03 aprile 2019

Volevo un gatto nero (Ricordi d'infanzia)

Alla mia solita classe del corso di inglese di Manchester, si è aggiunta Sabrina, un'insegnante di inglese e tedesco italiana, in gita con la sua classe di V liceo. Lavora a Brescia e, chiacchierando, mi ha raccontato di essere originaria di Ponte di Legno: improvvisamente mi sono sentita fra amici!
Nonostante siamo pressochè coetanee, non abbiamo conoscenze comuni (ho sempre notato che i dalignesi difficilmente socializzano con noi turisti), ma condividiamo ricordi di escursioni, piogge torrenziali e improvvise in Val Canè, pizze serali al Ceppo e gelati al Baitello di Viale Venezia, scampagnate estive a far scorpacciate di mirtilli e autunnali a caccia di funghi, i pomeriggi passati al parco giochi della piscina (allora molto più spartano di adesso), la prima sala giochi dove adesso c'è uno scicchissimo e costosissimo negozio di abbigliamento (qualche gettone speso a cercar di salvare la fidanzata di SuperMario dal gorilla, altri a aiutare pacman a mangiar bricioline)... mi sono sentita a casa!
Cosa c'entra il gatto nero?
Con Sabrina niente, con Ponte qualcosa. Nella casa dove ho trascorso tutte le vacanze estive dagli 8 ai 13 anni ci saranno stati 30 bambini. Nei lunghi pomeriggi estivi, se non eravamo impegnati a costruire rifugi nei boschi, organizzavamo "lo Zecchino di Legno", obbligando mamme e nonne (ai limiti dell'esasperazione) a decretare la canzone vincitrice, a scelta fra i 44 gatti, il caffè della Peppina e, appunto, il gatto nero...
Ho sognato quella casa, di recente. Mi piaceva: una ventina di minuscoli appartamente abitati da famiglie così diverse ma così affiatate!

5 commenti:

  1. Cara Flo, la superstizione del gatto nero è una cosa che l'abbiamo noi nel nostro cervello, credo che sia solo una fissazione, di noi stessi.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti, caro Tomaso: io adoro le panterine!!!

      Elimina
  2. la prof frequenta un corso di inglese mentre sta in gita...? curioso.
    ripenso a un mio altro post. il destino ti fa incontrare persone inaspettate in momenti che hanno senso.
    potersi sentire a casa condividendo ricordi, quando si è lontani, ha senso.
    hai indubbiamente ricevuto un aiuto, o quantomeno un'occasione di condivisione che da quelle parti non credo ti capiti spesso.
    incontrare questa Sabrina a Ponte di legno, in un qualsiasi momento, non avrebbe avuto lo stesso risultato.
    o almeno così credo io.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Indubbiamente. L'unica differenza è che per me è solo un caso, per te, se ho capito bene, c'è qualcosa dietro...
      PS: la sua classe frequenta corsi di inglese nella stessa scuola di mattina, poi visitano nel pomeriggio: a metà fra una gita e una vacanza studio

      Elimina
  3. il caso porta gli occhiali, a mio parere.
    se non sempre, abbastanza spesso.
    e i suoi occhiali contribuiscono a renderti ciò che sei e sarai.

    RispondiElimina