26 gennaio 2015

Ho scoperto un pittore

Oggi girovagando quà e là ho scoperto un pittore che non conoscevo. Si chiama Riccardo Mannelli, è di Pistoia ed è del 1955.
Ho visto alcune opere e le trovo meravigliosamente intime ed affettuose. Qualcuno le ritiene pornografiche.
Cosa ne pensate?




Non ho trovato i titoli di queste che, fra quelle che ho visto, sono le mie preferite.

16 commenti:

  1. A me piace molto il primo

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    1. A me piacciono tutti e due: il primo per la sensazione di abbandono, il secondo per gli sguardi, soprattutto quello di lui...

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  2. Penso che i modelli non sono palestrati e neppure sodi, direi che la particolarità sta nel fatto che non ha scelto corpi perfetti, notevole!
    Ciao Flo

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  3. Riccardo Mannelli, come me, è di Pistoia. Città che ha dato i natali a molti artisti famosi. Due per tutti: lo scultore e incisore Marino Marini e l'architetto e urbanista Giovanni Michelucci. Non conoscevo questi lavori di Mannelli - bravissimo anche con la matita grassa - che ritengo stupendi. L'Arte, poi, comunque si esprima, non è mai pornografica. Siamo invece noi che vediamo erotismo e sessualità anche dove non ci sono. Bravissimo Riccardo, e grazie a Flo che ce li ha mostrati.
    Ciao da Fransuà

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    1. http://www.grimildeblog.it/amore-e-sesso-nei-quadri-di-riccardo-mannelli-soprattutto-amore

      anche io l'ho scoperto di recente tramite un amico comune, Daniele Pampanelli. Prima credevo fosse "solo" un disegnatore satirico. Sono incantata dai suoi quadri

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  4. Mentre inviavo il commento mi è venuta in mente la Tempesta del Giorgione. Ve la ricordate? E' del Cinquecento, e si vede una donna-mamma (pare fosse una zingara) che allatta mezza nuda sotto lo sguardo di un uomo-forse-soldato. Ricordo che io, poco più che dodicenne, talvolta mi sono eccitato a guardarla.
    Chissà perciò quale interpretazione avranno dato i critici dell'epoca. E anche Leonardo e Michelangelo, in quanto a nudità, non lesinavano di certo. Per non parlare dell'arte francese del Settecento (vedi Ercole e Deianira: http://it.wikipedia.org/wiki/Deianira ) e altre incisioni dell'epoca: https://nik27536.wordpress.com/2011/03/30/arte/
    Insomma, dipende con quale occhio le si osservano...
    Un cher salut tugiùr da Fransuà

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  5. Ieri ho inviato le due opere di Mannelli a un amico architetto, amante dell'Arte e anche lui pittore e disegnatore, perché le commentasse. Si chiama Antonio Piras.
    Ti giro il suo pensiero, certo che ti sarà gradito, suddividendolo in più commenti perché troppo lungo.

    Parte 1
    "Tecnicamente mi sembra molto bravo, il problema della pornografia non esiste, Egon Schiele ha fatto ben altro, anche Lucien Freud. Quello che manca è semmai quello che Walter Benjamin definisce aura. Un sorta di comunicazione spirituale che qualifica l'eccellenza in arte. Mi spiego, Mannelli è davvero molto bravo, tuttavia la tecnica non è il fine dell'arte, così come la calligrafia non è il fine della letteratura. Per questo trovo molto interessante studiare i grandi del Rinascimento perché ho la certezza che possiedono la tecnica e la finalità della tecnica. Un artista vero non può essere tale per sua volontà, in qualche modo recondito, misterioso, come diceva Nietzsche, è l'arte che sceglie l'artista, così come la poesia sceglie il poeta e non il contrario.
    Spesso vedo ottimi pittori, anche Carta a Banari, ricordi? Eppure questa pur affascinante dimostrazione tecnica non è l'arte con la maiuscola. Pensa a Van Gogh, non è tecnicamente preparato, confrontalo con Ingres (ad esempio)! Eppure il fascino di Van Gogh è ben superiore a quello di Ingres, che diventa interessante soprattutto quando rinuncia alla sua magniloquenza tecnica (vedi le donne in Algeri e confrontale con i lavori del periodo napoleonico). Credo sia opportuno sempre apprendere una tecnica nella sua dimensione massima, è un po' come nella parabola evangelica delle vergini e delle lampade. Devi tenere la lampada accesa e sperare che qualcuno che attendi ti venga a visitare, e quello che nell'antichità chiamavano ispirazione, il sussurro delle muse.... (segue)

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  6. Parte 2
    "L'arte, nella sua essenza, è trascendenza pura, altro da sé, per questo l'artista vero, il vero poeta (dal romanticismo in poi non esiste più differenza fra le arti, compresa la letteratura), sono coloro che vengono piegati dal mistero, dalla fonte divina che ispira. La tecnica è il mezzo attraverso cui l'ispirazione si manifesta, gli Dei accecano Tiresia per fargli vedere quel che gli altri non vedono, l'artista vero, così come il vero poeta, è un cieco che vede più dei normo-vedenti: assurdo! Si è assurdo, ma la fonte viva dell'arte non è la tecnica, semmai l'irrazionale che sottende ogni cosa. Spesso i grandi artisti sono degli sconfitti dell'esistenza, non sanno nulla della loro inclinazione, non hanno deciso nulla, eppure, quella che Emerson e anche Hillman chiamano "Grande anima" ha deciso per loro. Benché piegati, sconfitti, abbattuti, essi sono l'anima che parla, come Orfeo, il suo capo divelto canta ancora, dimostrando che quella voce, quel canto non era il suo canto, e neanche la sua voce, semmai lo strumento involontario del mistero che Rilke chiama "calmo alito, un vento". Ritengo molto giusto indagare chi manifesta capacità tecnica così elevate, come nel caso di Mannelli, serve sempre confrontarsi con tanta bravura. Non mi convincono molto certi furbi attuali che dicono di possedere un'idea sublime e poi la fanno realizzare ad altri, firmando poi come cosa propria. Sono d'accordo con De Chirico, ritengo anche io che lo studio dei classici sia sempre necessario e importante, insomma l'arte del Rinascimento è arte al di sopra di ogni sospetto. Mettere la firma su un frigorifero, o stampare una scatola di fagioli, non è la stessa cosa che disegnarli. Disegnare, fare uso del segno grafico, è conoscenza diretta, pensiero indagante, e ovviamente non può essere, ingenuamente, sostituito da artifici vari. Tanti saluti"

    Mentre è preciso e dettagliato nella sua disamina, purtroppo lo è altrettanto nei saluti. Mi liquida sempre con "Tanti saluti", e non si spreca mai più di tanto...
    Nella sua analisi cita Carta (Giuseppe), che è un pittore sardo iperrealista. Qui la sua biografia: http://www.fondazionelogudoro.com/CARTA_biografia.asp e qui le opere: http://www.fondazionelogudoro.com/CARTA_opere.asp), e Banari, che è un Comune sardo nei pressi di Sassari, dove ha sede un importante museo: http://www.comune.banari.ss.it/?modulo=contenuti&id=269
    Ciao, Fransuà

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    1. Ha ragione il tuo amico architetto: la tecnica non è genio, vedi gli iperrealisti o... Mina quando canta "Brava"! Però, secondo me, almeno nella seconda opera lui va oltre.

      Conosci questa poesia?

      "Eccoci qui distesi, amanti nudi,
      belli per noi – ed è quanto basta
      solo con foglie di palpebre vestiti,
      siamo immersi nella notte vasta.

      Ma già sanno di noi, già sanno
      queste quattro mura, la stufa spenta,
      ombre sagaci sulle sedie stanno
      e il tacere del tavolo è eloquente.
      (...)"

      Wislawa Szymborska - Notorietà

      Per stavolta te la risparmio in lingua originale, va'!

      ihihihihih

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  7. Non direi proprio che sono pornografiche! E non sono nemmeno erotiche nel senso stretto del termine. Le trovo invece (come hai detto tu) affettuose nel loro fermare un momento di coppia intimo e dolce.

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    1. Vero? Allora non sono la sola a pensarla così! Grazie per il sostegno!!!

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  8. Guarda ne ho parlato anche io!
    http://www.grimildeblog.it/amore-e-sesso-nei-quadri-di-riccardo-mannelli-soprattutto-amore

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    1. Rossella!!! Sembra la storia del profumo dei tigli!!!
      :-)

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  9. Bella, la poesia! Direi quasi onomatopeica, tanto sembra quasi di sentire gli odori e i rumori della stanza.
    Grazie per avermela risparmiata in lingua originale. Chissà quante vocali avrei dovuto comprare! ☺☺

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  10. Ciao, mi son letto tutto con piacere. Ogni tanto c'è proprio bisogno di imbattersi in confronti che vanno sotto la superficie e la fretta. Grazie e buon fine settimana.

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