15 dicembre 2024

Z

 




Zbzzz zbzzz zbzzz di una zanzara fastidiosa in una calda notte d'estate
Zrin zrin zrin di una smeriglia che liscia un giunto
Ziungh ziungh ziungh di auto di formula 1 che sfrecciano sull'ultima curva
Zunza Zunza Zunza di un concerto di musica (musica?) techno

Zzz Zzz Zzz, il vostro russare sommesso... Tranquilli: ho finito! 
 

13 dicembre 2024

Y

 


Yogurt


Come uno yogurt: cioè a scadenza, non permanente, una cosa che presto verrà eliminata e dimenticata.

Non una bella prospettiva, ma come non capire la sensazione se fin dall'inizio si sa che, tanto, fra due mesi o due anni, si dovrà di nuovo impacchettare piatti, vestiti e ricordi?
Non compri casa, perché neppure avendo i soldi necessari avrebbe senso, non cambi la cucina neppure se cade a pezzi, non cerchi di convalidare i tuoi titoli di studio perché, ammesso di riuscirci, la trafila è talmente lunga che ora che finisce hai già preso appuntamento coi traslocatori. I rapporti interpersonali richiedono tempo e futuro, che manca, anche per quelli, forse, il gioco non vale la candela.

E quindi?

E quindi tengo ben strette le mia radici in un vaso che spero sia robusto abbastanza e grande abbastanza, perché quello che resta ogni volta è una lista di numeri di telefono e una sfilza di "mandami tue notizie", cosa che non si fa quasi mai.

12 dicembre 2024

X

 


Xmas

Natale non per tutti è il periodo più jolly dell’anno.

Non lo è per chi ha famiglie sbriciolate in mille luoghi diversi, né per chi ha vite sgretolate; per le persone per le quali chi manca è più importante di chi c’è, per chi guarda le città inondate di luci e vede solo spreco e mancanza di raccoglimento, per chi pensa che sia tutto un obbligo: pranzi e cene, panettone e mascarpone, alberi regali e presepi, baci e auguri alla famiglia; per chi rimpiange la magia dei natali coi bambini, per chi vorrebbe tornare bambina, quando Natale significava la messa a mezzanotte nella chiesetta straboccante di gente, in una piazza piena di neve e di profumi di fuochi accesi nei camini e di cioccolate calde e il presepe gigante, sempre uguale.


Se penso al Natale, ho sempre in mente una foto di 21 anni fa: mia mamma straordinariamente felice, la taverna ingenuamente decorata e scaldata da una vecchia stufa a legna e dalle chiacchiere delle nostre famiglie riunite, mia figlia neonata addormentata in braccio a qualcuno, Tommaso con un gessetto in mano che scarabocchiava qualcosa su una lavagna giocattolo, la mia zia preferita, qualche cugina passata a prendere un caffè nel pomeriggio, la tavola in ostinato, allegro disordine... 


Tutti meritano un Natale così!








11 dicembre 2024

W

 


Wonder
Ho cercato sul dizionario parole italiane con W. Non ce ne sono. Ci sono molte parole straniere ormai entrate nell'uso, soprattutto inglesi: week end, wc... Ci sono unità di misura: watt, weber. C'è il walalla, paradiso norreno degli eletti del dio Odino. Ma nessuna parola italiana. Ma niente mi ispirava... È  anche una lettera strana: doppia V per noi e per i tedeschi, doppia U per gli inglesi... vabbè...
Accolgo il suggerimento di un'amica, quindi, ma è la prima volta, giuro!

Dunque wonder sia...

È questo, d'altronde, il periodo dell'anno perfetto: quando, più che a Natale, gli occhi dei bambini si riempiono di meraviglia passando davanti a luccicanti vetrine piene di promesse? Quando se non adesso sedersi al tavolo della cucina con una matita in mano diventa motivo di eccitazione e speranze?

Caro Babbo Natale,
quest'anno sono stata tanto buona e anche se mio fratello mi tormenta non l'ho mai picchiato troppo forte, nemmeno quando lui mi ha nascosto la Lulu e io senza la Lulu non riesco a dormire ma poi la mamma l'ha trovata dentro il cassetto delle sue mutande bleah che schifo... ecco, non l'ho picchiato tropo forte neppure quella volta là. Vedi che sono stata davvero bravissima? Anche la maestra l'ha detto alla mamma, che sono davvero tanto brava!!
Quindi per Natale vorrei:
un unicorno, ma vero questa volta, non di plastica come l'hanno anno scorso
se non trovi l'unicorno mi accontento di un pony, però bianco, mi raccomando
un tutù da ballerina tutto rosa e azzurro
una coda da sirena di quelle che ci puoi nuotare in piscina e anche nel mare
i pattini per pattinare sul ghiaccio. La mamma dice che sono inutili che tanto qui di ghiaccio non ce n'è e tu mica puoi portarmi anche una pista di ghiaccio... no, eh? non puoi perché fa caldo o perché è troppo grossa?? Va bene, vedi tu cosa puoi fare. Anche perché immagino che non è mica facile portare tutta questa roba a me che poi devi anche fare il giro del mondo...

Mio fratello intanto sta appiccicando tutte le figurine dei giocattoli sulla sua letterina di Natale, va bene lo stesso? 

Ti mando tanti baci e ti prometto latte e biscotti!

PS: rifletto solo adesso sul fatto che "wonder", come tantissime parole inglesi, può essere sia sostantivo, e in questo caso significa per l'appunto stupore e meraviglia, che verbo, nel significato di domandarsi, manifestando incertezza, formulando ipotesi tutte da verificare. Ma ho pensato d'istinto allo stupore dei bambini... sarà che sto scrivendo seduta davanti all'albero di Natale?

 

 




03 dicembre 2024

V



Vuoto

Niente meglio del viaggio (un'altra V) descrive meglio il concetto di tempo vuoto.
Non più "qui" ma non ancora "là", non da sola ma assolutamente non in compagnia, si mangia malamente e fuori orario per non crollare svenuta dopo, si fa pipì solo perché c'è un bagno vicino e dopo chissà. 
Saluti tutti, promettendo messaggi all'atterraggio ma nella testa si pensa già a chi si troverà all'arrivo e quello che sente chi parte è profondamente diverso da ciò che pensano le persone che si lasciano e quelle che si ritrovano.
Un non-tempo privo di senso, se non l'attesa noiosa del prossimo step che non arriva mai e quando arriva scappa via, dando inizio all'attesa successiva. 
Un non-tempo speso in un non-luogo, immensa cattedrale brulicante di formichine che arrivano col solo scopo di andarsene, velocemente e senza intoppi, se possibile.

Fra 20 giorni sarò di nuovo qui: un'eternità per loro, un battito di ciglia per me che non me ne vado mai davvero.



12 novembre 2024

U

 


Ultimatum

Scrivi per almeno 20 minuti o muori, mi dicono. Ok, però dammi un minuto che mi metto comoda altrimenti come faccio a tirare 20 minuti??

Sono le 14:54 ma ho cominciato alle 14:53, quindi alle 15:13 metto giù la penna. Ma quale penna se stai scrivendo al computer??? Ma sì, dai che hai capito benissimo, non fare il pignolo puntiglioso!

Ora però, avendo tirato in lungo le premesse, mi toccherà ben scrivere qualcosa... 

Mmmmhhh, vediamo...

Sono seduta sul divano della sala grande, dalla finestra orientata a sud-ovest entra un sole accecante come solo in inverno può essere, così basso sull'orizzonte e così limpida l'aria... ma non importa: sopporterò il fastidio dato che da 4 giorni non si mostra, il maledetto. Accanto a me, le mie gatte ronfano, Dana accoccolata con grazia regale sulla sua pila di cuscini, felina principessa sul pisello, Key tutta aggrovigliata sulla sua coperta verde, una zampetta a coprirle gli occhi. Il campanile della chiesa di Santa Caterina suona le 3, una nuvola grigia copre il sole ma veloce si allontana, fra poco sarò di nuovo inondata di luce.

Tutto è silenzio, la casa sembra disabitata; l'albero del giardino, quello rosso, ha gia perso gran parte delle sue foglie, che giacciono ai suoi piedi, rossa e scivolosa coperta. Gli altri, quelli di sfondo che gli fanno da quinta, resistono verdi, ma è tutta fatica sprecata. Devo avvicinare alla finestra (eccolo di nuovo, il sole!) i vasetti del balcone: i serramenti hanno l'età della pensione, senza guarnizioni antifreddo e con un singolo vetro, non isolano niente e tanto basta per non far morire di freddo le piantine all'esterno. Ogni rovescio ha la sua medaglia, diceva Tommaso da piccolo!

Tommaso... sembra felice a Milano. Al contrario di Matilde che mi sembra persa tutta sola in Inghilterra... sabato vado a trovarla, le porterò i croissant del Mulino Bianco e qualche scatola di Sablés di Normandia.

Forse ha ragione B. quando mi descrive come una madre e una moglie: mi sono trasformata esattamente in ciò che non volevo essere. Magari capita più spesso di quanto immaginiamo, che le nostre paure ci rincorrano, intendo, una specie di profezia auto-avverante. Come spezzare la maledizione?

Ecco di nuovo una nuvola, che quando passa spegne la luce e abbassa il riscaldamento, che fastidio!

Dana si stira aggrappandosi al cuscino con le unghie, temibili armi improprie; Key le fa il verso girandosi a pancia all'aria, stortignaccola e impudica...

15:14, ho sforato, basta: metto giù  la penna e caramente saluto tutti voi.

Baci Baci

PS: non devo rileggere quindi non lo faccio, perdonate typos&mistakes

04 novembre 2024

T

 


Traiettorie (e traguardi?)

Pochi giorni fa, pigramente seduta a tavola, chiacchieravo con i miei trascinando il caffè del dopo-pranzo fra ricordi di eventi più vicini alla guerra che a questo millennio. 
Mio padre, come d'abitudine, si lamentava: recriminava di essere stato sacrificato dai suoi genitori che, ciechi ai suoi talenti e sordi ai suoi desideri, avevano deciso di far studiare mio zio suo fratello, perché primogenito, e non lui. In effetti non si capisce: di 4 fratelli, mio zio avviato agli studi di ragioneria, la zia, terza figlia, maestra, mia zia l'ultima addirittura liceo e poi laurea in matematica e mio padre secondogenito avviato alla carriera di garzone di tipografia dopo la terza media.

Qualcosa davvero non torna. 

Fatto sta che questa storia, che sento da che ho memoria, lo tormenta. Dopo aver lavorato in tipografia per un anno, ha deciso di meritare di più e fra insistenza varie è riuscito a diplomarsi geometra (cominciando direttamente dalla seconda per recuperare l'anno perso perché "noi alla vostra età saltavamo i fossi per il lungo!"). L'università no, a quella proprio ha dovuto rinunciare.

Se si guarda alla sua esperienza individuale, qualche ragione effettivamente ce l'ha. Ma in una prospettiva lunga, che abbraccia le generazioni, lui ha messo il suo tassello, come sua madre prima di lui e i suoi figli dopo di lui e i miei figli dopo di me.
 
Nell'economia del mondo non significa niente, ma per lui potrebbe significare tanto. 

PS: ultimamente parlo parecchio di mio padre. Significherà qualcosa?

10 ottobre 2024

Eredità



Alla fine, quello che resta è il ricordo di come hai affrontato gli eventi.

Non gli eventi in sé, quelli sono solo accidenti: non i soldi che hai guadagnato, le case che hai costruito, i vestiti che hai indossato, le auto che hai guidato. Non a quanti anni ti sei laureato, o quanto pesavi, quanti fidanzati hai avuto, quanti figli hai generato. E nemmeno quanti libri hai letto, quante sinfonie ascoltato, quanti quadri ammirato o quante città hai visitato.

Niente di tutto questo resta.

Resta l'affetto delle amiche che ti hanno voluto bene, l'impressione di mitezza suscitata in un nipote che guarda il mondo con una profondità inusuale ma che fa finta di no. Resta lo sbalordimento che un rancore inspiegabile e ingiustificabile semina nel cuore di un figlio fino a fargli pensare che invecchiare è inutile se non insegna a vivere. 

Cieca, passi tutta la vita a guardare i tuoi genitori per poi scoprire, quando ormai si avvicina la fine, che era tutta una menzogna.

07 ottobre 2024

S



Silenzio...






03 ottobre 2024

R


 

...come Risposta alla domanda "Perché un blog?"



30 settembre 2024

Q


Questions:

Perché il mare è salato se l'acqua dei fiumi è dolce?

Perché il cielo è azzurro? 

Se l'universo si espande, significa che occupa spazio che prima non era occupato dall'universo stesso. Cosa c'era in quello spazio prima che l'universo lo occupasse?

Quando è iniziato il tempo?

Cos'è la coscienza? E quando inizia nelle persone?

Perché il plurale di amica è amiche e il plurale di amico non è amichi?

Perché esistono i confini?

Come fanno le barche a vela a navigare controvento?

Se Dio esiste, dov'è?

Come si fa a scrivere un romanzo? o anche solo un racconto?

Perché esiste tutto quanto? Le stelle, la luce, il campo elettrico, i fiori, la musica di Bach e Bach, i vulcani quaggiù e Alpha Centauri lassù, l'energia... Sarebbe energicamente molto più conveniente se non esistesse niente.

Perché si può andare avanti nel tempo ma non indietro?




18 settembre 2024

P

 


Padri&Principesse

Non mi sono mai vista nell'immagine della principessa di papà ma, a essere onesta fino in fondo, ho sempre saputo (e odiato l'idea) di avere un posto privilegiato nel cuore del mio.

Ho sempre notato le differenze di trattamento fra me e mio fratello e le ho sempre detestate per la consapevolezza che non dipendevano da ragioni oggettive, ma da banali categorizzazioni. Io, in quanto figlia femmina, avevo "diritto" ad alcuni trattamenti. Lui, in quanto maschio, ad altri.

Mio padre non ha mai fatto lo sforzo di conoscerci per chi siamo veramente, per cui adesso la mia rigidità, oserei dire la mia durezza (e già...) si scontrano con l'immagine della figlia femmina ergo principessa di papà ergo incarnazione di dolcezza tramandata da secoli di favolette per educande. Di contro, l'estrema pazienza e dolcezza e disponibilità di mio fratello lo disorientano, mettendo in discussione il ruolo maschile nell'ambito delle famiglie.

Questo è ovviamente l'ultimo esempio, ne avrei centinaia. A cominciare da quella volta che mi ha vista piangere e ha pensato che fossi disperata perché lui si rifiutava (giustamente, dico ora) di comprarmi una moto. Non ha chiesto lumi, ha creduto di aver capito tutto da solo e... no, non aveva capito niente! Bbanalmente, piangevo per un ragazzo e ci ho guadagnato un'Aletta Rossa.

In un'occasione ho sfruttato la situazione attraverso un blandissimo tentativo di manipolazione che, data l'immagine di cavaliere al servizio di una damsel in distress, ha funzionato benissimo. Me ne vergogno e non aggiungo ulteriori, inutili dettagli.

Mi fermo qui, tanto il senso è chiaro.

Have a nice day, everybody!

07 settembre 2024

O



Ora è l'ora, 

Il mio corpo scivola nel mare, liquido amniotico primigenio, e diventa acqua, vi si fonde e si confonde

Liquida anch'io, mi muovo, genero piccole onde e ricamo riflessi sul fondo, di ombre e di luce, che rotolano, si scompongono e ricompongono, capricciosi, eleganti 

Distesa, galleggio, e solo il volto emerge. Sento il silenzio e il calore buono del sole, compassionevole a quest'ora ancora piccola, e piccoli pesci che sfiorano il mio corpo immobile, uno mordicchia un dito ma poi se ne va

C'è qualcosa di ancestrale in questo mare greco, un'idea, il senso stesso del mare

Tutto nasce da queste acque

03 settembre 2024

Mattina



Guardo silente 

Il mare che riluce

Inquieta pace

02 settembre 2024

25 agosto 2024

N

Cresciamo sapendo che tanto poi la vita fa quello che vuole, che la nostra idea di mondo non sarà mai niente più che un Noumeno (eccola, la parola con la N!) in drammatico contrasto con innumerevoli, deludenti fenomeni e così, spesso, ci rassegniamo.
Ma che vita triste sarebbe senza un ideale perfetto al quale tendere: un cerchio perfetto del quale studiare le proprietà, un tiramisù perfetto da preparare per una festa di compleanno, una perfetta combinazione di turchese e corallo per una sera d'estate...

Ps: non me ne vogliano i puristi per l'interpretazione elastica del termine, l'idea mi frullava in testa da un po' e l'ho buttata giù così, senza troppo pensare...

26 luglio 2024

M


Ero indecisa fra Matilde e Milano, e invece...

Mah...

Leggevo ieri due notizie sul corriere. La prima: questa e questa la seconda.

Azioni disgustose e riprovevoli da innumerevoli punti di vista, neppure minimamente confrontabili secondo il mio modestissimo parere, ma comunque reati. Per il primo, il colpevole ha scontato la sua pena, per il secondo non credo, non ancora almeno.

Pare che gli atleti debbano sottoscrivere un documento col quale prendono atto del loro ruolo di esempio e si impegnano a comportarsi di conseguenza: Charlotte Dujardin si è ritirata dalla competizione, Steven Van de Velde è stato ammesso dopo attenta considerazione del suo caso, dicono i media. 

Se devo esprimere un'opinione "di pancia" direi senza esitazione di tenere gli stupratori di bambine fuori dalle Olimpiadi e da qualunque altro evento ad alta visibilità. Ma l'aver manifestato comprensione dell'enormità del reato e l'aver scontato la pena relativa non sono motivo di reinserimento sociale a pieno titolo? Senza voler mettere le conseguenze sullo stesso piano, lui sarà per sempre segnato da questa macchia, così come la bambina porterà sempre su di sé le sue cicatrici, ma lui resterà per tutta la vita un vigilato speciale?

Mah...

24 luglio 2024

L


Lesson learnt

Decenni fa, la mia amica Fanny diceva che la gente si lamenta sempre delle stesse cose. Detta così sembra una banalità, quindi aggiungo un po' di contesto.

Studiava al Poli con me e abbiamo preparato insieme alcuni esami, per il più complicato dei quali, idraulica, siamo partite in ritiro in montagna. Passeggiato molto, studiato poco, bevuto quanto basta.

Lei, già sposata con un ragazzo polacco emigrato negli States, faceva la spola fra le due sponde dell'oceano in attesa della carta verde. Ad ogni rientro organizzava grandi rimpatriate con le sue amiche, nel corso delle quali scorrevano fiumi di confidenze e, appunto, lamentele. È stato durante uno di questi rientri che abbiamo organizzato il ritiro di cui sopra.

Parto per qualche mese, raccontava, e ritorno per qualche mese. Michela (nome di fantasia, anche se qui non serve) si lamenta degli scarsi progressi al Poli, ma non si decide a lasciare gli studi né a studiare di più. Laura si trova grassa, ma non si mette a dieta né si iscrive in palestra. Anna si lamenta della freddezza del suo ragazzo, ma pur non sopportandolo non prende decisioni. Eccetera.

Aveva ragione: ci lamentiamo sempre delle stesse cose, ma ci comportiamo come se fossero ineluttabili, e così facendo ci obblighiamo a vivere entro gabbie che noi stessi contribuiamo a costruire. Odiamo dover scegliere fra la vi(t)a nota, la comfort zone, e il perseguimento dei nostri obiettivi che da quella comfort zone ci strapperebbe via, senza considerare che "non scegliere" è già una scelta.

E continuiamo a lamentarci.

Io l'ho capito adesso, Fanny aveva 27 anni. Decisamente molto più avanti di me.

14 giugno 2024

Il 12 del mese

Il 12 di ogni mese, su una pagina di espatriati italiani che seguo da un po', è la giornata dedicata al "AAAmore Cercasi".

Decine di persone, uomini e donne di svariate età, alcuni neppure trentenni, pubblicano una foto e breve descrizione di sé e del proprio sogno. C'è chi esce da relazioni finite male e chi una relazione degna di questo nome non l'ha mai avuta, chi ha provato con i locals ma proprio non c'era feeling e chi invece il feeling non l'ha più trovato con le persone di casa. C'è chi tra figli, amici, lavoro e interessi vari non ha un momento libero per pensare a sé e chi, solo come un gambo di sedano, non sa da che parte cominciare. C'è chi prova anche questa strada perché la fortuna non ha aiutato e chi invece sceglie la via pragmatica perché del caso non si fida più. C'è chi "va bene dovunque tanto vivo vicino all'aeroporto" e chi specifica quartiere e città perché ha bisogno di quotidianità.

Sono tutti diversi ma tutti accomunati da una cosa: il desiderio di avere una persona accanto.

La libertà, quando è troppa, diventa un vuoto da riempire.


11 giugno 2024

Di stress, debolezza e impotenza

Leggevo che le fonti di stress possono dividersi in due categorie: quelle per rimuovere le quali si può fare qualcosa e quelle per le quali non si può fare niente, o quantomeno niente individualmente.

Lo stress derivante dalle prime è uno stato di allerta buono, che porta a migliorare le nostre prestazioni in modo da raggiungere l'obiettivo: la paura per un esame, ad esempio, o l'attesa dello sparo che segna l'inizio di una competizione.

Lo stress derivante da situazioni non gestibili direttamente da noi porta invece a uno stato di frustrazione annichilente, alla depressione, alla malattia. 

Fin qui l'articolo, che mi ha fatto riflettere

Avere la possibilità di fare qualcosa e non farlo (per pigrizia, per gattamortismo, per paura o per timidezza, perché ci fa schifo l'idea o perché non si teme un altro fallimento) non trasforma lo stress del primo tipo in stress del secondo, anzi si aggiunge alla mancanza che l'ha generato la consapevolezza della propria debolezza: possiamo mentire agli altri, non a noi stessi. Si può accettare la propria debolezza, superando il conseguente crollo di autostima? Non lo so...

Per quanto riguarda il secondo, invece, l'unica via per uscire da questo stato di frustrazione è riconoscere la nostra impotenza e accettarla. Ma accettarla senza il senso di fallimento che di solito l'accompagna, perché che fallimento può mai essere quello riferito a situazioni sulle quali non abbiamo modo di incidere?

Si può portare il cavallo alla fonte, ma non lo si può costringere a bere... Adler descrive questo come separation of tasks (separazione dei compiti), sottolineando che non possiamo e non dobbiamo sentirci responsabili dei tasks altrui, men che meno di ciò che, non essendo alla portata di nessuno, non può neppure essere considerato un task. 

È tutta colpa mia

Vado in Inghilterra e quelli votano Brexit. Mi trasferisco in Francia e Le Pen fa il botto.
Vuoi vedere che porto sfortuna???

07 giugno 2024

K




Si scrive Key ma si legge come Kay: le volontarie di quel gattile non si curano molto di tali sfumature linguistiche. Sembra più grossa di sua sorella Dana, ma è tutto pelo; golosissima, è lei che mangia di più, arrivando a tirare a sé il piattino col tonno, ma pesa parecchio di meno; timida e scontrosa, sta parecchio per i fatti suoi, passando interi pomeriggi nascosta sotto le coperte di qualche letto, ma quando decide di far le fusa fa vibrare il divano e cigola, perfino. 


Musetto tondo e pelo d'angora, salta e le scappa col didietro in derapata quando gioca con sua sorella che, coda gonfia e ringhio minaccioso, passa il tempo a darle la caccia lungo il corridoio: Dana di nome e di fatto!

05 giugno 2024

A piedi nudi nel parco


In questo momento del giorno, quando il sole leva le tende e le famiglie raccolgono bambini, tovaglie e lattine vuote, quando l'aria già rinfresca ma la terra è ancora calda sotto piedini mai stanchi, quando le ultime auto ripartono verso casa, trascinando uno strascico di polvere, odore e rumore, quando il ricordo svanisce ed esordisce l'attesa, resta ciò che è: l'erba fresca fra le dita dei piedi, l'aria tiepida e finalmente calma, il profumo dei tigli, il trillo dei cardellini e il brusio di miriadi di insetti.

17 maggio 2024

J


Quando mi sono trasferita a Strasburgo, con tutto un anno di semi-vacanza davanti a me, mi sono iscritta a tutti i corsi che ho trovato: storia dell'architettura, francese, yoga, acquerello e chi più ne ha più ne metta. Mi sono anche comprata una bici con la quale scorrazzavo allegramente fra parchi e foreste, lungo i canali e fra stradine pittoresche. Ho conosciute gente e stretto amicizie, una delle quali resiste al tempo e alla distanza.
Quando mi sono trasferita a Manchester, parlando inglese come Aldo Giovanni & Giacomo (on de marciapaid...), mi sono iscritta prima a un corso di inglese e poi all'università, ho fatto volontariato per due associazioni diverse e ho lavorato come insegnante di italiano prima e di matematica dopo, mai-dico-mai pensando che l'età fosse un parametro. Mai.
Quando mi sono trasferita a Lille, no... qualcosa è cambiato. Sono sempre stata una "expat", ora mi sento "moglie al seguito". Guardo corsi di francese in presenza e mi blocco pensando che mi ritroverei in aula con universitari e mi sento ridicola. Faccio yoga con le vecchiette del mio palazzo: loro ammirano la mia agilità, io mi sento come quella pubblicità... ti piace vincere facile! Riduco verdure a cubetti per il minestrone da mettere nel freezer e stiro camicie ascoltando audiolibri come mia madre ascoltava i radiodrammi quando ero bambina. Mi preoccupo se i miei figli non mi mandano almeno un buongiorno al mattino e una buonanotte alla sera, in italiano così so che nessuno ha rubato loro il cellulare (che poi, chi se lo piglia il Nokia-da-nonno di Tommy???), preparo un caffè e vaporizzo acqua decalcificata sulle piante, guardandole crescere.
Perché J?
J, in francese si pronuncia come la parola "je" che significa "io"

 

02 maggio 2024

I


Passi anni a sentirti raccontare che non esiste la radice quadrata di un numero negativo, poi arriva il creativo di turno e si inventa che la radice di -1 si chiama i e con questo stratagemma risolve il problema.

Succede appena cominci a giocare con la matematica: in seconda elementare ti raccontano che non puoi sottrarre un numero grande da uno piccolo, ma i numeri negativi ti aprono la strada; che non puoi dividere un numero per un altro se il primo non è multiplo del secondo, ma poi ecco le frazioni et voilà; che non si può calcolare la lunghezza di una circonferenza conoscendo il raggio e invece basta un π.

Un abracadabra che crea ciò che serve, semplicemente dicendolo.

Fosse tutto così facile...

26 aprile 2024

Divisivo?

"... solo in Italia la parola destra è considerata sinonimo di fascismo..."
Cazzullo qui

24 aprile 2024

H


Trasforma una preposizione in un verbo, un verbo in un'esclamazione. Non si sente e non si pronuncia, ma guai a dimenticarsene. Come lo zero in matematica: sembra inutile finché non ci si pensa.

Per vicende di salute in declino e di età che avanza, mio padre da tempo sostituisce mia madre in alcune delle sue, un tempo totalmente invisibili, faccende. Al telefono un giorno mi ha detto che "ah però mica leggero il lavoro della casalinga!" Eccola, l'H.

In un libro dal titolo "The courage to be disliked" si parla, in un capitolo che non ricordo, del valore delle persone. Il giovane sostiene che solo chi lavora e guadagna ha un valore, il vecchio gli suggerisce di provare a immaginarsi al capezzale di suo nonno o di sua madre e di tentare di sentire le sue emozioni in quella circostanza. Ecco, conclude il vecchio, "il tuo dolore è la misura del loro valore". Altre H. 



22 aprile 2024

La mia città




La mia città è un contadino che si crede giovane e invece è soltanto un giovanotto, si crede colto ma ha solo studiato da geometra, si crede ricco ma ha solo soldi.

Compra la carne "in un posto che conosce solo lui"; per il pane, invece, orfano di Cornegliani, non ha ancora trovato un degno sostituto.

La domenica indossa il vestito buono e va a santificare la festa, poi scende in piazza, prende il caffè, compra il corriere e un vassoietto di boeri e torna a casa per pranzo.



18 aprile 2024

G


Gabanelli Gabanelli... l'ispirazione per il post di oggi mi viene servito su un piatto d'argento dall'ultimo servizio di DataRoom

Fra gli istanti 0'48" e 0'58" il video ci dice che "sappiamo poi che dalla materna in su, lo stato paga tutte le spese per l'istruzione  che per legge è obbligatoria fino a 16 anni".

La mensa è a pagamento, i libri di testo della primaria sono rimborsati dallo stato, ma non quelli delle due secondarie. Il materiale di cartoleria è a totale carico delle famiglie, così come tutti i libri e i materiali di supporto: narrativa (sì ci sono le biblioteche, quando ci sono e quando sono sufficienti), vocabolari, cartoleria per materie tecniche e artistiche tipo pastelli a cera, album di fogli, righe squadre e compassi, eccetera.

Ecco, sarebbe stato molto più onesto dire che non si pagano rette e neppure questo dato che tutte le scuole (tutte...) richiedono il versamento di contributi "volontari"...

(un liceo a caso...)

In Francia (fino ai 15 anni, dopo non so) non si pagano i libri di testo che vengono forniti in prestito dalla scuola dietro versamento di una cauzione che nel 2014 era di 10€ a figlio, cauzione restituita se i libri sono in condizioni tali da poter essere riutilizzati l'anno successivo. Il resto si paga. Per clemenza eviterò di dire che però con 10€/anno si iscrivono gli alunni ai club sportivi, con altri 10€/anno a quelli di Performing Arts, con altri 10€/anno al pre e post scuola e che le scuole sono aperte dalle 7am alle 7pm. 

In UK fino ai 18 anni (termine dell'obbligo formativo, l'obbligo scolastico è fino ai 16 anni) non si pagano libri né cartoleria (tutto, penne comprese se necessario) viene fornito dalla scuola. Si pagano i pasti e le uscite scolastiche, il tutto però finanziato in caso di necessità. 

Eviterò di raccontare delle tasse universitarie e del perché , secondo me, in Italia ci si laurea poco (e male): ci saranno altre "Lettere" per questo!

 

15 aprile 2024

F


F come quella volta che "Fuori tutti, c'è una fuga di gas", o come quando qualcuno per la prima volta mi chiama per nome, o come quando "Finalmente è arrivato Natale". 

Ffff è il suono del fischietto quando parte il treno, e chissà che stavolta non arrivi nel posto giusto.

Ffff è il soffio di chi spegne la sua prima candelina o le sue prime 100, se ci si arriva con fiato adeguato. È il sibilo sottile di un palloncino scappato di mano, è il frullo delle ali di un cucciolino al suo primo volo (anche se per questo serve l'aiuto di una mamma attenta e di una r...), è il vento che canta fra i rami vestiti di giovani foglie, è disappunto a teatro, inappropriato apprezzamento per strada, richiamo per un cane felice
 

09 aprile 2024

Chiedo aiuto agli esperti di blogger

In principio (era il Verbo... ma no, il mio principio è molto più banale...)
In principio Blogger mi mandava una mail comunicandomi che qualcuno aveva pubblicato un commento a un mio post. Adesso non succede più e questo comporta il rischio di lasciare un dialogo a metà, cosa maleducatissima!
Qualcuno sa come risolvere questa fastidiosa faccenda?
Grazie per l'aiuto 

08 aprile 2024

E

 


Eh già, eh be', ma cosa ci vuoi fare?

Le cose vanno come devon andare e niente incide. Ci si può provare, certo, ma alla fine va' a capire e calcolare e pesare l'effetto delle tue azioni...

Ho latto da qualche parte che non possiamo sempre fare la "scelta giusta", ma possiamo sempre cercare di rendere "giusta la scelta". Sarà così?

14 marzo 2024

A pelle

Senza nessuna pretesa di competenza, preferivo Ratzinger a Bergoglio. 

Mi piaceva il suo rigore, il suo radicamento nella tradizione, il suo coraggio nel denunciare i danni dei relativismi e quindi nel sostenere che se abbiamo ragione noi, loro devono avere torto. Mi piaceva la sua capacità di chiamare le cose col loro nome, con onestà e con la necessaria assunzione di responsabilità. Se Chiesa dev'essere, che lo sia in pieno, con la maiuscola e senza tentennamenti. Che senso ha una Chiesa che segue le mode? Per questo ci sono la politica e la morale corrente. Poi ognuno sia libero di scegliere se gli va bene appartenere a una Chiesa così: rigorosa, tradizionale e stabile, oppure no, e allora ne stia fuori, che non è mica obbligatorio. 

Di Bergoglio faccio perfino fatica a ricordare il cognome. 

A pelle, eh, niente di troppo ragionato.

Vado a prendere l'aereo...

12 marzo 2024

Così fan tutti

Prendo spunto da un film che non ho visto tratto da un libro che non ho letto per fare le mie considerazioni mattutine, bevendo un caffè.

Fidandomi di quello che si può leggere in rete, il film, La zona di interesse, parla delle quotidiane vicende di una famiglia tedesca che vive nelle immediate vicinanze del campo di Auschwitz, bellamente disinteressandosi di ciò che succedeva sotto il loro naso, come se il campo fosse una banale fabbrica di bulloni. 

Arrivo velocemente al mio punto. Se io fossi nata, che so, nel 1920 e fossi cresciuta in quel clima là, in un mondo rigidamente diviso in buoni e cattivi, ricchi e poveri, nobili e gentucola, con l'idea di fondo, da tutti condivisa e talvolta pure verbalizzata, che se il Creatore ha messo una persona nella fila dei cattivi, dei poveri, della gentucola qualche ragione doveva pur averla e chi sono io per dubitare della bontà delle Sue ragioni... ecco, io Floriana sarei stata capace di ragionare con la mia testa (formata a quella scuola là) e di discriminare le Sue ragioni (ammesso che tali ragioni esistano, ma questo è un altro discorso) da quelle della morale corrente? E non parlo del partito o della politica, no: le idee di partito, la politica in genere sono questioni delle quali è necessario discutere e questo è risaputo da tutti, sono le regole del gioco. No, parlo della morale corrente, quelle idee talmente radicate nella nostra mentalità da essere universalmente considerate giuste per loro natura

Insomma, sarei stata Giorgio Perlasca o Nelly Voskuijl? 

PS: "Universalmente" merita un approfondimento. I codici morali variano da cultura a cultura, ma ogni cultura considera i propri come universali, non soggetti a critiche e validi per l'umanità intera. Quando qualche comportamento non rispetta i nostri codici morali, non lo percepiamo alla stregua di un semplice reato ma come un comportamento disgustoso, disumano. Colpisce i nostri istinti molto prima e molto più violentemente della nostra razionalità. Come l'amore è eterno finché dura, la morale è universale entro i confini della cultura che l'ha prodotta.

11 marzo 2024

D


D come Domenica. E, così come i lombardi vanno a Milano, noi siamo andati a Parigi per una giornata di arte e flânerie.

Alla Fondation Louis Vuitton abbiamo visito una retrospettiva dedicata a Mark Rothko, artista del quale non avevo sentito parlare fino a gennaio, ignorante che sono. Ho linkato il pagina in italiano, ma, se siete curiosi, quella in inglese è molto più ricca di informazioni.

Ha iniziato con cose tipo questa

(Underground Fantasy, 1940)


poi questa
(Antigone, 1941)
per arrivare alla fine a cose cosi 

(Green on blue, 1954)

Altre tele non hanno più neppure titoli (che già questo, Green on Blue, sono solo i nomi dei colori), e vengono identificate solo coi numeri. Una delle piu famose pare essere la n. 10

Alla Tate di Londra, una sala ospita un'installazione permanente di sue opere, progettata da Rothko stesso

(fra le altre: Black on Maroon, 1958)

Leggendo cose prima di andare a vedere la mostra, mi sono imbattuta in una sua considerazione interessante. Diceva che c'è chi pensa che l'arte non possa prescindere dalla qualità della rappresentazione, talvolta a prescindere da ciò che si rappresenta. In altre parole, che un soggetto banale ma estremamente ben rappresentato abbia intrinsecamente una superiore qualità artistica. Ma questo è manierismo, commentava il nostro, non arte. Il soggetto, ciò che si rappresenta è parecchio importante, non un dettaglio trascurabile (o un pretesto per mostrare abilità tecniche come per gli iper-realisti, aggiungo io).
Ma poi nelle sue tele lui elimina ogni soggetto, elimina i soggetti perfino dai titoli. Restano solo le emozioni che hanno spinto lui a dipingere e che le sue opere suscitano in noi che guardiamo.
Quando le suscitano...

Questo il contenuto della mostra. Ma il contenitore? Che spettacolo, il contenitore!

Un nucleo di edifici rivestiti di pannelli in calcestruzzo fibroso bianco, il tutto avvolto in una serie di vele di vetro a loro volta sostenute da una struttura in acciaio e legno lamellare.
Quando il Genio incontra Paperon de' Paperoni!








Ogni tanto mi ricordo di essere stata un ingegnere e, beh, mi viene più facile riconoscere un genio-architetto che un genio-pittore!









 
 

08 marzo 2024

C


Oggi non è C come cuore, ma C come Che Cavolo...

È l'8 Marzo: in Italia "Festa delle Donne", in Francia "Festa dei diritti delle Donne", e non è la stessa cosa. Serve, una festa? No, se viene usata come momento-coccole: guarda come siamo bravi, noi che per il resto dell'anno ce ne freghiamo altamente, vi mandiamo una mimosa, vi mandiamo a cena fuori con le amiche e poi ce ne laviamo le mani.

E certe donne non sono da meno e non si meritano altro. Si mettono lì, in abitini provocanti a commentare partite di campionato, a pubblicizzare siliconi sigillanti o birre, a solleticare, con la loro presenza decorativa, il "maschio parlante o vincente" di turno. Mi sale ogni volta una rabbia... 

Piccolo aneddoto di vita vissuta. Neolaureati, stessa età, stessa facoltà, stesse competenze, io e il Peppo rispondevamo agli stessi annunci e mandavamo CV alle stesse aziende. Non si contano gli episodi di discriminazione: lui convocato per un colloquio e io no, ho anche ricevuto una lettera con la quale mi comunicavano di non avere posizioni per una figura come la mia mentre lui faceva colloqui con la stessa azienda! Oppure io e mio fratello a colloquio in un ufficio in Foro Bonaparte: a me hanno chiesto se fossi fidanzata, se avessi intenzione di sposarmi e di avere figli con una nonchalance ammirevole. A lui no. O in cantiere, io interpellata sulle sfumature di giallo per una cucina e lui a indagare sulle cause di una macchia di umidità, lui "l'ingegnere", io "la Floriana". Potrei andare avanti. Vivere queste esperienze e leggerne sui giornali non è la stessa cosa.

E va bene così: sono passati decenni e spero che mia figlia non debba affrontare le stesse esperienze. 

Chiedo venia, mi arrabbio sempre l'otto Marzo, poi passa.

Come la festa.

07 marzo 2024

B


Con questa me la gioco facile!
Lui, sempre originale, invece del classico "mmmmm", ha iniziato a lallare mugugnando bbbbbb e facendo quella smorfietta con la bocca che mi piaceva da impazzire e che mi spingeva a tenere la macchina fotografica sempre a portata di mano finché, estasiata, sono riuscita a immortalare l'attimo. 



Aveva 5 mesi, allora, e da allora non ha mai smesso di parlare!
La sua prima parola intelligibile? "Grazie" (giuro!)
Le più buffe? "Blu", pronunciata con un guizzo della punta della lingua fra le labbra, e "hackhnia", con tutte le aspirate che vi vengono in mente. Vi sfido a tradurla...
Le prime frasette? "Totto am" durante un feroce attacco di fame e "bibba giù" durante un ancor più feroce attacco di gelosia. 

Bei momenti, quando addormentarsi fra le mie braccia era tutto ciò di cui aveva bisogno...

 

06 marzo 2024

Céline e Morante? Faccio finta di sapere di cosa sto parlando...

Ho da poco finito di leggere il "Viaggio al termine della notte" e sto ascoltando (stirare è un'attività intellettualmente vuota, va riempita in qualche modo...) "La storia" e ho notato che, pur nelle loro differenze, per certi versi si assomigliano.

Diversi luoghi (Francia, Africa e USA il primo e Roma -almeno finora- il secondo), epoca (1914-32 il primo, la seconda guerra mondiale -almeno finora- il secondo) e punto di vista narrativo (in prima persona il Viaggio, in terza la Storia), si assomigliano molto nello sguardo sul mondo. 

È ovvio che le vicende personali siano, per ciascuno di noi, molto più rilevanti di quelle universali (così come è ovvio che queste ultime abbiano pesanti ripercussioni sulle prime), non stupisce quindi che i due racconti lascino sullo sfondo guerre e crisi per concentrarsi sul comportamento leggero della ragazza del momento o sul costo esorbitante della carne al mercato nero. Ma il modo in cui le Vicende con la V maiuscola, quelle che verranno poi raccontate sui manuali di storia, vengono lasciate sullo sfondo, ecco, questo stupisce. È come un tulle rado e trasparente che, utilizzato unicamente come supporto per il ricamo delle vicende personali, semplicemente scompare. In questo Céline è un maestro.

(Inutile sottolineare che, su un tulle diverso, l'intero ricamo cambierebbe). 


Manca molto alla fine de La Storia, chissà se le atmosfere cambiano nei prossimi capitoli...


05 marzo 2024

Arcobaleno (Copiando Chiara...)




Arido

Recriminare

Casi

Obsoleti

Benvengano

Audaci

Lievità

E

Neonati

Ottimismi


(La miglior vendetta è l'oblio, perché io so chi sono)


04 marzo 2024

A


A come "ah" quando sono sorpresa e magari un po' perplessa

A come "Aaaahhhh" quando un sorso di acqua fresca mi disseta

A come "Ahahahah!!!" dopo una battuta divertente

A come "Ahaaah" quando colgo qualcuno con le mani nella marmellata

A come "Ahhh" quando, dopo un lungo inverno uggioso finalmente mi stendo al sole

A come "AAAAA!!!" se un topolino mi attraversa la strada

A come "Aaahhaahha" quando mi stiracchio al mattino, gli occhi ancora pieni di sonno

A come "Aaaa cavolo" sono in ritardo, devo scappare...

A presto, abbiate cura di voi!

21 febbraio 2024

Firenze

Sono parecchi i punti di vista dai quali si può guardare la vicenda.

Il primo: l'inevitabile cordoglio. Cinque vite bruscamente interrotte, cinque famiglie obbligate ad affrontare un futuro che con avevano previsto e che non potranno mai più "riavere la loro vita indietro" (cito mio padre).

Il secondo: quelli che vogliono giustizia. Le prime indagini focalizzate sulle inosservanze burocratiche: quanti lavoratori in nero, quanti subappalti, quante ispezioni in quel cantiere e quante nella zona.

Il terzo: le questioni tecniche. La trave era ben progettata e realizzata? È stata movimentata e posata secondo le norme della buona tecnica? Gli appoggi erano adeguati? 

Il quarto: il complottista. Sta a vedere che hanno manomesso il cantiere perché loro, a Firenze, l'Esselunga non ce la vogliono. 

Il quinto: quelli che vedono sfruttamento dovunque. Gli appalti al massimo ribasso, i risparmi sempre e solo sulla sicurezza, i materiali scadenti. E le corse contro il tempo: scassera prima del tempo, metti due squadre dove c'è spazio solo per una, fa' lavorare gli operai su due turni e nel fine settimana così acceleriamo ...

Anni fa parlavo con una persona che per parecchio tempo aveva lavorato in una ASL di una provincia del nord Italia. Di mestiere aveva fatto ispezioni nei cantieri, per poi passare ad attività di formazione. All'epoca di quella conversazione questa persona non sapeva del mio lavoro, quindi parlava a ruota libera. Raccontava di come, in assenza di qualunque formazione sulle attività di cantiere, gli ispettori, dotati di una check list, venissero mandati in giro a verificare non la sicurezza nello svolgimento delle attività bensì il mero rispetto delle norme. Ma, confessava questa persona, "io di costruzioni non capivo niente, mi mettevo il caschetto in testa e andavo a spuntare le caselline della mia lista, elevando contravvenzioni se necessarie". Parlo di un periodo compreso fra il 2010 e il 2014: prima non conoscevo questa persona e dopo ho smesso di lavorare. Il grosso delle norme di sicurezza nei cantieri edili si basa(va?) su un decreto del 1956 (Millenovecentocinquantasei...) che, considerando gli straordinari cambiamenti sia di tecnologie che di materiali, non era assolutamente più adatto alla realtà del lavoro quotidiano. Ma loro quello avevano, una check list basata su una legge vecchia di 50 anni e nessuna formazione specifica.

Sono state approvate parecchie leggi, molte delle quali descrivono minuziosamente chi debba redigere quali documenti, a chi debbano essere trasmessi e con quale anticipo, chi abbia quali responsabilità e a chi e secondo quali criteri queste responsabilità possano o non possano essere delegate. 

Carta.

Ma i provvedimenti davvero efficaci, quelli no, non sono stati presi. Ad esempio? Vediamo un po' ... Obbligo di un diploma tecnico (una laurea triennale, magari, o almeno un diploma di geometra...) per il titolare di una impresa di costruzione. Obbligo di un corso di formazione almeno triennale per chiunque voglia lavorare come operaio. Obbligo di un esame di certificazione linguistica per chi non è madrelingua italiana (ho avuto in un cantiere operai egiziani che non parlavano italiano e non leggevano i cartelli!). Obbligo di esperienza di lavoro nei cantieri (e quindi di possesso di un titolo di studio adeguato) per gli ispettori delle ASL che vogliano occuparsi di sicurezza, altrimenti ci troviamo nella assurda situazione di un burocrate ignorante che va a fare le pulci al lavoro di un ingegnere con laurea magistrale più 6 mesi di formazione specifica in sicurezza sul lavoro edile. 

Torno a Firenze, e non per una corroborante passeggiata lungo l'Arno, purtroppo. Tante imprese in cantiere significa tante teste che decidono. In contesti come questo, la figura più importante in materia di sicurezza è il Coordinatore, professionista che dovrebbe avere voce in capitolo in ogni scelta che coinvolge più imprese, ma che il più delle volte è considerato alla stregua di una palla al piede. Io, coordinatore in quel cantiere con gli egiziani, non venivo invitata alle riunioni perché "facevo perdere tempo".

Sono felice di non fare più parte di quel mondo.