31 dicembre 2015

Ci siamoooooo

E anche quest'anno, quasi in zona Cesarini, arrivo anch'io con i miei auguri: sbaciottatevi, vogliatevi bene e godetevi la nottata che... domani è un altro giorno!

30 dicembre 2015

Oggi ho visto questo

E be'... è stato emozionante pensare che è lì da 2034 anni!

22 dicembre 2015

Spirito natalizio

Oggi, parlando con mia mamma, le descrivevo il programma della mia giornata: "...e verso le sei vado da Claudia (mia cognata) con i regali per i bambini così faccio gli auguri prima che partano."
"Ah che bella idea -commenta mia mamma- quasi quasi vengo anch'io. Dici che devo portare qualcosa? "
...

18 dicembre 2015

Auguri!!!



Beh, comunque vadano le cose e in qualunque cosa voi crediate, Lui è nato. E di cose ne ha dette e fatte tante, perciò val proprio la pena di festeggiare e di farlo alla grandissima!

Ergo: 

                    BUON NATALE!!!


Ve li faccio adesso perchè poi mi toccherà cucinare, e allora...

01 dicembre 2015

A volte mi chiedo...


Qualcuno di voi guarda Grey's anatomy? Ecco, a me tocca perchè mia figlia ne è un'appassionata sostenitrice.
Dunque.
La protagonista di tale sublime polpettone, Meredith, nei momenti clou della vicenda dice alla sua amica e collega Cristina: "sei la mia persona". Ovviamente la sensazione di "avere una persona" è ricambiata, le due si vogliono davvero bene e lo si vede spesso, al di là dei battibecchi e delle liti furiose e delle ripicche e recriminazioni che a volte lo sceneggiatore si inventa. Non è come avere una relazione: è diverso, forse per certi versi addirittura di più, perchè alla "propria persona" si possono fare confidenze che al proprio compagno di vita a volte è meglio tacere.
E' bella anche la definizione anche se un po' possessiva, perchè rende bene la sensazione di calore, di intimità e di immediata comprensione che esiste fra le due persone.

Ovvio e banale, credo, non sto dicendo nulla di che.

A volte mi chiedo se una relazione così intensa e profonda resisterebbe a vicende più dure di una litigata. Cosa succederebbe se una delle due, ad esempio, dovesse partire per lungo tempo? Al ritorno ritroverebbe tutto ciò che ha lasciato come l'ha lasciato? Oppure scoprirebbe che in realtà, pur avendo ricominciato ad abitare nella sua solita vecchia casa, in realtà non è mai davvero "ritornata", che la "sua persona" l'ha rimpiazzata con altre abitudini se non addirittura con altre "persone"?

E meno male che a volte, guardando questo capolavoro di analisi dei personaggi, ci si pongono questioni di tale rilievo perchè, tolti questi dettagli, in 11 serie abbiamo visto solo squartamenti e sesso, sesso e squartamenti...

Ah, un'ultima cosa: mia figlia ha detto che farà medicina perchè i dottori sono "fighi"!!!

28 novembre 2015

Contro la violenza di genere

Sarebbe del tutto inutile considerare nei testi scolastici il contributo che le donne hanno dato alla cultura, in ogni epoca e in ogni settore? Sono esistite scienziate, musiciste, poetesse e scrittrici, pittrici e capi di stato, diplomatiche, guerriere e spie, astronome, botaniche e teologhe ma di esse quasi non c'è traccia, così si alimenta l'idea che il nostro contributo sia nullo e la nostra presenza superflua. Soprattutto si alimenta l'idea che la nostra esistenza trovi la sua giustificazione solo in rapporto a qualcun altro: madre di, moglie di...
Cosa ne pensate?

18 novembre 2015

Voglia di leggerezza



I tg, tutti, parlano ovviamente di Parigi. I talk show pure. Anzi, più spesso gridano di Parigi. Tutti hanno una ricetta, tutti hanno LA risposta, LA spiegazione.

I miei ragazzi a scuola osservano minuti di silenzio per Parigi, riflettono su islam, terrorismo, migrazione. Leggono, anche, leggono moltissimo. Poi analizzano i testi che hanno letto. Seguono anche conferenze di ex migranti che in Italia hanno trovato una nuova casa. E di nuovo riflettono, guidati da prof che, forse sì o forse no, li guidano delicatamente e onestamente nel percorso difficile che porta a farsi un'idea. O li indottrinano? Non lo so. O meglio: temo di conoscere la risposta ma evito di indottrinare a mia volta, e allora faccio domande, cerco di capire come vanno le cose a scuola senza sembrare ossessiva, e, se ne ravviso la necessità, faccio altre domande stimolando una riflessione diversa che bilanci, questo almeno è il mio scopo, quanto fatto a scuola.

Oggi mio figlio cambia argomento, li portano a teatro. A vedere cosa? "Addio mia bella addio", letture e canti della prima guerra mondiale.

Ma poveri bambini! Poi la prof di francese si stupisce che a Tommaso manchi la "leggerezza un po' scema tipica dei tredicenni"! 

Sono stanca, tanto. E cupa, il mio colore è il grigio.

PS: magari, una volta riavuta dallo choc continuo che mi causano le notizie, scriverò qualcosa, per ora ho solo voglia di silenzio e leggerezza

17 novembre 2015

L'età dei datteri


Io pensavo... e invece...

13 novembre 2015

Coltiviamo i piccoli lettori

Ricordo che anni fa, accompagnando mia figlia a restituire un libro in biblioteca, la bibliotecaria l'ha rimproverata acidamente a causa del ritardo: ha tenuto il libro qualche giorno in più perché le piaceva guardare le figure, avrà avuto 4 o 5 anni. Avrebbe potuto sottolineare l'importanza della restituzione puntuale in modo più carino, senza farla arrossire di vergogna!
Ho liquidato la faccenda attribuendo alla bibliotecaria l'etichetta di: "repressa impiegata pubblica" e non ci ho più pensato.

Ieri sera ho accompagnato la stessa figlia in libreria a comprare un regalo per una sua nuova amica. Non sapeva cosa scegliere, perciò le ho suggerito di chiedere consiglio alla libraia. Questa arriva trasognata, assente, disinteressata. "Non hai un titolo?" le chiede.
Se avesse un titolo non avrebbe bisogno di un consiglio, penso fra me e me.
"Ah va bene, allora per le ragazzine della tua età abbiamo questo, quello e quell'altro" e, così come è arrivata, se ne va ad "ascoltare" un'altra cliente. Senza un commento, senza un po' di fantasia, senza considerare che una fanciulla di 12 anni può essere interessata non solo alla "letteratura per le preadolescenti", ma che esistono mille diversi argomenti: arte o musica, cucina o viaggi o fotografia...  come si può rinchiudere un mondo che nasce in una scatola con sopra scritto: "femmina, preadolescente"? La bibliotecaria sarà anche stata un'inacidita dipendente del pubblico impiego, la libraia invece no, dovrebbe avere tutto l'interesse del mondo nel coltivare piccoli lettori!

Dopo un po', gironzolando fra gli scaffali di altri reparti, Matilde per la sua amica ha scelto questo, 

dopo aver letto l'introduzione e guardato tutte le figure.

Alla faccia della banalità di una libraia senza passione.

12 novembre 2015

Lombardia



Qualche giorno fa guardavo questo Le 5 giornate. Risorgimento a Milano - Rai Storia e al minuto 9'45'' il prof Perfetti dice che nel 1848:

"... la Lombardia rappresenta 1/8 del territorio dell'impero e le contribuzioni sono 1/3 dell'introito dell'erario ..." dell'Impero Austro Ungarico.

L'estensione territoriale non può essere il solo parametro preso in considerazione se si vuole verificare l'equità dell'imposizione fiscale, occorre almeno considerare la popolazione se non addirittura il pil. Ho cercato velocemente dati sulla popolazione e ho trovato censimenti solo parzialmente confrontabili, perchè riferiti ad anni diversi.
Comunque, i numeri sono:

Impero nel 1805: abitanti 21.225913
Lombardo Veneto nel 1825: abitanti 4.237301 pari a circa 1/5

Nel 1848 la popolazione del Lombardo Veneto risulta pari a 6.357800, cioè in vent'anni è cresciuta di 2.000000 di persone (...mi pare decisamente troppo, però), possiamo presumere che anche la popolazione dell'Impero sia cresciuta, questo rende il rapporto ancora più pesante.

(fonte: Wikipedia)

Ricapitolando:

1/8 del territorio
1/5 o addirittura 1/6 della popolazione
1/3 delle tasse

L'Impero mungeva il Lombardo Veneto.

Non mi pare che la situazione sia cambiata molto, è cambiato solo il mungitore.

09 novembre 2015

...issima



Alcune delle mie amiche sono issime: bellissime, truccatissime, pettinatissime, sempre cambiatissime e assolutamente adattissime all'occasione Sono anche intelligentissime e in carrierissima e quando, a cena nel ristorante scicchissimo (il pesce però non era freschissimo: l'ha detto mia mamma che ha papille sensibilissime), incontrano la loro ex prof di chimica, quest'ultima ricorda (nonostante siano passato ormai quasi 30 anni!) i bei tempi, sottolineando come già da allora ella fosse implicatissima, bravissima, dal futuro certamente brillantissimo e seguita da vicino da una mamma attentissima. Ovviamente anche i figli sono bellissimi e bravissimi, prendono voti altissimi a scuola ma, siccome sono intelligentissimi, per ottenere tali lusinghieri risultati devono studiare pochissimo perciò lei li tiene impegnatissimi al pomeriggio con attività divertentissime e formativissime...


Anch'io sono issima: sono normalissima, ho capelli indisciplinatissimi e un aspetto spesso tiratissimo. I miei figli vanno bene a scuola ma, non essendo intelligentissimi, devono studiare altrimenti fioccherebbero i quattro e anche i tre, com'è tipico degli studenti normalissimi che frequentano scuole tradizionalissime. Il mio guardaroba è scarsissimo e le mie scarpe, beh, caliamo un velo pietosissimo: calzo tacchi alti solo se sono certissima di dover (non "poter"...) restare seduta tutta la serata!

Invidiosetta di tutta questa sbandierata perfezione? Forse sì, non saprei. Forse tale "issima" persona è solo bravissima a godere delle tantissime cose bellissime della sua vita e forse ritiene di poterle condividerle con le sue amiche. Fra le quali annovera anche me, pare.

Di questo sì che sono invidiosa: del suo ottimismo, della sua capacità di mostrare il suo bicchiere sempre pieno, del suo perenne, affascinante sorriso...

29 ottobre 2015

Stagioni

L'estate sarà anche una bella stagione, ma è l'autunno il vero artista!


19 ottobre 2015

Ho fatto un sogno

L'altra notte ho sognato che stavo camminando in montagna. Era una larga strada pianeggiante, sterrata, bianca, circondata da cime verdeggianti e alte e alcune casupole sparse qua e là. C'era il sole e la luce era abbacinante, complici le pietroline della strada.
Ad un certo punto mi accorgo di non essere più sulla strada, di aver inavvertitamente seguito uno stretto sentierino secondario che, diramandosi dal percorso principale un po' più a monte da dove mi trovavo io, scendeva restringendosi. Dal punto in cui mi trovavo vedevo la strada all'altezza delle mie braccia stese in alto sopra la mia testa, il sentierino aveva ormai la larghezza delle mie scarpe tanto che potevo reggermi in piedi a fatica, il mio corpo stretto fra il dirupo verso valle e la parete verticale verso la strada. I panorama era magnifico ma io guardavo la parete davanti a me, stendevo le braccia il più possibile per cercare di issarmi di nuovo sulla strada, ma non mi era possibile. Forse avevo anche uno zaino che mi destabilizzava. L'unica possibilità era tornare indietro fino al punto in cui il sentiero di staccava dalla strada principale, ma non avevo spazio sufficiente per girarmi: avevo paura che lo zaino mi facesse precipitare.

Poi, come spesso nei sogni, cambia la scena. Mi ritrovavo in piedi davanti alla vetrina di una piccolissima libreria ricolma di vecchi volumi.  Ero ancora nello stesso posto di montagna ma non più sul sentierino. Una gentile signora mi osservava da dentro il negozio. Notando il mio interesse esce e mi propone di acquistare alcuni volumi, "...ad esempio questo vecchio "Pinocchio" di Collodi, oppure questo "Giardino dei Finzi-Contini" sempre di Collodi..."
"Ma no, penso io, "Il giardino dei Finzi-Contini" non è di Collodi, è di Carlo Bassani" (falso, è di Giorgio Bassani...) Lo penso ma non riesco a dirlo: ho paura di offendere la sconosciuta libraia...

Un sogno così vivido... chi me lo spiega?

Stanotte invece ho sognato Paola F. e questo non ha bisogno di spiegazioni hihihih

30 settembre 2015

Gatti



Esistono gatti e gatte.
In particolare, esistono gatti invadenti e fastidiosi e gatte morte. I gatti invadenti e fastidiosi sono capaci di rendere la vita difficile a donne forti e indipendenti mentre nulla possono nei confronti delle gatte morte, forse perchè queste ultime riescono a tirare fuori il lato protettivo e accudente sia dei gatti che dei loro padroni. Perchè è così difficile vedere la fatica che la forza e l'indipendenza richiedono quotidianamente? Perchè di fronte ad una persona forte si è portati a pensare che non avrà mai bisogno di aiuto o sostegno, ritenendo che sarà sempre in grado di cavarsela egregiamente da sola?

Ribaltando la questione: può una donna adulta, con un lavoro, una casa e una famiglia delle quali si occupa da sola, una di quelle persone abituate a prendere decisioni e a portarle avanti anche quando diventano scomode perchè il semplice fatto di aver preso un impegno è motivo sufficiente, una capace guidare per ore in giro per l'Europa solo per passare qualche giorno in compagnia, può una donna così sentirsi dire "Non so se vengo perchè non so dove mettere il gatto" e non arrabbiarsi? Come riesce a non andare su tutte le furie e piantare un casino di quelli epocali che finiscono con un "ma va' al diavolo tu e il tuo gatto!!!"? 

29 settembre 2015

Aggiungo un dettaglio



Il 23 giugno scrivevo questo

Ora che ho ricominciato a respirare aria italiana devo aggiungere un dettaglio imprevisto.

Mi manca il senso di provvisorietà della quale era intrisa la mia quotidianità alsaziana: potevo fare qualunque cosa, potevo tentare e sbagliare e riuscire e fare brutte figure, tanto (TANTO...) non mi conosceva nessuno e qualunque disastro avessero prodotto i miei esperimenti, sarebbero stati disastri di breve durata e di portata nulla.

Qui invece è tutto definitivo, tutto permanente.
La mia casa non è un centometriarredatospesecomprese, è LA MIA CASA, con tanto di mutuo, di revisione della caldaia, di IMU-TARI-TASI, di lampadari da lavare perchè non ci pensa l'impresa di pulizia a fine locazione; la scuola deve andare bene perchè non si torna a casa a fine anno. Si fanno contratti a lunga scadenza per il telefono fisso e internet, si iscrivono i ragazzi a scuola di inglese e si mette l'apparecchio a Tommy perchè è qui e adesso, non fra un anno, non da un'altra parte.

Mi ha scritto un'amica di Strasburgo: come sperava, hanno ri-trasferito suo marito a Londra, città nella quale ha vissuto diversi anni e che le mancava da morire. Mi ha scritto dall'aeroporto: era in partenza per andare a vedere alcune case per i prossimi tre o quattro anni, poi si vedrà... l'ho invidiata.

17 settembre 2015

Ma che tipo!!!

L'altro giorno mia figlia raccontava la sua giornata di scuola e, arrivata al prof di religione che discuteva con la classe del senso profondo della fede, se ne è uscita con un "Ma si rende conto o no che la religione trova la sua ragione nell'ignoranza degli uomini?!?"

Avrà vita dura, non so se lei o il don!!!

Pro e Contro

Se per poter scegliere fra diversi televisori (o automobili, o fornitori di servizi di rete) è bene compilare un foglio excell per confrontare le caratteristiche in modo coerente e organico, così da non sbagliare l'acquisto, così ora compilerò un bell'elenco di pro e contro. Ok, non devo scegliere fra diverse opzioni, semplicemente capire qualcosa in più.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della mia nuova "condizione professionale"?

Mamma a Casa - PRO
  1. Ho intere mattinate da gestire a modo mio
  2. I miei figli sono contenti di tornare a casa da scuola e trovarmi (l'ha detto Tommaso), non so se per me o perchè non devono scaldare al microonde gli spaghetti della sera prima
  3. Preparo torte
  4. Sto facendo esperimenti con la macchina da cucire ;-)
  5. Mio marito è felice perchè gli preparo la pasta fresca
  6. Posso andare in piscina in orari incompatibili con il lavoro di ufficio, ergo ho la vasca tutta per me: lunedì eravamo in tre! 
  7. Ho tempo per seguire i ragazzi nei compiti, nelle loro attività pomeridiane, per aiutarli a "guardare oltre"

Mamma a Casa - CONTRO
  1. Devo pulire casa
  2. Devo rivedere l'immagine che ho di me, e non ne sono capace
  3. Mi vergogno di non avere un lavoro e mi vergogno anche di scrivere che mi vergogno: dimostra una scarsa autostima e una totale mancanza di umiltà. Non sono fiera nè della prima nè della seconda cosa.
  4. Non guadagno quindi non sono indipendente. Ero fiera della mia indipendenza, ora devo farne a meno

Lascio aperti gli elenchi: qualcuno ha suggerimenti? Ma non siate ipocriti: non c'è solo il primo elenco!

15 settembre 2015

Come si fa?

Ieri sera verso le sette e mezza rientravo a casa con Matilde. Camminavamo fianco a fianco, lungo una via alle spalle della piazza. Lei ha guardato il cielo ormai quasi scuro, e ha detto: "Sai mamma che a Strasburgo è ancora chiaro?", poi, guardando la strada deserta, ha aggiunto: "...e sai, vero?, che le strade del centro sono piene di gente?"
Mi sono rivista bambina, quando, spaesata, passeggiavo per le stesse vie con mia mamma accanto, tutte e due in preda ad una feroce nostalgia di casa, quella vera, a Milano.

Come si fa se le cose che prima ci facevano sentire a casa ora non ci dicono più  niente?

22 luglio 2015

25 giugno 2015

24 giugno 2015

Primo giorno di vacanza

Ieri ultimo giorno di scuola: saluti a tutti, baci e abbracci, è stato bello conoscervi!
La prof di italiano ha riempito di piccoli regali i bambini in partenza, la prof di inglese ha elargito coppe e magliette, la prof di francese si è lasciata scappare una lacrima. Oggi ci siamo svegliati con calma (più o meno: 7:30 al posto delle abituali 6:50... avremmo potuto fare meglio!) e abbiamo fatto una colazione da festa. Tommy ma ha preparato un caffè, Mati si prepara al suo shopping party con le amiche, io aggiorno il blog.
Gli scatoloni possono aspettare...

23 giugno 2015

Una piccola aggiunta

Ieri verso mezzogiorno ho spedito per lettera "suivie" la disdetta del contratto del mio cellulare.

Oggi alle 14:37 il mio operatore telefonico mi ha comunicato via sms la data di cessazione del contratto.

Questo significa due cose, anzi tre:
1) dal primo luglio non avrò più un numero francese
2) le poste francesi funzionano molto bene
3) gli operatori telefonici fanno quello che promettono

...


Abbiate pazienza, poi mi passa.

Un post di piccole cose - parafrasando Chiara



Ultimo giorno di scuola, bagagli in corso... ora che non ho ancora ricominciato a respirare l'aria di casa cosa sento che mi resterà di quest'anno strasburghese?

Sicuramente la lotta contro la polvere! Ridete, ridete pure, ma io non ho mai visto tanta polvere in una casa, mai nella mia vita!

Poi le bici: qui tutti usano le biciclette per spostarsi, con qualunque tempo, con qualunque esigenza di trasporto. Si vedono signore eleganti andare in ufficio sotto una mantella impermeabile, ragazze con tacchi altissimi uscire la sera, mamme e papà con bambini al seguito, magari due nella carrozzella agganciata alla bici (davanti o dietro, esistono modelli per ogni gusto!) uno sulla sua bici agganciata al telaio di quella davanti e uno che slalomeggia fra i passanti, incurante degli schizzi che solleva... Ci sono le bici delle biblioteche utilizzate per trasportare libri nei parchi, bici per il trasporto di hot dog caldi o bibite fresche, bici per i gelati o bici dotate di carretto per il trasporto della frutta, con tanto di tendalino parasole! 

Il jogging mattutino con la mia amica Nicoletta. E la sua commozione durante l'ultima corsa, qualche giorno fa.

Le amiche di mia figlia: l'hanno fatta sentire a casa, con semplicità e naturalezza e di questo sarò sempre grata.

Il pane fresco la domenica mattina. E già che ci sono le colazioni delle domeniche: io un croissant aux amandes, mio figlio uno chausson aux pommes, mia figlia un pain au chocolat e mio marito una croix à la cannelle. Tutto appena sfornato. Ho promesso ai bambini che giovedì faremo colazione in pasticceria: un dolce addio a questa incredibile città!

Il clima. Abbiamo avuto giornate calde ma poche e solo di giorno... mai patito il caldo di notte. In inverno fa buio molto presto ma la città non è mai triste o mogia, non c'è nebbia e questo significa che se non piove c'è il sole. Non si può dire lo stesso di casa.

La sensazione di sicurezza. I bambini possono andare in giro da soli, i piccoli strasburghesi cominciano presto, alcuni già in terza elementare, ad andare a scuola in piccoli gruppi. Alle dieci di sera il centro è ancora vivo, uscire da teatro e rientrare a casa non fa paura. Certo parlo del centro, non ho la più pallida idea di come siano le periferie!

I parchi: tanti, curati, frequentati tutto l'anno e fino a tardi. C'è chi corre (qui corrono tutti), chi fa picnic, chi porta i bambini a giocare, chi legge, che scatta foto, chi fa sport

Gli italiani. In Italia sono spesso sfuggenti, diffidenti, frettolosi e chiusi. Qui ho trovato persone accoglienti, disponibili, simpatiche. E non solo gli espatriati di breve durata, che magari hanno la necessità di fare gruppo per non sentirsi completamente persi. Anche i residenti, persone che lavorano qui in via definitiva: loro, magari per motivi diversi, sentono forse il bisogno di ricordare la loro identità. Molto interessante osservare come la lontananza da casa ci renda quasi parenti ;-) Una bella scoperta!

Vedremo, fra qualche settimana, se dovrò aggiungere qualcosa alla lista. O magari togliere :-)


18 giugno 2015

Ma si può ancora parlare delLA SCUOLA ITALIANA?


Vi incollo un paio di grafici così per semplicità




Tratti da qui

15 giugno 2015

Democrazia e diritti sociali



Oggi a nessun socialista e a nessun comunista sensato verrebbe in mente di sostenere che i diritti di libertà siano necessariamente strumenti giuridici di privilegio borghese. Anche le masse lavoratrici hanno compreso (...) che la giustizia sociale non è pensabile se non in funzione della libertà individuale: e sono sorti così quei movimenti politici che, invece di accentuare l'antagonismo tra l'idea liberale e l'idea socialista, hanno messo in evidenza che una democrazia vitale può attuarsi soltanto nella misura in cui la giustizia sociale (...) sia concepita come premessa necessaria e come graduale arricchimento della libertà individuale.(...) (E) se vera democrazia può aversi soltanto là dove ogni cittadino sia in grado di esplicar senza ostacoli la sua personalità per poter in questo modo contribuire attivamente alla vita della comunità, non basta assicurargli teoricamente le libertà politiche, ma bisogna metterlo in condizione di potersene praticamente servire. E siccome una assai facile esperienza dimostra che il bisogno economico toglie al povero la possibilità pratica di valersi delle libertà politiche e della proclamata uguaglianza giuridica, ne viene di conseguenza che di vera libertà politica potrà parlarsi solo in un ordinamento in cui essa sia accompagnata per tutti dalla garanzia di quel minimo benessere economico (...) Ogni uomo che non si sottrae alla legge del lavoro deve godere del minimo di risorse necessarie per far vivere, a lui e alla sua famiglia, la vita degna di un uomo.
Articolo pubblicato su "Il ponte", agosto 1945
Tratto da Pietro Calamandrei - Lo stato siamo noi - Instant book Chiarelettere - Milano 2011 (pag 47 - 50)

In estrema sintesi: senza un lavoro dignitoso non esiste libertà e senza libertà non esiste democrazia.

La situazione in Italia non sembra molto migliorata in questi ultimi 70 anni...

13 giugno 2015

Produzione scritta

Una volta si chiamavano temi, ma la sostanza non cambia.
Nel corso di francese, nella classe di mio figlio hanno dovuto descrivere la loro scuola ideale. Lui ha "sognato" una scuola nella quale i bulli vengono sanzionati, le lezioni durano fino all'ultimo giorno (qui le ultime 2 settimane sono di mezza vacanza), in mensa nessuno lascia il tavolo sporco e in cortile i più grandi lasciano in pace i piccoli.
Nella classe di mia figlia invece hanno dovuto commentare la notizia di un preside che ha rimandato a casa una studentessa perché troppo succintamente vestita, ragionando di libertà e regole. Mia figlia ha dato ragione al preside perché, ha sostenuto, la scuola non è una passerella e un abbigliamento adeguato è preferibile.
Leggo nei loro testi il desiderio di un mondo ordinato, nel quale le regole esistono e vengono fatte rispettare.

Come posso spiegare loro che in Italia (e non solo) non va proprio così?

12 giugno 2015

Due settimane

Undici mesi fa dicevo questo , oggi, a meno due settimane dalla partenza, lo rileggo e mi ci riconosco: sono ancora in scadenza come uno yogurt!
Fra due settimane esatte sarò in auto, sulla via del ritorno.
L'anno scorso non vedevo l'ora di partire, ora non vedo l'ora di tornare.

Non sarà che, semplicemente, mi piacciono i cambiamenti?

11 giugno 2015

Milan l'è un gran Milan

Foto Corriere della Sera del 12/06/2015

Ma in questa situazione forse neppure lei può farcela.

10 giugno 2015

Vorrei che leggeste questo


Quando la città retta a democrazia si ubriaca di libertà confondendola con la licenza, con l’aiuto di cattivi coppieri costretti a comprarsi l’immunità con dosi sempre massicce d’indulgenza verso ogni sorta di illegalità e di soperchieria; quando questa città si copre di fango accettando di farsi serva di uomini di fango per potere continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; quando il padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del figlio; quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi da rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità; quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle?
In un ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri; in cui tutto si mescola e si confonde; in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato e ne lusinga, per sfruttarli, tutti i vizi; in cui i rapporti tra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche convenienze nelle reciproche tolleranze; in cui la demagogia dell’uguaglianza rende impraticabile qualsiasi selezione, ed anzi costringe tutti a misurare il passo delle gambe su chi le ha più corte; in cui l’unico rimedio contro il favoritismo consiste nella molteplicità e moltiplicazione dei favori; in cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti ne diventino complici; in un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell’anarchia e nessuno è più sicuro di nulla e nessuno è più padrone di qualcosa perché tutti lo sono, anche del suo letto e della sua madia a parità di diritti con lui e i rifiuti si ammonticchiano per le strade perché nessuno può comandare a nessuno di sgombrarli; in un ambiente siffatto, dico, pensi tu che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella libertà, dal pericolo dell’autoritarismo?
Ecco, secondo me, come nascono le dittature. Esse hanno due madri.
Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia. L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi.
Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi, poi con la violenza che della dittatura è pronuba e levatrice.
Così la democrazia muore: per abuso di se stessa.
E prima che nel sangue, nel ridicolo.

Cap. VIII de "La Repubblica" di Platone nella libera traduzione di Indro Montanelli 

Tratto da: http://www.ceccodottipuntocom.com/2015/06/platone-la-repubblica.html

09 giugno 2015

Ancora numeri

Con il 22,4% di laureati, l'Italia è il fanalino di coda della UE. Ma è anche il paese nel quale i laureati rispondono nei call center o scaricano cassette di frutta all'ortomercato, come se il numero di laureati fosse sovrabbondante.
Delle due l'una: o i laureati italiani non valgono la carta del diploma o in Italia non esistono lavori per laureati.

08 giugno 2015

Io sono quella col vestito rosso - Il lavoro

Anni fa la mia amica Francesca mi diceva, ammirata, che io (cito testualmente) sì che dovevo essere soddisfatta del mio successo professionale: avevo conseguito una laurea prestigiosa nell'università più prestigiosa d'Italia per l'ingegneria ed esercitavo la più prestigiosa delle professioni in quell'ambito.
Settimana scorsa, facendo lezione alla mia sola e unica allieva di italiano, parlando di lavoro e di prospettive per il prossimo anno, lei mi chiedeva se riprenderò la mia professione di ingegnere. Le ho risposto di no, non tornerò a fare l'ingegnere, cercherò invece di trasformare il passatempo di quest'anno, l'insegnamento dell'italiano agli stranieri, in una professione. Lei mi ha guardata perplessa e ha cominciato a sottolineare come sia davvero strano rinunciare ad una professione tanto prestigiosa (ancora...) come l'ingegneria per insegnare italiano, un'attività davvero più modesta e di minor peso sociale. Parlava davvero così (e pure in italiano!)
Premesso che ricoprire un ruolo prestigioso non mi fa schifo, che sono anzi piuttosto ambiziosa e che mi piacerebbe essere LA persona alla quale ci si rivolge per essere sicuri del risultato. Premesso questo, facendo l'ingegnere non sono mai stata felice, non sono mai stata a mio agio, ho sempre odiato il cantiere e giudicato bizantina la burocrazia che regge e governa l'attività edilizia: dopo 15 anni di professione, l'avvio di un nuovo progetto doveva essere preceduto da una visita in Comune per concordare il tipo di pratica necessaria (una DIA, un Permesso, una CIA o una SCIA... non ridete, è tutto vero). Ma non solo io, ho assistito di persona a telefonate di questo tipo fatte da chi di anni di pratica ne ha 30, altro che 15!!!
Quindi, per concludere, benché io abbia FATTO l'ingegnere, non SONO mai STATA un ingegnere e non è la stessa cosa.
Rinuncio (rinuncio?) ad una carriera (carriera? la mia!?!) di prestigio (ah sì? Non mi sembrava che lo fosse) per un lavoro ben più modesto?

Rinuncio
Rinunciare significa fare a meno di qualcosa che si possiede o che si desidera, o alla quale si ha diritto. Non posseggo la mia ex professione, non la desidero ergo la mia non è una rinuncia. Lo so, mi sto arrampicando sugli specchi. D'accordo, sto rinunciando al diritto di esercitare una professione che non mi ha mai appassionato. Questa rinuncia non determina alcun rammarico, perciò non la vivo come una rinuncia.

Carriera
Una carriera è qualcosa che progredisce e cresce. E questo chiude il discorso.

Prestigio
Prestigio nel senso che suscita ammirazione negli altri, immagino che il senso attribuito a questa parola, dalla mia amica prima e dalla mia allieva adesso, sia questo. Certo, il fatto di essermi laureata in ingegneria, di solito, ispira un senso di ammirazione per la mia (presunta) intelligenza. Io (e mio fratello e mio marito e suo fratello...) sono convinta che serva più voglia di studiare che intelligenza per arrivare a laurearsi in ingegneria, non è mica fisica! Gli ingegneri sono degli sgobboni, non dei geni! Non vedo nessun prestigio nell'essere degli sgobboni. 

Lavoro
El laurà l'è el laurà, diceva mia nonna, intendendo con questo che nulla è più importante, niente ha il diritto di distrarre l'attenzione di chi lavora dal suo lavoro. Ci sono lavori "fighi" e altri meno, Sono "fighi" i lavori che danno soddisfazioni, non lo sono tutti gli altri. 

Modesto
E qui casca l'asino. Modesto perchè si guadagna poco? Perchè non si viene considerati importanti? Perchè è pieno il mondo?

In definitiva: perchè la mia ex-professione sì e l'alternativa invece no?

05 giugno 2015

Facciamo i conti - Cosa ce ne facciamo di questa Europa

Leggete questo http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-06-04/pansa-sospetti-coinvolgimento-terroristi-traffico-migranti-143820.shtml?uuid=ABAnHPsD

Dice che ad oggi (1 gennaio - 5 giugno) sono sbarcati in Italia quasi 50.000 profughi (che in due anni fa circa 200.000) e che il piano della UE prevede di distribuirne 25.000 in DUE ANNI. E gli altri 200.000-25.000=175.000 sono "nostri"? Oltre a quelli che già ospitiamo, oltre a quelli che arrivano per altre vie, oltre ai "nostri" veri cioè cittadini italiani in difficoltà?

Tra questi numeri e il plauso della Merkel al lavoro di Renzi... non so cosa faccia più paura!

04 giugno 2015

Murales



A chi appartengono i murales? A chi li dipinge o al proprietario del muro?
Considerando che il risarcimento del danno spetta a chi li dipinge (quando si riesce a prenderli!), mi viene da pensare che anche il godimento di un eventuale vantaggio economico debba appartenere all'artista. E invece pare proprio di no, o per lo meno, non esistendo una legge specifica in materia, non ancora. E così capita che il proprietario di metroquadro di muro posto in una via di Londra stacchi un'opera di tal Banksy e la metta all'asta a Miami: partendo da una base d'asta pari alla folle cifra di 500.000 $ (cinquecentomila dollaroni!!), è stata venduta per una cifra non precisata.


Banksy è un fenomeno, uno capace di pronunciare interi discorsi con un'immagine e che, per sua legittima scelta, non vende le sue opere ma le regala allo sguardo della gente.


 Certo possiamo discutere se sia lecito o meno utilizzare un muro che non appartiene all'artista senza l'autorizzazione del proprietario, ma è innegabile che, a volte, un bel murales vale (molto) più di un muro grigio (o giallo, come insegna il sottopassaggio del mio ufficio, per chi sa di cosa parlo).


Alcune case d'asta si rifiutano di mettere in vendita opere strappate dai muri, ad esempio Christie's o Sotheby's, altre ragionano in modo diverso, non so se per un diverso senso di rispetto delle scelte etiche dell'artista o per altre ragioni.

Cosa penso io? Prima ditemi cosa ne pensate voi...

01 giugno 2015

Voti

Leggo qui
«Il punto è che in Italia, contrariamente alla cultura anglosassone, non è chiaro che cosa è il 10» insiste Mantegazza. «Il dieci è il raggiungimento da parte dello studente dell’obiettivo che io ho fissato nella prova di verifica. Se lo studente risponde bene a tutto, è 10, non 8. Ci vorrebbero corsi di formazione alla valutazione per gli insegnanti». 
Lo sa bene anche il direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia Delia Campanelli, regione con le scuole tra le migliori d’Italia secondo l’Invalsi ma che ha poco più di un centinaio di lodi contro le 700 pugliesi e le 400 della Campania. In vista della maturità ha fatto un appello ai professori a non essere troppo severi e a dare anche i dieci: «Dobbiamo arrivare all’uniformità dei voti. Ma intanto agli studenti che meritano il dieci sia dato il dieci in tutte le classi e in tutte le scuole del Paese». Ne sanno qualcosa i ragazzi che vogliono tentare l’ammissione alle università anglosassoni, che non affidano l’ammissione come quelle americane a test esterni ma considerano il curriculum dei ragazzi: «Provate, se ci riuscite - insiste la preside Ugolini -, a spiegare che l’8 per noi è quasi un dieci ad un rettore di una Università inglese». 

Sono consapevole che i problemi della scuola sono ben altri, ma per gli studenti, che della scuola fanno parte, la questione "valutazione" è tutt'altro che irrilevante. Soprattutto è importante quando si confrontano i risultati non fra studenti della stessa classe (confronto sterile) ma fra studenti di scuole diverse, cosa che succede ovviamente in fase di ammissione all'università o di assegnazione di borse di studio.

29 maggio 2015

ubi maior...

Leggete qui

L'ha detto così bene che non occorrono altre parole.
Condivido al 99%, solo sulla coda mi pongo un paio di domande

28 maggio 2015

Se anche l'università ci considera "pezzi di carne"

Foto tratta da Corriere.it

fonte

La notizia si commenta da sola

Io sono quella col vestito rosso - Paola

Ho conosciuto Paola martedì, nel corso di un caffè tra mamme trapiantate a Strasburgo da varie città italiane.
Era sicuramente la più grande fra noi e l'espatriata da più tempo. Mamma di una ragazza già all'università, di un maschio al liceo e di una bambina in prima media, vive in Francia da 15 anni, al seguito di un marito dipendente del ministero degli affari esteri, all'epoca assegnato qui poi trasferito chissà dove. Trucco pesante, capelli nero corvino, grossi occhiali da sole, vestita completamente di nero (una giacca improbabile con inserti in nappa e pantaloni ancora più improbabili: cavallo basso e alta fascia di nappa in vita) ad esclusione delle scarpe: grosse, da ginnastica, in tela fiorata dai mille colori. Alcune delle mamme presenti la riempivano di complimenti: che gusto, che trucco, che capelli e non chiedetele quanti anni ha perchè non dimostra affatto la sua età... chissà perchè? In realtà a me sembrava una tristissima sessantenne di quelle che credono fermamente che fondotinta e scarpe da ragazzina possano compiere il miracolo!
Nel corso del caffè abbiamo capito perchè le sembrava di avermi già vista: sua figlia piccola e la mia frequentano la stessa scuola e sono nella stessa classe di italiano: ci siamo incrociate ad un colloquio con i professori, in coda.
Le mamme espatriate al seguito di mariti in trasferta sono accomunate da una caratteristica: non lavorano quasi mai. Sì, qualcuna, se proprio vuole, può trovare cose da fare ma in genere sono lavoretti a tempo parziale: lezioni di italiano, babysitteraggi fra amiche... cosette così anche perchè le missioni dei mariti spesso, per non dire sempre, sono a termine e questo è un grosso limite.
Un paio, invece, con mariti assunti in via definitiva da aziende locali, sono alla ricerca di qualcosa di stabile ma con bambini piccoli e titoli di studio italiani e magari una conoscenza "artistica" del francese non è certo una passeggiata.
E così, fra un caffè e un macaron, chiacchierando di viaggi e lavori, ho osato sostenere che "non è proprio necessario lavorare. Avendone la possibilità, si possono senz'altro trovare alternative interessanti"
Ovviamente una tesi così fuori moda ha suscitato i commenti più disparati, alcuni pro e altri contro la mia idea. La più accesa sostenitrice della necessità assoluta di lavorare era Paola che, diceva, vorrebbe davvero trovare qualcosa da fare, magari nell'ambito della moda. Ha raccontato che prima non ha cercato niente perchè la missione di suo marito era per soli 5 anni, poi aveva i bambini piccoli poi era difficile, adesso però forse il momento è giusto.

Adesso. A 60 anni.

Non si è resa conto che, mentre aspettava il momento giusto, l'occasione buona, il grande evento che le avrebbe cambiato la vita, ecco mentre aspettava tutto questo lei ha vissuto, gli anni sono passati. Il tentativo che vorrebbe fare adesso avrebbe dovuto farlo 10 anni fa, ora è tardi.




27 maggio 2015

We di Pentecoste

Vi va di vedere un paio di foto del nostro giretto in Lorena?


Un pavone vero si concedeva al suo pubblico in un meraviglioso giardino a Nancy


Questo pavone finto, invece, lascia a bocca aperta i visitatori dell'abbazia di St. Rémi a Reims. Peccato che la mia foto scandalosa non renda giustizia ai colori dei vetri sono meravigliosi: che blu!


Abbazia di St. Rémi a Reims


Questa invece è la cattedrale di Metz: una trina di vetri colorati, viene chiamata "Lanterna di Dio" e il motivo è chiaro!


Chagal a Metz


Sempre Metz, la copertura del Centre Pompidou

Ragazzi che fotografano i libri

ATTENZIONE: il post (ooopsss... tweet) che segue è banale e qualunquista


Se i ragazzi fotografano i libri (fonte qui ) è perchè hanno in tasca un cellulare. Non vengano a lamentarsi del prezzo di un volume!

26 maggio 2015

Cosa ce ne facciamo di questa Europa?

Foto del Corriere della Sera

Mi riferisco a questo
E a "Studi internazionali accreditati valutano infatti che se la Grecia dovesse ora fare il “botto” e ritornare pertanto alla dracma, fra impegni nei Fondi Salva Stati e finanziamenti diretti, chi perderebbe di più sarebbe la Germania con circa 60Mld (1,9% del PIL), la Francia con 40 (2% PIL) e l’Italia con 39 (2,4% PIL)," (fonte qui )

Non andrò avanti, tanto basta questo

21 maggio 2015

La conta dei morti



Ogni volta che si assiste alla semplice pretesa di stabilire delle regole ed esigerne il rispetto, cosa che a volte viene vista come ingiustizia, ecco che c'è il buonista di turno che definisce "fascista" chi è preposto al controllo del rispetto della regola in questione: il poliziotto al corteo dei no-qualcosa, il finanziere che presidia la frontiera, etc etc.

Perchè "fascista"? 
Forse che i "comunisti" non hanno stabilito regole ingiuste e, sulla base di queste regole ingiuste, non hanno forse trucidato milioni (centinaia di milioni) di persone?
Perchè i "comunisti" hanno la pretesa di avere ragione ancora oggi?

Nel 2007, lontana da casa per un problema di cantieri e traslochi, ho dovuto chiamare un pediatra diverso dalla mia solita dottoressa. Mi si è presentato in casa un distinto signore sull'ottantina che, non avendo evidentemente altri appuntamenti, si è trattenuto a chiacchierare della sua adolescenza. All'epoca (avrà avuto 18 o 19 anni) la Lombardia era entro i confini della Repubblica di Salò e lui, ardente come solo i ventenni sanno essere, ne era convinto sostenitore.

"Poi io ho capito -ha concluso- loro invece ancora no"

La melma


Vi avviso: non sarà un post, sarà un tweet.

Anni fa una mia vecchia amica, la chiamerò F., mi raccontò che, durante un periodo davvero difficile, si concesse un lungo we nella casa di campagna di una sua nuova amica. Casa sconosciuta, amica sconosciuta, attività nuove, tanta aria aperta, niente studio: si sentiva bene, si sentiva rinascere.
Alla fine della breve vacanza i suoi genitori, come d'accordo, andarono a riprenderla in auto e, vedendola finalmente serena dopo un lungo e grigio inverno di vera depressione, cominciarono a fare progetti per il futuro: adesso che stai bene puoi ricominciare a studiare di buona lena, puoi dimenticare questo inverno lungo e grigio, andrà di nuovo tutto bene.
E mentre l'auto macinava chilometri che la allontanavano dal quel rifugio inatteso e ospitale, mentre i suoi genitori progettavano per lei e al suo posto un futuro sereno e operoso, lei si sentiva trascinare giù come un palloncino gonfio di elio tirato dalla cordicella che lo lega.
Fino a sprofondare nella melma.

Ok, facciamo due tweet.

19 maggio 2015

Riprovando ad accontentare Chiara...

Strasburgo sta all'Europa come Atene sta all'antichità classica: la incarna, se ne nutre e la nutre, senza una non esisterebbe l'altra e viceversa.

Ma... ma c'è un ma: anche qui, pur vivendoci (e mangiandoci) sopra, la si critica: a volte amorevolmente, come una mamma critica un ragazzino un po' discolo, a volte severamente.

Ma perchè l'Europa, nel senso di "Idea di Europa", non funziona?

Secondo me perchè:

1) parliamo lingue diverse. Una lingua è espressione di una cultura e di un modo di "sentire" la vita, l'etica, la società, il bene e il male... noi non ci capiamo non solo perchè parliamo lingue diverse (e già questo alza barriere insormontabili) ma perchè con le nostre diverse lingue esprimiamo concetti a volte intraducibili. Esistono idee che vengono descritte benissimo in una data lingua con una sola parola, per le quali non esiste una diretta traduzione in un'altra... come pensiamo di poterci capire? SOLUZIONE? prima fra tutte potenziare DAVVERO la formazione linguistica intereuropea, scegliendo (come?) UNA lingua (una sola in tutta l'Europa) da insegnare benissimo e precocemente, rassegnandosi all'idea, BLASFEMA, di ridurre le lingue nazionali ad una specie di super-dialetto. FATTIBILE? Dubito... te li vedi i francesi rinunciare alla loro supposta supremazia culturale?

2) vediamo l'Europa come una maestrina che ci bacchetta: ce lo chiede l'Europa, dobbiamo prendere esempio dall'Europa, siamo i peggiori d'Europa... paghiamo all'Europa un sacco di soldi che non tornano mai indietro, siamo limitati nella nostra libertà nazionale dall'Europa che non ci dà nulla in cambio: non più benessere, non più sicurezza, non aiuto nelle emergenze (vedi migranti, terremoti, crisi...). L'Europa è un nemico. Manca la sensazione di essere più forti in quanto europei. SOLUZIONE? Ci penso da un po' e mi sembra una cosa semplice ma che potrebbe funzionare: l'Europa deve partecipare alle competizioni sportive internazionali con UNA SOLA SQUADRA così come gli USA. FATTIBILE? Certo non sarà un passaggio semplice ma è sicuramente più veloce che non insegnare a 500.000.000 di europei a parlare fluentemente una lingua diversa. Sbaraglieremmo le olimpiadi, ai mondiali non ci sarebbe storia, la coppa davis sarebbe nostra per definizione... tifando una sola bandiera, condividendo i successi, anche se solo sportivi, cominceremmo a vedere nell'Europa la nostra forza... 

3) scuola. I sistemi scolastici non sono armonizzati, i programmi sono molto diversi e fra i livelli di insegnamento c'è un abisso. In questo modo la mobilità inter-europea è limitata: io dovrò passare l'estate a fare ripetizioni ai miei figli perchè altrimenti l'anno prossimo potrebbero avere problemi grossi, soprattutto Tommy che avrà gli esami di terza media. E io sono fortunata perchè i miei figli sono in gamba e perchè io posso aiutarli. E se non fossi "attrezzata"? e se non ne avessi voglia o tempo? E sto parlando di scuola media, non avete idea del delirio che dovremmo affrontare se fossero al liceo! SOLUZIONI? Difficile, sono diversi i criteri che guidano i governi nella scelta delle loro politiche scolastiche: c'è chi punta al meglio per chi può, chi punta al poco ma uguale per tutti, chi ha scuole per i deboli e scuole per le eccellenze... è difficile, però occorre andare coraggiosamente in questa direzione o abbandonare l'idea di una comunità europea, limitandosi ad una comunità economica europea. Che non è la stessa cosa e che, a mio parere, non può funzionare.

Sono le prime tre ragioni alle quali ho pensato. Sono idee che partono "dal basso", che non hanno la pretesa di essere LA soluzione ma che possono portarci piano piano a pensare a noi in termini di europei prima che di italiani-francesi-tedeschi e chi più ne ha più ne metta.

Augh!

PS: ora, Chiara, se hai il coraggio definisci questa cosa un tweet ;-)

Accontentando Chiara...

Vorrei avere la facilità di scrittura di persone capaci di descrivere una vita in 30 righe.

Una mia allieva di italiano (a dirla tutta è LA mia allieva, essendo l’unica ;-) mi ha portato un libro che le ha suggerito il marito. Si intitola “Navi in bottiglia” (G. Romagnoli – Garzanti – 2010). In ultima copertina, viene definito una “Stupenda raccolta di racconti brevi…” in realtà non sono racconti, sono solo dei lampi di luce che illuminano un dettaglio, uno sguardo, un’idea, un episodio. Poche frasi lapidarie capaci di esibire come in una gigantografia pubblicitaria l’angoscia del mondo.


Meglio non leggerlo.

15 maggio 2015

Risultato...

Martedì 31°C +
Venerdì 14°C =
Matilde 38°C

Eviterò commenti...

06 maggio 2015

Priorità

Stamattina, organizzando gli impegni con mia figlia, le ho detto che non avrei potuto accompagnarla perché dal parrucchiere avrei finito solo verso le 12:30.
Attimo di meditazione di mia figlia.

"E non ti verrà fame?"

23 aprile 2015

...e continuiamo a preoccuparci dei "migranti"



In una guerra fra poveri, in mezzo a imprenditori suicidi, disoccupati di mezza età disperati e senza futuro, scuole che cadono in testa agli studenti, e pensionati che rovistano nella spazzatura dobbiamo davvero continuare a preoccuparci per "loro"?

22 aprile 2015

Ansia



Sono giornate di ansia, chissà perchè...

21 aprile 2015

Sindone


Sarà vera oppure è un falso medievale? Non lo so e non mi interessa.

Mostra il volto di un uomo torturato e ucciso: il Cristo, per chi ci crede; un povero cristo per tutti gli altri. E tanto basta per suscitare in me un profondo sentimento di pietà e una grande commozione.

Non so se avrò mai la voglia di mettermi in coda e fermarmi, magari solo per pochi secondi, lì davanti: so che passerei il tempo ad aspettare inutilmente un segno, che non sarei capace di lasciarmi andare e che la mia parte razionale prenderebbe il sopravvento, sarei capace di uscire definendola "un lenzuolo vecchio e sporco".

Preferisco guardare da qui...

12 aprile 2015

07 aprile 2015

Disastri aerei

C'è qualcosa che non mi quadra...



Superga 1949


Elba 1960

















Ande 1972
















Montagna Longa 1972


Algeria 2015
















Marsiglia 2015
Con cosa costruiscono gli aerei oggi? Con il das?

In tutti gli incidenti i relitti sono riconoscibili, restano alcune parti intatte: la conda, un'ala, uno pneumatico. Di questo volo no, solo briciole. 

Qualcuno può aiutarmi a capire?

05 aprile 2015

Buona Pasqua

Messa all'abbazia di Mont saint Michel... dalla parte del prete!

31 marzo 2015

Cultura alimentare

Mi sa che sono un po' fissata, lo ammetto, ma ultimamente sto leggendo molto in proposito. Essenzialmente però leggo roba americana perciò mi dicevo che, va bè, noi mangiamo meglio di loro e forse abbiamo meno problemi. Però queste letture mi hanno messo la pulce nell'orecchio, così, mentre facevo la spesa al supermercato, mi sono messa a leggere gli ingredienti del pane fresco prima di comprarlo.

Pane supermercato francese
1) Farine de blé, eau, farine de seigle, levure, sel, malt, acidifiant:E270, émulsifiant végétal : E471, antioxygène :E300. 
2) Farine de ble, graines desesame, gluten de bla, flocons de ble malte, flocons d'avoine, graines de lin brun, graines de lin jaunes (91.3% de cereales dans la farine), eau, sel (antiagglomerant :E535), levure, farine de ble, emulsifiant:E471, antioxydant: E300, enzymes 53% de graines à l'incorporation 
3)  Farine ( farine de blé, gluten de blé, germe de blé, farine de blé malté ), eau, améliorant ( germes de blé toastes, farine de blé malte, antioxygène :E300), sel, levure. 
4) farine (farine de blé, gluten de blé, farine de blé malte, E300), eau, levain (farine de blé, eau, ferments lactiques)sel, levure, émulsifiant E471  

Un'intera collezione di additivi!!!
Per conforto ho cercato in rete gli ingredienti del pane fresco venduto in un supermercato italiano. Non è il supermercato nel quale faccio abitualmente la spesa perchè sul suo sito non ho trovato l'elenco degli ingredienti, è un altro, un bel nome...

Pane Supermercato italiano
1) Farina di grano tenero tipo “0”, acqua, sale, destrosio, lievito, farina di cereali maltati
2) Semola di grano duro, Acqua, Lievito, Sale, Farina di malto di frumento
3) Farina di grano tenero tipo ''0'', Acqua, Lievito, Sale, Farina di malto di frumento
4) Farina di grano tenero di tipo integrale, Acqua, Lievito, Sale, Farina di malto di frumento

Ho trovato un pane contenente E300 (acido ascorbico -ovvero vitamina C- un antiossidante) ma non era un pane fresco: è uno di quei prodotti cotti a metà per i quali è necessario finire la cottura.

Ho fatto lo stesso lavoro sullo yogurt bianco:

Yogurt italiano: latte, fermenti
Yogurt franceseLait partiellement écrémé, lactose et protéines de lait, ferments lactiques. (è uno dei tanti...)

Ma la cosa paradossale è che la composizione di uno yogurt prodotto per il mercato italiano è diversa da quella dello stesso yogurt prodotto per il mercato francese:

Activia naturale:

Latte fermentato con lactobacillus bulgaricus, streptococcus thermophilus e bifidobacterium
Lait entier - Lait écrémé en poudre - Ferments lactiques dont bifidobactérium (bifidus actif).


Cambia anche il prezzo: 2,22 €/kg in Francia e 5,38 €/kg in Italia!!!

Dove voglio arrivare?
Da nessuna parte, voglio solo condividere lo stupore conseguente alla scoperta: i supermercati sono pieni di robaccia ma, mentre in Italia è possibile evitarla, qui è una lotta senza quartiere!