28 novembre 2015

Contro la violenza di genere

Sarebbe del tutto inutile considerare nei testi scolastici il contributo che le donne hanno dato alla cultura, in ogni epoca e in ogni settore? Sono esistite scienziate, musiciste, poetesse e scrittrici, pittrici e capi di stato, diplomatiche, guerriere e spie, astronome, botaniche e teologhe ma di esse quasi non c'è traccia, così si alimenta l'idea che il nostro contributo sia nullo e la nostra presenza superflua. Soprattutto si alimenta l'idea che la nostra esistenza trovi la sua giustificazione solo in rapporto a qualcun altro: madre di, moglie di...
Cosa ne pensate?

18 novembre 2015

Voglia di leggerezza



I tg, tutti, parlano ovviamente di Parigi. I talk show pure. Anzi, più spesso gridano di Parigi. Tutti hanno una ricetta, tutti hanno LA risposta, LA spiegazione.

I miei ragazzi a scuola osservano minuti di silenzio per Parigi, riflettono su islam, terrorismo, migrazione. Leggono, anche, leggono moltissimo. Poi analizzano i testi che hanno letto. Seguono anche conferenze di ex migranti che in Italia hanno trovato una nuova casa. E di nuovo riflettono, guidati da prof che, forse sì o forse no, li guidano delicatamente e onestamente nel percorso difficile che porta a farsi un'idea. O li indottrinano? Non lo so. O meglio: temo di conoscere la risposta ma evito di indottrinare a mia volta, e allora faccio domande, cerco di capire come vanno le cose a scuola senza sembrare ossessiva, e, se ne ravviso la necessità, faccio altre domande stimolando una riflessione diversa che bilanci, questo almeno è il mio scopo, quanto fatto a scuola.

Oggi mio figlio cambia argomento, li portano a teatro. A vedere cosa? "Addio mia bella addio", letture e canti della prima guerra mondiale.

Ma poveri bambini! Poi la prof di francese si stupisce che a Tommaso manchi la "leggerezza un po' scema tipica dei tredicenni"! 

Sono stanca, tanto. E cupa, il mio colore è il grigio.

PS: magari, una volta riavuta dallo choc continuo che mi causano le notizie, scriverò qualcosa, per ora ho solo voglia di silenzio e leggerezza

17 novembre 2015

L'età dei datteri


Io pensavo... e invece...

13 novembre 2015

Coltiviamo i piccoli lettori

Ricordo che anni fa, accompagnando mia figlia a restituire un libro in biblioteca, la bibliotecaria l'ha rimproverata acidamente a causa del ritardo: ha tenuto il libro qualche giorno in più perché le piaceva guardare le figure, avrà avuto 4 o 5 anni. Avrebbe potuto sottolineare l'importanza della restituzione puntuale in modo più carino, senza farla arrossire di vergogna!
Ho liquidato la faccenda attribuendo alla bibliotecaria l'etichetta di: "repressa impiegata pubblica" e non ci ho più pensato.

Ieri sera ho accompagnato la stessa figlia in libreria a comprare un regalo per una sua nuova amica. Non sapeva cosa scegliere, perciò le ho suggerito di chiedere consiglio alla libraia. Questa arriva trasognata, assente, disinteressata. "Non hai un titolo?" le chiede.
Se avesse un titolo non avrebbe bisogno di un consiglio, penso fra me e me.
"Ah va bene, allora per le ragazzine della tua età abbiamo questo, quello e quell'altro" e, così come è arrivata, se ne va ad "ascoltare" un'altra cliente. Senza un commento, senza un po' di fantasia, senza considerare che una fanciulla di 12 anni può essere interessata non solo alla "letteratura per le preadolescenti", ma che esistono mille diversi argomenti: arte o musica, cucina o viaggi o fotografia...  come si può rinchiudere un mondo che nasce in una scatola con sopra scritto: "femmina, preadolescente"? La bibliotecaria sarà anche stata un'inacidita dipendente del pubblico impiego, la libraia invece no, dovrebbe avere tutto l'interesse del mondo nel coltivare piccoli lettori!

Dopo un po', gironzolando fra gli scaffali di altri reparti, Matilde per la sua amica ha scelto questo, 

dopo aver letto l'introduzione e guardato tutte le figure.

Alla faccia della banalità di una libraia senza passione.

12 novembre 2015

Lombardia



Qualche giorno fa guardavo questo Le 5 giornate. Risorgimento a Milano - Rai Storia e al minuto 9'45'' il prof Perfetti dice che nel 1848:

"... la Lombardia rappresenta 1/8 del territorio dell'impero e le contribuzioni sono 1/3 dell'introito dell'erario ..." dell'Impero Austro Ungarico.

L'estensione territoriale non può essere il solo parametro preso in considerazione se si vuole verificare l'equità dell'imposizione fiscale, occorre almeno considerare la popolazione se non addirittura il pil. Ho cercato velocemente dati sulla popolazione e ho trovato censimenti solo parzialmente confrontabili, perchè riferiti ad anni diversi.
Comunque, i numeri sono:

Impero nel 1805: abitanti 21.225913
Lombardo Veneto nel 1825: abitanti 4.237301 pari a circa 1/5

Nel 1848 la popolazione del Lombardo Veneto risulta pari a 6.357800, cioè in vent'anni è cresciuta di 2.000000 di persone (...mi pare decisamente troppo, però), possiamo presumere che anche la popolazione dell'Impero sia cresciuta, questo rende il rapporto ancora più pesante.

(fonte: Wikipedia)

Ricapitolando:

1/8 del territorio
1/5 o addirittura 1/6 della popolazione
1/3 delle tasse

L'Impero mungeva il Lombardo Veneto.

Non mi pare che la situazione sia cambiata molto, è cambiato solo il mungitore.

09 novembre 2015

...issima



Alcune delle mie amiche sono issime: bellissime, truccatissime, pettinatissime, sempre cambiatissime e assolutamente adattissime all'occasione Sono anche intelligentissime e in carrierissima e quando, a cena nel ristorante scicchissimo (il pesce però non era freschissimo: l'ha detto mia mamma che ha papille sensibilissime), incontrano la loro ex prof di chimica, quest'ultima ricorda (nonostante siano passato ormai quasi 30 anni!) i bei tempi, sottolineando come già da allora ella fosse implicatissima, bravissima, dal futuro certamente brillantissimo e seguita da vicino da una mamma attentissima. Ovviamente anche i figli sono bellissimi e bravissimi, prendono voti altissimi a scuola ma, siccome sono intelligentissimi, per ottenere tali lusinghieri risultati devono studiare pochissimo perciò lei li tiene impegnatissimi al pomeriggio con attività divertentissime e formativissime...


Anch'io sono issima: sono normalissima, ho capelli indisciplinatissimi e un aspetto spesso tiratissimo. I miei figli vanno bene a scuola ma, non essendo intelligentissimi, devono studiare altrimenti fioccherebbero i quattro e anche i tre, com'è tipico degli studenti normalissimi che frequentano scuole tradizionalissime. Il mio guardaroba è scarsissimo e le mie scarpe, beh, caliamo un velo pietosissimo: calzo tacchi alti solo se sono certissima di dover (non "poter"...) restare seduta tutta la serata!

Invidiosetta di tutta questa sbandierata perfezione? Forse sì, non saprei. Forse tale "issima" persona è solo bravissima a godere delle tantissime cose bellissime della sua vita e forse ritiene di poterle condividerle con le sue amiche. Fra le quali annovera anche me, pare.

Di questo sì che sono invidiosa: del suo ottimismo, della sua capacità di mostrare il suo bicchiere sempre pieno, del suo perenne, affascinante sorriso...