantomento, sufficientemente intelligenti da capirlo. Matilde ha capito che qualcosa non quadra.

Tommaso sta partecipando a una serie di attività nelle università. La scorsa settimama era a Cambridge, facoltà di fisica, per un seminario di 4 giorni : una sorta di induction alla vita universitaria e agli studi scientifici. Attenzione puntata sulla passione; la vita qui è tosta, raccontavano professori e studenti del 3 e 4 anno ai partecipanti: i ritmi serrati e aspettative alte. Solo chi ha vera passione per la materia (che sia fisica o filosofia o letteratura...) regge, ma, se siete sostenuti da vera passione, questo corso vi darà tutto. Passione è già meglio di puntualità e rispetto delle regole.

Questa settimana è alla Metropolitan Manchester University, una delle università minori (e abbiamo capito perchè!) della città, per una introduzione ai corsi di ingegneria. Non che gli freghi molto dell'ingegneria, ma è sempre meglio che andare a scuola, no? Attenzione puntata su quanto è figo fare l'ingegnere, quanto sia divertente la vita alla MMU, quanto alto sia lo stipendio medio di un ingegnere "...che se guadagnate tanto poi potete andare in pensione presto e godervi la vita". Ora, è senz'altro meglio guadagnare tanto che poco, solo i ricchi possono pontificare su quanto i soldi siano inutili. Ma davvero vogliono spingere l'intera coorte degli Y12 a perseguire carriere che non amano (ma tanto utili alla società...), propinando la favola del "poi da ricco sarai felice"? (poi, che un ingegnere diventi "ricco" è tutto da dimostrare...). Il messaggio della MMU assomiglia molto a quello del NCS di Matilde e anche Tommaso, anche se in modo meno lucido di sua sorella, ha espresso le medesime perplessità: davvero suggeriscono alla gente di non assecondare le loro passioni?

Se è vero che porsi la domanda giusta è spesso più importante che darsi una risposta, direi che questi campi hanno raggiunto lo scopo. Magari non il loro, il mio sì.


03 luglio 2019

Numeri

il peso e la statura
la taglia dei pantaloni e la misura del reggiseno
lo stipendio
il saldo di conto corrente
il voto di maturità e quello di laurea
l'età
l'età alla quale ci siamo laureati o sposati o abbiamo avuto il primo figlio... traguardi (?)
l'età della prima volta (troppo presto? troppo tardi? troppo medio?)
i metriquadri di casa
la distanza dal centro (in tutti i suoi possibili significati)
la cilindrata della macchina
quante macchine
quante case
quanti amici
da quanti anni siamo amici
quanto dura (capiscimi...)
quanti aperitivi
quanti viaggi all'anno

Numeri che ci definiscono o ai quali permettiamo di definirci, attribuendo loro un valore che assolutamente non hanno o permettendo che ad essi venga attribuito un valore che eccetera eccetera...





02 luglio 2019

Incipit

"...vorrei scrivere un libro che fosse solo un incipit,
che mantenesse per tutta la sua durata la potenzialità dell'inizio,
l'attesa ancora senza oggetto..."
(I. Calvino- Se una notte d'inverno un viaggiatore)


Mi piacciono gli inizi.








Ecco, la tentazione di finire il post così, avendolo appena iniziato, è fortissima!
Ma sarebbe quasi uno scherzo, perciò -coraggio!- andiamo avanti.

Ecco, in queste tre righe è racchiuso tutto: l'eccitazione dell'inizio, lo sconcerto della pagina bianca, la fatica del proseguimento. Manca solo la conclusione, ma questa manca sempre, giusto?

Sono sempre stata così. A scuola difficilmente arrivavo a consumare l'ultima pagina dei quaderni, li lasciavo sempre prima, incompiuti. Perchè? Non ho mai capito se prevalesse l'eccitazione per il nuovo quaderno, intonso e col dorso ancora un po' rigido, e per questo motivo tendessi ad anticiparne il piacere, oppure il terrore per il "troppo compiuto", come se quelle pagine bianche alla fine del vecchio quaderno lasciassero spazio al ripensamento.
All'università, dopo ogni esame, la sera stessa, cascasse il mondo, dovevo preparare sulla scrivania il materiale per l'esame successivo. Magari non avrei aperto il libro per quei due o tre giorni di (talvolta) meritato riposo fra un esame e l'altro, ma non importava: dovevo preparare tutto: i libri (già letti e sottolineati, ovvio, ma non ancora "s(t)ud(i)ati") il quaderno bianco, gli appunti, penne e matite... tutto l'ambaradan.
Tutti i corsi che ho seguito: le prime pagine degli appunti sono ordinate come libri stampati, poi...

E i libri, questi meritano una nota a parte. Aprire un libro e affondare il naso quando ancora sa di nuovo è una delle mie "madelaines"! Leggere le prime righe e vedere se la magia si verifica e, quando capita, lasciarsi avviluppare. Capita sempre più di rado, chissà perchè?

Una cosa mi è chiara, del motivo per il quale gli inizi sono così eccitanti e il proseguimento così faticoso: l'inizio apre, con le sue infinite possibilità, tutti i mondi immaginabili. Proseguendo, se ne sceglie uno, di mondo, e si escludono tutti gli altri: scrivere, ad esempio, più che raccontare una storia, nasconde tutte le altre. In definitiva, chiude.
Narra la leggenda che Michelangelo, a chi gli chiedeva come potesse essere così bravo a scolpire, rispondeva che è facile, basta togliere tutto il marmo superfluo. Come se l'essenza delle cose, sia essa una scultura, in libro, una teoria scientifica, fosse non tanto in quello che l'autore dice o mostra, ma in quello che sceglie di non dire, di non mostrare.
L'incipit, invece, non ha ancora scelto.



19 giugno 2019

Madri 2.0






La genitrice versione Madri 0.0 è la nullipara che nulla sa ma che tutto immagina, sogna e, talvolta, insegna. E' quella che "Quando avrò figli miei niente cellulari fino ai 28 anni, verdurine bio per cena e a letto alle 8", quella che vede se stessa cullare tutta la notte il suo tenero frugoletto avvolto in sofficiose copertine color "mio minipony" in camerette profumate di talco.

Il parto la trasforma nella versione Madre 1.0


Stanchezza a mille, trucco&parrucco questi sconosciuti, la "Ode Alla Tuta" che diventa "Ode AllaTata" nei momenti di maggior sconforto. Impara però prestissimo di avere sovrumane risorse: al di là dell'ovvia capacità di restare lucida pur nella cronica carenza di sonno e di conversazioni con adulti senzienti, scopre di essere in grado di resistere a puzze nauseabonde e a raccapriccianti immagini di cordoni ombelicali che si staccano, croste lattee, mughetti e muchi verdognoli che escono da ogni pertugio, orecchie e nasini in testa.

Il rientro al lavoro la trasforma nella versione evoluta, la Madre 1.5


Stanchezza alla "millissima", trucco&parrucco obbligatorio ma che fatica, niete più tuta ma dov'è finito il mio punto vita? Eppure ne avevo uno: lo dimostrano, sghignazzando, i miei tailleur pregravidici. (Sghignazzano, i tailleur... giuro, io lo ho visti!) la vita quotidiana che si trasforma in un puzzle dal quale avanza sempre un pezzo che morire che trovi la sua collocazione. In "aiuto" alla Madre 1.5 corrono nonne, suocere, tate, amiche. I padri, no: "loro" devono lavorare!
PS: a proposito, la tizia della fotografia non sta chiacchierando con la sua amica del cuore, non sta neppure fissando un appuntamento col parrucchiere: sta lavorando.

La patente dei figli determina l'evoluzione nella versione Madre 1.8, ma questa è un'esperienza che mi manca, devo chiedere alla mia amica Chiara di illuminarmi in proposito.


La patente rappresenta il passaggio all'età della loro (parziale) indipendenza da noi e della nostra (parziale) liberazione dai loro impegni. Immagino qualche iniziale momento di ansia, poi la cosa diventerà normale, come sempre: si fa l'abitudine a tutto, anche ai figli con la patente. Ma attendo lumi...

E la versione Madre 2.0, quella serena che non ha più responsabilità se non verso se stessa, che può ricominciare a dedicarsi tempo e risorse con piacere e senza sensi di colpa, quando arriva? 



07 giugno 2019

Switching perspective (without the "s")



Rifo.
Io sono una "expat". O, per essere molto più precisa, una expat wife. Moglie laureata e dai molteplici interessi di un professionista laureato e multi specializzato, selezionato su LinkedIn da un head hunter a caccia di talenti e attirato in UK con un contratto dai contenuti interessanti; bella casa, figli sani, intelligenti e studiosi, belle prospettive per il futuro. E se la brexit dovesse diventare un problema, tanti saluti a tutti e me ne torno a casa a spese dell'azienda.
Kwabena Michael, invece, è un "migrant". Nato in Ghana, dopo la laurea si è sposato e è partito per l'UK. Vivono in 4 in una casa di 80 mq per la quale pagano un affitto di 6.000 pounds all'anno più le spese e gestiscono il fantasmagorico budget di circa 22.000 pound -lordi- all'anno, frutto di due stipendi per un lavoro a tempo pieno e uno part time. Ha un permesso di soggiorno e di lavoro permanente che di permanente ha poco: basta un errore nel calcolo delle tasse, una multa non pagata (magari perchè non recapitata, è successo), una prolungata assenza da scuola non sufficientemente giustificata dei figli (è successo anche questo: l'assenza non giustificata comporta una multa che, se non pagata, diventa debito nei confronti del Council, cioè una cosa paragonabile a un'imposta evasa), un solo inciampo e la sua famiglia diventerebbe improvvisamente indesiderata e, conseguentemente, espulsa.
Ecco: pur condividendo, sulla carta, lo stato di residente senza cittadianza, non credo che potrei mai calarmi nella sua precaria realtà quel tanto che basta per capire come ci si sente. Cambiare prospettiva non è un esercizio facile.

Nonostante tutte le mie paturnie, sono una privilegiata, come ha saggiamente osservato la mia amica.
Sarebbe il caso che ne prendessi atto e cominciassi a star bene.

La mia amica ha suggerito un'altra questione interessante: chissà se qualcuno avrà mai provato a cambiare modo di guardare me? Ma forse viviamo a compartimenti stagni...

PS: Kwabena Michael non esiste, la sua storia invece è vera. Ho lavorato, purtroppo per poco tempo, negli uffici del patronato di un sindacato italiano piuttosto sinistroide e lì ho avuto modo di vedere gente che venderebbe un rene per garantire ai figli quello che noi diamo per scontato: la consapevolezza di poter affrontare serenamente gli eventi della vita.

03 giugno 2019

Switching perspectives



Che esercizio difficile!
Significa imparare a considerare ogni cambiamento un'opportunità o, come diceva Tommaso da piccolo, imparare che ogni rovescio ha una sua medaglia.

È passato qualche giorno da quando ho cominciato a imbastire questo post, ma non riesco a concluderlo. Evidentemente, cambiare prospettiva è un esercizio troppo difficile per me, perfino quando si tratta solo di scriverne, di pura teoria (figuriamoci mettere in pratica qualcosa...).

Sarà bene che provi a affrontare quello che sembra essere un problema. 


20 maggio 2019

129

Tempo fa, un mio amico tosco-sardo mi ha mandato i link ad alcuni test di intelligenza.
Io non resisto ai test, fosse anche solo per scoprire quale regina ero nella mia vita precedente o come dovrei tagliarmi i capelli in funzione del mio ascendente zodiacale, quindi li ho fatti. Ma erano in inglese, e questo mi ha rallentato quel tanto che è bastato per ottenere un risultato modesto: intelligente a sufficienza per una professione tecnica ma non, ad esempio, per fare il medico.
Non che a me interessi fare il medico, ma essere definita di intelligenza "modesta" mi ha dato fastidio (lo so, sono infantile, l'ha stabilito un altro test!), perciò qualche tempo dopo, durante un noioso e piovoso pomeriggio britannico, ne ho cercato uno in italiano. Ho trovato "nientepopòdimenoche" il test preliminare del Mensa, e l'ho fatto.
Ho totalizzato 129 punti, che corrisponde al 97,3 percentile. Significa che su 1000 partecipanti al test, 973 totalizzano un punteggio inferiore al mio... Una bella media!

Ora, ammesso che questo test sia significativo, mi domando cosa io sia stata capace di farmene di tutta questa (supposta) intelligenza... A tutt'oggi non ho un lavoro, l'inglese è ancora così-così, non riesco a adattarmi a questo posto che mi risulta estraneo quando non addirittura "respingente".
Forse sarebbe stato meglio essere meno intelligente e più elastica.

Piccola nota sul test: è la classica antologia di quesiti di pura logica. Tutti gli altri tipi di intelligenza, che, insieme a quella logica, descrivono complessivamente le diverse abilità delle persone, non vengono minimamente presi in considerazione. Il risultato, pertanto, è parziale. Come dire che potrei essere un'oca totale ma bravissima a trovare il simbolo mancante ;-)

13 maggio 2019

Maturità

Uno degli argomenti più interessanti fra quelli che ho studiato per il mio esame CEDILS riguardava i criteri che devono guidare l'esecuzione degli esami di certificazione. Nel mio caso si trattava di certificazione linguistica, per cui certi dettagli erano specifici, ma i criteri generali sono validi per esami di certificazione di qualunque tipo, quindi anche per i vari Esami di Stato.
Uno dei criteri più importanti riguarda l'oggettività. E' impossibile ottenere una valutazione che sia completamente oggettiva, a meno di non ricorrere a orripilanti test a crocette, all'eliminazione degli esami orali e dei temi o alla riduzione della loro importanza (soluzioni, queste, peggiori del problema), ma, pur consapevoli dei limiti imposti dalla natura umana degli insegnanti che correggono e interrogano, è comunque auspicabile una tendenza alla riduzione degli elementi di soggettività.
Perchè? Ma perchè il voto dell'esame di maturità ha, in molti casi, conseguenze sul proseguimento della vita professionale e di studio, e paragonare voti stabiliti da commissioni che hanno usato parametri diversi è ingiusto.
In quest'ottica, a mio avviso il nuovo orale dell'esame di maturità è sbagliato.
Per prima cosa, è sbagliato perchè il contenuto delle buste è stabilito direttamente dalle commissioni e è teoricamente possibile che perfino nella stessa scuola ci siano commissioni "facili" e commissioni "difficili".
Poi perchè buste diverse avranno contenuti diversi e questo inserisce elementi di probabili disuguaglianze e, soprattutto, di non-confrontabilità. Ovvio, anche le interrogazioni sono a volte facili e a volte difficili (ricordo un mio esame la Poli preparato con una mia amica: conoscevamo esattamente le stesse cose e avevamo le stesse debolezze. Io presi 30, lei rifiutò un 18. Ingiusti sia il mio che il suo voto). Ma se si modifica qualcosa, perchè non cercare di migliorarlo? Come, non so. Certo non così.
Terzo elemento di ingiustizia riguarda i tempi: come si può rendere note le modalità di un Esame di Stato solo un mese prima dell'inizio? Folle. E questo conduce a un altro criterio: non ha senso somministrare un esame utilizzando tecniche mai provate dallo studente, perchè la prova non sarà significativa.
Dopo decenni di immobilismo, ogni nuovo governo cambia un pezzo di scuola, ma sembra che nessuno abbia in mente quale obiettivo perseguire.

10 maggio 2019

Le gite, quelle belle!

Nel corso di una delle ultime lezioni di fisica, i ragazzi si sono messi a discutere del funzionamento delle montagne russe, dei principi di dinamica che ne governano il moto e della loro progettazione. "Certo che, prof, sarebbe interessante studiarne il moto da vicino!" ha detto uno di loro.
Detto, fatto: lunedì 17 gita di fisica al parco di Manchester!
Queste le conseguenze dell'avere il corpo docente più giovane d'Europa!

07 maggio 2019

Qualcuno con cui correre


In uno dei tanti tentativi di trasformare di me stessa in una sportiva, ad un'età compresa fra 12 e i 14 anni ho provato a fare atletica. L'allenatrice era una nazista truce che credeva nel duro lavoro e nella sofferenza del corpo come via per elevare lo spirito e per vincere le gare. Si chiama Lella e non serve raccontarvi con quale sorpresa l'ho ritrovata, 35 anni dopo, incitare mia figlia sulla stessa pista di atletica sulla quale cercavo di non svenire negli anni della mia pre-adolescenza.
Non ho mai imparato a considerare la sofferenza fisica come via per la grandezza, però mi ricordo qualche trucchetto; ad esempio i corridori veloci tendono a mettersi in corsie vicine, così da trascinarsi l'uno con l'altro. Io, che non ne sapevo niente, venivo sballottata a destra e a sinistra dalle più grandi e ambiziose, cosa che mandava in bestia Lella, che su di me, chissà perchè, nutriva qualche speranza.
Questa idea (che, se corri vicina a una più veloce, le tue prestazioni migliorano) se ne è stata buona buona nascosta in un angolino della mia memoria per decenni, fino a oggi.
Oggi parlavo con una mia cara amica che non ce la fa, non ci crede più, ormai è sicura che non potrà finire che in tragedia. Ecco, mi è stato improvvisamente chiaro di quanto lei adesso abbia bisogno di qualcuno che la trascini, che la obblighi a correre nonostante sia senza fiato, che la aiuti a superare l'istante in cui credi di non avere più niente da dare perchè, passato quello, possa scoprire di averne ancora un po'.
Nessuno si salva da solo, ma chiedere aiuto è difficile. Ci passiamo tutti prima o poi, e il primo passo per uscirne è riconoscere di essere finiti sulla corsia sbagliata.

12 aprile 2019

Igiene dentale

Un piccolo confronto.
Durata: UK 20 minuti, casa un'oretta.
Dolore (da 1 a 10): UK 0.5, casa 4/5 (una volta mi hanno fatto l'anestesia perché "non ero collaborativa"). Per la paura del dolore, finivo per andarci ogni 18-24 mesi, decisamente troppo raramente.
Efficacia del trattamento: UK 7, casa 9.
Spiegazione su come migliorare l'igiene a casa: UK 9 (consigli, dimostrazione, campioni di prodotti), casa 4 (solo una volta mi hanno dato un dentifricio per denti sensibili, che poi ho comprato spesso)
Costo: UK 39 sterline, casa 120 euro l'ultimo trattamento, 90 il precedente. Il costo orario è lo stesso, lo so.
Il costo più ragionevole, la durata e, soprattutto, la totale assenza di dolore, tutto invita a visitare più spesso il dentista.

Non un post di grande interesse, lo so, meglio però di quell'altro che mi frulla per la testa :-)

08 aprile 2019

Dieci cose che non farò mai

I primi mesi di vita di questo blog sono stati costellati di meme come questo: cento cose di me, cosa sarei se fossi cose... Mi divertivano e mi divertono ancora. In fondo è un po' come farsi intervistare (è un mio sogno segreto: una intervista di quelle belle!)
Prima di partire con questo ritorno al passato, una doverosa premessa: "mai" è una parola grossa, come "sempre". Il futuro potrebbe costringermi a dolorose smentite.

1) La prima cosa che mi viene in mente è non farei mai sesso a pagamento. Non sto neppure a spiegare perchè, credo che il disgusto sia facilmente immaginabile.
2) Mangiare insetti. Immagino che mi sia già capitato: andando in bicicletta, ad esempio, oppure dormendo o magari robette rimaste inavvertitamente attaccate a verdure lavate non benissimo. Ma deliberatamente, no. Mai.
3) Attività che mettono deliberatamente a rischio la mia vita, come, ad esempio, sport estremi o viaggi in Paesi pericolosi. Un tempo ero più coraggiosa, pronta a fare bungee jumping o paracadutismo. Adesso no: sarà il fatto di avere una famiglia, credo, o la saggezza dell'età, chi lo sa...
4) Il chirurgo. Non che sia una cosa che possa capitare e ormai sono "fuori pericolo". Forse non vale come risposta perchè ho scelto una professione diversa e il titolo del post è "10 cose che non farò mai" non  "10 cose che ho evitato di fare in passato". Mediterò su questo aspetto.
5) Indicare ai miei figli quale percorso universitario seguire. Anche questa risposta è discutibile: io ho patito le conseguenze di una scelta non proprio libera, perciò voglio che loro si sentano aperti a tutte le possibilità. Poi però parliamo tanto e loro mi chiedono pareri e opinioni. Quanto siano influenzati dalle mie opinioni, non so dire. La mia amica Francesca mi ha raccontato di avere lo stesso problema con la sua primogenita (la seconda è ancora piccola) e di aver deciso di non rispondere neppure alle domande. So che è davvero capace di farlo, me la vedo dire a sua figlia "devi saperlo tu, non è un problema mio"!!
6) Una maratona. Ecco, qui mi piacerebbe che la vita mi smentisse ;-) Il fatto è che ODIO correre, posso fare altri sport, posso anche massacrarmi in palestra, volendo, ma correre proprio non fa per me. Ritengo quandi di poter dire con grande serenità che no, io non farò mai una maratona.
7) Sperimentazioni mediche. Qui non è raro leggere annunci di ricerca di soggetti per sperimentazioni di farmaci vari. A volte pagano anche molto bene: l'ultimo annuncio che ho letto offriva 1400 sterline per tre giorni di sperimentazione! I rischi, però, sono altissimi, quindi rientra nella categoria "attività che mettono a rischio la mia incolumità", forse anche questo punto non vale...
8) Spendere una montagna di soldi per un'auto. Ci sono persone che, quando vedono macchine un po' fuori dall'ordinario, vanno in visibilio: parole come "Aston Martin", Bentley" o "Lotus" causano improvvisi aumenti della frequenza cardiaca, rossore in volto, palme sudate e picchi di pressione. Ecco, per me una macchina deve avere 4 ruote, un motore che non si fermi mai e un bagagliaio decorosamente spazioso per poterci infilare il necessario per una vacanza. Stop. E comunque il problema non si pone: non avrò mai tutti quei soldi da spendere!!!
9) Trasferirmi in un paese troppo caldo (e, a costo di sembrare razzista, aggiungo anche a maggioranza musulmana...) . Questo punto è un rischio, perchè sono, ahimè, consapevole del fatto che, di fronte a certe scelte, non mi sento libera di decidere pensando prima a me. Però lo dico lo stesso, autorizzando nel contempo che mi legge a rinfacciarmi questo mio testo in caso di necessità.
10) Vorrei finire con una cosa del tipo: Mai dire mai... sarebbe banale e l'ho già scritto sopra. Cosa aggiungere, quindi...Spero di essere capace di non giudicare mai i miei figli per le loro scelte. Non facile, ma se dev'essere il punto numero 10 deve essere importante!

Ecco, credevo che avrei dovuto scegliere fra millanta idee e invece mi rendo conto che ho almeno imparato questo: la vita ti mette di fronte a situazioni talmente impreviste che pensare di poter dire "io non farò mai questo e quello" è da immaturi arroganti.

03 aprile 2019

Volevo un gatto nero (Ricordi d'infanzia)

Alla mia solita classe del corso di inglese di Manchester, si è aggiunta Sabrina, un'insegnante di inglese e tedesco italiana, in gita con la sua classe di V liceo. Lavora a Brescia e, chiacchierando, mi ha raccontato di essere originaria di Ponte di Legno: improvvisamente mi sono sentita fra amici!
Nonostante siamo pressochè coetanee, non abbiamo conoscenze comuni (ho sempre notato che i dalignesi difficilmente socializzano con noi turisti), ma condividiamo ricordi di escursioni, piogge torrenziali e improvvise in Val Canè, pizze serali al Ceppo e gelati al Baitello di Viale Venezia, scampagnate estive a far scorpacciate di mirtilli e autunnali a caccia di funghi, i pomeriggi passati al parco giochi della piscina (allora molto più spartano di adesso), la prima sala giochi dove adesso c'è uno scicchissimo e costosissimo negozio di abbigliamento (qualche gettone speso a cercar di salvare la fidanzata di SuperMario dal gorilla, altri a aiutare pacman a mangiar bricioline)... mi sono sentita a casa!
Cosa c'entra il gatto nero?
Con Sabrina niente, con Ponte qualcosa. Nella casa dove ho trascorso tutte le vacanze estive dagli 8 ai 13 anni ci saranno stati 30 bambini. Nei lunghi pomeriggi estivi, se non eravamo impegnati a costruire rifugi nei boschi, organizzavamo "lo Zecchino di Legno", obbligando mamme e nonne (ai limiti dell'esasperazione) a decretare la canzone vincitrice, a scelta fra i 44 gatti, il caffè della Peppina e, appunto, il gatto nero...
Ho sognato quella casa, di recente. Mi piaceva: una ventina di minuscoli appartamente abitati da famiglie così diverse ma così affiatate!

01 aprile 2019

(Pre)Settled Status

Siccome Ms May non si rassegna a indire un nuovo referendum, siccome la prima scadenza è stata rinviata ma solo di pochi giorni e siccome non si sa davvero cosa succederà il 12 di Aprile, mi sono rassegnata e ho presentato la domanda per il permesso di soggiorno.
A me questa cosa non fa venire il mal di pancia, ma ci sono persone arrabbiate o in difficoltà.
La procedura è, secondo loro, semplice: hanno messo a disposizione dell'utenza una app e un sito: la app serve a caricare il passaporto e il sito a completare la domanda. Il sito è facilmente fruibile anche da mobile così che si possa fare tutto col telefono. Secondo loro.
Io, che ritengo di non essere una sprovveduta e di muovermi agilmente fra app e pc, mi sono scontrata con diverse difficoltà.
Prima difficoltà: l'uso della app.
Le istruzioni sono limpide, cristalline direi: scarica l'app sul tuo cellulare Android, fai una foto al passaporto, alla pagina con la fotografia, poi appoggia il tuo cellulare sulla copertina del passaporto chiuso così che il sensore NFC possa leggere il microchip del passaporto....
Mumble... riflettiamo: cellulare Android? non Iphone, non Microsoft, non altri sistemi operativi?? Poi... sensore NFC? cioè vuoi un android col sistema NFC?? e allora il mio vecchio cell da 55 € non va bene?? E poi: il microchip? il mio vecchio passaporto non va bene? La mia carta di identità non basta? No, non basta!
E va be', penso io: ho un fighissimo e modernissimo samsung S9, se gli altri hanno roba vecchia non è un problema mio, penso... Ingenua!
Il mio fighissimo e modernissimo Android di quasi-ultima generazione non riesce a leggere il microchip del passaporto. Perchè? Non è dato sapere. So solo che, dopo un paio d'ore di tentativi infruttuosi e di ricerche in rete (dov'è il sensore? dov'è il microchip?..,) ho accolto il suggerimento di Giuseppe e abbiamo provato con il cellulare di Matilde: vecchio ed economicissimo, ha funzionato subito! Che smacco per il samsung!
Vabbè, per farla breve, completiamo la procedura per Giuseppe: passaporto, foto, veniamo reindirizzati dalla app al sito, carichiamo il NIN (una specie di codice fiscale di qui), fine della procedura. Tempo necessario, escludendo il problema del riconoscimento: 5 minuti.
Molto bene, penso io, passiamo a Matilde. Passaporto, foto, reindirizzamento... ma lei è minorenne quandi dobbiamo indicare il nome di uno "sponsor", ovviamente indichiamo Giuseppe ("ovviamente" perchè già inserito nel sistema), e scopriamo che vogliono un documento che comprovi la relazione padre-figlia. Non è irragionevole, ma nelle istruzioni questo dettaglio non era stato specificato. Niente certificato di nascita internazionale con l'indicazione del nome dei genitori, come si fa? Abbiamo provato con la scansione della carta di identità che reca, in ultima pagina, le generalità dei genitori, speriamo che vada bene.
A questo punto passiamo a me, arriviamo senza difficoltà all'inserimento del NIN ma, non avendo mai lavorato e, conseguentemente, mai pagato tasse, il NIN non basta a dimostrare la mia presenza sul territorio! A quel punto siamo andati a letto perchè era tardi e io ero nervosissima. Stamattina ho scansionato ricevute di pagamento di tasse locali e di estratti conto a mio nome e li ho caricati, sperando che vadano bene, ma non è detto: potrebbe essere necessario caricare roba tipo appuntamenti dal medico!!!
Stasera provvederemo a inserire Tommy.
Alla luce dei fatti, tanto semplice non mi pare: sarà veloce per chi, qui, ha una posizione lavorativa chiara o per i cittadini EU nati qui, che quindi hanno accesso a certificati di nascita e documenti vari. Per una moglie al seguito non è detto...
Vi terrò aggiornati, promesso!

28 marzo 2019

Devo fare il cambio degli armadi

La primavera, si sa, è tempo di rinascita: ci si spoglia della vecchia pelle e se ne indossa una nuova di zecca, accuratamente preparata per l'occasione e portata con orgoglio e soddisfazione.
Per me è sempre un momento difficile, mi affeziono alle vecchie pelli come ad un vecchio paio di scarpe, che conoscono i miei piedi e il loro modo di camminare, appoggiando la pianta sempre un po' verso l'esterno (lo noto osservando il consumo della suola); spogliarmi mi riesce difficile, buttarmi alle spalle ciò che è stato, una fatica ingrata.
Così, nonostante i numerosi segnali, continuo imperterrita a rispondere agli stessi annunci di lavoro e la collezione di due-di-picche si arricchisce di sempre nuovi esemplari.
Ormai, però, fa caldo, devo decidermi e andare avanti..
Ce la farò?
Boh, intanto preparo il soprabito.

18 marzo 2019

Ci risiamo

Ho frequentato un corso di Employability nel corso del quale ho imparato a confezionare un CV English style, ho scritto una bellissima cover letter e ho richiesto (e accolto) i commenti della docente, ho meticolosamente cercato l'annuncio giusto e ho scritto. Io so fare quel lavoro, l'ho fatto per tanti anni. Mi piace anche parlare con la gente, ascoltare le loro necessità e trasformare un desiderio in muri e spazi da vivere. Ho raccontato tutto questo e ho presentato la mia candidatura.
E, niente, hanno scelto un'altra persona.
Non sono triste nè arrabbiata, non sono più neppure delusa o sorpresa.

06 marzo 2019

Social-mente instabile

Ritengo che la coerenza sia una virtù (a meno che non si trasformi in ostinazione, ma questa è un'altra storia) eppure talvolta vacillo.
I migranti, per esempio: sono fermamente convinta che ogni Paese abbia il sacrosanto diritto nonchè l'obbligo morale di difendere i propri confini e di tutelare la sicurezza e il benessere economico dei propri cittadini. Ma sono anche fermamente convinta che ogni persona abbia l'altrettanto sacrosanto diritto alla felicità e che, se la ricerca della felicità porta a emigrare, questo debba essere consentito.
Se la legge, una qualunque, discrimina qualcuno impedendo o anche solo limitando l'esercizio di questo diritto, allora è una legge ingiusta e va cambiata.
Breve nota a margineho parlato di felicità perchè gli altri diritti (acqua pulita, alimentazione sufficiente e sana, scuola, giustizia, sicurezza personale, salute) sono a mio avviso non negoziabili.
E che dire della scuola? Penso che la scuola debba essere pubblica, gratuita e lunga. Penso anche che debba essere severa e tosta e che debba avere come obiettivo il pieno sviluppo delle potenzialità di ciascuno, perchè l'effetto sarebbe la creazione di una società preparata. Ma so anche che non tutti sono portati per lo studio e ritengo che obbligare un aspirante pastore (o carrozziere o sciampista...) a studiare storia e filosofia sia il modo migliore per creare intere generazioni di frustrati depressi.
O anche, per parlare di casa mia, la scelta della facoltà universitaria... Mia figlia oscilla fra medicina e letteratura inglese: una disciplina la affascina e, nelle materie inerenti l'altra, è decisamente più brava (molto più brava, in effetti) e così non riesce a scegliere. Oltre al fatto che si interroga su quale delle due strade sia espressione di una vera libertà di giudizio. Mi spiego: lettere è più "femminile", medicina è più STEM e quindi considerata, per l'appunto socialmente, "manifestazione della libertà intellettuale" di una ragazza che, con questa scelta, dichiara di volersi allontanare dagli schemi tradizionali. Ma, si chiede mia figlia, scegliere una disciplina tradizionalmente considerata femminile, non ha un non so che di rivoluzionario, in questo mondo che spinge le ragazze verso le STEM? Non ha torto neppure lei...
Non se ne esce. O almeno, io non ne esco.
Avete mai notato che c'è un proverbio per ogni circostanza e il suo contrario?
Per mia zia, alta 1,49, "nella botte piccola c'è il vino buono". Ma suo marito è alto 1,85, e per lui "grandezza è mezza bellezza". Nei lavori di casa "l'unione fa la forza", nei compiti di scuola invece "chi fa da se fa per tre"... Anche le mie opinioni in merito ai fatti della vita sono così: social-mente instabili.

27 febbraio 2019

Verde


Credo che pochi colori siano abbinati a significati tanto positivi quanto negativi come il verde.
Verde è il colore della speranza, della giovinezza, ma anche della penuria e della rabbia. Verde è la primavera ma anche la faccia di chi ha lo stomaco in subbuglio. Verde è la luce che ti permette di partire e di andare lontano ma è anche il colore dei miasmi delle pozioni velenose dei fumetti. E' la limpida trasparenza di un prezioso smeraldo e la muffa disgustosa della frutta in putrefazione; è la gelosia di shakespeariana memoria e il colore delle montagne nel ricordo di Marcella Bella.

Oggi, per me, verde è la natura che mi circonda: come potrebbe essere diversamente?


In fondo si tratta di scegliere:

Vorrei Evitare Ripetute Delusioni Esistenziali
oppure
Vivo Elegantemente Rifiutando Deprimenti Esperienze
ma anche:
Vivo Energicamente Risolutamente Determinatamente Entusiasticamente

PS: no, non ho preso roba forte, è che fuori è primavera e mi fa questo effetto!!!

10 febbraio 2019

Siamo diventati maggiorenni


Auguri a noi e 100 (più o meno...) di questi giorni!!!

07 febbraio 2019

Fantascienza

24.01 Il Consulente Fiscale carica sul server dell'agenzia delle entrate di Sua Maestà la nostra dichiarazione dei redditi. Siamo a credito di un gruzzoletto.

31.01 Scadono i termini per la presentazione telematica delle dichiarazioni dei redditi.

01.02 Ci vengono accreditate sul conto corrente le somme versate in eccesso.

07.02 Riceviamo via posta la comunicazione dell'avvenuto accredito e, per ogni necessità, il nome e i recapiti del funzionario al quale rivolgerci.

Noi, sentitamente, ringraziamo. Ci riprenderemo dallo sbalordimento con calma...

01 febbraio 2019

Servizio clienti

Grazie a mamma EU, posso usare da quassù il mio telefono italiano senza spendere un centesimo di differenza. Però, chissà perchè, da domenica scorsa (oggi è venerdì) non riesco più a navigare se non col wi-fi di casa. Problema limitatissimo: questa settimana nevica a ripetizione perciò sono uscita meno del solito, ma comunque problema: perchè pago un servizio se poi non ne posso usufruire?

Stamattina ho dunque fatto qualche ricerca e ho capito che, forse, c'è un limite al traffico dati in roaming, superato il quale occorre pagare.
Per sciogliere ogni dubbio in merito ho pertanto deciso di chiamare il Servzio Clienti del mio operatore, cosa che odio fare perchè mi fa pena chi risponde: pagati poco e niente per raccogliere con nonchalance insulti e minacce.
Sono stata particolarmente chiara e gentile: può per cortesia spiegarmi cosa succede perchè non so dove andare a cercare una risposta blablabla...
Ho trovato, dall'altro capo del telefono, la persona più odiosa e indisponente che possiate immaginare: guardi che ha superato le soglie, guardi che ha consumato anche più giga di quelli previsti dal suo contratto, Non mi sto lamentando, signora, sto solo chiedendo chiarimenti perchè sono ignorante in materia... guardi che se fa scendere il menù a tendina... ma lo vede il menù a tendina sulla app? No perchè sto telefonando col cellulare e guardo la pagina sul pc... ah ma se le dico di usare la app e lei mi usa il pc non può certo guardare il menu a tendina... e via di questo passo.

Probabilmente ha avuto una mattinata pesante, voglio sperare che la ragione di tanta indisponenza sia questa.

Comunque ho scoperto che i miei 2 Gb a settimana si riducono a circa 800 Mb, cosa che in sè non costituisce un problema visto che sono sempre stati sufficienti. Dovrò solo tenerne debitamente conto.


30 gennaio 2019

L'Inghilterra è un Paese fondato sul...

...Paracetamolo!
Hai il mal di gola? Paracetamolo!
Brividi, dolore alle ossa e febbre a 39? Paracetamolo!
Mal di schiena? Spalla incriccata, gomito del tennista? Paracetamolo, of course!
Mal di stomaco tanto da andare alle 2 di notte al pronto soccorso? Any doubt? Paracetamolo!
Dolore alla cervicale che ti obbliga a perdere 2 settimane di lavoro? Paracetamolo (salvo poi rassegnarsi all'inevitabile, fare una RM e scoprire che, oh povera!, hai un'ernia 😨)

Perchè, mi domando...

Ho un'ipotesi. Qui, come in Italia, l'assistenza sanitaria è un diritto di tutti i residenti, a prescindere da cittadinanza, lavoro o dal fatto di essere legalmente presenti o meno. Basta avere un indirizzo di casa. Ovviamente, se garantisci assistenza completamente gratuita (neppure il ticket per gli esami...) anche a chi non paga un centesimo di tasse, il bilancio deve essere complicato, ergo fanno una prima scrematura basata su livello di sopportazione del dolore+paracetamolo+visite effettuate da infermiere. Se passa, bene. Se non passa ok, vuol dire che hai davvero bisogno di cure. Poi si danno da fare, eh, mica briscole!
Se nel frattempo non sei morto...

PS: quelle raccontate sono tutte storie vere.

23 gennaio 2019

Le donne che sarò

Anni fa, ai tempi delle lezioni di religione, Tommaso mi raccontava della spiegazione del don a proposito della Trinità: è troppo difficile da spiegare, diceva il prof, non ci riescono neppure i professoroni di teologia" e con questo chiudeva il discorso.
Io non ci ho mai visto niente di tanto difficile, ho risposto a Tommy: io sono mamma (tua), figlia (del nonno), moglie (di papà). Eccola qui la Trinità. Che poi diventa "multinità", dato che sono anche sorella, amica, collega eccetera eccetera.
La spiegazione gli è piaciuta, problema risolto: ho potuto continuare a preparare la cena!
Facile descrivere un dato di fatto, ancora più facile descriversi al passato. Ma quel futuro, "sarò", come lo gestisco?
Che poi, fututo... potrebbe essere uno di quei futuri usati per esprimere un'opinione nella quale si ripone poca fiducia: sì sì, sarà anche intelligente ma ha fatto un'idiozia; sì sì, sarà anche bella Roma ma vuoi mettere Milano eccetera...
Sì sì, starò anche scrivendo ma non sto dicendo niente!!! Lo so che sto tergiversando, ma non mi viene l'ispirazione ;-)

Sarò, domani, le donne che sarò stata capace di costruire oggi (detratta la tara della botta di "culo", nella quale non credo, e quella della botta di "sfiga", la quale invece è sempre dietro l'angolo. Scusate il inguaggio) ma, dato che non sono in vena di costruzione, mi sa che sarò un po' pochino.
Anni fa, quando, come tutte le adolescenti, mi credevo imbattibile, sono stata prima ballerina (a 8 o 10 anni) e poi scienziata, attorno ai 15 anni ero decisa a vincere il Nobel per la chimica. Evidentemente ho dimenticato i miei sogni, visto che, non solo non sono diventata nè una ballerina nè una scienziata, ma non ci ho neppure provato, ed è questa, francamente, la cosa che mi delude di più. Magari fra 20 anni, riguardando indietro, rimpiangerò di non averci provato. Ma provato a fare cosa??? Ci ritornerò.
Ancora anni fa, anche se un po' meno, ricordo che ero in vacanza in montagna e parlavo del futuro con qualcuno (mia mamma? mio fratello? qualche amico/a? Non ricordo). Rocordo che ho detto di non volere successo, di volere in cambio alcuni amici veri. Per tanto tempo non ho avuto nè l'uno nè gli altri. Adesso, forse qualche amico ce l'ho. Non sono un esercito, due o tre, ma sono un dono prezioso. Valgono il successo? Sicuramente sì, anche perchè, del successo non mi è mai importato granchè, passati i 15 anni.
Continuo a girarci attorno, se fosse un tema in classe prenderei 2.
Sarò anche intelligente ma da questo ginepraio non riesco a venirne fuori.
Io sarò quella che non ha tarpato le ali a nessuno (tranne a se stessa?).
Io sarò quella che è stata capace di far sentire imbattibili (non dagli altri, dalle circostanze) i suoi ragazzi (ma non se stessa).
Vorrei essere anche quella che è stata capace, in zona Cesarini, di tirare fuori tutta l'energia creativa che da qualche parte deve pur avere e costruirsi un futuro tutto suo. Facendo cosa, non lo so...

Ho provato a diradare la nebbia, ma non ci sono riuscita.
Un argomento più facile, la prossima volta, per favore...

20 gennaio 2019

Il pranzo del martedì


Ormai è diventata un'abitudine: il martedì Tommy non pranza in mensa, vanno tutti insieme a casa di Izzie, un'amica che abita "girato l'angolo" (di più, non è dato sapere)
Pagano un contributo simbolico e lei prepara zuppe e creme per tutti, ogni tanto qualcuno porta muffins o biscotti. Mangiano male ma l'idea di non essere a scuola li fa sentire grandi.
L'altro giorno ho chiesto a Tommy di raccontarmi di questo gruppo, di come è nata la tradizione, di cosa parlano... Ho scoperto cose interessanti.
Ad esempio ho scoperto che il nucleo fisso è composto da 7 ragazzi, ai quali se ne aggiungono 3 quando possono. Dei 7 fissi, tre sono Tommy e i suoi due amici delle classi di matematica e matematica avanzata, gli altri 4 comprendono la padrona di casa e tre suoi amici della classe di psicologia...

4 psicologi e 3 nerd...

mumble mumble...

Tommy siete sicuri di non essere oggetto di un esperimento?
Ma sai mamma... adesso che mi ci fai pensare a volte ci fanno delle domande un po' strane!!!

16 gennaio 2019

Aggiornamento Brexit

Dico la mia adesso che, come ampiamente previsto, zia Theresa è andata sotto di brutto (432 a 202 è una legnata bella forte!)
Stasera JC chiederà la sfiducia ma i conservatori, che sanno che se si andasse al voto adesso perderebbero, si ricompatteranno tutti attorno alla May. Lei, forte del rinnovato supporto dei suoi "friends" (si chiamano così, in parlamento, i propri compagni di partito. Carini vero?) accetterà la proposta arrivata dalla UE di prolungare i termini da fine marzo a fine luglio (altri 6 mesi di agonia...).
Poi?
Poi boh: il Parlamento è sommerso dalle petizioni per un nuovo voto che alcuni vedono come l'unica strada democratica, altri come la negazione della democrazia.
Qualunque strada scelgano di percorrere (nuovo voto, elezioni generali, revoca dell'articolo 50, hard brexit...) hanno fatto una figura da cioccolatai di portata epocale.

14 gennaio 2019

Brexit

Quando abbiamo deciso di trasferirci nella terra della perfida Albione (chi era costei?), il referendum era già stato fatto, perciò siamo sì venuti quassù, ma consapevoli che ad un certo punto avremmo dovuto fare qualcosa per "ufficializzare" la nostra posizione. All'epoca non sapevamo cosa, adesso sono abbastanza chiari sia la procedura che i costi. Inoltre nutrivo la speranza, poi rivelatasi fondata, che un'azienda che cerca dipendenti all'estero non li abbandona poi ad affrontare da soli tutto l'ambaradan.
Ma voi provate ad immaginare come devono sentirsi persone che magari vivono qui da 20 anni, che hanno studiato, lavorato, pagato le tasse, si sono sposati con cittadini inglesi e hanno figli inglesi, hanno comprato case, investito soldi per l'università, finanziato charity e fondi pensione e che adesso devono chiedere e pagare un permesso per continuare a vivere nelle loro case, che devono cominciare ad andare in giro portando con sè un documento che certifichi il loro diritto a vivere qui.
Ho sentito storie tristi e altre arrabbiate. C'è gente che, non avendone mai avuto bisogno, non ha più documenti in corso di validità, gente che ha buttato via i biglietti aerei che potevano provare con certezza la data di primo ingresso nel Regno Unito (voi li conservate? io no)
Ci sono nonne di nipoti inglesi che non hanno altre case nelle quali ritirarsi nel caso in cui qualche solerte funzionario di Sua Maestà dovesse decidere che i documenti non sono a posto e che deve "tornare a casa"... Ma quale casa?
A me, della Brexit importa assai... Certo, se dovessi essere costretta a rientrare in Italia, dovrei sopportare le ire dei miei ragazzi (e avrebbero pure ragione!), ma noi abbiamo una "casa" nella quale tornare. Le persone che ho conosciuto qui invece no, le storie che ho sentito... che tristezza credere che un muro possa risolvere un problema!

13 gennaio 2019

Arrestato

Ne parlavo qui e adesso l'hanno arrestato. Arriverà domani in Italia e, forse, finalmente sconterà la sua pena.
I morti non torneranno in vita, Torregiani non ricomincerà a camminare, io non tornerò bambina a Milano.
In fondo non cambierà niente, ma questo piccolo tassello di un puzzle talvolta illeggibile andrà al suo posto.

07 gennaio 2019

Non è un anniversario ma vabbè...

Ho aperto il blog nell'Aprile del 2011, con un lunghissimo post di presentazione che ho chiamato100 cose di me
Sono passati 7 anni e urge aggiornarlo!
1) Sono ancora una mamma, lo sarò sempre!
2) Non lavoro più e non ne sono felice
3) Il mio lavoro non mi piaceva e sono felice di averlo lasciato. La vita della casalinga, però, non fa per me
4) Sono ancora sposata, fortunatamente, e non credi che mio marito si offenderebbe di essere stato citato solo al 4° posto, ha di meglio da fare.
5) Mi piace sempre cucinare e, no, non mi piace la routine. Non solo quella di pranzi-cene-colazione...
6) Mi piacciono ancora feste e festicciole...
7) Le feste tradizionali mi piacciono meno: tornare a casa in Italia significa poi dover ripartire e ripartire è sempre molto doloroso: l'ultima immagine che mi resta nelgi occhi è mia mamma che piange, non è bello...
8) Di capodanno odio l'idea di dovermi divertire per forza
9) La mia casa azzurra adesso è abitata da una famiglia di francesi in trasferta, io abito in una vecchia casa di mattoni dipinta di bianco. Non è male: è ampia, luminosa e ha un magnifico giardino, ma non è mia
10) Basta orto, qui si possono coltivare giusto rape e patate!
11) Io continuo a uccidere pure le piante finte. Vabbè, me ne farò una ragione!
12) Di mestiere progett(av)o case, poi per un po' ho insegnato italiano agli stranieri. E' stata un'esperienza interessante, ma temo che non avrò un futuro come prof. Chissà se ho un futuro tout court...
13) Prima mi piaceva disegnare (case e altro), poi, quando è diventata una professione, non più. Adesso potrei anche ricominciare.
14) Ho fatto un corso di acquerelli ma non ho mai imparato a dipingere sul serio. Un mio amico (che forse leggerà questo papiro) dice che se non ci provo seriamente non imparerò mai. Ha ragione.
15) Non volevo animali, adesso ho due gatte. Sono contenta di aver accontentato Matilde, legatte sono tranquille e non danno problemi, fanno le fusa , mangiano e dormono... Vita da gatte: più sono grasse e pelose più sono belle!
16) Sono ancora molto golosa (e il mio sedere non ringrazia). Amo ancora gommose, gelato, panettone, crème caramel e strudel di mele. Provo a contenermi, anche se non si nota.
17) Adoro leggere
18) Quali libri mi piacciono? Spazio da un bel thriller scritto bene (difficile trovarne...), classici inglesi (Jane Austen sopra tutti), saggi (adesso storia, politica italiana, certe robe di medicina...)
19) La musica. Sempre. Ho scoperto una favolosa app per la musica classica e la sto sfruttando ben bene.
20) Ho studiato inutilmente pianoforte e violino.
21) A parte gli sport che ho praticato da bambina, adesso mi limito a andare in palestra 2 (ma dovrei andarci almento 3) volte alla settimana, yoga ogni tanto e camminate. Meglio di qualche anno fa ma non ancora abbastanza per contrastare efficacemente gli aspetti negativi del tempo.
22) Non suono nè il pianoforte nè il violino
23) Non parlavo inglese, adesso, volente o nolente, mi tocca. Non sono brava, non ho talento per le lingue, ma lo sto studiando e va un po' meglio
24) Ho un discreto senso dell'orientamento e sono capace di usare una mappa per trovare la strada.
25) Odiavo il navigatore, adesso invece lo considero un alleato prezioso. Anche perchè sono diventate davvero efficaci
26) Sono ancora sufficientemente brava con la tecnologia. Il problema, se devo trovarne uno, è che nella mia vita attuale mi serve poco, perciò prima o poi perderò i contatti con le novità. Sta già succedendo...
27) Continuo a divertirmi coi mobili dell'Ikea. E meno male: non ho ancora finito di traslocare, temo!
28) E continuo pure a non fare benzina al self service: lo odio!
29) Adoravo passare il tempo con i miei bambini. Adesso, che non sono più proprio bambini, mi piace ancora di più: sono interessanti, intelligenti, stimolanti, forse non sempre divertenti nè tantomento facili ma è giusto così, non essendo nati per il mio divertimento! Che restino sempre così. Amen.
30) Ho abbandonato l'umioda Pianura Padana per l'eterno autunno britannico. Detta così fa quasi paura ma, da sempre, 'autunno è la mia stagione preferita quando per me va benissimo. L'unico vero difetto è la scarsità di ore di luce: in inverno il giorno dura dalle 8 alle 16:30, davvero pochino. Quando però il cielo è sereno, e succede più frequentemente che a casa, la luce è magnifica!
31) L'arrivo del caldo, e la necessità di coprirsi di meno, continua a mettermi a disagio.
32) Mi piace andare in bicicletta, ma, chissà perchè, qui non la uso.
33) Idem per la moto.
34) Mi piace la birra (e son nel posto giusto!)
35)Ho un chiodo di renna: aggressivo il taglio, elegante il materiale. Nel complesso una versa sciccheria!
36) Non ho più molte occasioni per studiare con miei ragazzi, ormai sono ampiamente indipendenti. Significa che ho fatto un buon lavoro, dice qualcuno. No: significa che loro hanno fatto un buon lavoro.
37) Ricopio paro paro quello che ho scritto nel 2011: mi piace la gente ma odio la folla. Le singole persone sono spesso interessanti, tutte insieme diventano fastidiose. Quindo non amo le feste, mai piaciute se non le mie con i miei amici.
38) Ricopio anche il corollario: meglio una conversaione intima con un'amica per volta che tante tutte insieme. Fanno eccezione i (rarissimi) gruppetti di amiche molto affiatate fra loro e con me, ma siamo comunque 3 o 4 alla volta, mai di più.
39) Scrivevo di un gruppuscolo di due amiche alla volta... se sono passata a tre (un ncremento di ben il 50%) è segno di un grande miglioramento nelle mie capacità di intrattenere relazioni!
40) Odio fare shopping, soprattutto adesso che il mio fisico assomiglia più a un'arachide che a un giunco elegante.
41) Amo ancora comprare scarpe-borse. E libri
42) Mi diverto ancora a comprare vestiti per i miei figli. Non posso più dire che a loro sta bene tutto, ma è bello vederli scegliere cose "da grandi" con una sicurezza che io, alla loro età, non avevo.
43) La parte del mio ex-lavoro che potrei ricominciare a seguire è ancora lo studio della distribuzione interna, magari su misura per uno specifico cliente. Ero davvero brava, in questo, e lo sarei ancora.
44) Eh già, il fascino delle vecchie Guzzi!!!
45) Non mi piace lo sport in tv, lo trovo noioso e fastidioso: ma perché i telecronisti gridano?
46) Odio varietà, reality e i vari programmi di "intrattenimento": sono mediamente stupidi.
47) I tg mi mettono ancora in difficoltà, riesco a seguire solo quelli della BBC perché la pronuncia dei loro giornalisti è molto controllata. Anche Sky è fattibile ma devo comunque essere concentrata, non posso ascoltare il tg facendo altro
48) Sono rassegnata, ognuno si sceglie il suo programma serale. E va bene così: a cena parliamo molto, magari stiamo a tavola a chiacchierare fino alle nove, poi ognuno si rilassa a modo suo.
49) Adesso coi miei figli guardo The Big Bang Theory con Tommy o musical con Matilde.
50) Le automobili mi interessano ancora meno. Adesso non ne possediamo alcuna, quando serve la noleggiamo. Non il massimo della comodità, ma non è un dramma.
51) Giuseppe compra Quattroruote ogni fra che torniamo in Italia, mi sa che gli piacciono ancora ;-)
52) Ho tuttora bisogno di silenzio 
53) Già, la mia maestra è stata brava, alla faccia di chi pensa che senza esperienza non si possa fare altro che sbagliare.
54) Ho odiato le medie in parte perché me è stato un periodo dito e in parte perché  chi avrebbe dovuto aiutarmi non l'ha fatto. Incapacità o disinteresse... Non so dire.
55) Sì, non ho brillato al liceo pur non avendo mai avuto esami. Avrei potuto fare meglio.
56) La mia esperienza al Poli? Tosta, meno "provante" del liceo. Non mi è dispiaciuto anche se, a posteriori, forse non è stata la scelta giusta. Ma quale 50enne non si fa la stessa domanda?
57) È vero: Tatiana mi ha sempre ricordato la mia maestra!
58) Da bambina avrei voluto fare la ballerina. Rimpiango ancora di aver smesso.
59) No comment.
60) Non sono più tanto brava a scegliere i regali ma non per questione di tempo, credo che sia la voglia a farmi difetto... Come per tante altre cose :-(
61) Sono più femminista che romantica, ma un tempo era diverso.
62) Amo i colori freddi. E i profumi agrumati.
63) Mi piacciono ancora gli elenchi, i test, i rompicapo.
64) Il tempo, un enigma...
65) Non mi piacciono approssimazione e superficialità,  ma c'è di peggio.
66) Ad esempio le generalizzazioni...
67) Odio la violenza. E il razzismo. Ma sono cose che dicono tutti.
68) Mi piace mangiare e sperimentare cucine diverse. 
69) Se non mi piacesse viaggiare sarei rovinata: dalla prima versione di questo post a oggi ho fatto 5 traslochi!
70) Nel 2011 erano bimbetti delle elementari, adesso sono teenager interessanti e le promesse di allora si sono trasformate in progetti. Vediamo cosa succede adesso...
71) Questo lo copio paro paro:  71) amo i profumi. Quelli dei fiori e delle piante, quelli della cucina (mia, di mia mamma, di mia suocera, di amiche, cognati/e) delle pasticcerie quando ci si passa davanti. I profumi delle pagine dei libri, il profumo della tipografia di mio nonno paterno e dell'orto di mio nonno materno. Delle pelletterie e delle biblioteche polverose. Delle chiese, dei panifici e dell'erba appena tagliata. Dell'orto di mio marito (e di mio marito...). Amo il profumo della pelle e dei capelli dei miei bambini, anche quando non sono proprio freschi di doccia;-) Dell'aria di Varigotti in un pomeriggio di primavera. Della neve in montagna e del mare.

72) Anche questo: 72) amo la montagna. In inverno quando l'aria è frizzante e la neve scricchiola sotto gli scarponcini. In primavera quando timidi crochi bucherellano qua e là il manto candido. In estate... via, siamo sinceri: in montagna non esiste l'estate, è solo una lunghissima, meravigliosa primavera. E in autunno, con i fuochi accesi nel camino e lunghe serate tranquille. E già si annuncia un nuovo inverno...

73) E questo: 73) amo il mare in primavera, quando le prime giornate di sole invitano a togliere scarpe e calzini e sedersi così, sulla spiaggia deserta.

74) Odio la folla, ma l'ho già detto, mi pare.
75) Copio di nuovo: 75) amo la sensazione che le cose migliori, in questo nostro mondo agitato, sono in fondo a disposizione di chiunque: un buon libro, il sapere di migliaia di pensatori, la musica, la pittura, l'architettura...

76) Già, sono permalosa...
77) ...e grassoccia.
78) Mi piacciono i tacchi ma non li porto mai.
79) Anche la prossima non richiede modifiche: 79) non provo invidia, nel senso che difficilmente vorrei per me un oggetto posseduto da altri. Ammiro invece in modo totate alcune qualità delle persone: la generosità e l'altruismo ad esempio, la semplicità con la quale alcuni sono capaci di offrire doni o aiuto, il talento e la creatività. Ma anche, più prosaicamente, l'attenzione che alcune persone mostrano di saper avere verso loro stesse: ci sono donne sempre ben truccate-pettinate-vestite-calzate, sempre magre e in forma, che non sbagliano un abbinamento e non hanno mai lo smalto sbeccato o il viso tirato. Ammiro anche loro.  Aggiungo l'ammirazione per l'intelligenza e il talento, ecco per questi sì che provo invidia.
80) Gioielli, bah...
81) Energia sprecata inutilmente...
82) Il regalo È il tempo speso per sceglierlo e comprarlo, non i soldi usati.
83) Mi arrabbio molto parlando di politica perché...
84) ...non mi piace la nostra classe politica.
85) Sono riccia e orgogliosa di esserlo!
86) Ovvio che non mi piaccio coi capelli lisci: sembro un mocio!!
87) Male up... questo sconosciuto...
88) Eviterei ancora medicina
89) Probabilmente eviterei anche ingegneria.
90) Sono ancora una donna sana. Anche il mal di testa è molto migliorato.
91) È sempre bello for.ire fra lenzuola fresche di bucato!
92) storia  scienze e storia della scienza, educazione, e altri argomenti vari ed eventuali... continuo a leggere molto.
93) Non rappresento più nessuno.
94) Il rapporto con mio padre è migliorato. 
95) Ma quello con mia mamma è comunque un'altra cosa, più intimo, non c'è storia. 
96) Con mio fratello va così, pochi alti e molti bassi...
97) Sono ancora timida. L'inglese poi ha peggiorato la situazione. 
98) Non so mentire, ormai mi sa che non imparerò più. 
99) Sedere???
100) Incredibile, sono arrivata a 100 un'altra volta!!