La mia città è un contadino che si crede giovane e invece è soltanto un giovanotto, si crede colto ma ha solo studiato da geometra, si crede ricco ma ha solo soldi.
Compra la carne "in un posto che conosce solo lui"; per il pane, invece, orfano di Cornegliani, non ha ancora trovato un degno sostituto.
La domenica indossa il vestito buono e va a santificare la festa, poi scende in piazza, prende il caffè, compra il corriere e un vassoietto di boeri e torna a casa per pranzo.
so per certo che, persino in questa città che sa solo essere uguale a se stessa, si può comprare qualcosa di più originale dei boeri, per la domenica. propendo per un negozietto di ravioli che ha un gigantesco perché.
RispondiEliminaMio nonno li comprava sempre, ogni domenica, dopo il caffè. Memorie di famiglia
EliminaMi piace quando parlate delle vostre città (anche non esattamente bene..), io ne ho un mia che trovo molto scollata dai miei desideri, dalle mie aspettative, dalla mia personale idea di bello, utile, ammirevole.
RispondiEliminaPerò oggi l'oncologo - a cinque minuti da casa - ci ha dato notizie se non belle almeno speranzose e ottimiste, e questo è un grossissimo punto a suo favore.
Evviva le buone notizie 🥂
Eliminasimpatica descrizione per ironiche metafore della propria città.
RispondiEliminamassimolegnani
Non è un'idea mia, ma grazie 🤗
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