30 gennaio 2018

Eh ma tu di più... Del Giorno della Memoria e di altri Olocausti

Trovo aberrante e perversa la convinzione che sia possibile stilare una classifica degli orrori.

Si può parlare della Shoah perchè i responsabili sono stati i cattivi per antonomasia, non si può però parlare dei caduti per mano delle dittature comuniste perchè "eh ma loro di più" (non è vero, ma tant'è).
Si può parlare delle crociate ma non delle varie guerre sante condotte per secoli dai musulmani perchè "eh ma noi prima".
Si può parlare delle sedicenti missioni di pace occidentali con tutte le violenze conseguenti ma non delle azioni di guerriglia in Africa condotte da gruppi di terroristi africani che causano migliaia di vittime (torture atroci, morti ammazzati a colpi di machete, stupri, rapimenti...) perchè "eh però il colonialismo".
Potrei continuare: c'è sempre un cattivo che è, politically correct, più cattivo degli altri, perciò ogni tentativo di discutere razionalmente fallisce. Sembra non esistere l'onestà intellettuale necessaria per spogliarsi delle emozioni e guardare i fatti così come sono, senza stilare una classifica degli orrori.

Sogno un Giorno della memoria che ricordi i caduti per mano di tutti i totalitarismi.

Piccola nota a margine: nel 2016, sono state eseguite nel mondo 1032 condanne a morte, la maggior parte delle quali in Cina, Iran, Arabia Saudita e Pakistan... Fra i caduti per mano di tutti i totalitarismi contiamo anche questi?

25 gennaio 2018

Di case e adattamenti


Ho fatto trasloco, il 14° da quando sono nata. Senza contare le case di vacanza...
Quattordici bagni nuovi nei quali appendere l'accappatoio. Quattordici nuovi percorsi casa-scuola o casa-lavoro. Quattordici nuovi panettieri da scoprire, quartieri da esplorare, vicini da conoscere. Quattordici nuovi "odori di casa" da riconoscere come miei...
Io che ho sempre voluto viaggiare (a vent'anni ho quasi lasciato un moroso perchè ha rifiutato un offerta di lavoro in Texas), che considero le radici cose che stanno bene anche in un vaso, adesso mi chiedo a cosa ripenserò quando, da vecchia, vorrò pensare a casa mia.
La casa nella quale mi sono fermata di più?... A Milano: 5 anni; nella casa nella quale i miei vivono adesso: 5 anni all'inizio poi ho fatto parecchio avanti e indietro durante l'università... Le mie case da sposata: nell'ultima 5 o 6 anni ininterrottamente, poi abbiamo ricominciato a girovagare. In questa mi fermerò un paio d'anni, forse quattro. Poi boh...
E quindi? E quindi niente: mi sento trasformata da stanziale al limite della noia a nomade. Un po' mi piace, un po' non lo so. Chissà dove andrò la prossima volta?