20 febbraio 2021

Come stai?

Tutto il mondo è paese.

Qui, come altrove, al "come va?" di rito si risponde cercando di non dare troppo fastidio; non ci si concede neppure quell'"abbastanza bene" che comunque è mal visto anche a casa, dato che potrebbe dar luogo a imbarazzanti disquisizioni sul motivo di quell'avverbio così irrituale. 

Ci diciamo desiderosi di rapporti veri, trasparenti e intimi, ma poi restiamo sulla superficie, accontentandoci di quel poco che riusciamo a raggranellare fra le pieghe di un formalismo che, nato come cornice, ha finito per diventare barriera.

Qui sono tutti molto carini. Le mail iniziano tutte con auspici di buona salute per l'intera famiglia, il buongiorno e la stretta di mano sono sempre (sempre) accompagnati da gentili domande sulla qualità del viaggio e sul generale andamento della settimana e i siti delle aziende sono tutto un "noi rispettiamo l'equilibrio di vita dei nostri dipendenti".

Ma è tutto finto. Se non ti informi passi per quella che non rispetta la forma, nel mio caso viene considerata una conseguenza del mio non essere british, che, in questo contesto, non indica la nazionalità bensì la (mal)educazione: tollerata, ma solo fino a un certo punto. 

Se non ti informi passi per quella che non rispetta la forma, dicevo, ma poi nessuno si cura di rispondere. Se mandi una mail alle 9pm ricevi la risposta entro un'ora, alla faccia dell'equilibrio fra vita professionale e vita privata.

Vorrei che qualcuno mi chiedesse come sto perchè interessato alla risposta. E vorrei che qualcuno rispondesse davvero alla mia domanda, che non è sempre solo formale.

(Poi, va da sé, talvolta non rispondo per evitare che l'interlocutore si preoccupi, ma questa è un'altra faccenda)


10 febbraio 2021