23 giugno 2015

Un post di piccole cose - parafrasando Chiara



Ultimo giorno di scuola, bagagli in corso... ora che non ho ancora ricominciato a respirare l'aria di casa cosa sento che mi resterà di quest'anno strasburghese?

Sicuramente la lotta contro la polvere! Ridete, ridete pure, ma io non ho mai visto tanta polvere in una casa, mai nella mia vita!

Poi le bici: qui tutti usano le biciclette per spostarsi, con qualunque tempo, con qualunque esigenza di trasporto. Si vedono signore eleganti andare in ufficio sotto una mantella impermeabile, ragazze con tacchi altissimi uscire la sera, mamme e papà con bambini al seguito, magari due nella carrozzella agganciata alla bici (davanti o dietro, esistono modelli per ogni gusto!) uno sulla sua bici agganciata al telaio di quella davanti e uno che slalomeggia fra i passanti, incurante degli schizzi che solleva... Ci sono le bici delle biblioteche utilizzate per trasportare libri nei parchi, bici per il trasporto di hot dog caldi o bibite fresche, bici per i gelati o bici dotate di carretto per il trasporto della frutta, con tanto di tendalino parasole! 

Il jogging mattutino con la mia amica Nicoletta. E la sua commozione durante l'ultima corsa, qualche giorno fa.

Le amiche di mia figlia: l'hanno fatta sentire a casa, con semplicità e naturalezza e di questo sarò sempre grata.

Il pane fresco la domenica mattina. E già che ci sono le colazioni delle domeniche: io un croissant aux amandes, mio figlio uno chausson aux pommes, mia figlia un pain au chocolat e mio marito una croix à la cannelle. Tutto appena sfornato. Ho promesso ai bambini che giovedì faremo colazione in pasticceria: un dolce addio a questa incredibile città!

Il clima. Abbiamo avuto giornate calde ma poche e solo di giorno... mai patito il caldo di notte. In inverno fa buio molto presto ma la città non è mai triste o mogia, non c'è nebbia e questo significa che se non piove c'è il sole. Non si può dire lo stesso di casa.

La sensazione di sicurezza. I bambini possono andare in giro da soli, i piccoli strasburghesi cominciano presto, alcuni già in terza elementare, ad andare a scuola in piccoli gruppi. Alle dieci di sera il centro è ancora vivo, uscire da teatro e rientrare a casa non fa paura. Certo parlo del centro, non ho la più pallida idea di come siano le periferie!

I parchi: tanti, curati, frequentati tutto l'anno e fino a tardi. C'è chi corre (qui corrono tutti), chi fa picnic, chi porta i bambini a giocare, chi legge, che scatta foto, chi fa sport

Gli italiani. In Italia sono spesso sfuggenti, diffidenti, frettolosi e chiusi. Qui ho trovato persone accoglienti, disponibili, simpatiche. E non solo gli espatriati di breve durata, che magari hanno la necessità di fare gruppo per non sentirsi completamente persi. Anche i residenti, persone che lavorano qui in via definitiva: loro, magari per motivi diversi, sentono forse il bisogno di ricordare la loro identità. Molto interessante osservare come la lontananza da casa ci renda quasi parenti ;-) Una bella scoperta!

Vedremo, fra qualche settimana, se dovrò aggiungere qualcosa alla lista. O magari togliere :-)


7 commenti:

  1. Cara Flo, questo è un post molto interessante e fa capire che ci vuole molto poco per esser sempre sereni e cordiale con il prossimo.
    La bicicletta oltre che essere pratica è pure molto salutare usarla.
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

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  2. le bici non ti mancheranno, è pieno anche da noi volendo.
    per tutto il resto, come ho già avuto modo di dirti, francamente non so se sarei tornata o se invece avrei cercato il modo di restare. il confronto non è neppure pensabile

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    1. Ci penserò casomai dovessi riuscire a vendere casa.

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  3. L'Italia è mantenuta in uno stato di coma farmacologico dal quale non credo si risolleverà. Almeno in tempi sufficientemente brevi. E poi morirà.
    Se a Strasburgo hai tutto quello che ci racconti - bellissimo -, se puoi, restaci. Fallo anche per i tui figli.
    Scusa se mi permetto...
    Con affetto, Francesco

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    1. Fra 4 settimane, a Strasbourg non avremo più né casa nè lavoro.
      E questo taglia la testa al toro.

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  4. Molto particolare la sensazione provata nel leggere tutto ciò... Letto da "qui", suona nostalgico. Io stesso desidererei per me un ambiente simile. Se pensi che il mio ideale di città sono Vigevano, Saronno, città con un centro a misura d'uomo (ma pure loro soffrono un certo degrado dei tempi), ho detto tutto.
    Edmondo

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