14 marzo 2024

A pelle

Senza nessuna pretesa di competenza, preferivo Ratzinger a Bergoglio. 

Mi piaceva il suo rigore, il suo radicamento nella tradizione, il suo coraggio nel denunciare i danni dei relativismi e quindi nel sostenere che se abbiamo ragione noi, loro devono avere torto. Mi piaceva la sua capacità di chiamare le cose col loro nome, con onestà e con la necessaria assunzione di responsabilità. Se Chiesa dev'essere, che lo sia in pieno, con la maiuscola e senza tentennamenti. Che senso ha una Chiesa che segue le mode? Per questo ci sono la politica e la morale corrente. Poi ognuno sia libero di scegliere se gli va bene appartenere a una Chiesa così: rigorosa, tradizionale e stabile, oppure no, e allora ne stia fuori, che non è mica obbligatorio. 

Di Bergoglio faccio perfino fatica a ricordare il cognome. 

A pelle, eh, niente di troppo ragionato.

Vado a prendere l'aereo...

12 marzo 2024

Così fan tutti

Prendo spunto da un film che non ho visto tratto da un libro che non ho letto per fare le mie considerazioni mattutine, bevendo un caffè.

Fidandomi di quello che si può leggere in rete, il film, La zona di interesse, parla delle quotidiane vicende di una famiglia tedesca che vive nelle immediate vicinanze del campo di Auschwitz, bellamente disinteressandosi di ciò che succedeva sotto il loro naso, come se il campo fosse una banale fabbrica di bulloni. 

Arrivo velocemente al mio punto. Se io fossi nata, che so, nel 1920 e fossi cresciuta in quel clima là, in un mondo rigidamente diviso in buoni e cattivi, ricchi e poveri, nobili e gentucola, con l'idea di fondo, da tutti condivisa e talvolta pure verbalizzata, che se il Creatore ha messo una persona nella fila dei cattivi, dei poveri, della gentucola qualche ragione doveva pur averla e chi sono io per dubitare della bontà delle Sue ragioni... ecco, io Floriana sarei stata capace di ragionare con la mia testa (formata a quella scuola là) e di discriminare le Sue ragioni (ammesso che tali ragioni esistano, ma questo è un altro discorso) da quelle della morale corrente? E non parlo del partito o della politica, no: le idee di partito, la politica in genere sono questioni delle quali è necessario discutere e questo è risaputo da tutti, sono le regole del gioco. No, parlo della morale corrente, quelle idee talmente radicate nella nostra mentalità da essere universalmente considerate giuste per loro natura

Insomma, sarei stata Giorgio Perlasca o Nelly Voskuijl? 

PS: "Universalmente" merita un approfondimento. I codici morali variano da cultura a cultura, ma ogni cultura considera i propri come universali, non soggetti a critiche e validi per l'umanità intera. Quando qualche comportamento non rispetta i nostri codici morali, non lo percepiamo alla stregua di un semplice reato ma come un comportamento disgustoso, disumano. Colpisce i nostri istinti molto prima e molto più violentemente della nostra razionalità. Come l'amore è eterno finché dura, la morale è universale entro i confini della cultura che l'ha prodotta.

11 marzo 2024

D


D come Domenica. E, così come i lombardi vanno a Milano, noi siamo andati a Parigi per una giornata di arte e flânerie.

Alla Fondation Louis Vuitton abbiamo visito una retrospettiva dedicata a Mark Rothko, artista del quale non avevo sentito parlare fino a gennaio, ignorante che sono. Ho linkato il pagina in italiano, ma, se siete curiosi, quella in inglese è molto più ricca di informazioni.

Ha iniziato con cose tipo questa

(Underground Fantasy, 1940)


poi questa
(Antigone, 1941)
per arrivare alla fine a cose cosi 

(Green on blue, 1954)

Altre tele non hanno più neppure titoli (che già questo, Green on Blue, sono solo i nomi dei colori), e vengono identificate solo coi numeri. Una delle piu famose pare essere la n. 10

Alla Tate di Londra, una sala ospita un'installazione permanente di sue opere, progettata da Rothko stesso

(fra le altre: Black on Maroon, 1958)

Leggendo cose prima di andare a vedere la mostra, mi sono imbattuta in una sua considerazione interessante. Diceva che c'è chi pensa che l'arte non possa prescindere dalla qualità della rappresentazione, talvolta a prescindere da ciò che si rappresenta. In altre parole, che un soggetto banale ma estremamente ben rappresentato abbia intrinsecamente una superiore qualità artistica. Ma questo è manierismo, commentava il nostro, non arte. Il soggetto, ciò che si rappresenta è parecchio importante, non un dettaglio trascurabile (o un pretesto per mostrare abilità tecniche come per gli iper-realisti, aggiungo io).
Ma poi nelle sue tele lui elimina ogni soggetto, elimina i soggetti perfino dai titoli. Restano solo le emozioni che hanno spinto lui a dipingere e che le sue opere suscitano in noi che guardiamo.
Quando le suscitano...

Questo il contenuto della mostra. Ma il contenitore? Che spettacolo, il contenitore!

Un nucleo di edifici rivestiti di pannelli in calcestruzzo fibroso bianco, il tutto avvolto in una serie di vele di vetro a loro volta sostenute da una struttura in acciaio e legno lamellare.
Quando il Genio incontra Paperon de' Paperoni!








Ogni tanto mi ricordo di essere stata un ingegnere e, beh, mi viene più facile riconoscere un genio-architetto che un genio-pittore!









 
 

08 marzo 2024

C


Oggi non è C come cuore, ma C come Che Cavolo...

È l'8 Marzo: in Italia "Festa delle Donne", in Francia "Festa dei diritti delle Donne", e non è la stessa cosa. Serve, una festa? No, se viene usata come momento-coccole: guarda come siamo bravi, noi che per il resto dell'anno ce ne freghiamo altamente, vi mandiamo una mimosa, vi mandiamo a cena fuori con le amiche e poi ce ne laviamo le mani.

E certe donne non sono da meno e non si meritano altro. Si mettono lì, in abitini provocanti a commentare partite di campionato, a pubblicizzare siliconi sigillanti o birre, a solleticare, con la loro presenza decorativa, il "maschio parlante o vincente" di turno. Mi sale ogni volta una rabbia... 

Piccolo aneddoto di vita vissuta. Neolaureati, stessa età, stessa facoltà, stesse competenze, io e il Peppo rispondevamo agli stessi annunci e mandavamo CV alle stesse aziende. Non si contano gli episodi di discriminazione: lui convocato per un colloquio e io no, ho anche ricevuto una lettera con la quale mi comunicavano di non avere posizioni per una figura come la mia mentre lui faceva colloqui con la stessa azienda! Oppure io e mio fratello a colloquio in un ufficio in Foro Bonaparte: a me hanno chiesto se fossi fidanzata, se avessi intenzione di sposarmi e di avere figli con una nonchalance ammirevole. A lui no. O in cantiere, io interpellata sulle sfumature di giallo per una cucina e lui a indagare sulle cause di una macchia di umidità, lui "l'ingegnere", io "la Floriana". Potrei andare avanti. Vivere queste esperienze e leggerne sui giornali non è la stessa cosa.

E va bene così: sono passati decenni e spero che mia figlia non debba affrontare le stesse esperienze. 

Chiedo venia, mi arrabbio sempre l'otto Marzo, poi passa.

Come la festa.

07 marzo 2024

B


Con questa me la gioco facile!
Lui, sempre originale, invece del classico "mmmmm", ha iniziato a lallare mugugnando bbbbbb e facendo quella smorfietta con la bocca che mi piaceva da impazzire e che mi spingeva a tenere la macchina fotografica sempre a portata di mano finché, estasiata, sono riuscita a immortalare l'attimo. 



Aveva 5 mesi, allora, e da allora non ha mai smesso di parlare!
La sua prima parola intelligibile? "Grazie" (giuro!)
Le più buffe? "Blu", pronunciata con un guizzo della punta della lingua fra le labbra, e "hackhnia", con tutte le aspirate che vi vengono in mente. Vi sfido a tradurla...
Le prime frasette? "Totto am" durante un feroce attacco di fame e "bibba giù" durante un ancor più feroce attacco di gelosia. 

Bei momenti, quando addormentarsi fra le mie braccia era tutto ciò di cui aveva bisogno...

 

06 marzo 2024

Céline e Morante? Faccio finta di sapere di cosa sto parlando...

Ho da poco finito di leggere il "Viaggio al termine della notte" e sto ascoltando (stirare è un'attività intellettualmente vuota, va riempita in qualche modo...) "La storia" e ho notato che, pur nelle loro differenze, per certi versi si assomigliano.

Diversi luoghi (Francia, Africa e USA il primo e Roma -almeno finora- il secondo), epoca (1914-32 il primo, la seconda guerra mondiale -almeno finora- il secondo) e punto di vista narrativo (in prima persona il Viaggio, in terza la Storia), si assomigliano molto nello sguardo sul mondo. 

È ovvio che le vicende personali siano, per ciascuno di noi, molto più rilevanti di quelle universali (così come è ovvio che queste ultime abbiano pesanti ripercussioni sulle prime), non stupisce quindi che i due racconti lascino sullo sfondo guerre e crisi per concentrarsi sul comportamento leggero della ragazza del momento o sul costo esorbitante della carne al mercato nero. Ma il modo in cui le Vicende con la V maiuscola, quelle che verranno poi raccontate sui manuali di storia, vengono lasciate sullo sfondo, ecco, questo stupisce. È come un tulle rado e trasparente che, utilizzato unicamente come supporto per il ricamo delle vicende personali, semplicemente scompare. In questo Céline è un maestro.

(Inutile sottolineare che, su un tulle diverso, l'intero ricamo cambierebbe). 


Manca molto alla fine de La Storia, chissà se le atmosfere cambiano nei prossimi capitoli...


05 marzo 2024

Arcobaleno (Copiando Chiara...)




Arido

Recriminare

Casi

Obsoleti

Benvengano

Audaci

Lievità

E

Neonati

Ottimismi


(La miglior vendetta è l'oblio, perché io so chi sono)