25 febbraio 2023

Cosa mi sto perdendo?

 I miei figli studiano lontano (l'avrò detto quelle tre o quattrocento volte, credo...) e vengono a casa, quando vengono, solo per le vacanze: Natale, Pasqua, estate. Là, vivono vite indipendenti: i prestiti del governo permettono loro di non dipendere poi tanto da noi, almeno nella gestione quotidiana, decidono senza sentirsi osservati (e quindi giudicati, immagino) se saltare una lezione, a che ora rientrare la sera o svegliarsi alla mattina, cosa mangiare (e bere...), chi frequentare.

Non li vedo quando sono tristi o stanchi o felici o si sentono soli, non so se le esperienze che stanno vivendo li rendano soddisfatti di loro stessi oppure si sentano soverchiati dalle mille cose da fare, dai mille stimoli... Devo fidarmi delle loro telefonate e accontentarmi di esserci quando loro hanno desiderio di parlarmi. Posso solo sperare che abbia ragione chi dice che se non chiamano è perché va tutto bene.

Speriamo.

Mi domando però se questa situazione non causerà un "allentamento" del nostro legame, se non li stia portando a considerarmi una persona della quale si può fare a meno. 

Soprattutto M, quando siamo insieme è come se non ci fosse familiarità. Non parlo di confidenze, parlo di confidenza, di quell'abitudine a fare cose insieme che è necessaria perché la condivisione non sia faticosa, non sia intenzionale, ecco.

Forse sono solo sciocchezze, forse è questo term che mi sembra straordinariamente lungo, però ci penso tanto...

23 febbraio 2023

Non ho tempo

 Correva l'anno 2011 e con lui correvo anch'io. La sacra triade lavoro-figli-famiglia non mi lasciava tregua, solo una irrinunciabile mezz'ora per un caffè al bar con le amiche di scuola (scuola dei figli, non mia) e un'altra per pranzo, in compagnia di (e talvolta in fuga con) una di queste. In un momento di ottimismo ho aperto il blog per non lasciarlo più. La scelta del titolo è stata spontanea, forse giusto un paio di minuti di esitazione per decidere se metterci o meno quel "mai" che compare nell'indirizzo, necessario escamotage dato che il "mio" titolo era già stato preso da una che ha pubblicato 4 ricette di cucina in croce per poi piantarlo lì (mai che arrivi prima, io, mai...).

Ora che non è più così ho pensato se non fosse il caso di cambiare titolo o magari aggiungere due righe come presa di coscienza. Ma poi ho riflettuto e ho capito che, se anche i miei ritmi di vita sono cambiati (non lavoro più, o quanto meno non lavoro più come prima, i bambini sono diventati giovani adulti e rientrano a casa solo per le vacanze, corro molto ma molto meno...), io non sono cambiata, sono sempre piena di cose da fare e, se non mi "capitano", me le costruisco: un corso di lingua (grazie Chiara), un ciclo di conferenze al museo, una zingarata da organizzare, un giretto in Italia a vedere amici parenti e genitori, le interminabili telefonate di Tommy...

Manca solo la palestra, ma a questa penserò lunedì