01 giugno 2015

Voti

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«Il punto è che in Italia, contrariamente alla cultura anglosassone, non è chiaro che cosa è il 10» insiste Mantegazza. «Il dieci è il raggiungimento da parte dello studente dell’obiettivo che io ho fissato nella prova di verifica. Se lo studente risponde bene a tutto, è 10, non 8. Ci vorrebbero corsi di formazione alla valutazione per gli insegnanti». 
Lo sa bene anche il direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia Delia Campanelli, regione con le scuole tra le migliori d’Italia secondo l’Invalsi ma che ha poco più di un centinaio di lodi contro le 700 pugliesi e le 400 della Campania. In vista della maturità ha fatto un appello ai professori a non essere troppo severi e a dare anche i dieci: «Dobbiamo arrivare all’uniformità dei voti. Ma intanto agli studenti che meritano il dieci sia dato il dieci in tutte le classi e in tutte le scuole del Paese». Ne sanno qualcosa i ragazzi che vogliono tentare l’ammissione alle università anglosassoni, che non affidano l’ammissione come quelle americane a test esterni ma considerano il curriculum dei ragazzi: «Provate, se ci riuscite - insiste la preside Ugolini -, a spiegare che l’8 per noi è quasi un dieci ad un rettore di una Università inglese». 

Sono consapevole che i problemi della scuola sono ben altri, ma per gli studenti, che della scuola fanno parte, la questione "valutazione" è tutt'altro che irrilevante. Soprattutto è importante quando si confrontano i risultati non fra studenti della stessa classe (confronto sterile) ma fra studenti di scuole diverse, cosa che succede ovviamente in fase di ammissione all'università o di assegnazione di borse di studio.

4 commenti:

  1. Cara Flo, paese che vai, e modi diversi di valutare!!!
    Io vivo in Svizzera Tedesca, da 60 anni.
    le valutazioni dei voto sia per le elementare che per le superiori, il massimo è 6 sufficente fino al 4 insufficiente 3.5 come vedi le valutazioni in numeri cambiano.
    Ciao e buona settimana cara amica.
    Tomaso

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    1. in Francia invece i voti sono in ventesimi. Ma a parte la scala, quello che conta è che siano davvero confrontabili, cioè che un 20 in Francia corrisponda ad un 10 in Italia o ad un 6 in Svizzera. E, soprattutto, che un 10 a Foggia non sia come un 8 a Milano...
      Grazie per la tua visita ;-)

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  2. Il problema dei voti è che purtroppo non rispecchiano in modo particolarmente fedele ed equilibrato le capacità di un ragazzino, si limitano a constatare come ha risposto in quel momento ad una prova (parlo quantomeno dei voti che vengono dati in corso d'anno, diverso potrà essere - ma forse non troppo - in fase di esami di fine ciclo).
    Per di più, il problema non è solo fra regioni d'Italia o fra stati del mondo; il problema è anche fra sezioni della stessa scuola: figuriamoci globalizzare il sistema di valutazione a livello internazionale.
    Che poi, starei anche a vedere su che programmi e su quali contenuti o livelli di difficoltà viene dato il voto: se il programma di matematica inglese (dico un paese a caso, senza nessuna ragione) è la metà di quello italiano per mole e per modo di affrontare la materia, non sarà che un nostro 8 si possa ritenere più significativo di un loro 10?
    Le invalsi poi sono a mio parere una delle più grandi iatture che possano capitare in sede di esame. Se le scuole ne hanno bisogno per autovalutarsi, farebbero tanto bene a propinare le prove in corso d'anno, e non in sede di esame quando la valutazione si deve invece incentrare sul ragazzo . Anche perché, mai nella vita capiterà che in tutta Italia tutte le scuole abbiano affrontato il programma nello stesso modo e fino al medesimo punto.
    E quindi, mi viene da pensare non sarà che forse il sistema di ammissione inglese non è poi così perfetto? Magari uno sforzo in più da parte loro per capire chi hanno di fronte sarebbe apprezzabile. Anche perché, da quanto sento in giro, non è che le scuole italiano facciano poi così pena se raffrontate alle altre.

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    1. Anche in Francia selezionano solo sulla base del dossier presentato e non solo le università ma anche i licei ragionano così. Nessun colloquio, nessun tentativo di capire chi hanno di fronte.
      Può essere dura.
      Quanto all'invalsi: non sono abbastanza "esperta" però mi pare un sistema quanto meno da rivedere...

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