26 aprile 2024

Divisivo?

"... solo in Italia la parola destra è considerata sinonimo di fascismo..."
Cazzullo qui

24 aprile 2024

H


Trasforma una preposizione in un verbo, un verbo in un'esclamazione. Non si sente e non si pronuncia, ma guai a dimenticarsene. Come lo zero in matematica: sembra inutile finché non ci si pensa.

Per vicende di salute in declino e di età che avanza, mio padre da tempo sostituisce mia madre in alcune delle sue, un tempo totalmente invisibili, faccende. Al telefono un giorno mi ha detto che "ah però mica leggero il lavoro della casalinga!" Eccola, l'H.

In un libro dal titolo "The courage to be disliked" si parla, in un capitolo che non ricordo, del valore delle persone. Il giovane sostiene che solo chi lavora e guadagna ha un valore, il vecchio gli suggerisce di provare a immaginarsi al capezzale di suo nonno o di sua madre e di tentare di sentire le sue emozioni in quella circostanza. Ecco, conclude il vecchio, "il tuo dolore è la misura del loro valore". Altre H. 



22 aprile 2024

La mia città




La mia città è un contadino che si crede giovane e invece è soltanto un giovanotto, si crede colto ma ha solo studiato da geometra, si crede ricco ma ha solo soldi.

Compra la carne "in un posto che conosce solo lui"; per il pane, invece, orfano di Cornegliani, non ha ancora trovato un degno sostituto.

La domenica indossa il vestito buono e va a santificare la festa, poi scende in piazza, prende il caffè, compra il corriere e un vassoietto di boeri e torna a casa per pranzo.



18 aprile 2024

G


Gabanelli Gabanelli... l'ispirazione per il post di oggi mi viene servito su un piatto d'argento dall'ultimo servizio di DataRoom

Fra gli istanti 0'48" e 0'58" il video ci dice che "sappiamo poi che dalla materna in su, lo stato paga tutte le spese per l'istruzione  che per legge è obbligatoria fino a 16 anni".

La mensa è a pagamento, i libri di testo della primaria sono rimborsati dallo stato, ma non quelli delle due secondarie. Il materiale di cartoleria è a totale carico delle famiglie, così come tutti i libri e i materiali di supporto: narrativa (sì ci sono le biblioteche, quando ci sono e quando sono sufficienti), vocabolari, cartoleria per materie tecniche e artistiche tipo pastelli a cera, album di fogli, righe squadre e compassi, eccetera.

Ecco, sarebbe stato molto più onesto dire che non si pagano rette e neppure questo dato che tutte le scuole (tutte...) richiedono il versamento di contributi "volontari"...

(un liceo a caso...)

In Francia (fino ai 15 anni, dopo non so) non si pagano i libri di testo che vengono forniti in prestito dalla scuola dietro versamento di una cauzione che nel 2014 era di 10€ a figlio, cauzione restituita se i libri sono in condizioni tali da poter essere riutilizzati l'anno successivo. Il resto si paga. Per clemenza eviterò di dire che però con 10€/anno si iscrivono gli alunni ai club sportivi, con altri 10€/anno a quelli di Performing Arts, con altri 10€/anno al pre e post scuola e che le scuole sono aperte dalle 7am alle 7pm. 

In UK fino ai 18 anni (termine dell'obbligo formativo, l'obbligo scolastico è fino ai 16 anni) non si pagano libri né cartoleria (tutto, penne comprese se necessario) viene fornito dalla scuola. Si pagano i pasti e le uscite scolastiche, il tutto però finanziato in caso di necessità. 

Eviterò di raccontare delle tasse universitarie e del perché , secondo me, in Italia ci si laurea poco (e male): ci saranno altre "Lettere" per questo!

 

15 aprile 2024

F


F come quella volta che "Fuori tutti, c'è una fuga di gas", o come quando qualcuno per la prima volta mi chiama per nome, o come quando "Finalmente è arrivato Natale". 

Ffff è il suono del fischietto quando parte il treno, e chissà che stavolta non arrivi nel posto giusto.

Ffff è il soffio di chi spegne la sua prima candelina o le sue prime 100, se ci si arriva con fiato adeguato. È il sibilo sottile di un palloncino scappato di mano, è il frullo delle ali di un cucciolino al suo primo volo (anche se per questo serve l'aiuto di una mamma attenta e di una r...), è il vento che canta fra i rami vestiti di giovani foglie, è disappunto a teatro, inappropriato apprezzamento per strada, richiamo per un cane felice
 

09 aprile 2024

Chiedo aiuto agli esperti di blogger

In principio (era il Verbo... ma no, il mio principio è molto più banale...)
In principio Blogger mi mandava una mail comunicandomi che qualcuno aveva pubblicato un commento a un mio post. Adesso non succede più e questo comporta il rischio di lasciare un dialogo a metà, cosa maleducatissima!
Qualcuno sa come risolvere questa fastidiosa faccenda?
Grazie per l'aiuto 

08 aprile 2024

E

 


Eh già, eh be', ma cosa ci vuoi fare?

Le cose vanno come devon andare e niente incide. Ci si può provare, certo, ma alla fine va' a capire e calcolare e pesare l'effetto delle tue azioni...

Ho latto da qualche parte che non possiamo sempre fare la "scelta giusta", ma possiamo sempre cercare di rendere "giusta la scelta". Sarà così?

14 marzo 2024

A pelle

Senza nessuna pretesa di competenza, preferivo Ratzinger a Bergoglio. 

Mi piaceva il suo rigore, il suo radicamento nella tradizione, il suo coraggio nel denunciare i danni dei relativismi e quindi nel sostenere che se abbiamo ragione noi, loro devono avere torto. Mi piaceva la sua capacità di chiamare le cose col loro nome, con onestà e con la necessaria assunzione di responsabilità. Se Chiesa dev'essere, che lo sia in pieno, con la maiuscola e senza tentennamenti. Che senso ha una Chiesa che segue le mode? Per questo ci sono la politica e la morale corrente. Poi ognuno sia libero di scegliere se gli va bene appartenere a una Chiesa così: rigorosa, tradizionale e stabile, oppure no, e allora ne stia fuori, che non è mica obbligatorio. 

Di Bergoglio faccio perfino fatica a ricordare il cognome. 

A pelle, eh, niente di troppo ragionato.

Vado a prendere l'aereo...

12 marzo 2024

Così fan tutti

Prendo spunto da un film che non ho visto tratto da un libro che non ho letto per fare le mie considerazioni mattutine, bevendo un caffè.

Fidandomi di quello che si può leggere in rete, il film, La zona di interesse, parla delle quotidiane vicende di una famiglia tedesca che vive nelle immediate vicinanze del campo di Auschwitz, bellamente disinteressandosi di ciò che succedeva sotto il loro naso, come se il campo fosse una banale fabbrica di bulloni. 

Arrivo velocemente al mio punto. Se io fossi nata, che so, nel 1920 e fossi cresciuta in quel clima là, in un mondo rigidamente diviso in buoni e cattivi, ricchi e poveri, nobili e gentucola, con l'idea di fondo, da tutti condivisa e talvolta pure verbalizzata, che se il Creatore ha messo una persona nella fila dei cattivi, dei poveri, della gentucola qualche ragione doveva pur averla e chi sono io per dubitare della bontà delle Sue ragioni... ecco, io Floriana sarei stata capace di ragionare con la mia testa (formata a quella scuola là) e di discriminare le Sue ragioni (ammesso che tali ragioni esistano, ma questo è un altro discorso) da quelle della morale corrente? E non parlo del partito o della politica, no: le idee di partito, la politica in genere sono questioni delle quali è necessario discutere e questo è risaputo da tutti, sono le regole del gioco. No, parlo della morale corrente, quelle idee talmente radicate nella nostra mentalità da essere universalmente considerate giuste per loro natura

Insomma, sarei stata Giorgio Perlasca o Nelly Voskuijl? 

PS: "Universalmente" merita un approfondimento. I codici morali variano da cultura a cultura, ma ogni cultura considera i propri come universali, non soggetti a critiche e validi per l'umanità intera. Quando qualche comportamento non rispetta i nostri codici morali, non lo percepiamo alla stregua di un semplice reato ma come un comportamento disgustoso, disumano. Colpisce i nostri istinti molto prima e molto più violentemente della nostra razionalità. Come l'amore è eterno finché dura, la morale è universale entro i confini della cultura che l'ha prodotta.

11 marzo 2024

D


D come Domenica. E, così come i lombardi vanno a Milano, noi siamo andati a Parigi per una giornata di arte e flânerie.

Alla Fondation Louis Vuitton abbiamo visito una retrospettiva dedicata a Mark Rothko, artista del quale non avevo sentito parlare fino a gennaio, ignorante che sono. Ho linkato il pagina in italiano, ma, se siete curiosi, quella in inglese è molto più ricca di informazioni.

Ha iniziato con cose tipo questa

(Underground Fantasy, 1940)


poi questa
(Antigone, 1941)
per arrivare alla fine a cose cosi 

(Green on blue, 1954)

Altre tele non hanno più neppure titoli (che già questo, Green on Blue, sono solo i nomi dei colori), e vengono identificate solo coi numeri. Una delle piu famose pare essere la n. 10

Alla Tate di Londra, una sala ospita un'installazione permanente di sue opere, progettata da Rothko stesso

(fra le altre: Black on Maroon, 1958)

Leggendo cose prima di andare a vedere la mostra, mi sono imbattuta in una sua considerazione interessante. Diceva che c'è chi pensa che l'arte non possa prescindere dalla qualità della rappresentazione, talvolta a prescindere da ciò che si rappresenta. In altre parole, che un soggetto banale ma estremamente ben rappresentato abbia intrinsecamente una superiore qualità artistica. Ma questo è manierismo, commentava il nostro, non arte. Il soggetto, ciò che si rappresenta è parecchio importante, non un dettaglio trascurabile (o un pretesto per mostrare abilità tecniche come per gli iper-realisti, aggiungo io).
Ma poi nelle sue tele lui elimina ogni soggetto, elimina i soggetti perfino dai titoli. Restano solo le emozioni che hanno spinto lui a dipingere e che le sue opere suscitano in noi che guardiamo.
Quando le suscitano...

Questo il contenuto della mostra. Ma il contenitore? Che spettacolo, il contenitore!

Un nucleo di edifici rivestiti di pannelli in calcestruzzo fibroso bianco, il tutto avvolto in una serie di vele di vetro a loro volta sostenute da una struttura in acciaio e legno lamellare.
Quando il Genio incontra Paperon de' Paperoni!








Ogni tanto mi ricordo di essere stata un ingegnere e, beh, mi viene più facile riconoscere un genio-architetto che un genio-pittore!









 
 

08 marzo 2024

C


Oggi non è C come cuore, ma C come Che Cavolo...

È l'8 Marzo: in Italia "Festa delle Donne", in Francia "Festa dei diritti delle Donne", e non è la stessa cosa. Serve, una festa? No, se viene usata come momento-coccole: guarda come siamo bravi, noi che per il resto dell'anno ce ne freghiamo altamente, vi mandiamo una mimosa, vi mandiamo a cena fuori con le amiche e poi ce ne laviamo le mani.

E certe donne non sono da meno e non si meritano altro. Si mettono lì, in abitini provocanti a commentare partite di campionato, a pubblicizzare siliconi sigillanti o birre, a solleticare, con la loro presenza decorativa, il "maschio parlante o vincente" di turno. Mi sale ogni volta una rabbia... 

Piccolo aneddoto di vita vissuta. Neolaureati, stessa età, stessa facoltà, stesse competenze, io e il Peppo rispondevamo agli stessi annunci e mandavamo CV alle stesse aziende. Non si contano gli episodi di discriminazione: lui convocato per un colloquio e io no, ho anche ricevuto una lettera con la quale mi comunicavano di non avere posizioni per una figura come la mia mentre lui faceva colloqui con la stessa azienda! Oppure io e mio fratello a colloquio in un ufficio in Foro Bonaparte: a me hanno chiesto se fossi fidanzata, se avessi intenzione di sposarmi e di avere figli con una nonchalance ammirevole. A lui no. O in cantiere, io interpellata sulle sfumature di giallo per una cucina e lui a indagare sulle cause di una macchia di umidità, lui "l'ingegnere", io "la Floriana". Potrei andare avanti. Vivere queste esperienze e leggerne sui giornali non è la stessa cosa.

E va bene così: sono passati decenni e spero che mia figlia non debba affrontare le stesse esperienze. 

Chiedo venia, mi arrabbio sempre l'otto Marzo, poi passa.

Come la festa.

07 marzo 2024

B


Con questa me la gioco facile!
Lui, sempre originale, invece del classico "mmmmm", ha iniziato a lallare mugugnando bbbbbb e facendo quella smorfietta con la bocca che mi piaceva da impazzire e che mi spingeva a tenere la macchina fotografica sempre a portata di mano finché, estasiata, sono riuscita a immortalare l'attimo. 



Aveva 5 mesi, allora, e da allora non ha mai smesso di parlare!
La sua prima parola intelligibile? "Grazie" (giuro!)
Le più buffe? "Blu", pronunciata con un guizzo della punta della lingua fra le labbra, e "hackhnia", con tutte le aspirate che vi vengono in mente. Vi sfido a tradurla...
Le prime frasette? "Totto am" durante un feroce attacco di fame e "bibba giù" durante un ancor più feroce attacco di gelosia. 

Bei momenti, quando addormentarsi fra le mie braccia era tutto ciò di cui aveva bisogno...

 

06 marzo 2024

Céline e Morante? Faccio finta di sapere di cosa sto parlando...

Ho da poco finito di leggere il "Viaggio al termine della notte" e sto ascoltando (stirare è un'attività intellettualmente vuota, va riempita in qualche modo...) "La storia" e ho notato che, pur nelle loro differenze, per certi versi si assomigliano.

Diversi luoghi (Francia, Africa e USA il primo e Roma -almeno finora- il secondo), epoca (1914-32 il primo, la seconda guerra mondiale -almeno finora- il secondo) e punto di vista narrativo (in prima persona il Viaggio, in terza la Storia), si assomigliano molto nello sguardo sul mondo. 

È ovvio che le vicende personali siano, per ciascuno di noi, molto più rilevanti di quelle universali (così come è ovvio che queste ultime abbiano pesanti ripercussioni sulle prime), non stupisce quindi che i due racconti lascino sullo sfondo guerre e crisi per concentrarsi sul comportamento leggero della ragazza del momento o sul costo esorbitante della carne al mercato nero. Ma il modo in cui le Vicende con la V maiuscola, quelle che verranno poi raccontate sui manuali di storia, vengono lasciate sullo sfondo, ecco, questo stupisce. È come un tulle rado e trasparente che, utilizzato unicamente come supporto per il ricamo delle vicende personali, semplicemente scompare. In questo Céline è un maestro.

(Inutile sottolineare che, su un tulle diverso, l'intero ricamo cambierebbe). 


Manca molto alla fine de La Storia, chissà se le atmosfere cambiano nei prossimi capitoli...


05 marzo 2024

Arcobaleno (Copiando Chiara...)




Arido

Recriminare

Casi

Obsoleti

Benvengano

Audaci

Lievità

E

Neonati

Ottimismi


(La miglior vendetta è l'oblio, perché io so chi sono)


04 marzo 2024

A


A come "ah" quando sono sorpresa e magari un po' perplessa

A come "Aaaahhhh" quando un sorso di acqua fresca mi disseta

A come "Ahahahah!!!" dopo una battuta divertente

A come "Ahaaah" quando colgo qualcuno con le mani nella marmellata

A come "Ahhh" quando, dopo un lungo inverno uggioso finalmente mi stendo al sole

A come "AAAAA!!!" se un topolino mi attraversa la strada

A come "Aaahhaahha" quando mi stiracchio al mattino, gli occhi ancora pieni di sonno

A come "Aaaa cavolo" sono in ritardo, devo scappare...

A presto, abbiate cura di voi!

21 febbraio 2024

Firenze

Sono parecchi i punti di vista dai quali si può guardare la vicenda.

Il primo: l'inevitabile cordoglio. Cinque vite bruscamente interrotte, cinque famiglie obbligate ad affrontare un futuro che con avevano previsto e che non potranno mai più "riavere la loro vita indietro" (cito mio padre).

Il secondo: quelli che vogliono giustizia. Le prime indagini focalizzate sulle inosservanze burocratiche: quanti lavoratori in nero, quanti subappalti, quante ispezioni in quel cantiere e quante nella zona.

Il terzo: le questioni tecniche. La trave era ben progettata e realizzata? È stata movimentata e posata secondo le norme della buona tecnica? Gli appoggi erano adeguati? 

Il quarto: il complottista. Sta a vedere che hanno manomesso il cantiere perché loro, a Firenze, l'Esselunga non ce la vogliono. 

Il quinto: quelli che vedono sfruttamento dovunque. Gli appalti al massimo ribasso, i risparmi sempre e solo sulla sicurezza, i materiali scadenti. E le corse contro il tempo: scassera prima del tempo, metti due squadre dove c'è spazio solo per una, fa' lavorare gli operai su due turni e nel fine settimana così acceleriamo ...

Anni fa parlavo con una persona che per parecchio tempo aveva lavorato in una ASL di una provincia del nord Italia. Di mestiere aveva fatto ispezioni nei cantieri, per poi passare ad attività di formazione. All'epoca di quella conversazione questa persona non sapeva del mio lavoro, quindi parlava a ruota libera. Raccontava di come, in assenza di qualunque formazione sulle attività di cantiere, gli ispettori, dotati di una check list, venissero mandati in giro a verificare non la sicurezza nello svolgimento delle attività bensì il mero rispetto delle norme. Ma, confessava questa persona, "io di costruzioni non capivo niente, mi mettevo il caschetto in testa e andavo a spuntare le caselline della mia lista, elevando contravvenzioni se necessarie". Parlo di un periodo compreso fra il 2010 e il 2014: prima non conoscevo questa persona e dopo ho smesso di lavorare. Il grosso delle norme di sicurezza nei cantieri edili si basa(va?) su un decreto del 1956 (Millenovecentocinquantasei...) che, considerando gli straordinari cambiamenti sia di tecnologie che di materiali, non era assolutamente più adatto alla realtà del lavoro quotidiano. Ma loro quello avevano, una check list basata su una legge vecchia di 50 anni e nessuna formazione specifica.

Sono state approvate parecchie leggi, molte delle quali descrivono minuziosamente chi debba redigere quali documenti, a chi debbano essere trasmessi e con quale anticipo, chi abbia quali responsabilità e a chi e secondo quali criteri queste responsabilità possano o non possano essere delegate. 

Carta.

Ma i provvedimenti davvero efficaci, quelli no, non sono stati presi. Ad esempio? Vediamo un po' ... Obbligo di un diploma tecnico (una laurea triennale, magari, o almeno un diploma di geometra...) per il titolare di una impresa di costruzione. Obbligo di un corso di formazione almeno triennale per chiunque voglia lavorare come operaio. Obbligo di un esame di certificazione linguistica per chi non è madrelingua italiana (ho avuto in un cantiere operai egiziani che non parlavano italiano e non leggevano i cartelli!). Obbligo di esperienza di lavoro nei cantieri (e quindi di possesso di un titolo di studio adeguato) per gli ispettori delle ASL che vogliano occuparsi di sicurezza, altrimenti ci troviamo nella assurda situazione di un burocrate ignorante che va a fare le pulci al lavoro di un ingegnere con laurea magistrale più 6 mesi di formazione specifica in sicurezza sul lavoro edile. 

Torno a Firenze, e non per una corroborante passeggiata lungo l'Arno, purtroppo. Tante imprese in cantiere significa tante teste che decidono. In contesti come questo, la figura più importante in materia di sicurezza è il Coordinatore, professionista che dovrebbe avere voce in capitolo in ogni scelta che coinvolge più imprese, ma che il più delle volte è considerato alla stregua di una palla al piede. Io, coordinatore in quel cantiere con gli egiziani, non venivo invitata alle riunioni perché "facevo perdere tempo".

Sono felice di non fare più parte di quel mondo.

14 febbraio 2024

Felicità

In testa a tutte le classifiche ci sono sempre Paesi del nord del mondo, in particolare nord Europa, generalmente Finlandia in testa seguita da Danimarca, Islanda, Israele (forse non ultimamente...) e Olanda (qui, se vi interessa).

Mio figlio, bastiancontrario, sostiene invece che i Paesi più felici devono essere quelli del sud del mondo: in testa, ovviamente, il meridione d'Italia (con punte di assoluta eccellenza in Amalfi, Palermo, Modica passando per tutte le località delle sue recenti vacanze), seguito dai Caraibi e certi insospettabili Paesi africani e financo alcune repubbliche islamiche. Lui, anima candida, basa la sua personalissima classifica sul tasso di suicidi, sostenendo che chi affida il suo destino al gesto estremo è triste e depresso e, quindi, i Paesi più felici sono quelli col più basso tasso di suicidi. Non privo di logica, come ragionamento, ma superficiale e grossolano.

Il punto però resta: perché sono i Paesi del nord Europa i più felici? In altre parole: cosa si intende per felicità, lassù?

Leggiucchiando qua e là, ho scoperto che, fra le varie spiegazioni molto new age (il contatto con la natura,  ritmi di vita e lavoro equilibrati, sana alimentazione e sport, la giornata nazionale della lettura, diffuso accesso alla cultura, eccetera...), la cosa che davvero accomuna questi Paesi è la fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni.  In un'intervista un finlandese diceva che loro non si sentono mai abbandonati a loro stessi e che sanno che, in caso di necessità, il loro Paese è lì. 

Ecco, da noi no: noi siamo spesso abbandonati a noi stessi. Che sia quando non sai dove portare tua madre a fare una scintigrafia, o quando subisci un'ingiustizia in tribunale (in tribunale!!) e nessuno ti tutela, o quando un treno ti lascia a piedi e non vieni neppure rimborsato, o quando cambi 6 prof di matematica in V liceo o il tuo prof filosofia parla in dialetto in classe e non è neppure il tuo, di dialetto, o quando scopri che, fatto 100,000 un reddito lordo fittizio ed escluse tutte le detrazioni e deduzioni, per una famiglia di 2+2  le tasse in Italia sono il triplo che in Francia (se non mi credete: qui e qui).

In Italia, se ricevi una raccomandata da qualche ente pubblico sono sempre rogne. In UK, mi hanno segnalato che avevo pagato troppe tasse e mi chiedevano come volevo essere rimborsata.

E mi hanno rimborsata.

In 2 settimane.

Oggi è una giornata un po' così: mi sento polemica. Mi hanno consegnato un mobile danneggiato e me ne sono accorta solo il mattino dopo, pulendolo. E me lo dovrò tenere così perché non me ne sono accorta in presenza dei montatori e in questo Francia e Italia sono sorelle, altro che cugine. 

A presto

08 febbraio 2024

È una giornata un po' così

Diluvia, mi scoppia la testa, ieri in palestra ho esagerato e mi fa male tutto ma, lucky me, oggi non ho impegni, quindi me la prendo comoda.

Mai comoda come questo, però...

In questo articolo si racconta che la performance ha avuto inizio nel 2001 per terminare, se i calcoli sono corretti, nel 2640.

Sempre che nel frattempo l'umanità non si sia sciolta come neve al sole.

Ma vi immaginate? Noi estinti da tempo e una specie aliena, finalmente libera di girovagare sul nostro un-tempo-verde&azzurro pianeta si imbatte in questo strano oggetto che, posto in un luogo dall'aria solenne, emette un suono, immutabile... 


31 gennaio 2024

Di nuovo qui...



Non scriverò quello che avrei scritto stamattina se l'idea brillante che avevo avuto non fosse svanita insieme all'effetto del caffè. Scriverò invece una cosa banale e forse patetica, una lamentela insignificante, buona solo per interrompere questo lungo silenzio.
I call center, che tormentano l'universo mondo di telefonate indesiderate, hanno trasformato il cellulare in un'appendice inutile, buona solo a ricevere telefonate dai numeri che abbiamo già in memoria.
La frase "riceverà una telefonata da un numero privato/sconosciuto, per favore risponda", ormai diventata comune, dà la misura di quante chiamate sconosciute rifiutiamo.
Ecco, è tutto qui...

Ps: chissà se mi ricorderò mai l'idea brillantissima di stamattina...

19 gennaio 2024

Vita da expat

Mi sono informata sui trucchetti utili per raggiungere il mio obiettivo in tempi ragiovevoli (grazie Facebook). Alle 19:58 mi collego al sito e comincio a premere regolarmente su "prenota", vai a sapere se l'orologio della pagina Prenot@Mi è sincronizzato col mio...
Alle 20:00 spaccate entro e, veloce come un fulmine, compilo il piccolo form con i miei dati. Ormai sudata e con pulsazioni a 152, clicco su "Vedi gli orari disponibili" e scopro che l'unica data segnata in verde è il 3 maggio e ci sono ben 3 (tre) slot liberi.
Prenoto. E mi rilasso.
Mi è andata bene: appuntamento al primo tentativo!

Non so come sia prendere appuntamento all'anagrafe di una qualunque città italiana per fare la nuova carta di identità, magari è pure peggio...

17 gennaio 2024

Generazione sandwich

Siamo i figli di quelli che dicono di aver ricostruito l'Italia (ne hanno anche svuotato il portafogli, ma guai a farglielo notare...) e i genitori di quelli che ci accusano di averla distrutta. Abbiamo genitori vecchi o addirittura vecchissimi, per i quali avere un appuntamento comporta una fatica mentale per le 48 ore precedenti e fisica per le 48 successive, fatica che viene dettagliatamente descritta, talvolta rinfacciata, a noi. E abbiamo figli che si credono adulti indipendenti e esigono da noi lontananza o vicinanza secondo il momento, ma senza chiederla e noi dovremmo intuire l'esigenza così, magicamente.

Riceviamo telefonate per le ragioni più disparate: come si fa lo spezzatino? hai mandato al dottore la richiesta per il sonnifero? mi spieghi come fare i ricci? la mamma ha bisogno di un deambulatore più piccolo, chiami tu? ti mando la mail che ho scritto al prof: mi dici cosa ne pensi? 

E noi rispondiamo, sempre e volentieri. Anche se vorremmo che la vecchiaia fosse più facile per loro, rispondere non ci pesa, ma mai che ci chiedano come stiamo, se abbiamo bisogno di fare due parole, se siamo tristi... 

A questo provvedono le amiche. Meno male che ci sono.


08 gennaio 2024

L'una di notte

00:59 esasperata, mi alzo, prendo la felpa e vado in sala dove sonnecchia una gatta appallottolata sulla sua coperta. L'ho sferruzzata io per regalarla a Matilde in partenza per l'università, ma lei ha preferito lasciarla a casa e le gatte ne approfittano. La micia muove le orecchie all'indietro, socchiude un occhio e malvolentieri si sposta sul cuscino. Tiro verso di me un angolo della coperta, appena quel che basta per coprirmi una gamba, e crollo. Per un paio d'ore dormo di sasso, rubando spazio e calore alla gatta. Poi, sarà il freddo, mi risveglio e torno in camera.
03:05 metto un dito sotto il naso del russatore seriale sperando di disturbarlo quel tanto che basta per farlo smettere, ma non tanto da svegliarlo. Funziona: lui si gira sul fianco e io chiudo gli occhi. Ma il cervello, ormai pimpante, non mi dà tregua e rimugina e rimugina e rim... alle 04:47 guardo per l'ultima volta il cellulare, e crollo. Alle 06:30 suona la sua sveglia, io mi rigiro e miracolosamente mi riaddormento. Alle 07:30, puntuale come un mal di testa la sera dopo un esame, suona la mia, di sveglia. Sarà una lunga giornata.

Devo prendere un treno la mattina presto? Mi sveglio alle 5 per paura di perderlo
Sono preoccupata per la salute di un familiare? Mi addormento alle 2, mi sveglio alle 4, mi riaddormento alle 7 ma poi suona la sveglia e allora...
Il russatore seriale che dorme al mio fianco mi delizia con un suo concerto grosso? Magari, se lo saccagno per bene, riesco anche ad addormentarmi a un orario decente, ma se poi si rigira e comincia il secondo movimento, non c'è più verso di riprendere sonno. Dormire non è più un'attività naturale, alla mia età: come per mio padre digerire, richiede routine e dedizione. L'una di notte è uno spartiacque fra una notte decente e il prologo di una giornata infernale.