25 maggio 2023

Versiamo un po' di vino nell'acqua del Tamigi

Faccio una doverosa premessa: sono ignorantissima, ma non lo dico come fanno alcuni per sottolineare la propria supposta -e spesso infondata- superiorità intellettuale, no no, sono davvero ignorantissima, quindi prendete i miei commenti per quello che sono.

Ieri sera siamo andati all'opera a vedere il Falstaff, opera a me sconosciuta. Devo innanzitutto confessare che, data la somiglianza di nome tra Falstaff e Faust, pensavo a una trama cupa e drammatica, un dialogo fra terra e inferi, con una conclusione tutta salvezza o condanna dell'umanità... robetta leggera. Invece è la solita commedia degli intrighi, con i noti maneggi di omuncoli per accaparrarsi i favori delle belle di turno e le furbe reazioni di queste. Niente di male, ci mancherebbe: fortuna che ho letto la trama, così sono arrivata preparata.
Ora però sono perplessa: perché le scene di un'opera buffa, che nasce per far ridere, nella quale ricchi ubriaconi gozzovigliano e pianificano imbrogli, perché dicevo è stata posta in un ospedale? Il vino nelle flebo, gli osti dottori, gli avventori pazienti nei letti, le belle vestite da infermiere?? 
Che l'amore, o quantomeno l'interpretazione che dell'amore danno Falstaff e Ford, che l'amore sia una malattia?

Chiedo perdono ai melomani veri...

3 commenti:

  1. Le Opere liriche ed io viaggiamo su pianeti diversi. Non saprei proprio dirti. Mi sono sempre chiesto, da profanissimo comunque, se la musica fosse sottoposta al libretto.

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    1. cosa intendi con "sottoposta al libretto"?

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  2. l'amore è per forza una malattia. le flebo di vino per guarire mi sembrano un'eccellente idea, o comunque il minore dei mali.

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