25 novembre 2016

Tattoo



Non ho mai amato i tatuaggi. Indecisa e insicura come sono, ho sempre pensato che, se mai ne avessi fatto uno, me ne sarei stancata dopo poco tempo. Non è l'idea di decorare il mio corpo che mi turba, è la paura del "per sempre" su un corpo che cambia.
Sì, è vero, sono molti i "per sempre" della nostra vita: un matrimonio, i buchi alle orecchie... i tatuaggi mi sembrano dei "per sempre" diversi, chissà perchè.

Però.

Ieri mattina una mia cara amica è uscita a far due passi ed è venuta a trovarmi. Si è anche messa d'accordo con un'altra comune amica perchè, ha detto al telefono, aveva un'idea bella che voleva condividere con noi in un posto intimo e riservato: il solito bar non era il luogo adatto...
Aveva quel tono di voce un po' birichino che hanno a volte le ragazzine quando escono con un'amica per vedere "lui" ma devono farlo di nascosto da tutti e soprattutto da "lui"!
Inutile che descriva la nostra curiosità: lei, una donna così garbata e posata, una bella persona sotto tanti aspetti, non è quella dalla quale ti aspetti una sorpresa (oltre tutto una "bella" sorpresa: ultimamente la vita è stata un po' avara con lei).

Davanti al nostro caffè ha raccontato di aver fatto un sogno molto bello che riguardava sua figlia e di essersi svegliata di buon umore. Era quasi eccitata quando raccontava del sogno e del suo buon umore: il bel volto sfumato di rosso, gli occhi brillanti, la fronte imperlata di un leggero sudore, la voce troppo alta e le parole più veloci del solito... era da tanto tempo che non la vedevo così felice!
Ad un certo punto interrompe il racconto e, di getto, come se "adesso o mai più!"...

"Ho deciso di farmi un tatuaggio sul seno!"

Sono rimasta senza parole! Lei? Un tatuaggio? E non alla caviglia o sulla nuca, no: sul seno??? Alla faccia del sogno e del buon umore, ho pensato.
L'altra amica, invece, molto meno scema di me, ha capito tutto subito.

Ed è così che ho scoperto che, dopo una mastectomia e una ricostruzione, il risultato finale spesso non è esteticamente gradevole, ed è per questo molte donne guarite dal tumore al seno decidono di nascondere le cicatrici utilizzando dei tatuaggi. Non sono "decorazioni", rappresentano la volontà di riappropriarsi del proprio corpo dopo che il mostro l'ha ferito e deturpato, è una forma di rivincita: tu hai provato ad abbattermi ma io sono tosta e torno ad essere bella, più bella di prima perchè più forte di te.
Spero che non cambi idea, che non si faccia trascinare giù da un cordino geloso della sua voglia di tornare a volare.

Ho cercato esempi di tatuaggi e il mio preferito è nella foto qui sopra, soprattutto per il simbolismo legato al fior di Loto


16 novembre 2016

Ancora su Trump

Non lo dico solo io, leggete qui : evidentemente, sottovalutare la portata del malcontento derivante da 16 anni di politica completamente disinteressata all'aumento della disparità sociale, all'impoverimento del ceto medio (che non è più tale), continuare a guardare la vita della gente senza scendere mai dai piani alti, occuparsi di finanza e non di economia ha determinato il fallimento della campagna elettorale.
I 60.834.437 americani che hanno decretato la vittoria di Trump hanno votato per lui o hanno scelto di NON votare per la Clinton? E se non hanno votato per la Clinton, non hanno votato per lei o non hanno votato per 16 anni di politica che li ha rovinati economicamente? Questa è la domanda alla quale vorrei dare una risposta se fossi nei loro panni.
E chi ha votato per lui magari non sa se si occuperà di loro, sa però che Clinton prima e Obama poi non l'hanno fatto: in questo caso una possibilità è meno peggio di una certezza.



15 novembre 2016

Mamma-tigre

Dio, come odio quando trattano male i miei figli! Sto male fisicamente, vorrei picchiare i responsabili, vorrei poter intervenire in difesa dei miei cuccioli ma non sempre è giusto farlo. Vorrei anche avere la certezza che impareranno a difendersi, a far la voce grossa quando necessario perché non ne sono ancora capaci.

14 novembre 2016

A colloquio dai prof



La prof di inglese mi dice: "ah signora mia, sapesse, vorrei avere in classe solo Tizio, Caio e Sempronio così sì che potrei fare lezione come dico io!!!"
Com'era? Ti piace vincere facile?

11 novembre 2016

Sull'elettorato di Trump



Lungi da me la presunzione di poter fare un'analisi oggettiva e attenta di un aspetto tanto controverso e complicato, ma una cosa la voglio dire.
Si sono stupiti tutti del fatto che dai sondaggi non risultassero i numeri che poi invece si sono manifestati in cabina elettorale. Ma se per mesi i sostenitori di Trump sono stati definiti ignoranti e stupidi, declassandoli a sottospecie di sudditi abbacinati dalla violenza verbale, dalla pochezza intellettuale e dalla ricchezza del nostro, mentre ovviamente loro, i dem, raccolgono la crème dell'intellighenzia statunitense, gente che sa, che ha capito, che ha studiato; forse, dicevo, tanta voglia di andare in giro a dire: "Eccomi, sono l'imbecille che voterà il parrucchino biondo" non c'era.
Ma chi ha eletto Trump? Penso a milioni di piccoli professionisti che hanno visto il loro tenore di vita spazzato via da una crisi finanziaria prima ed economica poi, crisi che ha interessato 8 degli ultimi 16 anni a governo democratico, quindi preparata da Clinton e gestita (?) da Obama: che voglia poteva mai avere di votare una persona che è sostenuta da (e sostiene politiche a favore di) banche e alta finanza? E' idiota uno che aspira ad avere il suo uovo oggi rinunciando ad una gallina che, se mai vedrà la luce, non sarà comunque sua?
E' una considerazione piccola e banale, lo so, ma per chi ha un mutuo da pagare e qualche figlio da far crescere è tutto.
Detto questo, se avessi avuto in mano la matita, cavolo, sarebbe stato ben difficile scegliere: pur con il naso turato, il tanfo di marcio sarebbe stato insopportabile!

04 novembre 2016

Dell'uso consapevole dei pronomi

L'asse da stiro di casa mia ha l'età della mio matrimonio: 17 anni, e non è in gran forma, povero. In considerazione di ciò, la scorsa settimana ho dato un'occhiata a quanto esposto al supermercato.
Il mio ineffabile consorte mi osserva nell'atto di osservare e confrontare e, perplesso, mi chiede come mai. Gli spiego che il nostro è vecchio e non sta più in piedi.
Lui: "Se "ti" serve possiamo comprarne uno nuovo"
Eh no, bello mio, non "mi" serve, "ci" serve...