15 settembre 2023

(Mala)movida

Comincio dalla movida milanese con una preghiera: non uccidetela!

Prima di trasferirmi in Francia, vivevo in un paesotto grosso come un "buco di culo di gallina" (cit. mio fratello) nella campagna inglese. Il paesotto si spegneva alle 5pm quando, chiusi tutti i negozi, in giro non si trovava più nessuno. Morto. Il sabato sera, mio marito andava in auto a recuperare mio figlio ventenne perché non ci fidavamo a farlo tornare da solo a casa dal "centro" (odio le virgolette a sproposito, ma qui sono a proposito!). Manchester, al contrario, sempre aperta e sempre piena di gente, si trasformava però  troppo frequentemente in uno schifo di ubriachi schiamazzanti e piazze dalle quali è meglio stare lontani. Eviterò di raccontare com'era ridotto il centro la domenica mattina.

L'Italia è piena di città grandi e piccole morte come le mie piante sul balcone: niente locali, niente cinema, niente teatri. La gente (perbene?) non esce perché non sa dove andare e le strade deserte diventano campi di battaglia per i ragazzi più sguaiati che escono comunque e fanno comunque macello.

Ma il diritto al silenzio è fondamentale anche per chi abita sopra locali e ristoranti. E quindi che si fa? 

Vivo adesso a 50 metri da una delle strade della movida di questa ridente cittadina universitaria. Nelle sere speciali, tipo ieri (partitone della nazionale di rugby, trasmessa su mega schermi dovunque in città), chiudono al traffico le vie dei locali, compresa la mia, per lasciare spazio ai clienti: urla, canti e strepiti, la Marsigliese suonata (male, uh quanto male... santa Cecilia li perdoni!) con la tromba, chiacchiericcio di tifosi festanti sotto le finestre delle case di decine di famiglie.  Ma polizia dovunque (in pattuglie di 3, armati) e alle 11 e mezza tutto taceva. Nel we dura di più, magari mezzanotte e mezza, nelle sere di festa speciali magari tirano l'una e mezza. 

Ieri sera, nel caos dei tifosi festanti, mia figlia e io tornavamo dalla nostra cena al ristorante coreano: la folla fa sentire sicure, l'allegria generale mette di buon umore, le pattuglie della polizia convincono tutti, anche gli ubriachi, a comportarsi decorosamente.

Forse serve educare la (mala)movida, ma, please, non uccidetela

2 commenti:

  1. speriamo di no... da queste parti viene malinconia solo a pensare di uscire. in giro si trovano solo ragazzotti di dubbio gusto e provenienza. giusto l'altra sera si sono accoltellati in pieno centro, e non sto parlando di milano.
    con queste prospettive e l'aria cimiteriale che comunque si respira, mi sembra più stimolante persino il divano di casa mia

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