12 giugno 2025

Vecchi

Mio suocero è un uomo mite. Canuto, rinsecchito e stortignaccolo, quando ascolta lo fa con tutto il corpo e con l'attenzione tesa di chi fa fatica a seguire i discorsi perché un po' sordo. Risponde di tanto in tanto, ma più spesso si limita a qualche parola con l'unico scopo di far capire che sta ascoltando. Mia suocera cerca di stimolarlo, lei dice, e per farlo lo punzecchia con la crudeltà bonaria che è tollerabile solo fra vecchi coniugi: e non sbrodolarti, sai, che io sono stufa di lavarti tutte queste camicie! e cammina dritto sai, che non voglio mica portarti in giro con la carrozzina io, che ho di meglio da fare sai... Lui abbozza, si stringe nelle spalle e ridacchia. Sa nel suo intimo che non c'è nulla di vero in quelle cattiverie.

I nipoti vanno volentieri dai nonni: c'è sempre un tè caldo coi biscotti, o una fetta di ricotta tosta, o una lasagna di 4 giorni prima ma che importa. Ci sono chiacchiere, a volte di cose già dette, a volte no: mia suocera che non distingue fra confidenza e pettegolezzo e racconta tutto di tutti, ma va bene così. C'è voglia di stare insieme, ma come già te ne vai? E portati questo pezzo di caciocavallo... 

Mio padre è il figo della situazione. Non ha ancora capito che, 89 anni fra poche settimane, comprendere i suoi limiti e accettarli sarebbe la cosa saggia da fare, oltre che prudente. È rancoroso, invidioso di chi è più giovane, si fa aiutare a risolvere problemi che lui ha creato ma poi dimentica e rifiuta di riconoscere le sue responsabilità: se la lavatrice cambia le impostazioni, se il suo cellulare si riempie di app indesiderate, se la sua casella email si riempie di spam non è perché lui ha fatto casini con una tecnologia che conosce male e usa peggio ma perché "qualcosa sarà successo". Le conversazioni sono solo occasioni per interrompere qualunque discorso con un "io ho fatto, io ho visto, io..." tanto che ormai non viene neppure voglia di raccontare.

Invidia chiunque e qualunque cosa: chi si è laureato, Tommy che ha preso una borsa di studio, Matilde che parla le lingue, O. che ha vinto il campionato Italiano di categoria, S. che è alto un chilometro e è un drago a pallone, L. che scia come un dio e va al mare con la fidanzata. Potrei continuare. L'anno scorso lui ha passato quasi 7 settimane al mare, io e mio marito 10 giorni, ma quanto mi ha fatto pesare quei 10 giorni perché io ero in Grecia e lui invece a casa.

Recrimina tanto: le gambe che non lo reggono, la digestione che lo fa tribolare, la testa, l'acufene, la schiena e il cuore. Si lamenta di star male da sempre, da che ho memoria. Recrimina per l'aiuto che deve (deve...) prestare a mia mamma, che, più malata di lui, si sente in colpa e poco tempo fa mi ha chiesto come farà papà da solo se lei dovesse morire prima. Si lamenta per il suo sonno interrotto, per le medicine che lui deve dare a mia mamma, per la badante che quando c'è gli dà fastidio e quando non c'è è sempre in ferie quella là. Fa tanto per mia mamma, fa cose che non avrei mai immaginato di vedergli fare, ma sempre su quel piedistallo da eroe che si è costruito da sé e dal quale non intende scendere. Chissà qual è il motore, quanto l'affetto per mia mamma e quanto invece la paura di restare solo. 

Quando sono a casa da loro, a tavola mi siedo al mio vecchio posto, di fronte a lui. Ho una piccola collezione di foto rubate durante le colazioni o i pranzi... la fronte aggrottata, gli occhi cupi, una rabbia incontenibile e muta, ma tanto visibile. La gioia per il mio arrivo dimenticata due minuti dopo il mio ingresso in casa.

Tommaso, che all'inizio dell'anno aveva immaginato di passare dai nonni magari un paio di we al mese, ha smesso di andare perché "loro sono sempre tristi, l'atmosfera è cupa e non c'è mai niente da mangiare". I miei nipoti non vanno mai, se non obbligati. Ricordo parecchi pranzi di famiglia (Natale, essenzialmente, magari qualche compleanno) finiti presto perché mio padre "doveva" andare. E andava, piantandoci lì. Dopo 25 anni di matrimonio, suo genero e sua nuora non hanno nome: sono sempre "tuo marito", "tua moglie". E i biglietti che accompagnano i regali di natale sono sempre (sempre!) indirizzati solo a me e a mio fratello. Evidentemente non fanno parte della famiglia. 

Ecco, adesso sapete. Sono una brutta persona?


10 giugno 2025

Referendum - bis: un esempio dell'Effetto Dunning-Kruger?


Stamattina nel mio podcast preferito è stata letta la mail di un ascoltatore. Questi raccontava di come, qualche anno fa in occasione di un referendum sulla giustizia, si fosse preso la briga di dedicare alcune ore del suo tempo ad un esame dei quesiti con lo scopo di raggiungere quel grado di competenze minime necessarie a scegliere oculatamente se votare sì oppure no. "Io sono un fisico matematico, raccontava, faccio il ricercatore all'università, sono abituato a leggere roba complessa, a fare complesse analisi matematiche su montagne di dati, eppure le implicazioni legali della mia eventuale scelta mi sono rimaste oscure."

Ecco, non sono l'unica a pensare che non basta leggere quattro righe per supporre di aver capito.

Nel corso della stessa puntata del podcast di cui sopra, è stato letto anche un brano di un commento di Vitalba Azzollini, pubblicato su Domani. Lei sostiene che non presentarsi ai seggi per i referendum, unita alla tendenza a sostituire il dibattito parlamentare con la raffica di decreti così comune negli ultimi anni, porta a cedere ai governi la sovranità che dovrebbe essere nostra. 

Vero. Ma due errori non fanno una cosa giusta.

PS: non presentarsi ai seggi in occasione di un referendum non è (sempre) menefreghismo. È una precisa scelta. Chi non ha votato ha deciso di non votare, non è banalmente andato al mare perché chissenefrega. Il quorum esiste per questo ed è per questo (credo, chi sa mi illumini...) che non esiste quorum per le politiche.

PPS: se chiedessero il rimborso delle spese in caso di mancato raggiungimento del quorum ai promotori dei referendum, forse questi starebbero più attenti ai quesiti da proporre... 

05 giugno 2025

Referendum

Noi dall'estero votiamo per posta, quindi abbiamo fatto tutto con congruo anticipo.

Prima del voto, i ragazzi hanno avuto voglia di approfondire i quesiti, quindi abbiamo organizzato una videocall e abbiamo chiacchierato un po', esplorando e approfondendo i temi e cercando di farci un'idea. Hanno scelto quali votare e quali no, sulla base delle loro personali convinzioni. Interrogandosi su uno dei referendum, Matilde e Tommy, dopo aver cercato alcuni riferimenti normativi e aver provato a capire, hanno concluso che il quesito non è chiaro, le implicazioni ancora meno, che mancano alcune definizioni e che le spiegazioni date dai vari partiti e sindacati sembrano tendenziose, in quanto "assumono" che la norma verrà interpretata in un "certo modo" ma questo "certo modo" non è esplicitamente scritto. E quindi non lo votano.

Ecco.

PS: Che anno orribile per il mio blog, solo 5 (6 con questo) post so far...

15 maggio 2025

Meglio un assassino libero che un innocente in carcere

Pochi giorni fa in UK un uomo è stato scarcerato dopo 38 anni di reclusione perché nuove indagini sul DNA hanno rivelato la sua totale estraneità alla vicenda. Pare essere il peggior errore giudiziario nella storia del Regno Unito. (Qui la notizia, se vi interessa)

Adesso tutto questo gran parlare, di nuovo, di Garlasco. Non si sa dove porteranno le nuove indagini, mi domando però come sia possibile condannare un ragazzo (anche il tizio inglese era un ragazzo, aveva 21 anni all'epoca dei fatti), rubandogli una vita che nessuno potrà mai restituirgli, senza avere la certezza che sia colpevole? Non "al di là di ogni ragionevole dubbio", al di là di ogni dubbio proprio!

La certezza della pena è sacrosanta, ma anche la certezza della colpevolezza deve esserlo, santo cielo... 

 

13 maggio 2025

Euro quanto?

Sentivo un paio di giorni fa che in Piemonte, salvo cambiamenti dell'ultimo minuto, dal 1 Ottobre 2025 sarà vietato circolare con mezzi diesel Euro 5 nei comuni con più di 30.000 abitanti, in determinate fasce orarie e in determinati periodi dell'anno.

Ora, a parte la follia della limitazione legata al numero di abitanti (cosa devono fare gli autisti, controllare su wikipedia se il comune che devono attraversare ha oppure non ha raggiunto la soglia? e quale censimento fa fede, di grazia?), a parte questo, dicevo, è stato stimato il numero di veicoli che diventeranno virtualmente illegali: 250.000.

250.000

Duecentocinquantamila veicoli, magari perfettamente funzionanti e con revisioni impeccabili e in perfetto stato di manutenzione secondo le intenzioni del legislatore devono essere conferiti allo sfasciacarrozze?

Ma quanto inquina demolire qualcosa in buono stato per sostituirlo con un oggetto simile, sapendo fra l'altro che il nuovo sarà anch'esso fuorilegge entro 8 o 10 anni?

Questa norma fa acqua da tutte le parti: non spendere è la prima forma di guadagno, non buttare via ciò che ancora funziona è la prima azione di responsabilità ecologica, non indurre a consumare è la prima vera azione contro la povertà.

Bastava aumentare la frequenza della revisione, magari obbligando i mezzi Euro 5 a farla ogni anno: 15 minuti di tempo, 70€ consentono una selezione delle auto davvero inquinanti e, su queste, prendere provvedimenti.

   

07 maggio 2025

Rieccomi

 Mi è stato chiesto di tornare e suggerito di smettere di trattare il blog alla stregua di un diario intimo, di guardarmi intorno e commentare.

Ok, commentiamo.

1) Referendum: Tajani sollecita l'elettorato a disertare le urne, i sindacati gridano allo scandalo e invitano la popolazione a partecipare al voto. Costituzionalisti discettano sulla vexata quaestio: il voto è solo un diritto o anche un obbligo? E vale anche per il referendum? Boh, non lo so: non ho studiato legge e non mi ci metto. Però una cosa la dico: non possono essere proposti alla cittadinanza questioni tecniche, per decidere sulle quali la popolazione non ha, e non è tenuta ad avere, le competenze necessarie. Un conto è chiedere se siamo favorevoli o contrari alla PMA o ai matrimoni omosessuali, questioni che hanno a che fare con la moralità di un Paese in evoluzione, altro è chiedere se vogliamo abrogare il comma x della legge yy/19xx fra le parole "indi" e " detto questo".

2) Palestina: (passatemi il parallelo...) noi italiani possiamo definirci antifascisti (sì, anche chi non è di sinistra può essere antifascista) perché i fascisti sono stati combattuti e, ringraziando Dio, sconfitti da movimenti dichiaratamente antifascisti. Fino a quando un'opposizione chiara non ha dimostrato al mondo che non tutti gli italiani erano fascisti, noi italiani eravamo considerati tali. Hamas non è i Palestinesi, si dice, ma che loro lo dimostrino. Fino ad allora Hamas, in quanto eletto, li rappresenta. 

Vale anche il contrario, ovvio.

Sulla guerra non dico niente, perché direi banalità.

3) Bambini della scuola materna inginocchiati verso la Mecca. E domani tutti, cristiani ebrei e musulmani, in processione a cantare inni alla Madonna, che siamo in maggio.

4) 💙🖤💙🖤💙🖤💙

5) Trump vestito da Papa: volevo vederlo vestito da Tarzan della giungla, ma ChatGPT dice che la mia richiesta non segue la loro policy.

6) L'India, il Pakistan e i giornali italiani: la notizia dei bombardamenti è apparsa ieri sera su BBC, The Guardian, Le Figaro, Le Monde, Il Post. Il Corriere no, lui era concentrato sulla partita e solo stamattina ha alzato lo sguardo sul mondo.


 

07 febbraio 2025

Scrittura

Ho da sempre una insana passione per le penne stilografiche. Ne ho una piccola collezione e, ogni tanto, compro un nuovo esemplare o un boccettino di inchiostro o un quaderno di quelli con eleganti copertine e carte adatte. Ne inchiostro due o tre alla volte che uso a rotazione per scrivere note quotidiane, appunti, piccole riflessioni... Robetta.

Amo accendere la lampada sul mio tavolino, spostare la sedia e aprire il cassetto, prendere il quaderno e scegliere la penna da usare, fare tutto in silenzio per non svegliare chi dorme, felini o umani che siano, pregustando quel momento tutto per me. Di notte nessuno telefona, nessuno manda messaggi, per strada c'è meno gente e nessuno lavora... C'è una lentezza, nella scrittura a mano, che obbliga il nostro cervello sempre di corsa a prendersi il suo tempo. Dono prezioso. 

Tempo fa ho visto un annuncio di lavoro: uno scrittore offriva un compenso a chi fosse in grado di ricopiare su Word il suo ultimo libro, scritto a mano.

Mi piace scrivere a mano, come ho detto sopra, ma mai nella vita mi verrebbe in mente di scrivere un intero romanzo, a mano! Un romanzo è un lavoro immaginato per la lettura di altri, per essere sottoposto a un editore, corretto, impaginato, magari stampato e venduto. Immagino che siano parecchie le persone che, a vario titolo, devono metterci le mani sopra per trasformare idee e parole in un prodotto da sfogliare. Come si fa a scrivere a mano sapendo che comunque, prima o poi, tutto deve essere ricopiato su word?

Invidio l'autore, comunque, che ha avuto il coraggio di smettere di immaginare e cominciare a fare.