Traiettorie (e traguardi?)
Pochi giorni fa, pigramente seduta a tavola, chiacchieravo con i miei trascinando il caffè del dopo-pranzo fra ricordi di eventi più vicini alla guerra che a questo millennio.
Mio padre, come d'abitudine, si lamentava: recriminava di essere stato sacrificato dai suoi genitori che, ciechi ai suoi talenti e sordi ai suoi desideri, avevano deciso di far studiare mio zio suo fratello, perché primogenito, e non lui. In effetti non si capisce: di 4 fratelli, mio zio avviato agli studi di ragioneria, la zia, terza figlia, maestra, mia zia l'ultima addirittura liceo e poi laurea in matematica e mio padre secondogenito avviato alla carriera di garzone di tipografia dopo la terza media.
Qualcosa davvero non torna.
Fatto sta che questa storia, che sento da che ho memoria, lo tormenta. Dopo aver lavorato in tipografia per un anno, ha deciso di meritare di più e fra insistenza varie è riuscito a diplomarsi geometra (cominciando direttamente dalla seconda per recuperare l'anno perso perché "noi alla vostra età saltavamo i fossi per il lungo!"). L'università no, a quella proprio ha dovuto rinunciare.
Se si guarda alla sua esperienza individuale, qualche ragione effettivamente ce l'ha. Ma in una prospettiva lunga, che abbraccia le generazioni, lui ha messo il suo tassello, come sua madre prima di lui e i suoi figli dopo di lui e i miei figli dopo di me.
Nell'economia del mondo non significa niente, ma per lui potrebbe significare tanto.
PS: ultimamente parlo parecchio di mio padre. Significherà qualcosa?
Nell'economia del mondo, parlare di tuo padre, potrebbe non significare troppo, ma in quella del blog e nella tua personale, credo sia molto più significativa di tante altre chiacchiere.
RispondiEliminaIo sono stato costretto a lavorare in banca, le alternative semplicemente non erano contemplate. Mi consolo con le tante persone che mi hanno spesso detto "Ma uno come te che ci fa in banca?", però credo che magari, ragioneria prima e banca dopo, abbiano lasciato lo spirito libero di avvicinarsi a ciò che lo attirava di più.
La sua consolazione è che in tanti lo chiamano ingegnere :-)
EliminaInteressante
RispondiEliminaE’ la sindrome del secondogenito che, a torto o a ragione, si sente defraudato da chi lo precede e surclassato da chi lo segue!
Comunque sotto la T avrei messo “tormento (il suo) e tormentone (il ripetervelo spesso)”
massimolegnani
(orearovescio)
Genio
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