25 marzo 2020

...peccato di ubris

Ovviamente, sul momento ho pensato a un errore di battitura, capita con Whatsapp.

Però, prima di chiedere spiegazioni all'amica con la quale stavo chiacchierando, ho pensato di fare una veloce googolata e ho scoperto che il "peccato di hybris" (secondo una grafia più aderente all'originale) "è un topos (tema ricorrente) della tragedia greca e della letteratura greca, presente anche nella Poetica di Aristotele. Significa letteralmente "tracotanza", "eccesso", "superbia", “orgoglio” o "prevaricazione". Si riferisce in generale a un'azione ingiusta o empia avvenuta nel passato, che produce conseguenze negative su persone ed eventi del presente." (cit. https://it.wikipedia.org/wiki/Hybris banalmente wikipedia, non me ne vogliano i puristi)

Così è: sono ignorante.

Ma.

Ma, chiacchierando con un'amica che so avere fatto studi diversi dai miei, io non mi sognerei di fare riferimento al momento di inerzia o allo strato liminare senza domandarmi se sia proprio necessario. E' una questione di contesto. Lavorando alla preparazione di una gara di lettura per le scuole medie con questa stessa amica e alcune sue colleghe, tutte prof di lettere e tutte laureate in lettere, una di loro ha detto "Adesso dobbiamo ragionare di fabula e intreccio". Io, ovviamente, non ho capito e ho chiesto spiegazioni, che mi sono state date velocemente e velocemente abbiamo ripreso i lavori. In quel contesto, l'uso di un linguaggio tecnico consente a tutti i partecipanti di capire velocemente e velocemente rispondere alle esigenze dell'incontro. Io, da outsider, ho avuto bisogno di chiarimenti ma era "colpa" mia, non loro.
Se però si sta chiacchierando amabilmente fra amiche su coronavirus e responsabilità che la politica ha riguardo al mancato (o imperfetto) contenimento dell'epidemia, un vocabolario così specialistico e non necessariamente correlato al tema è, a mio parere, fuori luogo. Serve a alzare il tono della conversazione? Serve a mostrare la proprio superiore cultura? E' un modo di dire comune del quale io non sono a conoscenza?
Già Manzoni, facendo dire a Renzo "...che vuol ch'io faccia del suo latinorum?", metteva in guardia la gente che ha fatto le "scuole alte" (cit. la mia ex segretaria) dall'abuso di vocabolario fuori contesto. Nel caso del latinorum, scopo di don Abbondio era intimidire il povero Renzo rimettendolo al suo posto.
Nel caso dell'ubris?

PS: Conosco SC da 37 anni e non ho creduto per un sono istante che lei abbia voluto in qualche modo farmi pesare la sua diversa cultura. Ha semplicemente usato una parola che lei conosce e io no.

2 commenti:

  1. Ognuno scrive e commenta come può e come sa... Tu sai come la penso io, molto più terraterra di altri, e per questo un ignorante che preferisce andare per le spicce, lasciando perdere il Manzoni e Aristotele.
    Tutti i provvedimenti presi in UK dal "buon" Boris, secondo me sono stati tardivi e irresponsabili: vedi la chiusura delle scuole, i pub chiusi da poco e i metrò ancora aperti e affollati! Idem per quanto riguarda la Francia (Macron li fatti pure votare in piena pandemia!), la Spagna (l'8 marzo tutti in piazza per la Festa della Donna!), la Germania e qualche altro Paese dell'UE de quali adesso mi sfuggono i particolari... Uscendo dall'Europa, poi, sta accadendo lo stesso in America... In pratica, si chiudono le stalle dopo che i buoi sono bell'e scappati!
    La cosa è molto più seria di quanto non sembri, e doveva essere affrontata dal principio con decisione e leggi severe. Anche a costo di perdere il favore degli elettori. I quali, a questo punto, meglio vivi ma scontenti, che morti e felici! ��

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    1. Abbiamo, in Italia certo ma anche altrove, un serissimo problema di democrazia: con la "scusa" della pandemia (che non è un pretesto, certo, ma lo stanno usando come tale) stanno imponendo alla gente limitazioni gravissime che, temo, potrebbero "dimenticare" di togliere una volta cessata l'emergenza.
      Ma siamo andato un po' fuori tema, non trovi?

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