Senza nessuna pretesa di competenza, preferivo Ratzinger a Bergoglio.
Mi piaceva il suo rigore, il suo radicamento nella tradizione, il suo coraggio nel denunciare i danni dei relativismi e quindi nel sostenere che se abbiamo ragione noi, loro devono avere torto. Mi piaceva la sua capacità di chiamare le cose col loro nome, con onestà e con la necessaria assunzione di responsabilità. Se Chiesa dev'essere, che lo sia in pieno, con la maiuscola e senza tentennamenti. Che senso ha una Chiesa che segue le mode? Per questo ci sono la politica e la morale corrente. Poi ognuno sia libero di scegliere se gli va bene appartenere a una Chiesa così: rigorosa, tradizionale e stabile, oppure no, e allora ne stia fuori, che non è mica obbligatorio.
Di Bergoglio faccio perfino fatica a ricordare il cognome.
A pelle, eh, niente di troppo ragionato.
Vado a prendere l'aereo...
In effetti voi mette la messa in latino e di spalle all'auditorio? ;)
RispondiEliminaEsatto, se non che mistero è?
EliminaBergoglio? Ricordarne il cognome non è poi così difficile... fa rima con "'ndo cojo cojo". 😉😁
RispondiElimina(cit. Gigi Proietti https://www.rizzolilibri.it/libri/ndo-cojo-cojo-2/)
Ma tu guarda chi si rivede!!!
Eliminaa me il rigore, in qualunque campo lo si manifesti, ha sempre messo a disagio.
RispondiEliminamassimolegnani
Il rigore è affidabile, non sorprende. Il relativismo, al contrario, segue l'onda e questo, in certi contesti, disorienta
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