Renzi... perché alla fine si va sempre a cadere lì... E probabilmente è proprio quella "coda" alla quale ti riferisci ;) Se chiacchierasse di meno e facesse di più - intendo se fosse più credibile sulla base del realizzato e non del realizzabile -, quello che dice non sarebbe sbagliato. L'Italia è bella, eccome se lo è! Ma oggi, almeno io che ho avuto la fortuna di viverla tra gli anni '50-'60, purtroppo devo dire: "è stata bella". Coi suoi ciabattini e gli artigiani del ferro e del rame il cui picchiettìo, nelle calde giornate estive di una Pistoia che non c'è più, ti entrava in casa dalle finestre aperte insieme all'odore del caffè torrefatto, del pane appena sfornato e anche del... pesce. C'era più senso della comunità, allora. Si rapinavano solo le banche e non ci si barricava neppure in casa. A quel tempo abitavo in centro, a due passi dal mercato della Sala e a un tiro di sputo dalla Piazza del Duomo. E se la seconda è tornata agli antichi splendori, la prima si è trasformata, soprattutto la notte, in una "movida" talvolta disordinata e caciarona che spesso è fonte di tensioni tra utenti e residenti. Insomma, tra lounge bar e drink più o meno soft, accompagnati da musica a volumi impossibili, le radici della città che ho conosciuto sono sprofondate nella notte dei tempi o impresse sulle pagine di qualche libro di storie minime locali. Per spiegarmi meglio, ti ho madato una foto. E ancora una volta mi son lasciato prendere la mano e sono andato fuori tema. Cerèa
Altri commenti su questa Italia, io non mi sento di fare!!!
RispondiEliminaRenzi... perché alla fine si va sempre a cadere lì... E probabilmente è proprio quella "coda" alla quale ti riferisci ;)
RispondiEliminaSe chiacchierasse di meno e facesse di più - intendo se fosse più credibile sulla base del realizzato e non del realizzabile -, quello che dice non sarebbe sbagliato. L'Italia è bella, eccome se lo è! Ma oggi, almeno io che ho avuto la fortuna di viverla tra gli anni '50-'60, purtroppo devo dire: "è stata bella". Coi suoi ciabattini e gli artigiani del ferro e del rame il cui picchiettìo, nelle calde giornate estive di una Pistoia che non c'è più, ti entrava in casa dalle finestre aperte insieme all'odore del caffè torrefatto, del pane appena sfornato e anche del... pesce. C'era più senso della comunità, allora. Si rapinavano solo le banche e non ci si barricava neppure in casa. A quel tempo abitavo in centro, a due passi dal mercato della Sala e a un tiro di sputo dalla Piazza del Duomo. E se la seconda è tornata agli antichi splendori, la prima si è trasformata, soprattutto la notte, in una "movida" talvolta disordinata e caciarona che spesso è fonte di tensioni tra utenti e residenti. Insomma, tra lounge bar e drink più o meno soft, accompagnati da musica a volumi impossibili, le radici della città che ho conosciuto sono sprofondate nella notte dei tempi o impresse sulle pagine di qualche libro di storie minime locali.
Per spiegarmi meglio, ti ho madato una foto.
E ancora una volta mi son lasciato prendere la mano e sono andato fuori tema.
Cerèa
Che dire? Ho nostalgia di quel senso di ordine che respiravo da bambina.
EliminaSarà banale e magari anche sbagliato ma credo che sia colpa del '68!