26 maggio 2014

Ricominciamo dalle piccole cose

Penso a questo post da diverso tempo ma, complice lo tsunami degli impegni di maggio e l'intrinseca banalità di ciò che vorrei dire, sta lì senza andare nè avanti nè indietro.
Allora ho deciso di scriverlo così come mi viene, banale e forse qualunquista: prendetelo per quello che è.
Prendo spunto da una serie di post sul mondo della scuola letti qua e là. Per la maggior parte criticano le prove invalsi nel merito e nel metodo, ma a prescindere dall'invalsi, ciò che mi pare venga davvero criticata è la scuola così com'è diventata in seguito ad una serie di scellerate riforme, ognuna preoccupata più di distruggere il lavoro fatto da altri che di costruire qualcosa di adeguato al nostro mondo.
A questo punto mi domando se davvero i bambini abbiano bisogno di una scuola piena di effetti speciali, di laboratori di ricamo-informatica-acrobatic dance e non abbiano invece il diritto di avere a loro disposizione una scuola semplice, che semplicemente insegni l'ortografia e la punteggiatura, un po' di utile inglese parlato, la matematica intesa come capacità di "far di conto" lasciando perdere astrusi metodi che, sì, sono bellissimi e funzionano benissimo... col 3% dei bambini e solo se insegnati dall'1% delle maestre.
Ma oltre alla scuola, a mio parere, occorre ripensare l'educazione in senso lato. Ad esempio ricominciando ad insegnare ai ragazzi che agli adulti si dà del lei in segno di rispetto, che una gentile fanciulla dall'aspetto elegante diventa mostruosa se butta per terra una gomma masticata, che il ragazzino immigrato si integra meglio e prima se impara a buttare in un cestino e non sul marciapiede la buccia della sua arancia, che il gentiluomo ben vestito e ancor meglio calzato diventa un inguardabile cafone se butta per terra un mozzicone di sigaretta. Mi piacerebbe vedere un vigile urbano multare le auto che al belfagor girano a sinistra in via Nino Dall'oro e un altro multare l'orda di adolescenti che, forti dell'effetto-gruppo, attraversano col rosso alla rotonda di viale Europa: non è giustizialismo, è l'unico modo per insegnare che l'educazione ha un peso e un valore sociale e che se ognuno tenesse pulito il suo metroquadro di marciapiede la città brillerebbe come uno specchio... ma questa non è farina del mio sacco.
Non penso che la società di cinquant'anni fa fosse migliore, l'attuale però è complicata e il "relativismo educativo" (ossignur...) sicuramente non aiuta a gestire questo livello di complessità.

Mi piacerebbe leggere opinioni...

05 maggio 2014

Guerra fra poveri


Premessa
Da parecchi mesi al semaforo di Piazza medaglie d'oro (meglio nota fra i miei concittadini come "Belfagor") staziona un vecchio mendicante, un personaggio sgradevole, dotato di stampella di ordinanza e di un vistoso bottone alla gola che non si capisce bene cosa sia: un aggeggio farlocco incollato col vinavil o una vera protesi? Mah... fatto sta che tale personaggio, dall'aspetto simile ad un povero babbo natale, se non riceve la monetina che ritiene di sua spettanza non esita a mostrare il suo dito medio

Antefatto
Stamattina verso le 9:30 la mia amica Chiara ed io abbiamo notato un gruppetto di persone sedute sul marciapiede al semaforo di via Biancardi: una zingara (si può dire o non è politically correct?), un ragazzo dotato di tiracqua e spruzzino e un altro paio di persone che non saprei descrivere.

Fatto
Sempra stamattina, poco più tardi, passo nuovamente dalla piazza di cui sopra e vedo il vecchio mendicante a sinistra del semaforo e il giovane lavavetri a destra...


Prevedo battaglia:(

PS: ho cercato immagini per illustrare questo post ma poi ho deciso di non metterne...