Siamo i figli di quelli che dicono di aver ricostruito l'Italia (ne hanno anche svuotato il portafogli, ma guai a farglielo notare...) e i genitori di quelli che ci accusano di averla distrutta. Abbiamo genitori vecchi o addirittura vecchissimi, per i quali avere un appuntamento comporta una fatica mentale per le 48 ore precedenti e fisica per le 48 successive, fatica che viene dettagliatamente descritta, talvolta rinfacciata, a noi. E abbiamo figli che si credono adulti indipendenti e esigono da noi lontananza o vicinanza secondo il momento, ma senza chiederla e noi dovremmo intuire l'esigenza così, magicamente.
Riceviamo telefonate per le ragioni più disparate: come si fa lo spezzatino? hai mandato al dottore la richiesta per il sonnifero? mi spieghi come fare i ricci? la mamma ha bisogno di un deambulatore più piccolo, chiami tu? ti mando la mail che ho scritto al prof: mi dici cosa ne pensi?
E noi rispondiamo, sempre e volentieri. Anche se vorremmo che la vecchiaia fosse più facile per loro, rispondere non ci pesa, ma mai che ci chiedano come stiamo, se abbiamo bisogno di fare due parole, se siamo tristi...
A questo provvedono le amiche. Meno male che ci sono.
Ti comprendo, anche se, non avendo figli, subisco solo il flusso vecchia generazione-me e non quella me - nuova generazione.
RispondiEliminaMa te giuro che me ne basta uno, de flusso ;)
Il flusso me-nuova generazione, benché non sempre facile, mi obbliga a guardare al futuro con occhio ottimista e di questo sarò sempre grata.
Eliminasì, meno male.
RispondiEliminaperché non viene in mente veramente a nessun altro.