Quando mi sono trasferita a Strasburgo, con tutto un anno di semi-vacanza davanti a me, mi sono iscritta a tutti i corsi che ho trovato: storia dell'architettura, francese, yoga, acquerello e chi più ne ha più ne metta. Mi sono anche comprata una bici con la quale scorrazzavo allegramente fra parchi e foreste, lungo i canali e fra stradine pittoresche. Ho conosciute gente e stretto amicizie, una delle quali resiste al tempo e alla distanza.
Quando mi sono trasferita a Manchester, parlando inglese come Aldo Giovanni & Giacomo (on de marciapaid...), mi sono iscritta prima a un corso di inglese e poi all'università, ho fatto volontariato per due associazioni diverse e ho lavorato come insegnante di italiano prima e di matematica dopo, mai-dico-mai pensando che l'età fosse un parametro. Mai.
Quando mi sono trasferita a Lille, no... qualcosa è cambiato. Sono sempre stata una "expat", ora mi sento "moglie al seguito". Guardo corsi di francese in presenza e mi blocco pensando che mi ritroverei in aula con universitari e mi sento ridicola. Faccio yoga con le vecchiette del mio palazzo: loro ammirano la mia agilità, io mi sento come quella pubblicità... ti piace vincere facile! Riduco verdure a cubetti per il minestrone da mettere nel freezer e stiro camicie ascoltando audiolibri come mia madre ascoltava i radiodrammi quando ero bambina. Mi preoccupo se i miei figli non mi mandano almeno un buongiorno al mattino e una buonanotte alla sera, in italiano così so che nessuno ha rubato loro il cellulare (che poi, chi se lo piglia il Nokia-da-nonno di Tommy???), preparo un caffè e vaporizzo acqua decalcificata sulle piante, guardandole crescere.
Perché J?
J, in francese si pronuncia come la parola "je" che significa "io"
l'età è un parametro, purtroppo. per tante cose, ma non per tutte. la nostra testa, piuttosto, diventa un parametro e non è sempre quello giusto. chi ti ha detto che una scuola di lingue serva solo ai ragazzi universitari? cambia orario. fra liceo e università ho frequentato corsi per le certificazioni di inglese. andavo la sera alle 18, era pieno di gente adulta, molto più di me. anche cinquantenni che avevano deciso di riprendere a studiare dopo tanti anni.
RispondiEliminaj come je. e je come je m'en fiche.
La mia testa, me l'ha detto la mia testa
EliminaSei di una ricchezza estrema.. magari avresti preferito un luogo a preservare affetti? Io ho la mia famiglia che ora ha bisogno. Me lo sono chiesto spesso: se fossi stato altrove? Si sarebbe trovata la soluzione. Certo, c'è sempre una soluzione. Magari non quella che la vita ha scelto per te mentre tu cerchi di convincerti che sia tutta farina del tuo sacco.
RispondiEliminaLa mia famiglia, come tutte le nostre famiglie ormai vecchiette, hanno bisogno, per fortuna mio fratello è là vicino. Io compenso come posso: torno più spesso, faccio spese online, mi occupo della burocrazia quando si può fare a distanza, e telefono. Ascolto le lamentele di mio padre che, a quasi 88 anni, fa assai più di ciò che sarebbe giusto, e quelle di mia madre, che sembra aver perso il gusto di vivere. Esserci è faticoso, non esserci è emotivamente un macigno.
EliminaMia cugina, che ha assistito come più non si potrebbe mia zia fino al suo ultimo istante, mi ha detto di non farlo, di non rinunciare alla mia vita per assistere loro. Ma come si fa, qual è il giusto equilibrio? Se lo fai ti perdi, se non lo fai ti distruggi di sensi di colpa...