Ho da poco finito di leggere il "Viaggio al termine della notte" e sto ascoltando (stirare è un'attività intellettualmente vuota, va riempita in qualche modo...) "La storia" e ho notato che, pur nelle loro differenze, per certi versi si assomigliano.
Diversi luoghi (Francia, Africa e USA il primo e Roma -almeno finora- il secondo), epoca (1914-32 il primo, la seconda guerra mondiale -almeno finora- il secondo) e punto di vista narrativo (in prima persona il Viaggio, in terza la Storia), si assomigliano molto nello sguardo sul mondo.
È ovvio che le vicende personali siano, per ciascuno di noi, molto più rilevanti di quelle universali (così come è ovvio che queste ultime abbiano pesanti ripercussioni sulle prime), non stupisce quindi che i due racconti lascino sullo sfondo guerre e crisi per concentrarsi sul comportamento leggero della ragazza del momento o sul costo esorbitante della carne al mercato nero. Ma il modo in cui le Vicende con la V maiuscola, quelle che verranno poi raccontate sui manuali di storia, vengono lasciate sullo sfondo, ecco, questo stupisce. È come un tulle rado e trasparente che, utilizzato unicamente come supporto per il ricamo delle vicende personali, semplicemente scompare. In questo Céline è un maestro.
(Inutile sottolineare che, su un tulle diverso, l'intero ricamo cambierebbe).
Manca molto alla fine de La Storia, chissà se le atmosfere cambiano nei prossimi capitoli...
Interessante l'accostamento tra le due opere.
RispondiEliminaA mio parere, in entrambi i libri raccontare il "personale" è un modo per parlare del "generale" che nei due romanzi non è solo cornice ma tema essenziale.
massimolegnani
Ma il "generale" nel Viaggio, non è la Storia che finirà nei libri di scuola...
EliminaRettifica doverosa: la Storia, quella grande dei libri di scuola, ad un certo punto irrompe di prepotenza.
RispondiEliminaVedremo nei prossimi capitoli come prosegue...