14 giugno 2024

Il 12 del mese

Il 12 di ogni mese, su una pagina di espatriati italiani che seguo da un po', è la giornata dedicata al "AAAmore Cercasi".

Decine di persone, uomini e donne di svariate età, alcuni neppure trentenni, pubblicano una foto e breve descrizione di sé e del proprio sogno. C'è chi esce da relazioni finite male e chi una relazione degna di questo nome non l'ha mai avuta, chi ha provato con i locals ma proprio non c'era feeling e chi invece il feeling non l'ha più trovato con le persone di casa. C'è chi tra figli, amici, lavoro e interessi vari non ha un momento libero per pensare a sé e chi, solo come un gambo di sedano, non sa da che parte cominciare. C'è chi prova anche questa strada perché la fortuna non ha aiutato e chi invece sceglie la via pragmatica perché del caso non si fida più. C'è chi "va bene dovunque tanto vivo vicino all'aeroporto" e chi specifica quartiere e città perché ha bisogno di quotidianità.

Sono tutti diversi ma tutti accomunati da una cosa: il desiderio di avere una persona accanto.

La libertà, quando è troppa, diventa un vuoto da riempire.


11 giugno 2024

Di stress, debolezza e impotenza

Leggevo che le fonti di stress possono dividersi in due categorie: quelle per rimuovere le quali si può fare qualcosa e quelle per le quali non si può fare niente, o quantomeno niente individualmente.

Lo stress derivante dalle prime è uno stato di allerta buono, che porta a migliorare le nostre prestazioni in modo da raggiungere l'obiettivo: la paura per un esame, ad esempio, o l'attesa dello sparo che segna l'inizio di una competizione.

Lo stress derivante da situazioni non gestibili direttamente da noi porta invece a uno stato di frustrazione annichilente, alla depressione, alla malattia. 

Fin qui l'articolo, che mi ha fatto riflettere

Avere la possibilità di fare qualcosa e non farlo (per pigrizia, per gattamortismo, per paura o per timidezza, perché ci fa schifo l'idea o perché non si teme un altro fallimento) non trasforma lo stress del primo tipo in stress del secondo, anzi si aggiunge alla mancanza che l'ha generato la consapevolezza della propria debolezza: possiamo mentire agli altri, non a noi stessi. Si può accettare la propria debolezza, superando il conseguente crollo di autostima? Non lo so...

Per quanto riguarda il secondo, invece, l'unica via per uscire da questo stato di frustrazione è riconoscere la nostra impotenza e accettarla. Ma accettarla senza il senso di fallimento che di solito l'accompagna, perché che fallimento può mai essere quello riferito a situazioni sulle quali non abbiamo modo di incidere?

Si può portare il cavallo alla fonte, ma non lo si può costringere a bere... Adler descrive questo come separation of tasks (separazione dei compiti), sottolineando che non possiamo e non dobbiamo sentirci responsabili dei tasks altrui, men che meno di ciò che, non essendo alla portata di nessuno, non può neppure essere considerato un task. 

È tutta colpa mia

Vado in Inghilterra e quelli votano Brexit. Mi trasferisco in Francia e Le Pen fa il botto.
Vuoi vedere che porto sfortuna???

07 giugno 2024

K




Si scrive Key ma si legge come Kay: le volontarie di quel gattile non si curano molto di tali sfumature linguistiche. Sembra più grossa di sua sorella Dana, ma è tutto pelo; golosissima, è lei che mangia di più, arrivando a tirare a sé il piattino col tonno, ma pesa parecchio di meno; timida e scontrosa, sta parecchio per i fatti suoi, passando interi pomeriggi nascosta sotto le coperte di qualche letto, ma quando decide di far le fusa fa vibrare il divano e cigola, perfino. 


Musetto tondo e pelo d'angora, salta e le scappa col didietro in derapata quando gioca con sua sorella che, coda gonfia e ringhio minaccioso, passa il tempo a darle la caccia lungo il corridoio: Dana di nome e di fatto!

05 giugno 2024

A piedi nudi nel parco


In questo momento del giorno, quando il sole leva le tende e le famiglie raccolgono bambini, tovaglie e lattine vuote, quando l'aria già rinfresca ma la terra è ancora calda sotto piedini mai stanchi, quando le ultime auto ripartono verso casa, trascinando uno strascico di polvere, odore e rumore, quando il ricordo svanisce ed esordisce l'attesa, resta ciò che è: l'erba fresca fra le dita dei piedi, l'aria tiepida e finalmente calma, il profumo dei tigli, il trillo dei cardellini e il brusio di miriadi di insetti.