28 gennaio 2016

Educazione sessuale

Nella puntata del 7 dicembre 2015 di "L'erba dei vicini" è andato in scena l'incontro Italia Vs Paesi Scandinavi.
Fra gli altri argomenti, Severgnini ha affrontato il tema "Educazione sessuale: a chi spetta?", lasciando la parola a Line Anne Roien, una deliziosa signora danese (credo), e a Filippo Savarese, un signore parecchio conservatore (e parecchio meno delizioso...). In estrema sintesi, la signora danese raccontava dell'esperienza nel suo paese nel quale l'educazione sessuale è affidata alla scuola che segue precisi programmi ministeriali, mentre il signore italiano rivendicava alla famiglia il ruolo di educare i figli alla sessualità.
Sul momento non ho fatto molto caso alla faccenda, mi sono goduta la trasmissione, davvero carina, e sono andata a dormire.
Poi ho riflettuto.
Affidare l'educazione sessuale dei ragazzi alle famiglie? A quali famiglie?
Quelle benpensanti stile Italia anni '60?
Quelle colte progressiste un po' dem aperte curiose e libere (o libertine?)...
Quelle iper cattoliche e iper conservatrici?
Quelle un po' troppo pakistane, che sgozzano le figlie se comprano un paio di jeans o vogliono andare a scuola?
Ecco, riflettevo su tali ameni argomenti e ho pensato che anche attraverso l'educazione sessuale, che poi diventa educazione all'affettività, al rispetto reciproco, al riconoscimento del valore dell'altro e della sua volontà, anche attraverso tutto questo passa l'integrazione.
Quindi, ancora una volta, l'erba del vicino è più verde.

5 commenti:

  1. Cara Flo, io sono all'antica!!! Però capisco che siamo in altri tempo, e trovo giusto che già alle scuole secondarie si parli di sesso, oggi con tutte le brutte malattie che si possono prendere è sacrosanto dovere che si debba informare i giovani di tutto questo.
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Occorre insegnare il rispetto, per chi ha figli piccoli è importante!
      Grazie per il tuo intervento e buona giornata!

      Elimina
  2. La famiglia sei tu.
    la scuola chi è? prof libertini o benpensanti? pakistani, omo, etero, poligami o monogami? figli dei fiori peace and love o suore di clausura?
    il vicino sa solo colorare meglio di noi, forse. io preferisco mettere direttamente il becco su quello che mi interessa trasmettere. se la scuola ci aggiunge qualcosa, tanto meglio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La scuola offre la possibilità di una standardizzazione che non esiste se si lascia carta bianca alle famiglie. Farlo a scuola non significa proibirlo alle famiglie, significa almeno offrire un punto di vista alternativo. Vista la gente che c'è in giro non mi pare che le famiglie stiano facendo un lavoro impeccabile...

      Elimina
  3. Concordo con Chiara. Certe volte volendo per forza spaccare il capello in quattro si rischia di diventare... pelati. Per questo credo che in molte cose quando ci mettono lo zampino le "istituzioni" si rischia di rovinarle.
    A casa nostra, per fare un esempio a me vicino, non abbiamo mai avuto problemi del genere e i nostri figli sono stati educati, non solo sessualmente, semplicemente... vivendo. Erano altri tempi, è vero, e di educazione sessuale, soprattutto a scuola, si parlava poco. Una grande maestra di vita è stata mia moglie, che avendo dovuto dividere l'unica camera con il fratello è cresciuta senza tabù e ipocrisie. E lo ha insegnato a me, che invece provenivo da una famiglia conservatrice e poco flessibile. Dopo che ci siamo sposati e sono nati i figli, non abbiamo mai avuto vergogna di mostrarci nudi (anche se io un po' sì) e le porte - anche quella del bagno - non sono mai state chiuse a chiave. E così è anche oggi, che sono quarantenni. E poi non abbiamo mai smesso di parlare e raccontarci le cose, sin da quando erano piccoli. Pensa che io ho visto mio padre nudo solo quando è morto. E a lavarlo e vestirlo è stata mia moglie.
    I punti di vista alternativi, compresi quelli della scuola, mi stanno bene ma dipende da quali sono, da chi li propone e da quale età si iniziano a proporre. Perché potrebbero anche essere fraintesi. E poi, una buona volta, smettiamola di lasciar fare, e di dare, ai figli tutto quello che vogliono. Io sono per un bel NO! naturalmente quando è necessario e spiegandone le ragioni. Ma se alla fine dev'essere NO! è così e basta. Ho un nipote, che ha tre anni, e già comincia a fare quel che gli pare. E i genitori glielo fanno fare. L'altro giorno l'ho acchiappato, me lo sono messo sotto braccio (faceva i capricci e strillava per le scale come un'ossesso perché non voleva uscire) e l'ho portato fuori per forza. Ha pianto per un po' e poi gli è passata. Non si può diventare ostaggi di un bambino di tre anni. Pensa a quando ne avrà 15. Oggi, se lo avessi fatto in pubblico, probabilmente mi avrebbero denunciato! Avevo un amico la cui moglie era costretta a dar da mangiare alla figlia, rincorrendola col piatto in mano, mentre andava su un solo pattino in giro per la casa. Altrimenti succedeva il finimondo. Abitavano in un condominio, e sotto di loro vivevano altre persone. Te l'immagini cos'avranno provato sentendosi scarrocciare i pattini sul soffitto?
    Forse mi sono allargato troppo, e non vorrei essere andato fuori tema, ma ritengo che quando si parla di giovani - e di figli - la storia vada raccontata tutta.
    Con deferenza, Francesco

    RispondiElimina