21 settembre 2019

Quando si perde il filo

I gruppi WhatsApp sono una gran cosa: permettono di comunicare velocemente e semplicemente con, appunto, gruppi di persone senza doversi ripetere n-volte. Ricordate le catene di telefonate di una volta? Ecco, storia passata. I guaio è che talvolta sopravvivono alla fine o, più banalmente, alla variazione del gruppo fisico che li ha resi necessari.
Capita così che io sia al corrente degli aperitivi organizzati dalle mie amiche, aperitivi ai quali non potrò mai partecipare, o che legga auguri di buon divertimento o buon viaggio dall'una all'altra di loro (una volta avrei scritto "di noi") e non sappia a cosa si riferiscono, o che scopra, leggendo fra le righe, che la più refrattaria al movimento fisico fra le mie amiche abbia abbracciato lo yoga o, ancora, che uno scivolo verso la pensione abbia reso felice chi, essendo solo un pochino più grande di me, sarebbe ancora tanto ma tanto lontana dall'età prevista.
Capita anche che i messaggi che scambio quasi quotidianamente con alcune di loro siano una lunga sequenza di come va, come stai, tutto normale, tutto al solito, fa caldo, fa tiepido, ho troppo lavoro, ho poco lavoro... ma poi non è vero che non succede niente e che è tutto normale e tutto al solito: i figli crescono e fanno esperienze che una volta avremmo condiviso e commentato, così come avremmo commentato il nuovo partito di Renzi o, che so, la tassa sul prelievo di contanti al bancomat.
Anche noi cambiamo, anche se alla nostra età forse i cambiamenti sono tanto lenti da essere impercettibili. Ma sono impercettibili per chi li vive quotidianamente; quando io torno, invece, li noto e così io non sono più io, loro non sono più loro e, tristemente, noi non siamo più noi.

10 settembre 2019

NHS vs SSN

Ho male a una spalla, da mesi.
Il 29 di aprile (ho controllato or ora sul calendario) mi sono sottoposta a un'ecografia, poi... più nulla.
La filosofia quassù è che l'ospedale spedisce al medico di base gli esiti e lui decide se sia il caso di rivedere il paziente oppure no. L'idea di fondo, suppongo, è che, se un esame è negativo, significa che il paziente è sano. Con buona pace dei suoi dolori.
Ho male a una spalla da mesi, dicevo, ma non sto morendo e, muovendomi con cautela, sono riuscita  a evitare dolori e doloretti quel tanto che basta per lasciare passare le vacanze.
Ma.
Ma oggi pomeriggio l'ospedale ha chiamato il Peppe (unico cellulare inglese della famiglia -mi sa che dovremo porre mano a questo aspetto) dicendogli che domani pomeriggio alle due e mezza ho una visita specialistica. Accetto? Ovvio che sì, però...
Riflettiamo.
Non si fanno vivi per 4 mesi e mezzo, non mi mandano impegnative (mi presento senza un pezzo di carta? In Italia sarebbe pura follia e, temo, anche qui...) e chiamano con meno di 24 ore di preavviso.
Sono allibita, vi racconterò.


09 settembre 2019

Piccole gesti d'altri tempi

Le corse in autobus costano una fucilata e i mezzi non sono poi questi esempi di pulizia e modernità, ma i passeggeri, quando salgono, salutano l'autista e, quando scendono, ringaziano e augurano buona giornata.
Piccoli gesti di gentilezza e buona educazione.

04 settembre 2019

Results Day

Di quel giorno mi rimarrà impresso il ricordo del prof di chimica che si aggirava tra fiumi di lacrime distribuendo kleenex e conforto.

03 settembre 2019

Settembre è il lunedì dell'anno

E come tutti i lunedì, si comincia, si organizza, ci si mette a dieta, si riordina, si elimina il superfluo e... si compra roba varia in cartoleria.
La mia amata secondogenita è trionfalmente rientrata dal primo giorno di scuola esibendo garrula un sacchetto contenente 2 biro 3 matite 2 gomme e due quaderni A4 e esclamando "...e pensa, solo 20£!!!"