08 marzo 2020

La colpa al tempo del coronavirus


La mia è una famiglia spezzata: un pezzo al di qua della Manica, un altro al di là delle Alpi.

E' uno stato di cose sempre difficile, a volte doloroso. Non mi sento mai in un posto "mio": qui mi mancano le mie radici, i miei affetti di sempre, le amiche con le quali ho condiviso decenni, i panorami consueti, quelli che scaldano l'anima anche quando annoiano. Là mi manca una casa, le abitudini che, in questi anni, sono diventate quotidiane, le amiche nuove, alcune delle quali mi sono tanto care, i panorami non ancora consueti ma non più nuovi. Mi manca anche il senso di possibilità che ogni novità porta sempre con sè.

Ma è in periodi come questo che lo stato di cose evolve in senso di colpa. 
Venerdì, dopo aver sentito la voce di mio padre al telefono (depressa, tristissima...), sono andata sul sito di Easyjet e ho trovato un volo perfetto: partenza sabato mattina alle 8 e rientro lunedì verso mezzogiorno... mi ha fermata la paura che il Governo decidesse di estendere la zona rossa e che mi venisse impedito di ripartire. Non ho mai buone intuizioni, solitamente vengo travolta dagli eventi e mi sento dire che erano nell'aria. Stavolta non serviva chissà quale intuito, era solo questione di tempo. Certo, posso sempre partire: ho una carta di identità dalla quale risulta una inconfutabile residenza lombarda. 

Arrivo, ma non riparto. Ecco il dilemma: lascio sola la mia mezza famiglia di qui o la mia mezza famiglia di là? Qualunque scelta faccia, lascio mezza famiglia...

2 commenti:

  1. Cara Flo, momento difficili da superare, si spera che finisca presto ma io ne dubito, comunque la speranza non deve mai mancare!!!
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-) 
    Tomaso 

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    1. Bisogna sperare e essere prudenti, soprattutto nel corso della terza giovinezza, la tua!

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