28 giugno 2011

http://27esimaora.corriere.it/articolo/stupro-di-gruppo-tra-ragazzidi-chi-sono-le-colpe/#more-1831

Di chi sono le colpe?
Esistono due modi diversi di impostare la società e le sue regole.
Da un lato si possono creare montagne di regole, obblighi e divieti, organizzare e descrivere minuziosamente ciò che si può o si deve fare e come tutto questo vada fatto, e ciò che non si può neppure immaginare di fare. Chi non rispetta le regole è fuori.

Dall'altro lato si possono demolire le suddette montagne, attribuendo alla liberta personale il rango di unico parametro di vita. In quest'ottica non esiste più nulla che sia giusto o sbagliato in sè, tutto dev'essere "contestualizzato". Chi non rispetta le regole è un grande, uno furbo da prendere ad esempio. Chi sbaglia in realtà è solo stato indotto in errore, poverino...
L'estrema libertà deve necessariamente implicare un'altrettanto estrema responsabilità per le proprie azioni nonchè rispetto per gli altri e per la loro libertà. Se le due cose non vanno di pari passo, allora è meglio tornare alle regole e ai divieti.

Mi rendo conto di aver scritto una montagna di banalità, ma è banale anche la domanda

22 giugno 2011

10 cose che non sopporto - non in ordine di importanza

1) la violenza, soprattutto immotivata
2) la volgarità, che non è solo dire brutte parole. Anni fa fingevo di non capire i doppi sensi
3) le ingiustizie e, fra queste, il razzismo
4) le barbabietole
5) le generalizzazioni
6) le conversazioni banali e monotematiche (in effetti le conversazioni con mia suocera...)
7) l'abbigliamento inappropriato (all'occasione, al ruolo, all'età...)
8) le scarpe sporche o in disordine
9) i denti in disordine o, peggio ancora, mancanti
10) vedere gente dormire per strada in una città come Milano
11) chi arriva tardi ad un appuntamento

Ho messo insieme cose sciocche e cose pesanti come macigni. Non vuol essere superficialità, è solo un gioco

Io in dieci punti

Vediamo...
1) da piccola volevo fare la ballerina; soffro ancora per il rimpianto.
2) ho pochissima memoria: dimentico i libri che ho letto, i film che ho visto e i dischi che ho ascoltato. Dimentico anche le offese e le cattiverie subite e non è sempre una bella cosa.
3) continuo ad ingrassare e a dimagrire, nel mio guardaroba trovo indumenti di tre taglie diverse.
4) ero molto romantica, adesso faccio finta di esserlo meno. Sono stata, sono e sarò sempre molto coccolona
5) piango: al cinema, leggendo, ascoltando o cantando, ultimamente mi commuovono anche le pagelle dei miei figli!
6) in un certo periodo della mia vita ho sofferto moltissimo: un dolore sordo e senza speranza, che mi toglieva il sonno e l'appetito. Poi ne sono uscita. Ora sono più forte perchè so che se ne può uscire. So che tornerà, spero per cause diverse ma tornerà...
7) se mia mamma dovesse descrivermi non direbbe che sono una persona dolce ma che sono una donna forte; prima mi faceva arrabbiare, ora so che è un complimento.
8) non sono nata per stare da sola, la mia condizione naturale è al centro di una famiglia e di un gruppetto di amici.
9) non sono capace di mentire, piuttosto taccio. A volte, per convenzioni sociali, una piccola bugia non stonerebbe (ma che bel bambinoooo, ma come ti sta bene quella gonnaaaa, adoooro questo taglio di capeeeelliiii... bleah!!!)
10) mi piace parlare di politica, solo che finisco per litigare perciò cerco di trattenermi.

April - ho raccolto il guanto che mi hai lanciato: sono stata brava?

20 giugno 2011

Saggio di danza





Alla sua età arrossivo se qualche "grande" mi rivolgeva la parola e tremavo all'idea di essere al centro dell'attenzione.
Lei si avvia baldanzosamente verso il teatro per il suo terzo saggio di danza, emozionata, impaziente e felice, un po' più ballerina e un po' meno bambina di tre anni fa.

15 giugno 2011

Tamarreide

Sogno un mondo lineare e pulito, un mondo con poche regole chiare e semplici. Un mondo popolato da gente che, con onestà, impegno e buona fede, faccia il proprio dovere al massimo delle proprie possibilità e abilità. Nel quale non ci sia invidia ma rispetto del lavoro e delle capacità di ognuno e dove si tenga in massima considerazione l'onestà intellettuale di chi non si tira indietro e non cerca scorciatoie. Un mondo nel quale tutti riconoscano l'intriseca e grande nobiltà di un muratore che sa fare il muratore o di un idraulico che sa fare l'idraulico o, perchè no?, di un ingegnere o di un avvocato che sanno fare rispettivamente l'igegnere o l'avvocato.
Tutto il resto è "tamarreide"

14 giugno 2011

Bloccata

Potrei raccontare del tipo un po' "seventy" che ho incrociato oggi in bici: capelli bianchi al vento, sguardo sognante, cantava "dieci ragazze per me posson bastareeee...." e non era neppure stonato!
Potrei raccontare della bavarese alle fragole che ho visto realizzare ieri sera in tv: 54 ingredienti compresi: destrosio, sciroppo di glucosio e colorante bianco!!!
Potrei raccontare di una festa piena di bambini o del mio (fallito) tentativo di realizzare burri aromatizzati.
Potrei raccontare di un invito a pranzo, quando uno dei miei ospiti, un anziano signore pieno di dignità e signorilità, mi ha ringraziato commosso per aver usato per lui i piatti di porcellana e i bicchieri di cristallo.
Potrei, ma non riesco a farlo.
Sarà Marco, sarà il caldo, sarà la voglia di vacanza e di evasione, oppure saranno queste cose insieme ad altre, sarà ma io mi sento come il tizio della foto: bloccata, impantanata in un mare magnum di piccoli problemi che, presi uno alla volta non sono niente, tutti insieme invece...

01 giugno 2011

Marco è morto

Era un omone grande e grosso, mi superava di tutta la testa; aveva mani grandi come badili, le stesse mani di nostro nonno, la sua stessa bontà silenziosa, la sua stessa laboriosità umile, quotidiana.
Marco era disperato e nessuno di noi se n'è mai accorto, troppo convinti che, tanto, grande grosso e laborioso com'era se la sarebbe comunque cavata, forse sotto sotto convinti che un uomo così "orso" non potesse subire il "male di vivere": occorre essere degli esteti raffinati per potersi disperare, stupidi ottusi egocentrici imbecilli che siamo stati.

Marco non si è laureato come sua sorella, non è stato neppure capace di diplomarsi ragioniere, Marco non è stato capace di scegliersi una donna capace di volergli bene, Marco non era capace di gestire in autonomia il suo bar, Marco senza l'aiuto quotidiano di sua mamma non sarebbe stato capace di muovere un passo, questo è quello che gli hanno sempre fatto credere: può una persona crescere e vivere ogni giorno circondato da una famiglia affettuosa e presente ma che gli ha trasmesso questo messaggio tutti i giorni della sua vita? Evidentemente Marco ad un certo punto ha deciso che no, nessuno può farcela, neppure un omone grande e grosso come lui.

Lascia un bambino di quasi 9 anni, l'età di mio figlio, lascia due genitori anziani e disperati, lascia una dozzina di cugini increduli e colpevoli: ci siamo sempre stati per una pizza e una birra, mai per una chiacchierata... senso di colpa inutile.