19 marzo 2016

Papà

Il mio papà abita a dieci minuti di tranquilla passeggiata da casa mia, lo sento quasi tutti i giorni perché quasi tutti i giorni ha un problema con computer. Lui, nato quando agli adulti si dava del voi e i bambini non parlavano se non interrogati, naviga in rete come un consumato nativo digitale ma, non parlando inglese, ogni tanto non ce la fa, perciò chiama me.
Non è mai stato un papà moderno, uno di quelli che cambiano pannolini e vanno ai colloqui coi professori, ma c'è sempre stato quando ho avuto bisogno di aiuto su "cose grosse", avendo sempre delegato l'ordinaria amministrazione a mia mamma.
Oggi l'ho chiamato e gli ho fatto gli auguri. Mi ha risposto stupito: " grazie ma perché fai gli auguri a me?" e mentre parlava sentivo il suo cervello lavorare: un assordante "cricchi cricchi cricchi" di ingranaggi mentali abituati ad analizzare dettagli minuti all'affannosa ricerca di un indizio sul calendario!!!
I miei bambini invece hanno un papà che un po' c'è e un po' non c'è, perché per lavoro ogni tanto viaggia. È un giocherellone, ama fare scherzi e con loro o è severo o un clown, normale mai.
In modi diversi, io e i miei bambini siamo figli fortunati: c'è chi non può fare gli auguri al proprio papà telefonando.

Auguri ai papà, a quelli che ci sono e a quelli che non ci sono ma vorrebbero esserci!

4 commenti:

  1. Mi è piaciuto il modo in cui hai descritto il tuo papà :)
    Auguri a lui, al mio che è in cielo da decenni e a tutti i papà del mondo.

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    1. Grazie Sontyna, in effetti sono soddisfatta di come è mi venuta la descrizione!

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  2. Cara Flo, capisco che tu ai la fortuna di avere il tuo papà poco,lontano e si sente nel parlare quanto tu ami il tuo coro papà!!!
    Ciao e buona domenica delle pale cara amica.
    Tomaso

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    1. È veri, Tomaso, voglio molto bene a mio papà! Auguri anche a te ;-)

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