Prendo spunto dal discorso di insediamento del Presidente Mattarella e da un brevissimo commento durante una chiacchierata fra la mia amica-che-mi-sopporta-sempre e la sottoscritta.
Dunque, il nostro nuovo presidente ad un certo punto del suo discorso saluta gli italiani che vivono all'estero (silenzio dell'aula) e gli stranieri che vivono in Italia (applauso dell'aula). E' possibile che l'applauso fosse "cumulativo" ma, ascoltando in diretta tv, non mi è parso. Sbaglierò. Fatto sta che, chiacchierando, ho commentato l'episodio. La mia amica a questo punti mi ha chiesto quale impressione mi avesse fatto il discorso, "a parte sentirti esclusa"
"...a parte sentirti esclusa"??? Ma io non mi sono affatto sentita esclusa, e perché avrei dovuto sentirmi esclusa? Siccome sono maman au foyer (= casalinga) ho un sacco ti tempo libero per pensare, così ho pensato: non mi sono sentita esclusa, non mi sono sentita neppure presa in causa perché non mi sento italiana all'estero.
Già, ma... perché?
Vedete quanto sono fragili le radichette nuove? E quanto sono forti e stabili quelle vecchie? |
Ma, suvvia, perché sono a scadenza, perché fra 5 mesi rientro e bye bye France, perché la mia posta arriva tutta in Italia, i miei documenti sono tutti italiani, le mie amiche sono tutte in Italia e perché quando dico "casa" intendo quella casa là, non questa casa qui; mi piace guardare il panorama che mi si presente dalle finestre perché è così francese, mi piace comprare baguette e croissant perché fa molto francese e mi piace frequentare i miei corsi di acquerello e di storia che sono così bohemien ma questa non è una "vita", è una "vacanza". Infatti le mamme che ho conosciuto e che "vivono" qui non fanno corsi, non guardano il panorama dalle loro finestre con lo stesso spirito con il quale lo guardo io, non comprano baguette e croissant perché fa molto francese ma solo perché hanno fame.
Ecco perché non mi sento italiana-all'estero
Però non mi manca la mia città. Forse perché è là, non si sposta e non cambia. Potrei star via dieci anni e la ritroverei uguale a se stessa. O quasi...
Le mura del castello, cent'anni fa |
ho riletto il posto tre volte, tanto per vedere se capivo male.
RispondiEliminama continuo ad avere la stessa idea: tu stessa ti qualifichi in tutto e per tutto come un'italiana all'estero.
proprio perché le tue "cose" sono qui, proprio perché la vita che fai è vacanza, perché mangi baguette e croissant perché "fa" francese.
I francesi o assimilati "fanno vita" e non sono a scadenza, mangiano perché come giustamente dici tu hanno fame e a casa loro quello trovano, e le loro "cose" sono lì.
che poi, sempre secondo una che si sbaglia di frequente, non vedo proprio cosa potresti essere se non un'italiana all'estero: qualifica che trovo calzante alla tua situazione e per nulla disdicevole.
ma forse devo rileggere una quarta volta..
ovviamente il posto è il post
RispondiElimina"Espatriata" è la mia amica Fanny, che vive da 15 anni negli usa e che qui ha solo il suo lettino da ragazza nella casa dei suoi. O Stefania, andata in Canada credo una ventina di anni fa e che là ha trovato marito e lavoro, non so bene in quale ordine. Io, quando mi sono iscritta all'AIRE, mi sono sentita chiedere "ma perché? tanto è solo per un anno..." e solo la presenza di bambini da scolarizzare li ha convinti. Se preferisci, posso fare una distinzione fra "espatriata a tempo indeterminato" e "Italiana in trasferta", comunque non è nelle definizioni che si sente la differenza.
RispondiEliminaPS: l'hotdog faceva abbastanza schifo, come prevedibile. Ora forse non me lo chiederanno più,
Ciao Flo ho letto il tuo post con interesse come madre di una figlia che si è trasferita in Francia per lavoro da qualche anno. Lei è partita diversi anni fa per il solito problema ... qua in Italia non aveva futuro e poi be' ha girato un po' qua un po' là : Spagna, Belgio, Svezia ...ha cambio luoghi di lavoro ... ha cambiato datori di lavoro .. si è pure fatta un compagno francese eppure mai una volta si è sentita meno italiana xchè credo sono le radici che contano fino in fondo ... forse dopo tanti anni via come le tue amiche qualcosa cambia, ma non ne sono proprio convinta ... Mi dispiace per la tua situazione, xchè le certezze sono importanti! Buon pomeriggio a te, Stefania
RispondiEliminaCiao Stefania, Non basta certo un anno per smettere di sentirsi italiani, probabilmente non basta una vita. Anzi: se in Italia è normale, è quando metti il naso fuori che comincia a sentire tutta l'"italianitudine"
EliminaIl mio discorso comunque non era tanto sul fatto di sentirsi "italiana" quanto sul fatto di sentirsi "italiana all'estero". Io mi sento italiana-in-italia anche se ora abito in Francia, ecco...
Vedi frequentemente tua figlia? A mia mamma manco incredibilmente, non avrei mai pensato, sai?
Grazie per essere passata ;-)
Ciao Flo, avevo capito il tuo concetto, sono uscita un po' dal tema perchè mi sono lasciata portare dall'argomento. Capisco la tua mamma, io ci ho messo un bel po' a farmene una ragione e non ci si adatta mai del tutto. Sì, mia figlia mi manca tantissimo e so che il sentimento è reciproco ... sembrerà forse un controsenso, ma questa lontananza ci ha unito di più ..cerchiamo di sentirci spesso e ogni tre o quattro mesi ci riabbracciamo. Un saluto a te e alla Francia che sento particolarmente vicina ....
EliminaNon ti senti italiana all'estero in senso affettivo ma comunque sei un'italiana fisicamente all'estero per 5/6 10 mesi o un anno.
RispondiEliminaTe lo dice una che si sente profondamente piemontese anche a Roma ma qui è questione di "regionalità" che comunque rende l'idea. Quando sono in Nicaragua?
Sì, un'italiana all'estero.
Ciao Flo
Flo, capisco perfettamente che cosa vuoi dire. Io ho abitato per tre anni e mezzo in Germania ed ero la tipica italiana all'estero, anche se non ci ho vissuto a lungo: mi ero infatti trasferita (molto entusiasta) per raggiungere mio marito, tedesco, e per rimanerci. Dopo tre anni non ne potevo più e trovavo che la vita in Italia fosse più complicata, ma più bella, e per fortuna mio marito ha trovato lavoro qui. Lì avevo un'amica romana, con la quale in ogni giornata di sole di maggio morivo dal freddo (è maggio, c'è il sole e deve fare caldo, noi due italiane ci facevamo sempre fregare dal freddo amburghese); ai primi tepori di giugno le donne del posto lamentavano invece sempre fantomatici problemi di circolazione che noi non potevamo comprendere...
RispondiEliminaClimaticamente parlando temo che mi sentirei molto amburghese, temo ;-)
EliminaCiao Annalena,a presto!
E di me, che sono un toscano che vive in Sardegna da 44 anni, ne vogliamo parlare? Che quando arrivai qui nel 1970 pensavo di essere approdato all'isola-dei-famosi, abituato com'ero alle spiagge marronglassé della Versilia? Per non parlare del colore del mare...
RispondiEliminaCerto è vero, la Sardegna è sempre Italia, ma se qualcuno l'ha definita "quasi un continente" un motivo ci dev'essere. In ogni caso da qui non me ne andrei più. Ho trovato la "mia isola". E poi, con appena un milione e mezzo di abitanti, se vuoi incontrare qualcuno che non vedevi da anni lo devi investire con la macchina. Altro che problemi di... circolazione! :) :)
Buona sera e tanti saluti a tutti,
Fransuà
P.S. non sarò mica andato fuori tema?
Molto: io ho scritto al femminile!
EliminaAhahahah ;-)