22 gennaio 2017

Il dado é tratto...



...e classico sia!

08 gennaio 2017

L'ultimo libro del 2016

A cavallo di capodanno ho letto questo:


Comprato d'istinto, mi incuriosiva l'idea che un uomo potesse dar voce a cinque donne.
Una storia intensa, piombo fuso, raccontata con un linguaggio denso di immagini particolari, capaci di far perdere l'equilibrio, di disorientare. Lettura resa complicata, almeno per me, dal fatto che l'io narrante cambia ad ogni capitolo, obbligandomi ad indovinare "chi è che parla stavolta"... un giochetto nel quale non mi sono dimostrata sempre abile!
Cinque donne che raccontano tre momenti della loro vita: una nonna, due figlie e tre nipoti, una delle quali scomparsa ma perennemente presente. Alcune figure sono delineate con precisione e affetto (la nonna, Bea...); di una delle due figlie, invece, restano solo solo poche immagini, una in particolare: lei accasciata sulla soglia di casa, senza chiavi per rientrare, la gamba ingessata, il pavimento del pianerottolo freddo... Alla fine parte, sembra quasi che l'autore non sappia più cosa farne.
Gli uomini della famiglia mancano, appaiono solo nei racconti delle cinque donne e solo per rammentarne la cattiveria, l'assenza. Solo uno ricompare alla fine, come purificato dal dolore: un cattivo che ridiventa buono.
La fine lascia un po' così: si capisce cosa sta per accadere con qualche pagina di anticipo, ma fino all'ultimo si resta sospesi... come in attesa del colpo di genio.