06 aprile 2016

Referendum



Ho ricevuto alcune sollecitazioni a rispondere alla domanda "Ma tu voterai al referendum?" perciò eccomi qui.
No, io non voterò al referendum, innanzi tutto perchè ritengo che la politica energetica di un paese non vada affidata alle scelte emotive di una popolazione in larga parte priva degli strumenti culturali e tecnici per fare una scelta ponderata. In secondo luogo perchè penso che solo questioni etiche debbano (non possano, debbano...) essere fatte oggetto di referendum popolare. Poi perchè abbiamo pagato e stiamo ancora pagando le conseguenze per l'esito del referendum sul nucleare e ripetere due volte lo stesso errore è da scemi. In quarto luogo, ed è la motivazione più fragile, perchè non servirebbe a niente: entro le 12 miglia no e oltre si? Noi no ma gli altri sì? Ma che senso ha?

Immagino le obiezioni.
La politica è corrotta e dobbiamo fermarli noi (la politica è espressione della nostra cultura: dobbiamo cambiare noi stessi prima di pretendere che cambino loro). Oppure: i combustibili fossili sono la morte nera e dobbiamo cambiare radicalmente la politica energetica del paese cominciando da qui (in quanto tempo? e nel frattempo?). Oppure ancora: anche a prescindere dall'inquinamento, per la ricerca di nuovi giacimenti usano strumenti che danneggiano irreparabilmente l'ecosistema... (il referendum tratta del rinnovo di concessioni già in essere, non della ricerca di nuovi giacimenti, almeno credo)

Ecco le mie ragioni.

E le vostre?

7 commenti:

  1. Riflettendo bene cara Flo, penso proprio che tu abbia perfettamente ragione!!!
    Ciao e buona serata cara amica.
    Tomaso

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    1. Grazie per la stima, mio caro Tomaso :-)

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  2. Ciao Flo, fermo restando che rispetto la tua decisione di non andare a votare, dovremmo tuttavia tenere presenti alcune differenze - secondo me molto importanti - che, in quanto Italia, ci distinguono dalle altre Nazioni. Basta pensare alla corruzione e al malaffare che da noi regnano sovrani, e a tutti gli scandali che negli anni hanno attraversato il nostro Paese e la classe politica - quasi tutta, fatta qualche eccezione - che lo ha governato. Se, tanto per fare un esempio, per la gestione di qualche migliaio di migranti è scoppiato (e ancora non è finito) il pandemonio che sappiamo di alcuni centri d'accoglienza, ai quali aggiungi pure qualcos'altro che ti viene in mente, figurati cosa sarebbe potuto accadere col nucleare e coi suoi rifiuti radioattivi! Hai visto in Basilicata? E della "terra dei fuochi" ne vogliamo parlare? E delle montagne d'immondizia e dei bidoni inquinanti sepolti un po' dappertutto? E delle falde acquifere avvelenate da camorristici e mafiosi interessi, vogliamo tacere? No. Per questo, col nucleare italiano non mi sentirei per niente al sicuro, anche se poi ho vicino a casa quello "estero" degli altri Paesi confinanti.
    Il discorso delle trivelle andrebbe però approfondito. E' pur vero, come dici, che per esprimersi su certi temi la gente, essendo digiuna di conoscenze tecniche e scientifiche, al referendum darebbe solo un parere "di pancia", come si dice. Ma secondo quello che in questi giorni ho letto dal sito di Greenpeace - che non mi sembrano degli sprovveduti -, ci sono in ballo molte cose che nessuno ci dice. E non ne ha parlato solo Greenpeace. Se hai voglia di andare sui loro link, che ho messo sul mio post e che questi fatti riguardano, penso che troverai molte risposte alle tue ultime domande. Siccome esistono, oltre a quelle fossili, altre fonti di energia rinnovabili e prive di effetti collaterali per il genere umano, basterebbe darsi da fare e investire in queste. Come hanno fatto l'Islanda, la Svezia, la Danimarca, la Nuova Zelanda e addirittura la Costa Rica, per citarne alcuni che usano l'eolico e il fotovoltaico. Anche se è "brutto e antiestetico".
    Infine, sulla corruzione della politica e sul fatto che dovremmo essere noi a cambiare per primi perché cambino loro, ho i mei dubbi che riusciremo a godere di tali cambiamenti. E' triste pensarlo, ma è così. Scusami per qualche errore, ma è tardi e ho scritto tutto d'un fiato...
    Un abbraccio e a presto,
    Francesco

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  3. E, sempre a proposito dei referendum sull'energia, questo è quanto avevo scritto nel 2011 sul nucleare in Sardegna:

    "Nonostante la recente catastrofe giapponese di Fukushima, sembra che i nostri politici stiano rispolverando l'idea delle centrali nucleari. Ne avevo già parlato in un post precedente, ma credo che sia opportuno continuare a mantenere vivo l'interesse, il nostro, il mio e di tutti quelli che non vogliono centrali nucleari in Italia, affinché questo disegno venga presto definitivamente cancellato dalla gomma della pubblica opinione.
    In Giappone, paese civilissimo, attento e ipertecnologico, chi gestisce e ha gestito Fukushima, la Tokyo Electric Power Company, pare che in passato abbia "toppato" in fatto di trasparenza fornendo false dichiarazioni sulla sicurezza di alcuni impianti (per esempio quello di Kashiwazaki Kariwa, costruito addirittura sopra una "faglia attiva") con conseguenti dimissioni in massa dei vertici della società. Questo è accaduto, e accade, in Giappone, paese civilissimo e ipertecnologico.
    Ve lo immaginate, allora, cosa potrebbe succedere in Italia, paese supercamorrizzato e iper'ndranghetizzato, dove per svuotare dieci camion di spazzatura devi avere il permesso di qualche "capo mandamento", della "santa picciotteria" o di qualche "guappo" da quattro soldi, se decidessero di costruire delle centrali nucleari? Per non parlare delle truffe, dei peculati, delle malversazioni e delle ruberìe in genere spesso commesse anche da "illustri" e "insospettabili" personaggi pubblici & privati.
    Perciò, un conto sono i sacchetti della "monnezza", brutti e puzzolenti, un altro sono le barre di uranio, il cesio e il plutonio... se dovessero finire nelle mani sbagliate".
    E poi l'articolo prosegue con altre cose più o meno interessanti...
    L'articolo completo, se vuoi, lo trovi qui:
    http://www.ceccodottipuntocom.com/2011/04/referendum-2011.html
    Di nuovo, ciao e buona notte!

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  4. Francesco, ho letto i documenti che ci hai proposto. Condivido tutto: l'esigenza di tutelare il nostro mare, le royalties ridicole, la corruzione dilagante, il pericolo inquinamento, eccetera. Tutto corretto. Ma il referendum non è lì strumento: abbiamo un parlamento, lo paghiamo carissimo perché faccia un lavoro: che lavori dunque!
    Tu hai giustamente citato i vari referendum sul ministero dell'agricoltura (perché poi eliminarlo???), l'acqua, il finanziamento dei partiti... Credi che questo sarebbe diverso?
    Per tutti questi motivi io non andrò a votare. Diciamo che così facendo io voto contro l'abuso dello strumento referendario

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  5. Il Parlamento, tu dici... bella parola. Peccato che più il tempo passa e più si svuota del significato che gli dettero i Padri costituenti. Non sono un "complottista", ma non mi fido più. Ci sono in ballo troppi interessi "di bottega" ai quali nessuno intende rinunciare. Basterebbe leggersi la relazione dell'Antimafia, nella quale si parla dell'assalto massivo ai Comuni da parte dei clan mafiosi. Per evitare ciò sarebbe sufficiente un decreto legge del Governo - di quelli che solitamente si fanno in quattro e quattr'otto per cose meno importanti -, che in questo caso promulgasse una legge per il controllo delle liste dei candidati attraverso i casellari giudiziari, per evitare che si candidino dei condannati (almeno quelli in via definitiva e oltre i due anni) o dei pregiudicati. Come mai non lo fanno?
    E poi c'è la Costituzione, il cui cambiamento è in itinere (vediamo come va a finire il referendum), dice: "per assicurare maggiore governabilità al Paese". E la democrazia? Che fine farà la partecipazione dei cittadini? Non dimentichiamoci che ogni parlamentare rappresenta la Nazione intera, e ha il dovere di farlo con lealtà e onore. Il fatto, poi, che li paghiamo a caro prezzo non è sinonimo di "buon lavoro". Quando lavorano...
    Se hai tempo - ne dubito, visto il nome che hai scelto per il tuo blog... :) -, leggiti questo intervento di Zagrebelsky: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/06/referendum-costituzionale-gustavo-zagrebelsky-spiega-i-15-motivi-per-dire-no-alla-riforma-voluta-da-renzi/2522863/
    Io sono notoriamente un ignorante, però ho buon naso e non me lo sono mai turato. Per questo, quando si parla di riforme costituzionali, sento puzzo di bruciato...
    Buona domenica e parlare con te è sempre stimolante!
    Un abbraccione,
    Francesco

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    1. Tu hai ASSOLUTAMENTE RAGIONE SU TUTTO, condivido fin nei dettagli il CECCO-PENSIERO. Solo non credo che il referendum potrà mai cambiare alcunché.
      Purtroppo.

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