13 luglio 2020

Le cose che ho perso, le cose che ho preso


Ogni tanto ci ricasco: il mio eterno bisogno di fare bilanci, lunghe liste di "questo sì, questo no"... è una cosa stupida, eppure mi aiuta a mettere ordine e mettere ordine è rasserenante.
Ci sono cose che, a tre anni di distanza, ancora mi mancano non essendo riuscita a "sostituirle" con altre di analogo valore.

Le amiche, quelle sono insostituibili: i miei pranzi con C., i caffè con L. C'è il telefono, è vero, skype e whatsapp e un sacco di diavolerie moderne che nulla possono contro la distanza. Ho care amiche anche qui, ma la più vicina abita a mezz'ora di auto... mi manca la facilità del contatto quasi quotidiano di "casa".

I miei. Mio fratello dice che mio padre non ritornerà più quello di una volta, ma "una volta" è lo scorso Natale... cos'è successo negli ultimi 6 mesi? Me lo raccontano, me lo mostrano ma io non sono lì per vedere che non riesce più ad allacciare i bottoni della camicia e che impiega 3 giorni a tagliare l'erba del giardino invece delle consuete 3 ore. Tralasciamo il fatto che, a 83 anni quasi 84, potrebbe anche evitare lo sfalcio del prato, ma non è questo il punto.

La certezza che con una telefonata e 200 euro posso affrontare (e solitamente risolvere) un problema di salute. Qui è tutto fastidiosamente complicato! Mi sa che prenderò in paio di appuntamenti adesso che vado a casa in vacanza...

Il parrucchiere... provate voi a spiegare in dettaglio una sfumatura di colore o le caratteristiche di un taglio  nell'inglese di una hairdresser di qui: a noi insegnano la pronuncia della bbc, loro parlano una lingua fatta di gergo adolescenziale e dialetto northern-working-class

6 commenti:

  1. Cara Flo, certo che le sue belle canzoni non si dimenticano.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
  2. Vivere lontano dai miei, vecchietti anche loro, e sempre più acciaccatelli... diventa un problema anche andare in vacanza..figurarsi un trasferimento, all'estero poi.. New York mi ha fatto impazzire una settimana, ad esempio, ma potrei resisterci una vita? Ma così anche Barcellona, o Londra, o anche Parigi... in realtà ambisco ad una provincia quieta e placida. Roma non fa per me...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è facile, non esiste "la" risposta. Potrei elencare svariate ragioni a sostegno della mia scelta (anche "scelta " è una parola grossa), ma il senso di colpa, seppure latente, non mi abbandona.

      Elimina
    2. credo che il senso di colpa,latente o meno, sia una costante della vita. Mia figlia vive a Bologna,noi a Vicenza, nonostante le chiamate quotidiane mi manca sempre molto

      Elimina
    3. Non passa mai...

      Elimina