28 marzo 2019

Devo fare il cambio degli armadi

La primavera, si sa, è tempo di rinascita: ci si spoglia della vecchia pelle e se ne indossa una nuova di zecca, accuratamente preparata per l'occasione e portata con orgoglio e soddisfazione.
Per me è sempre un momento difficile, mi affeziono alle vecchie pelli come ad un vecchio paio di scarpe, che conoscono i miei piedi e il loro modo di camminare, appoggiando la pianta sempre un po' verso l'esterno (lo noto osservando il consumo della suola); spogliarmi mi riesce difficile, buttarmi alle spalle ciò che è stato, una fatica ingrata.
Così, nonostante i numerosi segnali, continuo imperterrita a rispondere agli stessi annunci di lavoro e la collezione di due-di-picche si arricchisce di sempre nuovi esemplari.
Ormai, però, fa caldo, devo decidermi e andare avanti..
Ce la farò?
Boh, intanto preparo il soprabito.

18 marzo 2019

Ci risiamo

Ho frequentato un corso di Employability nel corso del quale ho imparato a confezionare un CV English style, ho scritto una bellissima cover letter e ho richiesto (e accolto) i commenti della docente, ho meticolosamente cercato l'annuncio giusto e ho scritto. Io so fare quel lavoro, l'ho fatto per tanti anni. Mi piace anche parlare con la gente, ascoltare le loro necessità e trasformare un desiderio in muri e spazi da vivere. Ho raccontato tutto questo e ho presentato la mia candidatura.
E, niente, hanno scelto un'altra persona.
Non sono triste nè arrabbiata, non sono più neppure delusa o sorpresa.

06 marzo 2019

Social-mente instabile

Ritengo che la coerenza sia una virtù (a meno che non si trasformi in ostinazione, ma questa è un'altra storia) eppure talvolta vacillo.
I migranti, per esempio: sono fermamente convinta che ogni Paese abbia il sacrosanto diritto nonchè l'obbligo morale di difendere i propri confini e di tutelare la sicurezza e il benessere economico dei propri cittadini. Ma sono anche fermamente convinta che ogni persona abbia l'altrettanto sacrosanto diritto alla felicità e che, se la ricerca della felicità porta a emigrare, questo debba essere consentito.
Se la legge, una qualunque, discrimina qualcuno impedendo o anche solo limitando l'esercizio di questo diritto, allora è una legge ingiusta e va cambiata.
Breve nota a margineho parlato di felicità perchè gli altri diritti (acqua pulita, alimentazione sufficiente e sana, scuola, giustizia, sicurezza personale, salute) sono a mio avviso non negoziabili.
E che dire della scuola? Penso che la scuola debba essere pubblica, gratuita e lunga. Penso anche che debba essere severa e tosta e che debba avere come obiettivo il pieno sviluppo delle potenzialità di ciascuno, perchè l'effetto sarebbe la creazione di una società preparata. Ma so anche che non tutti sono portati per lo studio e ritengo che obbligare un aspirante pastore (o carrozziere o sciampista...) a studiare storia e filosofia sia il modo migliore per creare intere generazioni di frustrati depressi.
O anche, per parlare di casa mia, la scelta della facoltà universitaria... Mia figlia oscilla fra medicina e letteratura inglese: una disciplina la affascina e, nelle materie inerenti l'altra, è decisamente più brava (molto più brava, in effetti) e così non riesce a scegliere. Oltre al fatto che si interroga su quale delle due strade sia espressione di una vera libertà di giudizio. Mi spiego: lettere è più "femminile", medicina è più STEM e quindi considerata, per l'appunto socialmente, "manifestazione della libertà intellettuale" di una ragazza che, con questa scelta, dichiara di volersi allontanare dagli schemi tradizionali. Ma, si chiede mia figlia, scegliere una disciplina tradizionalmente considerata femminile, non ha un non so che di rivoluzionario, in questo mondo che spinge le ragazze verso le STEM? Non ha torto neppure lei...
Non se ne esce. O almeno, io non ne esco.
Avete mai notato che c'è un proverbio per ogni circostanza e il suo contrario?
Per mia zia, alta 1,49, "nella botte piccola c'è il vino buono". Ma suo marito è alto 1,85, e per lui "grandezza è mezza bellezza". Nei lavori di casa "l'unione fa la forza", nei compiti di scuola invece "chi fa da se fa per tre"... Anche le mie opinioni in merito ai fatti della vita sono così: social-mente instabili.