Se bastasse una foto a dimostrare che lei, la signora Meloni, non è portatrice di valori patriarcali, saremmo a posto: quattro generazioni di donne a celebrare una nuova vita eccetera eccetera...
Ma non basta e soprattutto non significa niente.
Ciò che non è chiaro alla Meloni (e non solo...), è che non serve un uomo in casa perché una famiglia sia intrisa di valori patriarcali. Sono spesso le donne le più severe custodi di tali (dis)valori: mamme che educano le figlie a essere accudenti e accondiscendenti (era mia madre che mi chiedeva di rifare il letto di mio fratello, non mio padre), amiche che criticano quelle di noi che vivono liberamente (ma tuo marito ti "permette" di andare in vacanza-al cinema-a cena da sola?), donne che non difendono e giudicano altre donne da soprusi o violenze (era vestita succinta, evidentemente era disponibile, l'aveva provocato e lui cos'altro poteva fare?), madri che educano alla pazienza (vedrai che poi ci farai l'abitudine).
Il patriarcato si manifesta anche nella carenza di asili nido e in quella, drammatica, di strutture, sia fisiche che organizzative, per l'assistenza degli anziani, in un sistema pensionistico che, non tenendo conto del lavoro di cura familiare che è sempre femminile e sempre gratuito, condanna centinaia di migliaia di donne alla povertà in età avanzata, nel considerare "tipicamente femminili" e quindi complementari al lavoro di un marito, certi lavori magari iper qualificati ma a basso reddito (penso all'insegnamento...). Sono sempre le donne che, dopo la maternità, chiedono alle neo-mamme se sia giusto tornare a lavorare, se non sia una dimostrazione di egoismo e di scarso istinto materno l'aver voglia di vivere in un mondo adulto. Sempre loro che sommergono di sensi di colpa chi decide da sé e per sé un trasferimento professionale, se questo significa abbandonare i vecchi genitori.
Non basta non avere uomini in giro per casa per poter dire con sicurezza di non essere portatrici di valori patriarcali.
Poi magari lei non lo è, non lo so. Ma sicuramente non basta una foto.
mia madre non mi ha mai chiesto di rifare il letto di mio fratello. in compenso, invece di prenderlo per un orecchio e metterlo al lavoro, ci pensava lei. è più o meno la stessa cosa.
RispondiEliminain compenso, andava tranquillamente al cinema e a teatro da sola, per fortuna.
No, mia madre no: niente cinema, niente teatro, niente amiche... E mi considera fortunata perché mio marito "mi lascia" andare in vacanza (che poi sai bene quali sono le mie vacanze da sola...)
EliminaPer quanto mio papà si aesempio di grande collaborazione, amore, permissivismo.. si è macchiato comunque di alcune nefandezze, quella che è dispiaciuta più a mia mamma è averle fatto abbandonare il lavoro dopo il matrimonio.. chi mi avrebbe cresciuto in maniera sana e costante altrimenti? Vabbe'.. qualche errore ci sta.. diciamo anche altri tempi..
RispondiEliminaCi sono forme di violenza non fisica che sono trasversali e sottili, far rinunciare a una professione agendo sul senso di colpa è una di queste.
EliminaMio padre come il tuo, ma anche tanti miei coetanei.
E anche a casa mia: quante ore di lavoro ho perso per essermi sempre occupata di riunioni scolastiche, pediatra e vaccinazioni, feste di compleanno, gestione delle tate e dei campi estivi perché lui "doveva lavorare"? Come se il mio, di lavoro, fosse in realtà un passatempo...