Ritengo che la coerenza sia una virtù (a meno che non si trasformi in ostinazione, ma questa è un'altra storia) eppure talvolta vacillo.
I migranti, per esempio: sono fermamente convinta che ogni Paese abbia il sacrosanto diritto nonchè l'obbligo morale di difendere i propri confini e di tutelare la sicurezza e il benessere economico dei propri cittadini. Ma sono anche fermamente convinta che ogni persona abbia l'altrettanto sacrosanto diritto alla felicità e che, se la ricerca della felicità porta a emigrare, questo debba essere consentito.
Se la legge, una qualunque, discrimina qualcuno impedendo o anche solo limitando l'esercizio di questo diritto, allora è una legge ingiusta e va cambiata.
Breve nota a margine:
ho parlato di felicità perchè gli altri diritti (acqua pulita, alimentazione sufficiente e sana, scuola, giustizia, sicurezza personale, salute) sono a mio avviso non negoziabili.
E che dire della scuola? Penso che la scuola debba essere pubblica, gratuita e lunga. Penso anche che debba essere severa e tosta e che debba avere come obiettivo il pieno sviluppo delle potenzialità di ciascuno, perchè l'effetto sarebbe la creazione di una società preparata. Ma so anche che non tutti sono portati per lo studio e ritengo che obbligare un aspirante pastore (o carrozziere o sciampista...) a studiare storia e filosofia sia il modo migliore per creare intere generazioni di frustrati depressi.
O anche, per parlare di casa mia, la scelta della facoltà universitaria... Mia figlia oscilla fra medicina e letteratura inglese: una disciplina la affascina e, nelle materie inerenti l'altra, è decisamente più brava (molto più brava, in effetti) e così non riesce a scegliere. Oltre al fatto che si interroga su quale delle due strade sia espressione di una vera libertà di giudizio. Mi spiego: lettere è più "femminile", medicina è più STEM e quindi considerata, per l'appunto socialmente, "manifestazione della libertà intellettuale" di una ragazza che, con questa scelta, dichiara di volersi allontanare dagli schemi tradizionali. Ma, si chiede mia figlia, scegliere una disciplina tradizionalmente considerata femminile, non ha un non so che di rivoluzionario, in questo mondo che spinge le ragazze verso le STEM? Non ha torto neppure lei...
Non se ne esce. O almeno, io non ne esco.
Avete mai notato che c'è un proverbio per ogni circostanza e il suo contrario?
Per mia zia, alta 1,49, "nella botte piccola c'è il vino buono". Ma suo marito è alto 1,85, e per lui "grandezza è mezza bellezza". Nei lavori di casa "l'unione fa la forza", nei compiti di scuola invece "chi fa da se fa per tre"... Anche le mie opinioni in merito ai
fatti della vita sono così: social-mente instabili.