23 gennaio 2019

Le donne che sarò

Anni fa, ai tempi delle lezioni di religione, Tommaso mi raccontava della spiegazione del don a proposito della Trinità: è troppo difficile da spiegare, diceva il prof, non ci riescono neppure i professoroni di teologia" e con questo chiudeva il discorso.
Io non ci ho mai visto niente di tanto difficile, ho risposto a Tommy: io sono mamma (tua), figlia (del nonno), moglie (di papà). Eccola qui la Trinità. Che poi diventa "multinità", dato che sono anche sorella, amica, collega eccetera eccetera.
La spiegazione gli è piaciuta, problema risolto: ho potuto continuare a preparare la cena!
Facile descrivere un dato di fatto, ancora più facile descriversi al passato. Ma quel futuro, "sarò", come lo gestisco?
Che poi, fututo... potrebbe essere uno di quei futuri usati per esprimere un'opinione nella quale si ripone poca fiducia: sì sì, sarà anche intelligente ma ha fatto un'idiozia; sì sì, sarà anche bella Roma ma vuoi mettere Milano eccetera...
Sì sì, starò anche scrivendo ma non sto dicendo niente!!! Lo so che sto tergiversando, ma non mi viene l'ispirazione ;-)

Sarò, domani, le donne che sarò stata capace di costruire oggi (detratta la tara della botta di "culo", nella quale non credo, e quella della botta di "sfiga", la quale invece è sempre dietro l'angolo. Scusate il inguaggio) ma, dato che non sono in vena di costruzione, mi sa che sarò un po' pochino.
Anni fa, quando, come tutte le adolescenti, mi credevo imbattibile, sono stata prima ballerina (a 8 o 10 anni) e poi scienziata, attorno ai 15 anni ero decisa a vincere il Nobel per la chimica. Evidentemente ho dimenticato i miei sogni, visto che, non solo non sono diventata nè una ballerina nè una scienziata, ma non ci ho neppure provato, ed è questa, francamente, la cosa che mi delude di più. Magari fra 20 anni, riguardando indietro, rimpiangerò di non averci provato. Ma provato a fare cosa??? Ci ritornerò.
Ancora anni fa, anche se un po' meno, ricordo che ero in vacanza in montagna e parlavo del futuro con qualcuno (mia mamma? mio fratello? qualche amico/a? Non ricordo). Rocordo che ho detto di non volere successo, di volere in cambio alcuni amici veri. Per tanto tempo non ho avuto nè l'uno nè gli altri. Adesso, forse qualche amico ce l'ho. Non sono un esercito, due o tre, ma sono un dono prezioso. Valgono il successo? Sicuramente sì, anche perchè, del successo non mi è mai importato granchè, passati i 15 anni.
Continuo a girarci attorno, se fosse un tema in classe prenderei 2.
Sarò anche intelligente ma da questo ginepraio non riesco a venirne fuori.
Io sarò quella che non ha tarpato le ali a nessuno (tranne a se stessa?).
Io sarò quella che è stata capace di far sentire imbattibili (non dagli altri, dalle circostanze) i suoi ragazzi (ma non se stessa).
Vorrei essere anche quella che è stata capace, in zona Cesarini, di tirare fuori tutta l'energia creativa che da qualche parte deve pur avere e costruirsi un futuro tutto suo. Facendo cosa, non lo so...

Ho provato a diradare la nebbia, ma non ci sono riuscita.
Un argomento più facile, la prossima volta, per favore...

3 commenti:

  1. madre, figlia, moglie, amica... non mi pare che manchi nulla. né ora, né domani.

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    1. Sei stata un fulmine a rispondere... io sto ancora meditando.
      Madre "di", figlia "di", moglie "di", amica "di"... Di getto ti direi che manco io. Ma poi, ripensandoci, forse la percezione che abbiamo di noi stessi, il nostro valore, la nostra essenza, forse tutto questo esiste solo in relazione agli altri: non siamo isole, giusto?

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    2. no, non siamo isole. e meno male. d'altra parte, che senso avrebbe essere qualcosa o qualcuno solo in relazione a noi stessi?

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