…chi fa da se fa per tre è una fesseria inventata da chi non ha voglia di darti una mano, che la primavera mi fa paura perché ci si deve alleggerire e io non so mai da che parte cominciare e anche perché poi arriva l’estate e io odio profondamente il caldo.
Ho capito che sono brava a studiare, posso imparare quasi tutto ma poi usare quello che ho imparato… beh, questa è tutta un’altra faccenda.
Ho capito che ci sono più libri belli ancora da leggere di quanti ne abbia già letti, e che la stessa cosa vale per la musica, e i luoghi nel mondo e l’architettura, e che non basta una vita per goderne.
Ho capito che le piante hanno bisogno di acqua (ma non troppa), di nutrimento (ma non troppo), di luce (ma non troppa). Hanno anche bisogno della vicinanza di altre piante purché compatibili e alla giusta distanza perché hanno bisogno di aria, ma non troppa.
Che non sono capace di non portare rancore: certe ferite non si sono mai rimarginate e, temo, mai lo faranno e non sono proprio sicura che sarò sempre capace di non tirare tutto fuori. Lo spero, però, perché facendolo causerei un dolore inutile.
Ho capito che faccio davvero molta fatica a dire di no, poi ne pago tutte le conseguenze.
Che i profumi e i rumori della natura mi fanno stare bene.
Che il momento più difficile di un allenamento è mettersi le scarpe da ginnastica.
Che meno li rincorri più frequentemente e volentieri tornano. Parlo dei figli, ma forse vale anche per altri.
Che, se i bambini sfidano il loro equilibrio camminando sul cordolo del marciapiede quando ne incontrano uno, gli adulti sfidano il loro equilibrio camminando sul cordolo della loro esistenza ogni giorno, e si fa una fatica immonda.
Che del Politecnico amavo il glicine che, in Aprile, fioriva al cancello del Rettorato e riempiva di profumo i nasi di frotte di frettolosi studenti e di rari passanti. E forse nient’altro.
Che mi piace il caffè e anche il rito del caffè.
Che di una foto bella si dice che sembra un quadro e di un quadro bello si dice che sembra una foto… buffo! (Il fatto che un quadro sembri una foto non porta me a definirlo “bello”, ma questo è argomento di un altro post!).
Ho capito soprattutto che quello che ho capito non è definitivo, che domani potrei capire che non avevo capito niente e ricominciare tutto da capo.
credo di capire che, se devo ricominciare a capire tutto, probabilmente preferisco non capire più niente. che chi non capisce niente fa meno fatica e il più delle volte vive meglio.
RispondiEliminanon privo di fondamento, questo tuo understanding
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