...e se in definitiva ognuno ottiene ciò per cui lavora e se quello che non abbiamo ottenuto è rimasto un sogno nel cassetto per nostra evidente incapacità (e non per l'altrui cattiveria né per uno scherzo brutto del destino) allora tutto ciò che ci resta da fare è un po' di sana autocritica e, al limite, rassegnarci.
L'inferno, dice qualcuno, è una vita andata male
Mumble mumble.
RispondiEliminaChi o dice?
caso mai, l'inferno potrebbe essere una vita spesa male.
Ma siccome finchè c'è vita c'è speranza, magari si riesce a spendere bene ancora qualcosa, quanto basta per aspirare almeno al purgatorio: che poi è quello che tocca alla maggior parte degli umani.
Se poi ci si vuole rassegnare... bah, triste ma non proibito.
la sana autocritica rimane per me sempre apprezzabile.
resta il fatto che pochi riescono ad ottenere più di quello di cui sono capaci: ma di solito nn è per loro meriti, e spesso ha vita breve.
Dici cose sagge...
EliminaSono anch'io d'accordissimo con l'autocritica. La faccio spesso. Da ragazzo, quando avevo la Vespa e la Guzzi 350, ero solito fare motocritica.
RispondiEliminaMa in auto è decisamente molto più comodo.
Un cher salut,
Fransuà